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Non voglio andare a vivere vicino ai suoi

di

Buonasera a Tutti e grazie in anticipo a chi mi leggerà e cercherà di darmi una mano. Sono fidanzata da 6 anni con un ragazzo che amo molto. Anche lui mi ama. Proprio per questo vorremmo sposarci. Noi viviamo una storia a distanza, Io lavoro e attualmente abito a Milano, lui lavora e vive a Torino. In più i miei vivono a 1 ora da Milano e 2 da Torino. Ed ora arriva il bello…lui ha una casa di proprietà a Torino. Accanto a lui vive suo padre, sotto suo fratello con famiglia. Suo padre è vedovo e tutte le sere il mio ragazzo mangia da lui e cucina per lui. E così quando vado lì nel we cuciniamo per lui e mangiamo con lui. Se una sera usciamo a cena fuori (unico modo per mangiare da soli) il padre si invita automaticamente dal fratello (che ripeto comunque ha famiglia). Io non me la sento. Ho paura di finire a cucinare tutte le sere anche per suo padre, ho paura di ritrovarmelo in casa ogni momento, di non potermi svegliare quando voglio nei we, di essere controllata se esco, a che ora torno, ecc. Ne ho parlato con il mio ragazzo e lui dice che capisce le mie ragioni, ma nello stesso tempo dice che sono matta con i tempi che corrono a volere cercare un’altra casa e magari pagare un affitto o farsi un mutuo. Lui in quella casa ha speso molti soldi perché se l’è costruita da zero con fatica e sogni e vedo che soffre quando gli chiedo di lasciarla. E non oso neanche immaginare cosa succederebbe se sapesse che Io non voglio andare a vivere lì. Senza contare che andando lì mi allontanerei ancora di più dai miei e la cosa mi fa soffrire molto. Non so davvero cosa fare. Ne parliamo spesso ma poi non giungiamo mai a una soluzione. Anche perché la verità è che Io lì ho paura di starci male e lui da lì non si vorrebbe spostare. E intanto passano i giorni, i mesi, gli anni e noi stiamo sempre così.
Vi prego aiutatemi.
Grazie a Tutti.
Ely.

Lettera pubblicata il 24 Marzo 2010. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Amore e relazioni - Famiglia

La lettera ha ricevuto finora 48 commenti

Pagine: 1 2 3 5

  1. 1
    Colam's -

    bel problema !

    se lui ne è capace parlagli di queste paure e fissa dei paletti precisi: cene “in famiglia” solo due volte la settimana per esempio, il resto del tempo vita di coppia in completa autonomia. Per esperienza: poni il problema del futuro figlio. Quando vi nasce che succede ? Il nonno diventa un baby sitter (allora ben venga) oppure oltre a badare al pannolino bisognerà badare (scusa la battuta) al pannolone ?

    se lui non ne è in grado, fai tra te e te dei calcoli più cinici: quanti anni ha il padre ? saresti capace a tirare a campare per un po’, se in contropartita lavorando in due non avrest né mutuo né affitto da pagare (dunque vita da benestanti) ?

  2. 2
    gio -

    Non pensare a come sarà, prova a vivere la situazione da dentro e poi trai le conclusioni, l’importante è che ne parli con il tuo compagno di qualsiasi problema non penso che lui ti voglia schiavizzare quello che importa è che stiate insieme non importa dove, puo’ anche essere che ti troverai bene.

