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Una storia s-finita

Ciao ragazzi, ho scoperto questo sito per caso.. cercando un modo per alleviare un dolore, un modo per affrontarlo.. o forse per addolcirlo. Ho 28 anni.. da un mese è finita la storia con la mia ragazza. Detto così sembra come aver perso una partita a risiko, lo so. Occorre che mi spieghi meglio, che cominci a raccontare..
Circa un anno fà, a casa di mia cugina, conobbi Lei, seduta, assorta. Non fu subito amore, no. Qualcosa scattò, oggi ancora non so di cosa si trattasse. Parlammo, mordendo la timidezza con sguardi forse senza complicità, ma con la tenerezza di due bambini. Dopo 15 giorni senza frequentazione alcuna, ci rivedemmo, scoppiò un bacio.. di lì a poco, il passo verso il fidanzamento fu breve, silenzioso quasi. Già dall’inizio avevo qualche perplessità.. pur riconoscendo l’interesse verso di lei, non mi sentivo “preso” tanto da esserne sicuro.. e me lo chiedevo giorno e notte.. non sapevo rispondermi. Mi ritrovai ingabbiato e felice, col cuore semi-aperto, confuso e cosciente. I mesi trascorsero lenti, intrisi di religioso rispetto e di relativo benessere . Da subito mi resi conto, forse inconsciamente, che non si trattava di passione, tuttavia nn volevo crederci.. mi rassicuravo pensando che poi forse in seguito sarebbe nata.. e che chi brucia subito, spesso è parte di un fuoco fatuo.. fatto sta che mi sono ritrovato ad essere parte di un sistema che mai e poi mai avrei pensato di vivere. Le ho da subito voluto bene, tanto… non pensavo all’amore, io che da sempre sono stato fiamma irrazionale, assertore convinto del desiderio-vampa… della violenta dolcezza.. dell’amore romantico, fin nelle viscere. Con lei no, ma non ci pensavo. La mente a volte ottunde, la paura di vivere assorbe.. e spesso ci si ritrove tra le grinfie di un momento che preme.. e scorre.. e poi senza fartelo capire, continua, germoglia, contro te, con te… divenendo tempo, racchiusa epoca.
Dopo un mese di frequentazione, suo padre le fece capire che voleva conoscermi. Non volevo saperne. Mi sentivo costretto… per il bene di Lei, lo feci.. ora forse capisco di avere sbagliato.
La sua è la classica famiglia patriarcale, dove qualsiasi diversità di pensiero, esterna ai dettami dei genitori, viene percepita come un attacco frontale. E tutto questo dalle stronzate alle cose più serie.. una famiglia autarchica, chiusa nel recinto del DOVERE, ad ogni costo.. schematizzata . In tutti i mesi seguenti, ho sofferto parecchio di questa cosa.. a volte mi illudevo di potermi far conoscere, di non vestire solo i panni del fidanzato-bravo-e-zitto-, insomma,di essere me stesso, con la mia ansia di vivere, amare..e comunicare cultura.
Nulla. Forse ho sbagliato a non farlo capire prima alla mia ragazza. Le cose però sono cominciate a peggiorare quando, gradualmente, mi sono reso conto che anche lei pensava come loro, che lei era loro..e se non salivo a salutarli ogni volta che uscivamo, se la prendevano… e le ripercussioni ricadevano sulla figlia e sul rapporto con me, se mi rifiutavo di andare a mangiare da loro, insistevano fastidiosamente.. se non parcheggiavo dove dicevano loro, si alteravano.. un carcere vero e proprio da cui volevo evadere. Mi hanno chiamato irrispettoso perche a Natale, scherzosamente, dissi loro “Buona Pasqua”.. cose che mi vergogno anche di raccontare.. Niente di tutto questo mi aiutava a stare sereno, soprattutto perchè non riuscivo ad evadere un pò da quelli che da anni sono i miei problemi più grandi, ossia la mancanza di mia madre, morta di tumore.. ed anche il tumore al cervello di mio padre, in fase terminale, che mi fa vivere tra mille angosce. Ora sto scrivendo e piango.. per tante spine incastonate nell’anima, per tanti “se” e tanti “ma”.. penso che mi avrebbe fatto piacere aprire la porta di casa mia e vedere la mia ragazza, almeno una volta, in un anno, a farmi una sorpresa. Non è mai avvenuto.. sono andato sempre io da lei.. più volte le ho chiesto questo piccolo gesto d’amore.. rinviava sempre, adducendo motivi familiari, di studio ecc.. avrei voluto trascorrere con lei semplici momenti di poesia, come uno stare seduti sulla sabbia guardando il mare.. e invece nulla.. sempre ingabbiata dal dovere, dalla paura.. ho rinunciato a tante cose ke per me erano vita.
Ammetto che non c’è stata una passione travolgente… forse quella che dovrebbe essere tipica di due fidanzati… in un anno c’è stato tanto attaccamento ma anche tanta routine, da subito…
Poi, l’ombra del suo ex, a togliere luce ai miei giorni, quasi sempre ho sentito quei 9 anni trascorsi con lui kome un peso insostenibile. Un’ombra che si presentava dinanzi alla scelta di un locale, al cospetto di episodi di vita familiare e… anche nell’intimità.. purtroppo si, durante il nostro primo rapporto.. una ferita che ancora porto dentro. Kome mi porto dentro il giorno in cui disse ke secondo lei sono “piu’ libero” perchè non ho genitori.. e perchè non avendo una mamma, non riesco ad accettare le figure materne altrui..”
A gennaio scorso,dopo un anno che siamo stati insieme, mi dice che non sa se io sono l’uomo della sua vita, poi dopo 4 giorni mi scrive un messaggio con su scritto “ti amo”… a S.Valentino mi dice di non volere avere rapporti al momento perchè vorrebbe “che fosse con l’uomo per sempre”… forse sono un co...... a non incazzarmi a dovere per tutte queste cose… e continuo a stare male perchè temo di potermi pentire di tutto… e mi chiedo ” e poi ? ” ” ” e se sto facendo una cazzata… ??
Sono stato sempre un debole nei sentimenti, ma queste cose mi scavano, nel profondo. Un mese fa le dico di voler stare da solo, che non ce la faccio a continuare, che sono estremamente ferito e confuso. Sono seguìti pianti,da parte mia e sua.. tentativi (da parte sua) di riconciliazione.. ma ancora oggi sto male, troppo. Nel corso delle mie giornate conduco battaglie durissime con mio padre ed ora anche col pensiero di lei.. soffro nel saperla sofferente, spesso mi viene la voglia di chiamarla ma sento che troppe cose sono compromesse. Che troppe cose comunque non cambierebbero.. che quel suo modo di vivere, quella sua famiglia, mi farebbero comunque stare male… mi arrovento tra mille dubbi.. temo di potermi pentire di questa scelta, un domani ; penso ai suoi dolci occhi ma anche alla sua diversa impostazione di vita.. temo di impazzire.Continua a cercarmi, a dirmi che piange, che le manco, che ero la sua vita ecc.. io non sto rispondendo, forse non ho parole, o le ho già dette tutte.. ho paura… e mi sento quasi come un carnefice… non so se è stato affetto, amore, dipendenza…. Mi manca, ma la razionalità mi sta facendo vedere troppe cose che non vanno, che non andrebbero…. io non voglio cambiarla, non è giusto neanche che quel mondo cambi me… ho sensi di colpa che mi divorano… vorrei tanto lanciarlo lontano, questo cuore …

