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Un grave errore?

Vorrei raccontarvi la mia storia. Non mi aspetto che abbiate voglia di leggere un pezzo della mia vita che in alcuni punti sarà probabilmente simile a quella di qualcun altro, ma avevo solo voglia di mettere per iscritto i miei pensieri e, già che ci sono, di farli conoscere a qualcuno.
Ho 24 anni fra un mese.
L’estate di 2 anni fa è stata la più magica e al contempo la più terribile della mia vita.
Questo perché probabilmente mi sono innamorato per la prima volta. Dico “probabilmente” perché sinceramente non ho ancora compreso come si riesca a capire di essere innamorati. Per farla breve, ad un campo scuola per ragazzi delle medie (io facevo da animatore) della durata di una settimana mi resi conto di essere attratto in modo pazzesco da un’altra animatrice. L’avevo già vista più volte durante gli incontri in preparazione al campo ma non mi era mai capitato di starci molto a contatto in quanto eravamo in due gruppi di lavoro diversi. Il giorno dopo aver terminato la settimana del campo (in cui mi sono trovato benissimo, sia con i ragazzi che con gli altri animatori/trici) mi resi conto che non vedere più quella ragazza mi faceva star male. E così ho iniziato a dar via di testa. Non riuscivo più ne a dormire ne a mangiare. Era la mia prima cotta e non sapevo come comportarmi. Continuavo a pensare a quei pochi giorni passati insieme, in cui la vedevo praticamente in ogni momento. Il mio migliore amico (che con le ragazze ha più dimestichezza, al contrario di me!) mi diede qualche dritta. E così sono riuscito a portarla fuori un paio di volte. Dovevo essere il ragazzo più felice di questo mondo, ma mi resi subito conto che a lei non interessavo. A lei interessava un altro ragazzo, sempre animatore di quel maledetto campo, conosciuto tra l’altro durante quella settimana. E quindi poco dopo mi arresi e non mi feci più sentire. Di li a poco sono venuto a sapere che i due si misero insieme. Ho volutamente detto “maledetto campo” (anche se mi divertii un mondo) per due motivi: il primo è che quell’anno decisi di fare a meno delle ferie con i miei amici, andando appunto al campo scuola, per fare un po’ di volontariato. Il secondo è che il ragazzo con cui si è messa la tipa che mi piaceva è (era) un mio amico, che è venuto al campo solo perché conosceva me e perché anche lui (come me) ha voluto fare del volontariato. E questa cosa mi frustrava in maniera pazzesca. Perché se non avessi deciso di andare al campo non avrei incontrato la tipa e in più loro due non si sarebbero messi insieme. I successivi mesi (parte di agosto e tutto settembre, ottobre e novembre) furono i peggiori della mia vita. Non mangiavo più (ero dimagrito di 10 kg …) e al lavoro non riuscivo a concentrarmi, combinando un sacco di casini. Pensavo a lei in continuazione. Me la immaginavo in ogni momento della giornata. Me la immaginavo alla sera nel suo letto, mentre si stava addormentando, quando stava per chiudere gli occhi poco prima di assopirsi. Me la immaginavo alla mattina, stiracchiarsi, mentre si svegliava. Me la immaginavo mentre studiava, appoggiata alla scrivania… Mi resi conto di essere pazzo di lei. Non mi ero mai trovato in una situazione del genere e provavo molta rabbia pensare di trovarmi prigioniero di un amore non corrisposto, io che sono sempre stato abbastanza indifferente nei confronti dei sentimenti.
Canzone ricorrente in quel periodo: COME MAI (883).
