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Dopo un collasso si può tornare a vita normale?

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Lettera pubblicata il 24 Aprile 2008. L'autore ha condiviso 10 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Me stesso - Salute

La lettera ha ricevuto finora 22 commenti

Pagine: 1 2 3

  1. 11
    Isis -

    Cambiare lavoro allo scadere del contratto…. qualcosa di meno stressante…capisco che hai studiato e sodo e voresti lavorare nell ambito da te scelto ma…se è troppo pesante…magari qualcosa di più soft….
    Vedi anche io avevo un futuro diverso per quanto riguarda i miei studi ma non reggo lo stress e troppi impegni, sono fragile in quel senso per cui ho scelto un lavoro di basso profilo che non mi da soddisfazioni come vorrei ,certo ma almeno sai al livello di stimoli che di rapporto umano, mi fa stare bene, quando stavo al supermercato, stavo peggio e devo dire che non ho alcun problema relazionale anzi ci sono portata per stare al pubblico, però li sono subentrati altri fattori…scontri interni e questioni al livello sindacale ( troppo sveglia per stare qui m ha detto il datore di lavoro..per cui sarebbe bene che te ne vai…cercati un lavoro perchè gente che ne sa troppe non ne vogliamo….. ???!!!)
    Non faccio un bel lavoro, ma ho imparato ad amarlo e a farlo bene, ad avere soddisfazione quando ilcliente chiama per dire che la qualità è superba e che ci raccomanda, o quando faccio le riparazioni e la macchina funziona meglio di prima, o quando il datore di lavoro si complimenta per la pperfeta logistica con cui gestisco spedizioni e arrivi..sembrano stupidate ma fa piacere esser riconosciuti per il lavoro che si fa, qualsiasi esso sia… senza un minimo di gratifica anche il lavoro più bello del mondo sarebbe squallido….

  2. 12
    Isis -

    Fai la pendolare….per un conto ti invidio…io tutti i giorni in auto…nervi sempre tesi…

  3. 13
    daniela bigottà -

    Per qualche giorno sarò probabilmente senza PC. Voglio solo dire questo: cerca di fare la visita specialistica perchè gli antinfiammatori nuocciono al fegato. Anch’io, prima di incontrare il medico giusto, non sapevo più da che parte voltarmi. Adesso so che non posso fare niente, ma anche che non devo sottopormi a degli esami invasivi e pericolosi che altri medici mi avevano consigliato. La mia vita è molto stressante, non credere, e non c’è come lo stress a peggiorare le cose. Ecco, sì: il consiglio che mi ha dato lo specialista è stato proprio di stare lontana da ogni tipo di stress ma non lo posso fare. Mi vedo così costretta a confidare nella buona sorte. L’unico farmaco che il professore mi ha consigliato è mezzo Tavor Oro da 1 mg al mattino e uno la sera, per evitare che troppa ansia peggiori la situazione. In effetti, così, mi sento meno agitata. Poi, lo so: quando il fegato è al peggio, i sogni diventano incubi: è inevitabile. Bisogna anche assumere molto zucchero (se non si hanno problemi di iperglicemia), e poche cose salate. Via tutto quel che contiene la menta, per carità: è semplicemente velenoso. Se ti consola, posso dirti che, per quanto assurdo possa sembrare, con il passare del tempo, sto sì male, ma un filo meglio di prima. Il perchè non lo so. Devo stare lontana soprattutto dal caldo ma questo perchè mi scende la temperatura a 34.4. Trentadue anni e mezzo così ma, in fin dei conti, la sto raccontando. Speriamo di raccontarci le nostre vicissitudini ancora per molto tempo ma… con qualche miglioramento di mezzo. Chissà! Ciao!!!

  4. 14
    Daniela Bigottà -

    Ancora un ‘ciao’ a Lupetto. Mi è simpatica, lo ammetto. Se continua a farcela nonostante i suoi guai, significa che è una donna forte e, per questo, l’ammiro. C’è gente che per una punta di mal di testa, fa correre il mondo. Lei no. Neanch’io. Ora andrò a letto, per forza di cose. E’ mia abitudine, mentre aspetto che il sonno arrivi, recitare qualche preghiera. Stasera le dedicherò a te, anche tu fossi atea o di chissà quale religione. Penso che, nel mio caso, un santo abbia guardato giù ed è dunque giusto che questo succeda anche a te. A presto.

