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L’Uomo di Latta

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Cari lettori, sfogliando il web sono capitato in questo blog, interessato e preso da un attimo di sfogo, decido di scrivere. Sono un ragazzo di Napoli, ho 23 anni, grazie a Dio sono carino, sto in perfette condizioni fisiche e di salute; la parvenza che si ha di me, per quanto riguarda l’approccio esteriore, è quella di un normalissimo giovane di 23 anni, solo che come tutti sappiamo, l’abito non fa il monaco, quindi sotto le vesti di un “tipo apposto” c’è un grosso scompenso emotivo, mi spiego meglio, purtroppo per volere del Signore ho perso mio padre quando ero piccolo; (non troppo da non ricordare, anzi sembra ieri… ).
Per non raccontare la mia storia giorno dopo giorno, vengo al dunque, oggi 18/02/2009 mi trovo a scrivere in internet per dire di quanto la mia vita sia priva di emozioni, stimoli, piaceri, dolori, sofferenze, sentimenti; guardate è dura, sono arrivato al punto di star male per questa cosa, ma sto male per me stesso, per il mio ego, per il mio modo di essere; sarà stato il grande dolore subito da bambino o chissà cosa, ma io sono un essere INSENSIBILE, avvolte cattivo, la mia mente è strana pensa, pensa molto, calcola, è una mente diabolica? Non esiste dolore per me, non ho versato lacrime per nessuna ragazza in 23 anni, non ho mai detto TI AMO, se muore una persona vicina o lontana per me cambia poco o nulla; se un mio amico o un mio parente grazie alla meritocrazia, e al proprio darsi da fare riceve “successo” io sono capace di non fargli nemmeno gli auguri o i complimenti; ognuno di noi ha un sogno nel cassetto, oppure chi di noi non vorrebbe “togliersi uno sfizio” io non desidero niente, perché mi è passata la voglia. Per me non esistono valori, dignità, pudore, sono veramente in una voragine di problemi, ma tutti problemi esclusivamente miei, vivo in una dimensione strana, il mondo lo guardo da vicino ma non lo vivo, stesso discorso per le relazioni personali con amici, nemici, conoscenti, ragazze, parenti etc; fingo di essere presente ma purtroppo sono un eterno indifferente, anche gli animali nonostante siano “bestie” avranno i loro sentimenti, io invece, da come ho scritto nel titolo di questo post, mi sento un UOMO DI LATTA, l’unica differenza è il cervello che mi rende consapevole della situazione e di come sono DIVERSO dal mio primo coetaneo fino all’ultimo. Credetemi cari lettori, che questa è una storia vera, e non il frutto della fantasia, mi sento un mostro, ormai sto male perché ho capito di quanto è inutile un corpo, una mente ed un cuore che batte se poi si è morti dentro.

Lettera pubblicata il 18 Febbraio 2009. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 4 commenti

  1. 1
    Gaetano -

    Ti sono molto vicino ed ho 29 anni, l’età non c’entra, o sei uno, come dico io, “omologato” ai canoni sociali in cui viviamo o puoi continuare a fingere benissimo ad oltranza.
    Anche se incontrassi qualcuno/a che ti ascolti, prima tentano di dissuaderti dalle tue convinzioni, che poi son verità a cui si è arrivati dopo lunghe ed attente riflessioni, e poi si stancano perchè tu non cambi, ma, dico io, se purtroppo vedo oltre gli altri e soffro di misantropia, che colpa ne ho, non l’ho chiesto io, ergo continua a fingere che è meglio.
    L’ignoranza è felicità, se ti può consolare non sei solo…

    Con affetto
    Gaetano

  2. 2
    Coldplay -

    Come dice Vasco in una sua canzone devi “…vivere anche se sei morto dentro…”, vedi Epico per sofferenze diverse proviamo la stessa emozione. Si perchè anche se dici di essere insensibile, la sofferenza o indifferenza è sempre la conseguenza di uno stato d’animo. Io soffro per amore, ma la perdita di un genitore, soprattutto da piccoli non ha prezzo. Io ho un padre malato di Parkinson e credimi tutte le volte che vedo quel tremolio resto come paralizzato. Altre volte invece provo rabbia e a volte mi fermo ad osservare anche il mio di corpo, tremo anche io un pò, soprattutto le mani. Adesso non so se dipende dalla stato d’animo, e non lo voglio sapere. Ero quasi alla fase della convivenza, ho 27 anni, ma tutto si è bloccato così senza una valida spiegazione, dopo 7 anni insieme mi sono ritrovato a dormire in uno squallido albergo nella sua stessa città. Per fortuna ho un lavoro…almeno per ora!!!Ti amo…beh io è da quasi un anno che non scrivo queste parole, ma credimi arriverà il momento in cui anche tu ti piegherai all’amore. Quand’si n’ammurat nu capisc nient!!!(l’amore stordisce!!!). E ancora adesso non capisco niente.
    Vedi già il fatto di sfogarti qui con noi, è una prova dei TUOI sentimenti. Adesso vediamo tutto nero un pò tutti, ma spero sia per me che per tutti, di poter ottenere una nuova opportunità nella vita per quelli che si sono comportati sempre bene.E poi dai…ti firmi Epico…se non riesci tu nell’impresa!!!

  3. 3
    EternamenteMia -

    Forse è il contrario..
    Pensaci..
    Forse sei estramenete sensibile tanto da renderti impassibile a tutto ciò che ti accade..una specie di difesa che ti sei imposto per non soffrire più..
    La mancanza di tuo padre e il fatto che sia morto quando tu eri piccolo ha condizionato la tua persona..
    Ascolta..prova ad ascoltare di nuovo i rumori..anche nel tuo silenzio c’è sempre un rumore che vale la pena ascoltare..
    Un bacio.

  4. 4
    carol80 -

    posso solo dirti che già il fatto che tu parli di emozioni come il dolore e la gioia, sai benissimo cosa sono.
    anche io ho vissuto la tua stessa esperienza, ma con mia madre. e anche io per molti anni ho mostrato una sorta di anaffettività, è normale in molti casi e non ti deve spaventare, anzi, già il fatto che sei qui a parlarne è un modo per mostrare che:
    – riconosci il problema
    – vuoi uscirne.
    Da psicologa, questo è il primo segnale del fatto che puoi tranquillamente risolvere questa cosa. Fatti aiutare da uno psicoterapeuta bravo, a me ha giovato molto, non sto scherzando. Probabilmente il tuo temperamento “di latta” è un meccanismo di difesa per tenere lontani emozioni e sentimenti, soprattutto quelli dolorosi. Lo psicoterapeuta non ti insegnerà a provare emozioni, ovvio, ma ti aiuterà a sostituire questo meccanismo di difesa che nel tempo ha permeato tutta la tua personalità con altri più funzionali, senza intaccare le emozioni.
    Un abbraccio e in bocca al lupo

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