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Fa caldo, caldo pilotato?

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Lettera pubblicata il 2 Luglio 2006. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 180 commenti

Pagine: 1 2 3 4 18

  1. 11
    Domenico -

    “il raggio della morte (ultima invenzione bellica americana che è un fascio di microonde usato come un cannone, lo stanno sperimentando in Iraq)”

    Mi permetto di disquisire…
    Il “raggio della morte”, anche se probabilmente non con la stessa tecnica, fu inventato da Guglielmo Marconi, era in grado di ammutolire qualsiasi motore ed emissione radio, e fu sperimentato direttamente su Mussolini, poco prima che Marconi stesso morisse (?).
    Tutto qui. Piccola notazione storica. Se interessa.

  2. 12
    Domenico -

    la sperimentazione dei medicinali su volontari umani…

    L’importante è che non siano involontari…

  3. 13
    Domenico -

    Forse qualcuno di voi ricorderà il rapimento delle due Simone. Seguì una fase segreta tra la farnesina e gli autori del rapimento.

    Giusto per fare il complottista… E poi è un’idea che mi sono fatto io, per carità…
    Ma mi pare, per tutto ciò che è successo, che quelle due si siano autorapite, o meglio si siano fatte rapire da amici…

  4. 14
    Alan -

    No,
    non intendevo dare ai militari il merito di aver creato la Rete. Anche se sono stati tra i primi a realizzarne una, fosse stato per loro non l’avrebbero mai resa di pubblico dominio.
    Il merito semmai va ai tecnici del cern che hanno reso questo protocollo in grado di poterci scambiare idee ed esperienze, documenti e fotografie, avere dei rapporti quotidiani con persone lontane altrimenti irraggiungibili.
    Forse avremmo potuto comunque comunicare in altro modo come tu dici, ma molto più probabilmente non ce ne sarebbe mai stata occasione.
    La tecnologia produce effetti nell’ambiente circostante. Alcune volte essi sono prevedibili e magari ignorati per negligenza o per interessi nazionali o personali, altre volte le intenzioni di partenza sono buone ma la conoscenza dell’ambiente troppo limitata.
    Anche se tutti fossero in buona fede, ci sarebbe comunque un impatto.
    Ora, trascinare il discorso sull’essere progressisti o antiprogressisti non mi sembra abbia grande senso. Non possiamo certo tornare a fare la vita degli Amish al punto in cui siamo.
    Un velivolo per sua natura inquina e può schiantarsi al suolo: in questo caso si farà poi un bilancio delle vittime. Ma ovviamente non si contano le persone che grazie a questo mezzo hanno avuto la vita salva. E questo vale per le automobili, per i generatori di energia, per le terapie mediche, ed in generale per tutto ciò che chiamiamo progresso.
    Distinguerei quindi questo tipo di progresso (che perfetto non è, ma è pur sempre migliorabile e comunque ha una sua ragione d’essere) da tutte quelle iniziative che sono a completo danno dell’ambiente e delle persone e che non danno alcun contributo ai bisogni dell’umanità (test e sviluppo di armi di offesa e distruzione, manipolazione delle cose e delle persone a proprio beneficio e senza cura delle conseguenze del danno provocato, trame politiche messe in opera allo scopo di sollevare guerre civili e disordini in paesi stranieri, ricerche medico-biologiche apertamente in contrasto con l’etica della professione, etc.).
    Per questo credo sia fondamentale non cadere nella rete di chi si autocalunnia per dimostrare la propria innocenza, di chi mischia 2 verità a 10 bugie per fare in modo che appaiano tutte verità, o tutte bugie. Dovremmo tenere la guardia piuttosto alta ed avere la consapevolezza che il progresso non può essere giudicato negativamente in tutti i suoi aspetti. Tornando ai contrails, la tecnologia oggi ci permette di documentare queste affermazioni. Ogni cellulare è anche una macchina fotografica, ed un’immagine può essere inviata da un capo all’altro del mondo in qualche secondo. Se il tecnico che giura su sua madre di aver visto i tanks per le sostanze spray, descrivendo con dovizia di particolari gli ugelli di spreading (collegate a suo dire a degli appositi orifizi posti sulla sommità delle ali) avesse fatto una foto e documentato ciò che sostiene, nessuno avrebbe potuto fermarlo, pochi avrebbero potuto contraddirlo.
    Saluti,
    Alan

  5. 15
    Alan -

    Domenico:

    mi permetto anch’io una piccola disquisizione.

    Quello di cui tu parli era il primo modello di radar a corto raggio e dimostra perfettamente come un luogo comune e le chiacchiere infondate possano ingrandirsi passando di bocca in bocca, fino a pretendere di diventare realtà.