  5. 15
    tempesta -

    Proprio ieri sera ho pregato per qualcuno che pregasse per me ed è arrivata la tua risposta.Grazie per il pensiero, lo apprezzo e lo contraccambio per te e tuo figlio.Una domanda:ti sembra che scrivo bene?In ufficio sono l’incubo dei capi per le lettere,dettate da spirito di sano e saggio reclamo.In un primo momento divenni famosa come polemica,poi come scrittrice per il modo di scrivere.Mi dicono che,a parte i reclami,so scrivere bene e si è sparsa la voce che ho fatto il liceo classico,ma sono una ragioniera amministrativa.Non mi piacciono i paroloni ma i discorsi semplici e lineari,linguaggio semplice ma scorrevole.Mi hanno detto di fare la scrittrice,così mi sfogerei invece di scrivere in ufficio.Ci vuole una testa o cultura particolare per scrivere?Forse è indice del livello medio culturale di un ufficio pubblico:se scrivi ‘sai scrivere’ e ti distingui in mezzo alla massa di pseudoanalfabeti.La malattia mi ha fatto pensare un sacco a mia nonna,per un periodo pensai di essere la sua reincarnazione:estrema somiglianza fisica,registrai il mio primo 30 all’università il giorno di morte di mia nonna.Fui assunta il giorno di nascita di mio nonno paterno,anch’esso morto di cirrosi epatica:quando feci l’esame orale del concorso in dormiveglia sognai mio nonno che mi fece ok con la mano e tutto andò liscio.Una mano dell’aldilà mi portò dove sono e fu l’unica raccomandazione sul lavoro,pura e innocente,da parte di qualche compagno di sventura che dall’alto mi vedeva disperata e in preda al panico.A volte mi viene difficile pensare che con questo auspicio iniziale possa trovarmi su una strada tra qualche mese per inidoneità,ma non posso sentirmi sicura in quell’oceano di zolfo ove lavoro.TUtti i miei ascendenti malati di fegato e bile avevano una grande testa e intuito,vedo che anche tu ti sei data allo scrivere.Che la bile faccia bene al cervello?Comunque,ammesso che sia un genio,mi sento emarginata + di un handicappato o drogato,vivo un enorme e profondo disprezzo.La malattia porta a sentirsi come una bestia,avvicina a uno stato primordiale dove l’istinto di natura prende il sopravvento.Il primo istinto di un malato è l’equità e l’istinto della regola spinge a urtarsi contro gli andazzi e ingiustizie varie.Questa è la colpa + grande di un malato,non piegarsi all’io bestia interiore e feroce,ossia all’ istinto di potere e comando,ma all’istinto ancora + interiore e feroce di lealtà anzichè di gerarchia e forza.

  6. 16
    lupetto -

    Scusate se nel precedente messaggio mi sono chiamata tempesta per errore,siccome mi sono piaciuti nomi analoghi che ho visto ivi e in altri forum/blog,come uragano o tempestina,mi sono scordata che qui mi sono sempre identificata come lupetto e non voglio creare confusione o torto a altri utenti del forum che usano nomi simili.E’ bello cambiare nomignolo in ogni sito,no?Però all’interno dello stesso sito è bello mantenere lo stesso,no?