Lettera pubblicata il 19 Marzo 2007. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Amore e relazioni

La lettera ha ricevuto finora 3 commenti

  1. 1
    giulietta -

    Fatti coraggio e vai avanti…sono sicura che passerà perchè dentro di te hai la consapevolezza che non era la ragazza giusta per te, che non poteva funzionare…non sei stato mai felice con lei, non è mai stato un folle amore…Credo che i sentimenti non bastino, il rapporto con l’altro ci dovrebbe rendere sereni, farci sentire amati e capiti per come siamo, dovrebbe aggiungere, arricchire la nostra vita, non togliere, essere fonte di frustrazioni…Capisco che è dura, te lo dice una che ha da 6 mesi terminato una storia di 9 anni e soffre ancora, ma purtroppo ripeto credo che i sentimenti non siano sufficienti…bisogna capire quello che si vuole dalla vita e cercare di andare avanti anche al rischio di restare soli, salvo che non si vogliano accettare compromessi…Ti chiedo una cosa:la sceglieresti ancora oggi come fidanzata, dopo averla conosciuta, se non sentissi questa mancanza e i sentimenti che ti legano a lei?
    Se come credo la risposta è negativa, credo non fosse la ragazza giusta, anche tu infondo lo sai, macerarsi nei dubi fa parte dell’uomo, ma non possiamo farci sempre tormentare dai dubbi…Cerca di volerti più bene e di fidarti delle tue scelte e delle tue sensazioni.Buona fortuna!

  2. 2
    Selina -

    Ciao,
    anche io ho da poco perso mio padre, e mia nonna poco prima. Lunghe malattie e mesi e mesi di dolore.
    In tutto questo, la persona che avevo accanto ha pensato solo a sè.
    Dolore su dolore.
    Nulla più.
    Pertanto, posso dirti ocn certezza cxhe comprendo perfetamente le tue fragilità.
    Saranno la tua natura, questo non lo so.
    Però so che questi immensi dolori rendono fragili, e ci vuole tempo.
    In tutto uesto, capita che ci si attacca strenuamente al poco affetto che ci accompagna…….e si fanno durare anche le storie morte.
    Perchè la solitudine fa troppa paura.
    Fatti coraggio, non credo che sia finita qui..ma da quello che dici nemmeno che sia la persona giusta.
    Ammesso che qualcuno sia giusto e queszto significhi qualcosa veramente……forse, giusta, è semplicemente la persona che sentiamo di amare in quel momento.
    E tu dici solo che le vuoi bene
    Un bacio

  3. 3
    Polda -

    Cara anima triste so esattamente quello che provi in questo istante, in questa grigia domenica mattina. So cosa significa vivere la sofferenza della perdita di un genitore e aspettarsi dagli amici o dalla tua compagna/o la massima comprensione e vicinanza. e..invece il vuoto, le aspettative deluse e le risposte prive di significato che ti incitano ad andare avanti, che prima o poi finirà…quando in realtà neanche si immaginano quello che ti accade e come la solitudine ti attanagli in ogni piccolo gesto quotidiano…
    la scelta è semplice: solo con accanto persone che credi ti facciano sentire un po’ meno solo..oppure passare attraverso la sofferenza, da soli perchè non ci sono altri modi, e sentirsi poi un po’ meno soli…perchè quando ci avviciniamo a noi stessi , nel profondo, la solitudine allora non ci fa più paura. L’abbiamo sconfitta ma ancora abbiamo noi stessi.

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