  3. 3
    magirama -

    Ciao. Dalle mie parti dicono: “patti chiari, amicizia lunga”. Inoltre da esperienze viste in famiglia ho imparato un’altra cosa: quando ci si sposa, si va a vivere da soli, tutti i parenti devono stare ad almeno 100 metri “regolamentari”.
    Io se vuoi sapere la mia opinione non cederei a questo gioco. Io capisco che ti vuoi sposare ed è giusto, inoltre è giusto capire quest’uomo che è vedovo ed è anche giusto capire che non hanno cattive intenzioni, sicuramente il tuo ragazzo è mosso da un sentimento di compassione ed amore verso il padre, però il rispetto parte da te e dal matrimonio che volete intraprendere. Tu devi sposare lui, non suo padre. Se poi quest’uomo ha dei seri disturbi e non è autosufficiente è un altro discorso, ma anche in quel caso è un problema suo, non un problema “vostro”.
    Fatti valere, dammi retta, se accetti queste condizioni te lo ritrovi tra i piedi sempre e in pratica è come se sposassi anche suo padre, inoltre mostri una debolezza pericolosa che poi ti costringe a dire sempre “sì”. Io non voglio sembrare crudele od egoista, ma è una questione di principio.
    Per intenderci, io ho due nonne di 80 anni suonati che sono rimaste vedove abbastanza giovani, hanno avuto dei figli in casa (miei zii) anche dopo e quando questi si sono sposati e staccati hanno imparato a vivere sole, a cavarsela, devo dire che addirittura vivono meglio così. E’ brutto essere vedovi, è brutto stare soli, ma non per questo dobbiamo essere una palla al piede e intralciare la vita ai figli e ai rispettivi generi o nuore. Anch’io per lavoro ho vissuto solo 2 anni ma non ho mai cercato qualcuno che mi facesse da mangiare o che mi facesse compagnia, un uomo se vuole sa cavarsela da solo, fidati, altrimenti è solo un piagnucolone o un furbetto.
    Sii comprensiva, questo sì, ma sii anche intransigente, fai valere le tue idee e le tue perplessità, se questo ragazzo ti ama e vuole davvero sposarsi con te, ti DEVE capire.
    In bocca al lupo.

  4. 4
    Marcus -

    Ecco perchè poi le cose vanno a scatafascio. Giustamente tu “pretendi” un po’ di intimità, dall’altro che il rapporto padre-figlio si interrompa. Stante questo secondo me è meglio se vi lasciate. Ti faccio presente che fino a “pochi” anni fa le famiglie erano in “multiproprietà”: ogni “nuovo acquisto” si metteva (nel bene o nel male) a disposizione per la “comunità”. E non credere che nelle campagne questo non succeda ancora oggi.
    Ora se proprio ci tieni, l’unica è mettere le cose in chiaro. A parte che sta a te vedere suo papà se è uno attivo o sta sulle spalle degli altri: fa una bella differenza. E poi potete parlarne tranquillamente “a tre” (prima col tuo fidanzato ovviamente) esprimendo le tue paure. MA NON PENSARE DI RECIDERE IL LEGAME PADRE-FIGLIO. Ti taglieresti fuori da sola. Tra l’altro se il fratello di tuo marito è già sposato potete dividervi “l’onere”. Magari fare una sera uno, una sera l’altro, una sera da solo. Colam’s mi fa incazzare: baby sitter va bene, “pannolone” no? Non è che una deve fare la badante, però se uno ha un problema temporaneo vogliamo girargli le spalle? Si cerca un aiuto! Se poi non sarà più autosufficiente si può pensare ad un pensionato. Però le cose è meglio discuterle sempre PRIMA. Insomma si alterno degli equilibri, se ne devono creare di nuovi. D’altronde Ely non vorrai passare per una “rovinafamiglie?” Non lo deve diventare però né tuo suocero, né il tuo ragazzo. 🙂

  5. 5
    diana -

    Sono sposata da 4 anni e vivo accanto ai miei suoceri. Sono super controllata, all’inizio me la prendevo ora mi scivola addosso. La casa l’abbiamo costruita con un bel mutuo per 20 anni. Prima di farla però ho messo le cose in chiaro con mio marito: va bene tutto ma se in futuro loro non saranno autosufficienti (incluso anche i pasti come nel tuo caso)noi non dobbiamo accollarci queste responsabilità direttamente. Intendo dire che se servirà si prenderà una donna che andrà lì e li aiuterà, ma dentro casa mia io voglio stare da sola con mio marito. I problemi che si possono venire a creare sono troppi. E una cosa è sicura quando si litiga tra moglie e marito il 90% delle volte è sempre a causa dei rispettivi genitori. Quindi prima di fare un passo così importante parla chiaramente con il tuo compagno e magari anche con i tuoi cognati.In bocca al lupo