  7. 17
    Daniela Bigottà -

    Tutti si ammalano, prima o poi. Io penso invece che la malattia, per un certo senso, nobiliti, poiché fa espandere l’interiorità. Spesso mi chiedo come sarebbe stata la mia vita se avessi continuato a godere di una salute di ferro com’era quella che avevo prima di compiere 24 anni. Forse le pareti della mia casa non sarebbero tappezzate di dipinti miei, forse non avrei partecipato a qualche concorso letterario, non avrei scritto “Belinda Victoria”. Sarei forse stata più superficiale, meno attenta ai bisogni del prossimo, non mi sarei sentita l’animo in festa l’unica volta in cui, dopo anni che non succedeva, ho provato lo stimolo della fame. A parer mio quel che è capitato appartiene al Destino. Il perché non posso saperlo ma penso che esista sempre una motivazione, anche se la stessa rimane a noi sconosciuta. Dici di scrivere bene e ti do pienamente ragione. Infatti, quando mi avevi chiesto di scrivere un libro su questa nostra condizione disagiata, subito dopo aver inviato il messaggio mi sono detta: “Potrebbe farlo anche lei”. Io non mi ritengo una scrittrice, solo un’autrice. Puoi leggere qualcosa di mio sul sito http://www.larecherche.it . Ci sono due racconti tristissimi e il primo capitolo di Belinda Victoria. Come potrai constatare, lo stile… se così possiamo chiamarlo, si è trasformato, le trame sono assai dissonanti. Tristezza ad ampio raggio nei due racconti tratti da fatti realmente accaduti e comicità nel romanzo che, però, salterà fuori nei capitoli successivi. Forse, prima, buttavo tutto all’interno di me, ora lo caccio fuori, lo sublimo… diciamo così. Non è ancora funzionante la posta della fata Artemisia, sul mio sito. Non appena lo sarà (spero davvero presto!), scrivimi lì. Mi sembra tu abbia ottime capacità e mi spiacerebbe non le esprimessi. Purtroppo scrivono tutti ma ritengo che, prima o poi, accada una specie di rivoluzione anche in ambito editoriale. Mi piace, questo tuo far dar vita agli ectoplasmi dei nonni e, prima di aggiungere altro, sono andata a controllare se effettivamente fossero morti. D’acchito ti dico che mi piacerebbe che tu li facessi rivivere sulle pagine di un libro o di un diario. Secondo me, chi è morto esiste sempre. Non credo alla soppressione di tutto: sarebbe ridicolo e anche insensato. Ora che ci penso, l’unico ascendente cui io somiglio, è mia nonna materna. La ricordo con un foulard legato attorno alla testa: aveva sempre le emicranie al pari di me, ma ignoro il motivo. La treccia della contessa del mio romanzo è dopotutto la sua: mai si era tagliata i capelli. E io, finché ho potuto, li ho tenuti lunghissimi. E’ morta comunque ad 81 anni, per blocco intestinale. Si chiamava Marianna. L’altra, che i mal di testa non li aveva, si è ammalata di cuore ed è mancata nel giro di poco tempo. Di anni ne aveva 48. Ora vado a farmi il the di prassi, altrimenti non digerisco neppure quel pochissimo che ho mangiato. Ma, prima di congedarmi dico: “Tempesta” è meglio di “Lupetto”. Dopo, torna il sereno.

  8. 18
    Isis -

    E gia la malattia cambia la vita, ti sbatte in faccia i tuoi limiti…non ti dico quando ci nasci…e poi peggiori…la tua vita cambia radicalmente, lo so, vi capisco, in pieno, solo che a volte, sentire sempre lamenti, e mai slanci per migliorarsi ( per lo meno al livello psicologico), abbatte, non poco…voglio dire io capisco, caoisco tutto, ma…cavoletti,un pò di positività…cercare il alto positivo nella vita , non passare al vita a lamentarsi…insomma rodersi il fegato non serve a nulla…crearsi stress in più non serve a nuilla..anzi fa solo male…
    Lupetto si scrivi benissimo, sei chiara e leggibilissima, è vero potresti fare la scrittrice…e penso avresti anche successo…prova…magari è il mestriere della tua vita!!
    Buon primo maggio…

  9. 19
    Daniela Bigottà -

    Ma, Isis, una spinta vitale, io trovo che ci sia! Ho appena risposto al messaggio di una ragazza che si sente sola (non ricordo il titolo), e non mi sono affatto accomunata al suo ristagnare nell’isolamento!
    Lupetto, dal canto suo, non è così inerme, ma sta tirando fuori la grinta, il che non può che fare bene. Dico a riguardo che, pur alle prese con Belinda Victoria 2, cercherò di cominciare a scrivere qualcosa circa le ingiustizie a livello sanitario. Non ci sarebbero solo quelle, a dire il vero. Ma, riguardando la salute, si tratta delle più importanti. Anche Lupetto può scrivere qualcosa: dopotutto l’unione fa la forza. Ma che si tratti di vicende esposte in modo articolato e che nulla abbiano a che spartire con la cronaca. L’intensità dei vissuti: ecco quello che occorre! Tentare non nuoce. Aver fede, neppure.

  10. 20
    lupetto -

    Isis,se io scrivo bene e so reclamare ancora meglio,mi pare tu andresti bene come ChiaraMente per i lavori nel settore sociale,ossia ti vedo non solo per stare in mezzo agli altri (non sei asociale come me,anzi) ma anche e soprattutto per lavori di accoglienza e di relazione.Potresti fare bene l’assistente sociale,la psicologa,la dama di compagnia,l’addetta alle relazioni sociali.Non ti vedrei chiusa in una stanza a lavorare a tavolino,sono convinta che in un ufficio come il mio preferiresti lo sportello al backoffice.Una mia collega epilettica,eccessivamente espansiva,preferisce l’esposizione al vdt continua pur di stare in mezzo al pubblico.Quando fa la segretaria in stanza va in crisi e non sopporta il ritmo.Mentre altri colleghi malati di cuore sentono il bisogno di stare tranquilli in stanza e antepongono la quiete alla compagnia.

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