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Credevo fosse “AMORE” invece…

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Salve a tutti,
mi chiamo Annamaria e vorrei raccontarvi la fine tormentata del mio amore.
Parto dal principio per farvi capire perchè mi sento così male.
Tutto iniziò circa 12 anni fa, fu lui a volermi conoscere, io avevo 18 anni e poca voglia di innamorarmi. Un amico in comune mi portò da lui a mia insaputa, quando lo vidi stavo morendo dalla vergona. Ci presentammo e poi pensavo fosse finita lì, invece pochi giorni dopo mi chiamò a casa e io neanche mi ricordavo chi fosse, voleva uscire con me e io acettai, una settimana dopo quell’appuntamento ci fidanzammo con lo schioccare del primo bacio. Che sensazione non la dimenticherò mai. Ogni giorno che passava era una scoperta, una sensazione nuova, un esplodere di emozioni, mi sembrava di vivere i giorni più belli della mia vita, fino a quel momento. Poi decise cosa fare nella vita, un lavoro che sapevamo avrebbe portato molti sacrifici sia da parte mia che sua, quello di indossare una divisa. Io invece non avevo ancora deciso cosa avrei fatto l’ho deciso più avanti. Ma ogni giorno era dedicato a lui, se potevo togliermi qualcosa, un’uscita con le amiche, una festa, me la toglievo volentieri, perchè la lontanaza dopo un pò di anni era diventata difficile da sostenere e volevo dargli tranquillità in questo modo. Mi bastava sapere che ero la sua principessa, che per lui ero il mondo, la stessa vita. lui per me era tutto questo e il mio futuro. Mi faceva sentire importante “Unica”. Mi regalava fiori, arrivi e cene a sorpresa, nei miei momenti di sconforto c’era lui e ne suoi io. Ma poi dopo 6 anni di andare e vieni inevitabilmente non bastavano più le lunghe telefonate, sentirsi mille volte al giorno, gli squilli, dirsi ti amo. Iniziò la sua gelosia ossessiva, che man mano diventò malattia. Non mi vedeva e metteva in dubbio la mia fedeltà, per una telefonata non risposta o per uno squillo non corrisposto eppure io o ero a casa o a lavoro, non facevo vita sociale praticamente. Ero ogni istante della giornata sotto il suo controllo pur volendo quando avrei potuto fargli del male. Ma ero succube ormai se c’era altro che potevo togliere ai miei giorni, lo facevo puntualmente ma non bastava.
Mi umiliava ogni volta che mi mancava di rispetto con parole o descrizioni che non appartenevano alla mia persona. E mi ripetevo ” non è possibile che non riesce a vedere quello che faccio per lui ogni santo giorno!”. Gli raccoglievo un fiore, una foglia che magari aveva la forma di un cuore, gli dedicavo canzoni, scrivevo poesie, regali che forse a quei tempi non potevo neanche permettermi, conservavo ogni cosa che potesse in futuro ricordare una serata al cinema, o in un posto diverso, una prima cosa fatta insieme, quindi scontrini, biglietti qualsiasi assurda cosa, comprai le nostre fedi quando ci fidanzammo ufficialmente, e se tutte queste cose potevano essere banali, possedeva per intero il mio cuore la mia vita. Avevo la cameretta tappezzata di sue foto, mi mancava ogni giorno e il telefonino era diventato una parte di me, rappresentava lui quando non era accanto a me, mai dimenticato a casa mai. Lui continuava a mettere in dubbio il mio amore poi veniva da me, stavamo vicini e sembrava tutto un sogno, ripartiva e riecco l’incubo.
Ho pianto, Dio solo sà quanti pianti per dirti ma lo capisci che ti amo, che sei solo tu l’amore della mia vita, non vedi come soffro perchè mi tratti così. Tornava l’angelo e inevitabilmente seguito dal folle diavolo. I miei genitori quelle poche amiche che ancora frequentavo quante volte mi hanno visto piangere, disperarmi, o camminare per strada a testa bassa. Ero il nulla e lo ero diventata per far stare tranquillo lui, il mio AMORE. Poi iniziai il mio lavoro qui, avevo deciso anche io, 5 anni fa, cosa volevo fare. Mi aprii uno studio e speravo di essere apprezzata per questo. Giorni ero brava, mi sosteneva, se avevo qualche difficoltà mi tirava su, altri invece c’era qualcuno qui con me, lo tradivo e mi tartassava di telefonate non permettendomi neanche di lavorare. Ebbe la sua destinazione definitiva, e con essa anche la mia, lì da lui. Non mi importava il trauma di lasciare i miei genitori a 600 km di distanza, o di lasciare il mio lavoro, o di vivere in una città così grande dispersiva, io che avevo vissuto sin da piccola nel mio piccolo tranquillo mondo, con tutti i miei amati animali. No mi importava stare con lui ma se dovevo lasciare tutto volevo farlo con calma, senza traumi un passo alla volta, in fondo avevo uno studio qui, volevo che almeno rispettasse il mio lavoro e tendermi una mano per fare le cose per bene.
Nulla io perdevo tempo a 600 km da lui. Dovevo lasciare tutto d’improvviso, come stava, e raggiungerlo. Ma dico io un pò di stima di aiuto reciproco, io volevo mettercela tutta, in fondo non gli ho mai detto non ti seguo. Ottenere un bel risultato dal mio lavoro qui sarebbe stato anche una buona vita li da lui, in quella grande città. No. Per lui non era così, io non volevo seguirlo. Ho iniziato dopo tanto poco rispetto ad indurirmi, ero arrabbiata ma sempre innamorata. Ho iniziato a risponderlo a tono, come un cane bastonato da anni che stufo inizia a mordere. Mi ha trattato male e io l’ho ricambiato. Ma non sono mai mancati i momenti idilliaci tra di noi, o i gesti d’amore e di dolcezza, gli e lo leggevo negli occhi che era così con me perchè troppo innamorato, e lo capivo qundo piangeva a dirotto e mi diceva ” Sono così perchè ti amo da morire” e se provavo a dirgli “Stammi lontano” perchè ero stracolma, lui “Ti prego non mi lasciare” e iomi addolcivo mi pentivo, mi scusavo e mi sentivo male per averlo trattato così. Poi ad Agosto dell’anno scorso il cambiamento improvviso e inspiegabile camminavamo per strada come due sconosciuti, serata a parlare parlare parlare ma lui parlava e io ascoltavo impietrita, vi giuro non lo capivo, non riusciva a capire quelo che diceva perchè non mi apparteneva, non ero io nelle sue parole e nei suoi gesti. Mi parlava come se io fossi la rovina della sua vita, come se il suo stare male era dovuto unicamente a me, come se io vivevo con lo scopo di distruggerlo. Ho iniziato allora a ribellarmi se così si può dire anche se continuavo ad essere succube, ma lo amavo imensamente comunque e pensavo che un gorno standovicini finalmente tutto sarebbe passato, avrei rirovato la splendida persona che mi chiamava “Principessa”. No. Quello che accade dopo alcuni di voi lo sanno. l’ho gia scritto in altre pagine ma lo ripeto per chi non lo sapesse. Anche perchè scrivere nuove parole no serve, io oggi mi sento uguale a ieri.

