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Università La Sapienza, se non fosse tragico sarebbe ridicolo

Sono una studentessa della facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e ho deciso di scrivere questa lettera aperta perché non trovo modo migliore per denunciare ed attirare l’attenzione su quanto avviene nella mia università.

“Con oltre 700 anni di storia e 143 mila studenti, la Sapienza è la prima università in Europa”, così è come questo illustre ateneo si presenta nel suo sito internet; ma posso affermare con assoluta fermezza che di illustre le sono rimasti solo il nome ed il simbolo che lo rappresenta.

Nei miei primi, e credo anche ultimi, tre anni di frequenza ho visto cose e scene a dir poco incresciose nonché incredibili, ma quest’anno si è davvero toccato il fondo rasentando la soglia della legalità.

Studenti della mia facoltà si stanno mobilitando in queste ore per risolvere problemi che in un’università di questo calibro non dovrebbero nemmeno esistere, quali la mancanza di un numero idoneo di professori e mezzi per assicurare il regolare svolgimento delle lezioni, nonché orari e luoghi di lezioni improponibili che alle volte richiedono agli studenti il dono dell’ubiquità.

Ma queste sono bazzecole in confronto alla mancanza delle condizioni di sicurezza cui siamo esposti quotidianamente. Ci troviamo costretti, quando possibile, a seguire lezioni in aule sovraffollate perché troppo piccole per contenere un numero così ingente di studenti e ad essere allontanati dalle stesse, non potendo quindi assistere alla lezione, per rispettare il tetto massimo della capienza dell’aula e non rischiare che questa ci crolli sotto i piedi.

Bene, ora se questa è la prima università in Europa, mi domando come siano le altre.

Sono davvero costretta a scegliere tra il mio diritto allo studio e il mio diritto alla vita? Per apprendere devo davvero rischiare di finire tra le macerie di un’aula?

Saranno forse conclusioni drastiche le mie, ma capite lo sfogo di una ragazza di 21 anni che si trova a dover pagare quasi 800 euro di tasse l’anno per non avere un’aula o un professore od orari definitivi o, nel caso di coesistenza di questi tre fattori, non avere un posto per sedermi che non sia il pavimento o il davanzale di una finestra. Pensate tutto ciò per soli 800 euro!

Il motto de “La Sapienza” è rappresentato dalla frase “Il futuro è passato qui” e ad oggi io credo che, almeno il mio e quello dei miei colleghi, ci si sia anche fermato.

Lettera pubblicata il 18 Gennaio 2012. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Scuola

La lettera ha ricevuto finora 3 commenti

  1. 1
    najwa -

    è una cosa vergognosa.. io invece studio a Milano e la cosa che mi ha dato più fastidio in tutti questi anni è la sovrapposizione degli esami ..stesso giorno e stessa ora !!! e non solo gli esami ma anche alcuni corsi sono sovrapposti e mi sono trovata spesso a dover scegliere cosa seguire e quale esame dare.. il che mi ha portata a fare un anno e mezzo fuori corso! adesso sto per laurearmi finalmente e addio stress per sempre! buona fortuna

  2. 2
    Zingaro22 -

    io sono un ex studente della sapienza e non mi racconti nulla di nuovo, appartenevo al dipartimento d’arte e spettacolo, quello che scrivi non è nulla di nuovo purtroppo;
    Visto le spese le difficoltà oggettive e l’assenza del dono dell’ubicuità, decisi di mettere da parte gli studi visto che non potevo permettermi un’ università privata, questa è l’italia tesoro.
    Vogliamo parlare del racket dei libri?Vogliamo parlare dei millantatori pseudo politicizzati?
    Vogliamo parlare del caos che regna e l’abbandono scolastico?Parliamo dei professori che ubriachi fanno lezione?Oppure preferiamo discutere sulla mancanza dei fondi?
    La tua indignazione è l’indignazione di tutte quelle persone giovani che per tirare a campare hanno dovuto imparare a sporcarsi le mani e non sono quelle, un popolo ignorante, drogato e povero è più facile da governare, la cultura è solo per chi se la può permettere o almeno così vorrebbero fare.
    Dobbiamo dire grazie alla classe politica degli ultimi 60anni, a tutti i professori che negli anni 70 facevano i rivoluzionari, oggi in maggioranza divenuti borghesi di sinistra radical chic, arroganti prevaricatori e incapaci di fornire un’istruzione adeguata ad uno standard europeo.
    Hanno rubato il futuro a migliaia di giovani, hanno rubato un sacco di soldi, hanno creato u ambiente politicizzato la dove trovavano spazio, destra e sinistra non faccio differenze.
    Sono fiero perché anni fa magari ne parlano ancora, ruppi il setto ad un fascistello che andava minacciando le matricole per il voto del rappresentante degli studenti, ti rendi conto?
    per favore lasciamo perdere che mi cadono i capelli a ripensare a certe cose..

  3. 3
    ylenu -

    Ti capisco, perché anche la mia Università è in queste condizioni. Anzi…da quanto hai scritto, posso assicurarti che le condizioni che ho visto io, sono di gran lunga peggiori. Ma qui non stiamo giocando a “chi sta peggio”. Quindi posso solo dirti che ti capisco: è uno scandalo ciò che vivi tu nella tua università tanto quanto ciò che vivo io nella mia. E purtroppo non sono di certo gli unici due Atenei messi in questo stato!
    Con tutte le tasse che paghiamo, è una vergogna!
    Si può davvero affermare che l’Italia sia un Paese civile? Io direi di no…

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