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Il tema: scoprire se si può uscire da una strada senza ritorno

Salve sono spalviero53 (in effetti ho 53 anni) di mediocre esistenza essendo stato abbandonato in casa e il peggiore abbandono mi riferisco alle ferite psicologiche che ho subìto, premetto avevo in casa una zia depressa in casa di contadini dove si conviveva in due famiglie.

I miei ricordi affiorano nel gennaio del 1961 dopo aver urtato con la faccia nel focolare 5 punti di satura poi come non bastasse mia madre al lavoro in fabbrica e io ero accudito da un nonna e da una zia che la sua crociata principale era il male invisibile la tristezza la malinconia e io subivo tutto questo e si perché quando subentravano le crisi (la zia di allora aveva 50 anni) si buttava per terra piangeva aveva crisi isteriche ed il mio povero cervello in stato evolutivo vi pensate a quale martirio sono stato sottoposto. E questo non era tutto c’era pure mio padre che a distanza di anni se guardo un film (se posso citarlo come esempio di affetto tra padre e figlio, l’uomo dei sogni) io piango mi commuovo in qualsiasi film che sia citato un abbraccio affettuoso una carezza fatta con sentimento.

Questo mio padre che non ho conosciuto anche se era presente (e si gentili amici spero di essere nel posto giusto) in questa famiglia se si può chiamarla famiglia, da quando ho intravisto e capito chi era quello che mi ha dato la vita attraverso mia madre ho vissuto in sogno fatto di incubi: le litigate tra mio padre che non riusciva a trovare la sua collocazione nella società, i disperati tentativi di lavoro prima come meccanico poi come venditore di automobili, e mia mamma oltre a essere stata costretta a seguire un marito in una casa colonica di un tempo perché era rimasta incinta di mio padre e mio padre non poteva permettersi un luogo privato una casa sua per i problemi di depressione (come la sorella mia zia) mio nonno che ho amato di più di mio padre una nonna gelosa di mia madre, litigate all’ordine del giorno e io ero in mezzo a queste frustrazioni da manicomio.

Poi la strada della mia penosa esistenza doveva avere risvolti spiacevoli era alla fine del 1961 quando un cane lupo addestrato in germania per difesa e guardia per motivi legati a una violenza che questo cane ammazzava tutti i gatti del circondario e io tiravo i sassi a questo animale attraverso la cancellata avevo solo 5 anni non credevo che nel ottobre 1961 mentre rincasavo da una festa con mio nonno alle 17 del pomeriggio il portone della villa si apre e il cane incriminato mi aggredisce alle spalle mi getta a 5 metri di distanza avevo pantaloncini alla zuava e un cappotto regalato da parenti, mi rialzo incredulo vado dentro casa mia nonna grida hai del sangue che ti cola dai pantaloncini, mio nonno mi leva il cappotto e vede la gravità.

Mi portano all’ospedale avevo una ferita lacera alla schiena di 23 centimetri tanta è stata la violenza a cui sono stato sottoposto, il cane che mi ha azzannato con le zampe nella schiena pesava 45 kg, pesava perché subito dopo mio zio prendeva un fucile e gli faceva saltare la testa con rogne giudiziarie del tempo. Io rincasavo dopo 6 ore di sala operatoria e dolori vari mi avevano fatto poca indormia del tempo i ricordi dei pianti mi vengono alla memoria……..

Non finisce qui mio padre non impugna nessuna causa verso quella famiglia con ragione per paura di compromessi di vicinato…. e più o meno il tran tran prosegue baruffe, mia madre lavora mio padre è mantenuto, vado a scuola balbetto per lo schok subìto (mio padre mi porta a scuola e mi dice quella è la scuola e là vai da solo, io vado là c’erano tutti i miei compagni con i loro genitori io il mio non lo avevo…….

Per lo schok subito tutti mi deridono vengo bocciato in prima elementare ripeto arrivo alla seconda altra botta in famiglia: mio padre incazzato dopo che mia madre gli dice ti mantengo, mio padre rovescia la tavola di 7 metri appena apparecchiata a voi un giudizio di questa mia testimonianza che ha fatto di un complicato adulto. Non ho conosciuto la gioia, solo violenze psicotiche gratuite e dopo il disonore di dovermi procurare qualcosa di economico andando nei campi a raccogliere le verdure e venderle per non avere neanche i soldi per un gelato.

La mia vita è stata un susseguirsi di vicende all”età adulta non ho potuto essere felice con una donna per aver frequentato ospedali psichiatrici e sesso solo da prostitute come facevano i mei amici sposati, mi venivano a prendere io ero solo non avrei mai voluto arrivare a quella realtà senza amore ma io l’amore non l’ho mai cominciato e sono stato spinto a farlo da amici che mi dicevano vuoi morire senza avere nessun rapporto se le donne normali ti rifiutano vieni con noi anche se siamo sposati ti presentiamo la vita facile…………….

Ciao vi saluto credo di non avermi annoiato ma quando sei in preda ai ricordi non voluti ti lasci andare ciao e grazie se pubblicate la mia lettera vi autorizzo a farlo.

Lettera pubblicata il 4 Luglio 2010. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 6 commenti

  1. 1
    Cantautore -

    Senza parole! Mi dispiace molto per te.
    Tanti auguri.
    Un caro saluto!

  2. 2
    rossana -

    hai fatto bene a sfogarti qui: non cambia niente ma aiuta sempre un po’… certo che ti è toccata una famiglia disastrosa e anche abbastanza sfortuna, con quel cane furioso…

    l’episodio della scuola mi ricorda qualcosa di simile ma, sia pure non tra rose e fiori, la mia infanzia e la mia adolescenza sono state meno penose delle tue…

    hai veri amici con cui puoi condividere qualcosa di te? hai un lavoro?

    sì, con impegno, fatica e sofferenza si può uscire da qualsiasi strada. basta volerlo…

    un abbraccio

  3. 3
    noemi80 -

    ciao spalviero, mi dispiace molto per l’infanzia vissuta in modo traumatico, anche io nei miei 30 anni ne ho avute parecchie in famiglie, forse dovrei scrivere un libro…ma credo che ognuno di noi possa scriverne uno…ho solo rabbia dentro, come te!
    un abbraccio

  4. 4
    rossana -

    noemi80,
    se ne hai il tempo e ti riesce, scrivilo, anche solo per te: aiuta a buttar fuori quello che ci ha fatto e che continua a far male.

    un abbraccio

  5. 5
    albanascente -

    ciao spalviero 53,
    mi dispiace moltissimo,
    coraggio, puoi uscirne, scrivi come hai vissuto o raccontati al registratore, falla uscire la tua storia da te, guardala con un pò didistacco; la vita preme dentro di te e vuole essere vissuta come meriti; ognuno è unico. Fai forza su questa unicità, chiediti cosa è più importante in assoluto per te, ciò che è meno importante tralascialo. Se vuoi vincere la balbuzie o la timidezza, fai di tutto per superarle. Concentrati, informati, chiedi aiuto specialistico.
    Starai meglio di volta in volta.
    Auguri e un abbraccio

  6. 6
    nik -

    Mi dispiace per te! Ho un figlio piccolo e non puoi immaginare il dolore che ho provato leggendo la tua storia e i tuoi dolori interni e fisici che ti hanno segnato la vita. Pregherò per te!

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