    Puoi documentarti sul sito http://www.marconi.area.trieste.it/index_file/Page330.htm

    Saluti,

    Alan

  6. 16
    filippo -

    aggiungo solo alcune piccole notazioni.
    come il concetto di progresso è relativo, perché progresso in una cosa o in un modo può essere involuzione in assoluto, così l’affermazione “non si può tornare indietro” è fuorviante.
    c’è stato un momento preciso nella storia, in cui scienza e tecnologia, ché di questo si tratta, hanno preso una strada decisamente parziale e limitativa, ossia quella di applicare senza alcuna remora cose che apparivano vantaggiose per il momento e solo per alcuni.
    l’industria ha fatto il resto.
    vogliamo ricordare la bravata ingegneristica del Vajont e il dissesto idrogeologico del territorio?!
    questo agire senza un’etica estesa consolidata, per l’interesse del momento e di pochi, come si è fatto prima in Fisica e – peggio mi sento – in Chimica, adesso si fa ovunque, in ingegneria civile, aeronautica, aerospaziale, in Genetica, nonostante l’Etica esista da millenni.
    questo è ciò che deve essere fermato.
    rinunciare all’immediatezza del petrolio avrebbe potuto significare non solo evitare molti problemi politici e sociali, ma possedere oggi l’energia pulita, anziché farla restare un’utopia per altri 100 anni e intanto respirare merda.
    fermare questo comportamento selvaggio, cosa che diventa necessaria in modo sempre più evidente, non significa tornare alle capanne o alle caverne, solito luogo comune; là torneremo, volenti o nolenti, se si insiste su questa strada oltre il punto del non ritorno.
    quanto al CERN, si tratta della rosa nel fango cui accennavo sopra, non, giustappunto dell’ARPAnet, che fu il progetto pilota, militare, di una decina d’anni prima.
    quanto poi al tecnico fotografo, dire “nessuno avrebbe potuto fermarlo, pochi avrebbero potuto contraddirlo” è decisamente paradossale, dato che abbiamo speso decenni per ottenere leggi anti-inquinamento e per la tutela del lavoro e stiamo ancora combattendo contro la questione delle scorie radioattive e le installazioni radar militari in mezzo ai paesi di montagna, nonostante il possesso di superevidenze scientifiche incontestabili.
    non si sa a quali e quanti trucchi, da quelli tecnici a quelli parlamentari, fanno ricorso per negare i danni della loro tecnologia?!
    non esiste forse una società “Ponte di Messina”, nonostante non si sappia un cavolo della faglia calabra e nonostante la prossimità di bacini vulcanici imprevedibili?!
    non è stato fatto un tunnel imbecille sotto la Manica, pare ormai quasi dismesso?!

  7. 17
    Alan -

    Ho l’impressione che stiamo leggermente divagando rispetto al tema principale.

    Mi sembra di capire che siamo tutti d’accordo sul fatto che qualsiasi tipo di intervento sull’ambiente non può essere improvvisato e non può essere dettato semplicemente da una logica di vantaggio immediato, di lucro o di interesse personale.

    Ora però stiamo parlando di un ipotetico fenomeno di cui mancano prove concrete, al contrario dei disastri che tu elenchi e che rappresentano i veri problemi da risolvere e di cui faremmo bene ad occuparci tutti.
    Il problema infatti non è stabilire se i chemtrails (posto che esistano) fanno bene o male alla salute o all’ambiente. Si tratta di stabilire se esistano o meno.

    Per quanto riguarda le varie testimonianze oculari che ho citato, è probabilmente vero che anche se fosse provato in maniera incontestabile, se questa fosse un’attività pianificata sarebbe difficile interromperla. Ma almeno la considereremmo tutti una realtà e non staremmo qui a discutere se è l’ennesima bufala internet.

    Se mi dici che Bush è un farabutto, sono pronto a sottoscrivere. Il suo operato e il numero di vittime causate dalla sua politica rimarrà nella storia. Ma se mi dici che è un extraterrestre, beh, allora scusa ma dovrò chiederti di raccogliere qualche evidenza di ciò che dici.

    Come già espresso nel mio precedente post e come dimostrato dai tuoi interventi, non ha grande senso perdersi nella polemica progresso-non progresso.
    Potrei elencarti una lunga serie di rose nel fango, potrei addirittura mostrarti tracce di fango su letti di rose. Potrei anche dire,citando un vecchio adagio indiano, che fa più rumore un’albero che cade di una foresta che cresce. Ma non credo che sia questo il punto.
    Sono tuttavia disposto a discuterne qualora decidessimo di aprire un apposito forum sull’argomento.

    Alla scienza manca in molti casi la saggezza necessaria, ai governi manca l’intelligenza e lungimiranza, a molti intellettuali manca la giusta etica.

    Manteniamo almeno noi una lucida capacità di critica.

  8. 18
    Antonio Marcianò -

    E’ un problema reale

  9. 19
    Domenico -

    Continuando a divagare,
    Su History channel, documentario dal titolo “La spia di mussolini”, si parla di un dispositivo che realizzato da Marconi fu testato a scopo dimostrativo su di un corteo che accompagnava il Duce in un viaggio e arrestò i motori dei veicoli, tra cui l’automobile di Mussolini, per vari minuti, finchè non venne disattivato.
    Non mi invento niente (forse History channel sì, ma mi sembra fonte imparziale) e comunque non è possibile confonderlo con un radar.

  10. 20
    Domenico -

    “vogliamo ricordare la bravata ingegneristica del Vajont e il dissesto idrogeologico del territorio?”

    Veramente non fu una bravata ingegneristica quanto una bravata geologica, perchè la diga tenne, ma si infischiarono di fare indagini serie sull’assetto della montagna che rovinò nel bacino (è per il fatto che la diga tenne su che gli italiani da allora hanno costruito dighe in tutto il mondo).
    Ma senz’altro è stata una bravata politico-burocratica.

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