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Chi ti volta le spalle quando gli vai incontro

In una serata di pioggia sono tanti i pensieri che mi passano per la testa. Volente o nolente, complice il grigio colore che odio in quanto indefinito spento e triste passano i pensieri brutti che vorrei non pensare. Quindi scusate questo sfogo. Passano tanti pensieri…
Passa mio padre, che mi volta le spalle preferendo abbellire la sua casa di quadri d’autore piuttosto che tenere quei soldi per qualcosa di più concreto tipo non so aiutare sua figlia a trovare una casa nuova per lei e per la salute di sua madre.
Passa una collega che frustrata e accecata dal desiderio di fare una carriera che non potrà fare mai, lascia il suo posto per un altro fregandosene se qualcuno, me per esempio, resterà con il doppio del lavoro da fare. Il mio e il suo. un chissenefrega e una girata di tacchi risolve il tutto.
Passa un superdirigente, che non si sta rendendo conto che per fare contenta e parare il culo a una persona che gli può fare comodo per certe cose, si sta pian piano inimicando il mondo. Voltando le spalle a chi lavora per lui da anni e gli vuole aprire gli occhi.
Passa un ragazzo, che per orgoglio ha buttato nel cesso l’inizio di una possibile storia, e una bella amicizia; e continua a farlo girandosi da un altra parte piuttosto di cominciare un dialogo costruttivo. E continuativo.
Passa un amica, che non si è resa conto di aver ferito con il suo comportamento una persona sulla quale poteva contare.
Passano tutte le persone dalle quali aspetto la parola scusa, che non è mai arrivata.
Passano tutte le persone che danno troppe cose per scontato, anche il fatto di ritrovarmi quando improvvisamente si sono rivoltate di 180 gradi per ritentare un contatto ormai rotto.
No, è inutile che guardate: io per voi mi dispiace, ma non ci sono più.
Vi sono venuta incontro una vita, o comunque per tanto tempo e vi siete voltati poche volte e anche per forza per ascoltarmi.
Ora sono io che cammino in una direzione opposta alla vostra, non torno indietro. Troppo dolore.
Voglio respirare, e voglio vedere il sole. Voglio vedere chiaro.
Non riportatemi nel grigio, il grigio non mi piace. Voglio colori ben definiti, o bianco o nero. Qualche sfumatura, ma non di grigio.
Cerco serenità, non diffidenza.

Lettera pubblicata il 11 Aprile 2012. L'autore ha condiviso 13 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 3 commenti

  1. 1
    Mau -

    Buongiorno Silvana.
    Mentre mi accingo a commentare questo tuo scritto che giustamente pone in risalto di quanto egoismo e quanta indifferenza siamo circondati, rifletto sul fatto che non abbia avuto finora commenti e quindi, in qualche maniera, pur sicuramente letto, abbia suscitato ‘indifferenza’. Curioso, no?
    Quello che tu scrivi è certamente vero. Discorso evidentemente a te caro visto che a distanza di due anni lo riprendi con altre sfumature ma con sostanziale quasi identico contenuto. (Ma poi non solo in quella lettera di marzo 2010).
    Sì, ho leggiucchiato anche le tue precedenti in quanto l’ho ritenuto utile per una migliore conoscenza.
    E proprio in quella lettera hai scritto: ” Il mio limite ma anche la mia forza è quello di essere poco manipolabile “.
    Mi riconosco in questo. E mi riconosco almeno un pregio: sono una persona sicuramente conciliante, disponibile, tollerante, flessibile. Ma non mi puoi possedere, manovrare, plagiare, “manipolare” come meglio si crede. Soprattutto non sono in vendita.
    E’ lungo da raccontare, ma sapessi quanto ho pagato questo mio lato caratteriale. Sia nei rapporti personali di conoscenza, sia nei rapporti di lavoro, sia (sono divorziato…) nei rapporti affettivi.
    E da qui, tornando ‘a bomba’ nell’argomento di fondo, viene di conseguenza tutto il resto in quanto più sono andato avanti con l’età e sempre di più mi saltava agli occhi la sostanziale ipocrisia nei comportamenti se non di tutti certamente di molti, nelle strette di mano, negli abbracci, nel saluto dei colleghi d’ufficio. Riflettendo su queste situazioni mi sono a volte chiesto se poi la colpa non fosse la mia che, vedendo – o credendo di vedere – sempre secondi fini dietro sorrisi di presunta circostanza, le persone le vedevo sempre più lontane dal mio modo di pensare e di agire.
    Debbo dire, per onestà, che la diffidenza e il sospetto, se non l’orgoglio, non favoriscono certo le relazioni,e quella predisposizione positiva che di partenza si dovrebbe sempre avere.
    (Escludo da questo discorso i parenti diretti in quanto le situazioni hanno radici diversamente profonde).
    Ma poi, naturalmente, va giudicato il fare non il dire.
    E quindi, come tu scrivi, passa l’amico…passa il collega…passa quella persona che….. Passano tutti. Rimangono poche persone, a volte pochissime. Spesso nessuna.
    Scriveva O. Wilde: “L’esperienza è il tipo di insegnante più difficile. Prima di fa l’esame poi ti spiega la lezione.”
    E ancora a proposito di vita a colori..(frase che ho letto da qualche parte…):
    “La vita è un film in bianco e nero. Siamo noi a darle i colori.”
    Una volta, anni fa..tanti…, scrissi questa frase ad una donna, aggiungendo: ‘Solo tu puoi essere la tavolozza dei colori della mia vita. Lasciami intingere in mio pennello su di te.”
    Chissà cosa diavolo ha capito….E’ sparita. Ma forse non gli piacevo proprio. Anche se mi piace pensare che le piacesse la poesia…..
    Ho deviato un po’…scusami.
    Un caro saluto.
    Mau.

  2. 2
    Kid -

    @ Mau

    Belle considerazioni , complimenti . Ma permettimi di cazzeggiare.
    ‘Solo tu puoi essere la tavolozza dei colori della mia vita. Lasciami intingere in mio pennello su di te.”

    LOL !!!! http://www.youtube.com/watch?v=xOSWSI5iLR8

    @ Silvana

    Hai descritto tutto benissimo . La vedo , da sempre , esattamente come te: Lasciare che si cuociano nel loro brodo, nel loro pressapochismo , , senza riconoscenza e cuore per poi avanzare ragioni o scuse come se fossero loro dalla parte del giusto o dovessero essere , sempre , compresi.
    Avevo centinaia di amici : Anni fà ho buttato una scheda con almeno 400 numeri di persone che frequentavo abitualmente . Chi piu’ , chi meno , amico.
    Oggi, mi “accontento” dei miei quattro “gatti”:)

  3. 3
    Selena -

    ciao a tutti sto vivendo anch’ io una situazione simile e devo dire che è molto triste non avere nessuno che ti capisce neanche il tuo compagno la persona per la quale ho praticamente stravolto la mia intera esistenza per lui avendogli dato anche un figlio. mi ritrovo e nell’ indifferenza di tutti compresi famigliari e parenti. da qui ho capito che se hai qualcosa da dare gli amici parenti e famiglia ci sono nel momento in cui hai bisogno anche solo di un po di affetto o di poter parlare un pò non ci sono. purtroppo questa e la vita io lo imparato e sto continuando ad impararlo ancora oggi. ti voglio dire solo una cosa il tempo darà a tutti per quello che hanno seminato spero di esserti stata di conforto

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