La storia prese un’altra piega ai primi di dicembre. Con un mio amico (lo stesso che mi diede qualche consiglio con lei) andammo ad una festa dove praticamente si beveva gratis, mi ubriacai e conoscessi una ragazza di due anni più giovane di me (amica di una mia ex compagna delle medie). Io feci un po’ lo stupido perché quella sera non avevo affatto intenzione di far colpo su qualche ragazza. Fatto sta che accadde l’incontrario e feci colpo su questa ragazza appena conosciuta. Mi diede addirittura il numero di cellulare e la invitai la sera dopo, forse ancora sotto l’effetto dell’alcool, a mangiare una pizza (ne avanzai metà, prima volta in vita mia, poiché avevo ancora i postumi della sera prima …). Io non ero convinto di tutto quello che stava accadendo perché in testa avevo ancora l’altra tipa. Ma mi sono lasciato andare perché vedevo in questa ragazza molta sicurezza. E poi a dire il vero ho considerato quell’incontro come un segno del destino (anche se in queste cose non sono mai stato credente). Ecco perché. Quella stessa sera della festa ero stato invitato dall’altra tipa ad un suo saggio di danza (balla latino americano), lei mi considerava come amico … Però mi dissi: “Cosa ci vado a fare?! Al diavolo lei e il suo saggio! Io vado a divertirmi!”. L’appuntamento andò benissimo. Io non ero più di tanto agitato, anche perché non mi piaceva al 100% come ragazza e forse per questo non ero più di tanto preoccupato. Ma comunque era piacevole parlarci insieme. Lei fu così contenta che che mi chiese di uscire ancora (contrariamente a quanto avevo in mente io)! E non fu l’ultimo appuntamento. Mi sentivo a mio agio con lei. La vedevo molto disponibile e aperta. A tal punto che le raccontai la storia della ragazza che ho conosciuto al campo scuola (senza dirle che forse ne ero ancora “innamorato”), spiegandole che non ero disponibile mentalmente e sentimentalmente ad una storia (che sarebbe stata comunque la prima della mia vita). Ma lei mi diede coraggio, mi disse di lasciarmi andare, di non aver paura. Mi convinse (forse non del tutto) e nel giro di un paio si settimane da quando ci siamo conosciuti ci siamo messi insieme. Mi sentivo strano. Ero felice. Felice perché per la prima volta una donna era attratta da me. Felice perché per la prima volta una donna si preoccupava per me. Felice perché per la prima volta mi sentivo importante e prezioso per qualcuna. I suoi sentimenti nei miei confronti continuavano a salire, anche grazie a me, che mi comportavo come un perfetto fidanzato anche senza essere convinto di esserlo. Perché era un’esperienza nuova. Ero curioso. E avevo voglia di andare avanti.
Canzone ricorrente in quel periodo: RAIN (CULT).
Dopo circa un mese, una sera, mentre ci coccolavamo sul divano di casa sua (non avevamo ancora fatto l’amore), a lei scappò un “ti amo”… Io ci rimasi di sasso e mi bloccai. Non sapevo ne cosa dire ne cosa fare. Lei si rese conto di avermi creato un po’ di confusione e si mise a piangere. Nei giorni successivi abbiamo parlato di quel fatto, lei probabilmente si aspettava che le avessi detto “anche io ti amo”, ma non me la sentivo affatto di dirle una frase così importante e “pericolosa”, anche perché parole di questo tipo non le ho mai dette a nessuno. E capire il momento giusto per dirle era uno dei miei problemi più grandi (e purtroppo lo è ancora). Però avevo ben chiaro in mente che se fossi stato “obbligato” a dirle a qualcuno, di sicuro avrei preferito dirle alla ragazza del campo scuola, invece che alla ragazza con cui ero insieme (ma non glielo dissi). Tuttavia la mia ragazza non dava peso a questa mia difficoltà, che le esposi chiaramente, e mi disse che a lei non serviva sentirsi dire quelle parole. Io continuavo a non essere convinto. Successe poi che qualche settimana dopo facemmo l’amore (io per la prima volta). E la prima volta che feci l’amore con una ragazza (forse era solo sesso…) non stavo neanche pensando a lei, ma ad un’altra. E provavo un strana sensazione. Un misto di vergogna e frustrazione. Ma andai avanti, probabilmente peggiorando le cose, solo perché lei vedeva in me qualcuno di speciale. Probabilmente il mio fu un atteggiamento un po’ egoistico, perché decisi di restare con lei per il piacere di farlo. Tutto li. Più volte nella mia testa ragionavo sulla situazione in cui mi trovavo. E arrivavo più volte a prendere seriamente in considerazione di lasciarla. Perché non lo trovavo giusto nei suoi confronti. Ma non lo feci. Perché non volevo privarmi del suo affetto. E soprattutto non volevo farla soffrire. E così passò più di un anno. Fu stupendo. Andammo in ferie insieme. Le volevo un gran bene. A tal punto da non fare mai più amicizia con altre ragazze (non che fossi molto sciolto in queste cose) solo per non rischiare di tradirla. Ma i miei dubbi erano sempre li, pronti a farsi sentire a gran voce.