Sono stata lasciata dopo quasi 12 anni, dopo avermi annullato per avere la sua fiducia, dopo averlo rispettato, amato, dopo aver litigato tutti i santi giorni per le sue mancanze di rispetto, dopo aver ricevuto una rosa a San Valentino, dopo avermi chiesto di convivere perchè lui diceva che voleva “provare se stava bene con me” non vi basta? Bhè allora vi dico che l’ha fatto dopo 12 anni per telefono senza neanche guardarmi in faccia e senza nessuna intenzione di farlo. Come mi sento? Mi sento persa, col cuore che batte a mille se solo immagino quando mi sorrideva, alla frenetica ricerca di un mio errore o di qualcosa che in fondo davvero non si poteva recuperare, e ancora non capisco come possa volare via l’amore così, per come ci siamo follemente amati ogni maledetto istante di tutti questi anni anche quando si litigava e quando dico follemente non è un modo di dire, io ero folle di lui e lui di me. E ora sono qui con attacchi di ansia che mi prendono in ogni dove e mentre sto con chiunque, con la paura del futuro e la sua mancanza nei miei giorni, con la voglia di sentirlo o di sapere almeno come sta. Tutti mi dicono passa,il tempo aiuta, ma sono passati due mesi e io forse sto ancora più male, e il tempo sembra non passare mai. So solo che lo amo ancora e ho paura di portarmi la sua immagine con me per ancora molto tempo.
E mi sento così forse perchè pensavo che lui non avrebbe mai osato trattarmi così, ero la luce dei sui occhi e lui dei miei e alla fine mi ha trattato come la persona più spregevole del mondo. Dopo un mese che mi aveva lasciato l’ho richiamato perchè ho capito che tutte le persone che mi stavano aiutando alla fine non riuscivano nell’intento, ero chiusa, avevo in mente solo la sua immagine da “bravo ragazzo” e ripensavo solo ai meravigliosi momenti trascorsi insieme e che non sarebbero più tornati. Io piangendo le ho detto solo tu mi puoi aiutare, sto male, ti prego ho bisogno che tu me lo dica in faccia, e lui ” mica devo venire io” ( lui lavora a Bologna io sono a Salerno) vieni tu e te lo dico in faccia, però avvisami perchè potrei stare a Parigi per una vacanza o cretinate simili”.
Capite che cattiveria gratuita? Capite che dolore vedersi trattare come una Pu…na?
Dopo dodici anni in cui non ho avuto nel mio cuore la sua immagine di uomo che avrebbe potuto rendermi felice.
In più non ha avuto e non ha nessuna intenzione di fare una telefonata ai miei, solo per dirgli ” vi saluto perchè non ci vedremo più” dopo che lo hanno trattato come un figlio e non gli hanno mai creato problemi che invece ho ricevuto io dai suoi.

Ora attendo i vostri commenti e spero che grazie a voi potrò trovare uno scoglio a cui aggrapparmi.
Grazie in anticipo.
Un abbraccio a tutti.

Lettera pubblicata il 18 Aprile 2008. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 43 commenti

Pagine: 1 3 4 5

  1. 41
    Lella -

    Che bella notizia! Ci aggiorni? Ti sei sposata con un altro?

  2. 42
    ANNAM. -

    Si mi sono sposata 1l 5 ottobre 2013, con un uomo eccezionale, conosciuto esattamente un anno dopo in cui ero stata lasciata. La mia vita è cambiata perchè io sono cambiata…ora sono felice e il ricordo di quel dolore mi fa capire ogni giorno che nella mia vita è importante prima di tutto la mia persona e il mio stare bene poi tutto il resto!

  3. 43
    Valery91 -

    che belle le storie al lieto fine,davvero.!!! spero che un giorno posso anche io scrivere,che sono veramente felice… è quello che sto vivendo adesso,sarà solo un ricordo mooolto lontano….

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