  6. 6
    Ely80 -

    Innanzitutto grazie a coloro che hanno risposto. In tutto questo vorrei precisare che suo padre è giovane, ha 65 anni e sta bene cioè è autosufficiente. Però non si cucina da solo. Ha preso l’abitudine di autoinvitarsi o dal figlio sposato o dal mio ragazzo (molto più spesso visto che è lì da solo in settimana). Scusami Marcus Io non devo passare per rovina-famiglie e non devo rovinare il rapporto padre-figlio ma nessuno si preoccupa di pensare che se Io mi trasferico lì mi allontano dai Miei genitori? Anche loro rimarrebbero soli e purtroppo anche loro vanno ad invecchiare e non a ringiovanire. Io Amo il mio ragazzo non voglio lasciarlo. Ma non voglio neanche rinunciare a una vita di coppia con lui. Eppure sembra che quella casa sia tutto per lui. Lo capisco ci ha speso soldi e se l’è costruita come voleva lui ma così attaccati a suo padre cosa succederà? Non potrebbe rovinarsi il nostro rapporto di coppia? Se suo padre sapesse che non voglio andare a vivere lì…Penso che scoppierebbe il finimondo. Io sarei quella che si porterebbe via suo figlio. Non so cosa fare.
    Aiutatemi.
    Grazie,
    Ely.

  7. 7
    Colam's -

    ok.. l’impressione che ho è che vi volete bene ma non siete una coppia nel senso adulto del termine. Nel senso che mi ricordate molto la coppia che ero con la mia ex (storia di 11 anni iniziata a 17 anni).

    Per stare insieme dovrete essere pronti a fare, a volte, grandi sacrifici e grandi rinunce. So bene che la famiglia può essere molto invadente o opprimente. Però lui deve scegliere le sue priorità. O te o la sua famiglia. Perché con questi presupposti è ovvio che ci saranno degli scontri, e lui deve sempre e comunque difendere te a discapito del padre. Barcamenarsi è impossibile secondo me, ci ho provato e non se ne esce (suocera / nuora…).

    Scelte le sue priorità, tiratene le conclusioni. Fermo restando che io al posto tuo, visti i tempi, mi trasferirei tranquillamente da lui. La casa già finita e pagata è oro colato…

  8. 8
    scarlet -

    Ho lo stesso problema! Sono fidanzata da quasi 6 anni con un ragazzo,
    anche se mi sta venendo il dubbio che sia già sposato con suo padre.
    Dopo il matrimonio, infatti, vorrebbe regolarmente ospitare a pranzo ed a cena suo padre, vedovo e completamente autosufficiente, che quando non lavora sta rintanato in casa tutto il giorno e non ha né hobby né amicizie particolarmente strette. E’ una persona apparentemente innocua perché sa fare molto bene i suoi interessi, specialmente economici. L’anno scorso si è rifiutato
    categoricamente di aiutare suo figlio (può ma non vuole), però le figlie le aiuta. Nonostante entrambi ci stiamo dando molto da fare se non fosse per i miei genitori non so come potremmo costruirci un futuro.
    Due delle sue tre figlie vivono fuori (una delle quali vive all’estero), tornano poche volte all’anno e appena possono si dileguano, mentre l’altra (zitella convinta che litiga con tutti) vive con loro e scambia regolarmente suo fratello per il suo cameriere personale. Lei fa finta di lavorare, viaggia, va a trovare amici, torna a casa come se fosse in un hotel, pretende che suo fratello le cucini e brontola anche. Lui (il mio fidanzato, il più piccolo di tutti) cucina per tutti e va a fare la spesa settimanale e giornaliera, studia e lavora, ma ultimamente è visibilmente stanco e nervoso. E’ quello che tutti vanno a cercare per chiedere favori ma quando si tratta di contraccambiare spariscono. Oltre a non tollerare più questo sfruttamento ho l’impressione che se e quando ci sposeremo lei, senza il cameriere, andrà via come le altre (in passato l’ha già fatto) e lascerà suo padre da solo, che a quel punto sarà più a casa nostra che a casa sua. Io voglio sposare il mio fidanzato, non suo padre! Ma non mi sembra giusto dargli l’ultimatum perché lo amo veramente. Però lui adesso si arrabbia con me perché dice che sono insensibile. Ho l’impressione che qualcuno (non lui) voglia giocare a fare la vittima per trarne un guadagno, mi sbaglierò?