Fu cosi che un giorno lei si arrabbiò perché una sera con cui ero uscito con dei miei amici (una delle rare volte: non perché lei non me lo permetteva, ma perché a me non interessava più di tanto uscire con altri) arrivai a casa tardi (abbiamo avuto problemi con la macchina per una strada di montagna e il telefono non prendeva) e non glielo scrissi via sms. Il giorno dopo le ho spiegato tutto per filo e per segno (senza nasconderle nulla, le ho mostrato anche le foto!), ma a lei non andò giù la storia dell’sms e si arrabbiò: dovevo mandarle un sms anche se lei dormiva. Io quindi presi la “palla al balzo”, e mi ero convinto a lasciarla. Dicendole che non ero sicuro di quello che provavo e che con l’altra ragazza provai delle altre emozioni. Ma lei fece di tutto per restare insieme. Mi disse che non potevo paragonarla con l’altra perché non eravamo mai stati insieme. Sbagliava. Comunque rimanemmo insieme. Da quel giorno però cambiò qualcosa, io ero sempre meno convinto di quello che stavo facendo.
La situazione precipitò quando la ditta in cui lavorava cominciò ad avere problemi finanziari e lei fu messa in cassa integrazione. Lei si mise subito alla ricerca di un altro posto ma dopo parecchi mesi e dopo ben 200 cv spediti non trovò nulla. Il fatto è che a me cominciava a dare un fastidio tremendo che durante questo periodo (da aprile fino a settembre) lei non fece nulla. Non mi dava affatto fastidio che lei riscuotesse dei soldi senza fare nulla (come lei era convinta), anzi (comunque la sua famiglia non aveva problemi di soldi). A me dava fastidio il fatto che lei si dimostrò una scansafatiche. Non sopportavo il fatto che la maggior parte della giornata fosse sdraiata sul divano. La spinsi anche a fare qualche servizio di volontariato (visto che comunque la benzina se la poteva permettere con i soldi della cassa integrazione), come ad esempio in un canile, visto che lei andava pazza per i cani. Ma niente da fare. Forse a me non andava giù il fatto che fosse diversa da me. Io sono molto più laborioso e impegnato: dopo aver terminato le mie 8 ore di lavoro appena torno a casa do sempre una mano ai miei (mio padre è agricoltore). Inoltre aiuto alla proloco del mio paese e fino ad un anno fa ero animatore ACR. Sono stato addirittura candidato alle elezioni amministrative (senza fortuna) del mio piccolo paese. Non mi tiravo mai indietro. Ero spinto dal terrore nel trovarmi un giorno pentito di non aver fatto qualcosa o di essermi perso un’occasione. E probabilmente fu anche per questo motivo che mi spinse a non mi tirai subito indietro con lei la sera che la conoscessi. Così cominciai ad arrabbiarmi per queste cose, e a volte mi mancava pure la voglia di uscire insieme a lei. Fino a che due mesi fa mi arrabbiai di brutto perché non aveva voglia (e sottolineo, non aveva voglia, nient’altro!) di portare il cv in un negozio che le avevo segnalato che cercava una commessa. Uscii di senno. L’ho accusata di essere una scansafatiche e di essere viziata. E di nuovo ero convinto di lasciarla. Dicendole che con una ragazza come lei non vedevo futuro. Ero veramente combattuto. E di nuovo lei fece di tutto per restare insieme, mi scrisse una lettera, assicurandomi di darsi più da fare per cercare lavoro. Io le diedi una possibilità dicendole che l’avrei messa alla prova.
