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Ascoltatemi vi prego, è la voce di una diciottenne arrabbiata!

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Lettera pubblicata il 2 Gennaio 2007. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Scuola

La lettera ha ricevuto finora 15 commenti

Pagine: 1 2

  1. 11
    Ismaylia -

    Ciao ragazzi,
    vi ricordate di me? Ne è passato di tempo dal mio primo post!!! Ormai vi scrivo da ingegnere meccanico e faccio l’in bocca al lupo a tutti quelli che verranno dopo di noi e che si ritroveranno, come noi, a commentare esami e imparità!!! E, vedendo come stanno andando le cose nel nostro paese, altro che imparità… Ma la politica di casa nostra (o di cosa nostra???!!!) ha ormai instaurato una demagogia neanche troppo celata! Coloro che fanno i “politicanti” sono ladri senza il balaclava!!! E questi italiani sanno scendere in piazza solo per fare 10 ore di fila ansiosi di comprare un nuovo telefono… Comunque non mi interessa aprire una discussione su questo, non c’è niente da dire, ci sarebbe solo da fare, e forse, neanche ne vale più tanto la pena…
    Insomma ho visto che, quanto la Maturità, qualcosina è cambiata: non si accumulano più soli 20 crediti negli ultimi 3 anni ma 25; non è molto, ma almeno, la carriera viene presa in considerazione un pochino di più! Che ne pensate? Rimango sempre dell’opinione che l’esame in sé non abbia senso; di lì non mi schiodo!
    ChiaraMente hai ragione, anche l’Università ti destabilizza per le sue ingiustizie alla luce del sole (inoltre devi fare i conti con la burocrazia, a volte, incomprensibile, ingestibile e, ahimé, mutevole di anno in anno), ma all’Università non ti giochi 5 anni di studio in un esame! E’ altresì vero che uscire dal Liceo con 95 invece di 100 non comporta nulla di irreversibile per il futuro (anche se, per accedere ad alcuni concorsi statali ci sono dei livelli di merito ed il più alto parte da 94, mi sembra)e non si muore certo per qualche voto in meno, ma un ragazzo che si è sempre impegnato, a 19 anni, durante la Maturità certo non vuole sentirsi dire questo! E’ giusto quindi che se ne parli, anche per condividere le varie esperienze personali.
    Vi saluto tutti e vi auguro di trovare la vostra strada, e che essa sia la migliore che possiate scegliere!

  2. 12
    Ismaylia -

    Ciao “ma chissene frega”, mi chiedo: <>
    😉

  3. 13
    Ismaylia -

    ERRATA CORRIGE:
    Ciao “ma chissene frega”, mi chiedo: “Se non ti frega perché te ne freghi?” Per dirla in italiano, come piace a te: “Se non ti interessa, perché te ne curi?”
    😉

  4. 14
    LUNA -

    Ismaylia, ciao. Ho fatto la maturità molti anni fa, non era su tutte le materie, ma era comunque una maturità di tipo sperimentale. Tesina multidisciplinare, anche nei vari ‘idiomi’ che studiavamo allora. Di esami ne ho fatti diversi, prima e dopo. E io che appartengo ad un’altra generazione penso invece che sarebbe meglio se ci fosse ancora l’esame di quinta elementare. E i due esami a settembre che presi mi servirono entrambi. Tanto più perché avrei potuto evitare di prenderli. Sul fatto che un esame dovrebbe tener conto degli anni di impegno precedente son d’accordo. Fu ‘clamoroso’ che una mia compagna, media del 9 praticamente costante, si cuccò un 48 su 60. D’altra parte dei miei compagni che presero dei meritati 36 in seguito han fatto carriere luminose. Ma perché poi hanno individuato la loro strada e si son impegnati, con grande senso di responsabilità. E non perché ‘chissenefrega’. Indipendentemente da quale fosse il loro campo. Tu hai ragione di essere fiera delle tue mete raggiunte, del tuo impegno e conosci i tuoi sacrifici. Io credo che il piacere di apprendere non dovrebbe mai essere superato dal concetto di voto. Penso che non ci sia nulla di negativo, certamente, nell’avere una media alta, tanto più nella visione di ottenere una borsa di studio, una maggiore possibilità di superare un test ecc.

  5. 15
    LUNA -

    e sarei fiera di mia figlia se avesse degli obiettivi e si impegnasse. Sarei contenta se avesse una passione concreta e ragionasse che per raggiungere un obiettivo serve l’impegno. Che la sua passione fosse di diventare sarta o cuoca, estetista o ingegnere. Se si godesse anche il percorso che porta a raggiungere i vari step di una meta. Non sarei contenta se fosse una menefreghista, per lei anche, ma a meno che studiare non le piacesse davvero al punto di viverci dentro, non mi piacerebbe vederla scoppiare sui libri per avere 9 o 10 e stare male per un 7. Questo te lo dico perché non si dovrebbe mai ammalarsi per un voto e invece capita. Le ragioni son altre, ma anche se ogni esame spaventa dovrebbere essere uno step da superare, per proseguire un percorso, e non essere vissuto come una prova di “valore” e “identità”. Le valutazioni hanno un senso, anche la tensione di una prova da superare aiuta a crescere, a organizzarsi, responsabilizzarsi. Anche andare a scuola lo stesso, pure se non ti sei preparato abbastanza. Anche rimediare un’insufficienza. Però anche vivere, al di là dei libri, magari lavorando mentre sei all’università, se è possibile.

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