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Vanità di vanità

Non vi sembra che abbiamo barattato la nostra umanità, per una falsa libertà? Abbiamo libertà di parola, ma la nostra opinione che peso ha nelle decisioni che contano? Libertà sessuale, ma l’amore dov’è? Puoi andare a letto anche con mille persone, ma cosa ti rimane oltre la vanità? I nostri figli, hanno libertà di fare tutto, ma diventeranno mai adulti davvero? Non sembra che abbiamo più un’unità di intenti, come un complesso di suonatori solisti… secondo il mio modesto avviso, siamo solo più egoisti, ma non liberi, vedo i genitori moderni, pensare solo a loro stessi e lasciare i figli ore vicino un tablet. I padri non fanno più i padri e le madri non più le madri, questa è la parità sessuale tanto agognata? Perché si fugge dalle responsabilità, pensando invece a cose futili come tatuaggi, suv, vestiti firmati, centri estetici ecc… perché i beni secondari hanno preso il posto dei beni primari? Oggi a che età si diventa uomini e donne? Perché parole come moralista, sono utilizzate per zittire qualcuno che va controcorrente e soprattutto perché è una cosa negativa esserlo se abbiamo libertà di pensiero? A me sembra che questa società sia destinata a collassare. dove può andare a finire una società così, dove l’esteriorita’ ha preso il posto della concretezza. Tutto vanità, solo vanità… diceva una canzone sibillina di Branduardi, che vi invito ad ascoltare.

Lettera pubblicata il 13 Luglio 2017. L'autore ha condiviso 6 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Riflessioni

La lettera ha ricevuto finora 7 commenti

  1. 1
    suzanne -

    Sono d’accordo con quanto hai scritto, anche se ci sono aspetti della nostra attuale società a cui rinunciare mi peserebbe assai. Pensa, ad esempio, alla facilità ( e relativo basso costo) del viaggiare in quasi tutto il mondo: è un privilegio immenso, del quale quasi non ci rendiamo conto. Oppure la vastità di accesso alla cultura, in ogni sua forma: libri tradotti da tutto il mondo, concerti, film…
    Insomma, anch’io sono una nostalgica, ma se ci penso bene indietro nel tempo non tornerei; ciò non toglie che questo tipo di società non sia a misura d’uomo, quindi occorre necessariamente farla evolvere in altre direzioni.

  2. 2
    Pax -

    Faccio arrabbiare Suzanne. c’è posto per tutti.

    Viviamo in tribù, spesso non si hanno tante interazioni con i membri delle altre tribù.

    Se vuoi puoi vivere nella tua tribù con i valori che desideri, mondo di una volta, o un mondo misto come dice Su.

    A me importa poco del giudizio degli altri, ed ho fatto scelte nella vita talvolta fuori dagli schemi. Sono discretamente in pace con me stesso. Dove ho potuto go inciso. Per le scelte non conformi alla massa si pagano dei prezzi ma per la libertà, o meglio la sensazione di essere liberi, i prezzi si pagano volentieri. Se non sei disposto a pagarli resta nel gregge e bela nel coro con gli altri.

  3. 3
    Suzanne -

    Pax, stavo giusto leggendo in questi giorni un libro di un etologo che analizza le nevrosi dell’uomo contemporaneo partendo dal parallelismo con un animale in cattività, allo zoo ( anche se, ogni tanto, più che allo zoo sembra di essere al circo dei freak). Comunque, la dimensione naturale per l essere umano è proprio quella tribale; il senso di appartenenza ad una piccola comunità in cui ti riconosci e sei riconosciuto. Le tifoserie, associazioni ecc.. sono solo dei surrogati farlocchi di questa ineliminabile necessità. Manca un vero senso di condivisione e appartenenza; io posso essere anche libero e fare quello che mi pare al di fuori del gregge, ma ho comunque bisogno di belare e sentire qualcuno che risponde al mio richiamo. Capisci?

  4. 4
    Pax -

    Capisco, ma sono un individualista che non si sottrae al confronto sociale. Personalmente appartengo a tante tribù, ma non delego mai in pieno al gruppo le mie scelte. Infatti ho usato un concetto più vasto sulla libertà: essere liberi o avere la sensazione di esserlo. Poi esiste una interdipendenza che viene misurata, mi sembra che era su una risposta data a te, dalla matrice di Leontieff. Chi è l’etologo?

  5. 5
    J.J Bad -

    Sono d’accordo ma penso che ognuno di noi prima ancora di denunciare questo fatto (giustamente eh!) dovrebbe limitarsi nell’abuso del benessere.
    Io ho sempre amato la tecnologia, ma non la sopporto quasi più. Non sopporto quanto sia ritenuta importante e quanto sia diventata invadente oggi, per motivi esclusivamente di business.
    Oggi i veri bambini, perditempo, siamo noi adulti che ci facciamo infinocchiare continuamente dagli status, dall’ultimo ritrovato, dall’essere “sempre connessi”, figuriamoci cosa possiamo trasmettere ai nostri figli.
    Quando ero piccolo se passavo troppo tempo davanti al Commodore 64, mio padre me lo spegneva di forza e piuttosto preferiva che uscissi fuori a giocare con gli amici. Oggi non penso proprio che la tendenza sia la stessa…

    Sono convinto ad esempio che se abolissero il cellulare ne guadagneremmo TUTTI in salute.
    Morivamo di stenti quando il cellulare non esisteva? No, è un falso problema.
    Non è mai stato necessario il cellulare per i rapporti sociali, perché introdurlo ha soprattutto creato “nuovi” problemi.
    Basti pensare solo all’incremento spaventoso di incidenti automobilistici, grazie al cellulare. Utile eh?

    Il benessere, la tecnologia, hanno ampiamente superato la loro fase utile, e ora sono diventati futili per l’integrità umana. E’ sotto gli occhi di tutti, ma troppo pochi se ne rendono veramente conto, ubriachi di bombardamenti pubblicitari trendy.

  6. 6
    suzanne -

    Ciao Pax, l’etologo si chiama Desmond Morris e, in sintesi, sostiene che gli esseri umani non siano predisposti a far parte di vaste comunità, ma siano semplici animali sociali da “tribù”. Lo penso anch’io; il bisogno di appartenenza lo includerei tra i bisogni primari nella scala di Maslow, ancor prima dell’autorealizzazione di sé. Ciò che, a mio avviso, spesso si vuole esprimere in lettere come questa, è la totale mancanza di riconoscimento in ciò che ci circonda, la realtà in cui viviamo quotidianamente. Questo determina un senso di spaesamento e una sensazione profonda di solitudine, che sicuramente non può che renderci insoddisfatti.

  7. 7
    Pax -

    Con Morris vai sul classico. Credo una bella persona.
    Un piccolo aneddoto. E’ rimasto affascinato dalla canzone di Francesco Gabbani, dove il paroliere di Occidentalis Karma ha fatto alcuni tributi al suo lavoro.Il suo testo più importante è La scimmia nuda. Ed ha inventato questa definizione per descrivere l’uomo. Per me molti etologi hanno fatto lavori importanti, specialmente quelli che confrontano le loro osservazioni sugli animali trasponendoli sulle relazioni umane. Per me credo che i due più stimolanti siano lui e Konrad Lorenz. Veri maestri di vita.

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