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Vita. Istruzioni per l’uso

Qualche anno fa ho letto un libro di un importante filosofo che faceva un parallelismo tra amore e morte, spiegando che che entrambe queste esperienze umane sono irripetibili. Nessun amore è uguale all’altro e la morte è un esperienza che non si può né “vivere” una seconda volta né raccontare. Davanti a molte scelte l’esperienza ci viene in aiuto, la nostra, ma anche quella altrui. Lo studio e l’istruzione sono in qualche modo la pratica e l’effetto, la conseguenza, dell’accumulo di esperienze altrui. A volte io non so scegliere, spesso sbaglio. Avrei bisogno di istruzioni per l’uso, come quelle che si trovano nei prodotti che acquistiamo, o nei farmaci. Le nostre convinzioni modificano e influenzano le nostre esistenze in modo profondo. Trovare in me stesso delle profonde fratture, tra desiderio e realtà, tra incomprensioni e senso di appartenenza mi fa desiderare queste istruzioni. Ma queste istruzioni non possono esistere. Ieri ho ascoltato una frase : se camminassi nelle mie scarpe saresti inciampato nelle mie orme. Se solo avessimo questa convinzione, quante divisioni e incomprensioni piccole e grandi potrebbero essere limate. Invece facciamo prevalere la nostra visione del mondo. A qualunque costo. Anche a costo di guardarci allo specchio e non riconoscerci più. Anche a costo di dare al passato o al futuro più valore del presente, perchè pensiamo di aver trovato le nostre istruzioni per l’uso, pur consapevoli che sono poco più di un idea e che sarebbe giusto ogni tanto rivalutare, dimenticare, creare. Una volta confessai a una persona che avevo capito quali sono i miei problemi. Sono passati degli anni, forse quelli sono solo alcuni dei miei problemi ma fanno parte di me. Non di te che leggi. Non di chi ho incontrato mezz’ora fa o di chi siede a pranzo con me. Ma anche questi non dovrebbero caricare me della propria visione del mondo, dei propri fardelli esistenziali.

Lettera pubblicata il 19 Giugno 2017. L'autore ha condiviso 10 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Me stesso - Riflessioni

La lettera ha ricevuto finora 3 commenti

  1. 1
    Rossella -

    Nel mondo di oggi appare ancora più evidente che la memoria ha il potere di riunire una comunità. Invece tutte le volte che un singolo prova a raccontare la sua realtà quotidiana rischia di mettere una distanza tra lui e il mondo. In quel momento chi guarda dall’esterno avverte un senso d’estraneità e finisce per sentirsi un po’ invadente. A quale titolo fare un regalo? Ti sembra di non avere nessun diritto per rivendicare una lontana parentela o un’amicizia dispersa nel tempo. Queste limitazioni vengono percepite con il sesto senso. Le persone non si sentono libere di non scegliersi o di scegliersi. Alla luce delle grandi rivoluzioni che hanno dato inizio all’epoca moderna quest’arretratezza delle comunicazioni comincia a pesare perché non siamo più capaci di credere nell’amore. Il progresso è nell’amore. Certo, la paura di essere dimenticati è grande, ma alla fine ci sarà sempre una persona pronta a supportarti in maniera spassionata. Ad altri livelli bisognerebbe credere nelle istituzioni. Esistono gli archivi di stato e tutti vi possono accedere. Non è necessario stabilire un contatto diretto.

  2. 2
    Regina Incoronata di Splendore -

    Le istruzioni per l’uso di cui tu parli per me sono esaustivamente racchiuse in questa canzone:

    https://youtu.be/YrGFPpo2s38

    Buonanotte!

  3. 3
    alfredo donnici -

    Non sono un veggente per cui vi offro una meditazione:le cose più importanti sono quelle piccole,spesso tralasciate perché ritenute insignificanti da sapienti/saccenti.Tuttavia la vera gioia,la vera libertà la raggiungo pochissimo e non certo attraverso l’ uso di arroganza, di prepotenza,o peggio con l’ escludere senza che le vostre parole nascono nel poco e scivolino nel niente.Premesso che e’ importante quel che ne facciamo di ciò che succede,mo cimento nel gioco del vorrei. Vorrei che tornassimO alla terra per re-imparare che le cose fondamentali della vita non si trovano sugli scaffali del supermercato di turno; vorrei che tornassimo a re-imparare il valore del tempo per re-imparare a capire quando e’ il momento della semina e quando di raccogliere perché basta una gelata ed il raccolto si perde, che e’ importante preservare le radici per non perdere l’ albero. Vorrei che non ci fossero più. guerre, non solo quelle pubblicizzate, quelle combattute con le armi,ma anche quelle che si consumano e nascondono nelle pieghe di certe anime e cuori.Vorrei che i popoli di tutto il mondo smettessero di ragionare per contrapposizione, per odio, per vendetta al posto di azzuffarsi.Iniziamo da uomini,donne,bambini.Come? Partendo dalle piccole cose l’ascolto,la tenerezza e la benevolenza verso tutti belli o brutti,sani o storpi!! Vorrei che tutti ci lasciassimo illuminare nelle zone oscure perché per assaporare una nuova vitalità non c’è bisogno di voli intercontinentali o

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