  9. 9
    Mary -

    Ciao ragazze, ho 30 anni e mi vergogno profondamente di quello che sto facendo: cercare risposte ad un problema che è diventato + grande di me. Sono fidanzata da 6 anni e mezzo con un ragazzo che amo alla follia. Circa 5 anni fa, mentre stavamo cercando una sistemazione in vista di sposarci mi disse che i genitori avevano preso un palazzo da ristrutturare e dividere in 3 unità (1 x i suoi, 1 x il fratello ed 1 x lui)e se io fossi stata d’accordo avremmo potuto provvisoriamente approfittare dell’opportunità. Io a quel tempo avevo 25 anni, ero innamorata e per paura di ferire il suo entusiasmo ho acconsentito. Dopo qualche tempo mi ha portato a vedere lo stabile ed ho immediatamente capito che non si sarebbe trattato di una soluzione temporanea, ma x la vita.A stento e dopo lunghi tentativi di farmi digerire la cosa, sono riuscita a comunicargli il mio ripensamento. L’idea di andare a vivere vicino ai suoi, in una casa non mia, a 40 km dal lavoro mi stava distruggendo.Da allora è iniziato x noi un periodo difficile.Ci vediamo pochissimo e lui che ha investito tempo e denaro su quella casa,pur volendo sposarmi non accetta di abbandonare quella casa per trovare un nido nostro altrove.Ora, seppure con grande sofferenza mi ha comunicato di non poter + andare avanti così e che è meglio interrompere il ns. rapporto adesso piuttosto che + avanti.Sono devastata.So che mi ama,ma quella casa rappresenta x lui e per i suoi genitori un orgoglio oltre che un sacrificio economico.Io capisco tutte le sue ragioni, ma io ho paura di non poter sopportare le inevitabili ingerenze dei suoi, qualora vivessi lì e di affrontare male la situazione anche per la stanchezza che una donna si porta a casa dopo 10-12 ore di lavoro+2 di strada.Non voglio perderlo!Mi sento di non avere scelta, o lo seguo o lo perderò x sempre.Sono davvero molto angosciata!Se qualcuno potesse darmi qualche consiglio per salvare il mio rapporto senza danneggiare la mia salute fisica e mentale, vi sarò grata per sempre

  10. 10
    magirama -

    Ciao a tutti. L’ho detto e lo ripeto, quando si va a vivere insieme (per convivenza o matrimonio) è opportuno staccarsi, lasciare le due rispettive famiglie, non dico di abbandonarle, ma di porre dei vincoli. Come ho accennato in una precedente risposta, ci devono essere i cosiddetti “100 metri regolamentari”, una distanza tale da permettere alla coppia di essere indipendente, autonoma e padrona della propria privacy.
    Io capisco il fatto che uno dei due voglia stare vicino ai propri cari, io capisco che oggi sia difficile trovare casa e mantenerla, però è fondamentale che il nido che una coppia si costruisce sia lontano dalle rispettive famiglie.
    Il beneficio economico o logistico che crea l’andare a vivere attaccati ai suoceri o ai propri genitori lo si paga in seguito in termini di serenità e continuità. Se i genitori si sono creati la loro indipendenza e il loro nido, è giusto che anche i figli facciano altrettanto.
    So che è facile parlare, ma se la mia compagna mi chiedesse di andare a vivere in una casa grande o in una casa dove i suoi sono stretti vicini, io rifiuterei in partenza. Non se ne parla proprio, così come sarei io il primo a sistemarmi ben lontano dai miei. Se poi lei cercasse di insistere o di convincermi, zero, non accetterei mai nemmeno se lei minacciasse di lasciarmi, la democrazia e il bene della coppia vengono prima di qualunque cosa, preferisco piangere subito che piangere ben più amaramente dopo e pentirmi delle mie scelte.
    Io penso che sia molto meglio fare dei sacrifici, fare fatica, avere un buco di casa che però sia NOSTRO, solo ed esclusivamente NOSTRO, piuttosto che trovarmi genitori o suoceri tra i piedi a “seminare mine” nel mio rapporto di coppia.
    Quando si convive o ci si sposa bisogna essere maturi e sistemarsi indipendentemente, non ci sono affetti, vantaggi economici o logistici che tengano. Mai lasciarsi piegare dall’altrui famiglia, mai essere egoisti pensando alla propria.

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