Dopo poco più di un mese da questo episodio cambiò totalmente idea, dicendomi che è stata una stupida a voler continuare la nostra storia e che non era più sicura di provare gli stessi sentimenti di un tempo. In più poco dopo l’ultimo litigio ha conosciuto un altro (lo ha negato più volte prima di ammetterlo) con cui, disse, di aver solo parlato del più e del meno. Mi fece notare dei miei comportamenti che a lei davano fastidio ma di cui non mi aveva mai parlato (perché le donne non dicono ciò che pensano?). Mi ha addirittura accusato di averla obbligata a trovare un lavoro (e che voleva fare nella sua vita, quindi?). Disse di essersi sentita una merda, una nullità (e posso crederci, perché ero proprio adirato) e, dandole della viziata, di aver offeso i suoi genitori. Lei mi chiese quindi una pausa, e di fare a meno di vederci. Nella settimana successiva ero terrorizzato al pensiero di perderla. Tentai tutto ciò che era in mio potere. La lasciai il più possibile tranquilla, come mi aveva chiesto. Le ho portato un mazzo di rose con una lettera (scritta, forse, in un momento in cui i miei sentimenti erano un po’ alterati) in cui le donavo il mio cuore. Le chiesi perdono per ciò che le avevo detto. Ma lei era ormai decisa, continuava a ripetere di essersi tolta un peso (da quanto la pensava così? Da quando ha conosciuto l’altro? Oppure da prima?). E cosi ci lasciammo, dopo una settimana e mezza di agonia (non mangiavo più, sono stato malissimo e sono dimagrito 3 kg…) convinto anche io della troppa differenza tra i nostri modi di pensare e di agire. Tuttavia mi sentii subito leggero. Dopo pochi giorni però una strana sensazione ha cominciato ad abbattermi, sia fisicamente che mentalmente. Dopo quasi due anni mi sembrava strano non avere più nessun contatto con lei. Da un momento all’altro mi sono sentito solo, abbandonato. E cominciai a immaginare quanto devo averla fatta soffrire. Infatti lei chiuse qualsiasi tipo di contatto, da un giorno all’altro. Provai a farmi sentire, dirle che mi mancava. Ma niente. Come un quadro che cade all’improvviso perché il chiodo ha ceduto lei si comportò nella stessa maniera. E ci stavo male.
Canzone ricorrente in quel periodo: PERDERE L’AMORE (MASSIMO RANIERI).
Non riesco a capire se il dolore che provo ora sia solo la mancanza di avere vicino una persona innamorata di me o la paura di restare da solo.
Tuttavia sono convinto che sia stata la cosa migliore.
A questo punto ci sono due domande a cui non so se sarò mai in grado di rispondere:
1. Ho commesso un madornale errore lasciar scappare una donna innamorata di me (anche se io molto probabilmente non lo ero)?
2. Mi innamorerò mai di una persona innamorata di me?

Lettera pubblicata il 31 Dicembre 2011. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Amore e relazioni

La lettera ha ricevuto finora 4 commenti

  1. 1
    cujola -

    ciao..per rispondere alle tue domane..per quanto riguarda la prima non hai fatto un errore a lasciarla andare se non ne eri innamorato,forse avresti dovuto farlo prima per evitare di farla soffrire..e per quanto riguarda la seconda..sicuramente ti innamorerai prima o poi anche tu di una persona innamorata di te..se vuoi un consiglio non metterti più con una persona se non ne sei convinto,perchè dopo tempo insieme è difficile lasciarsi anche per l’abitudine che si crea,l’affetto..quindi scegli bene prima di fare il passo decisivo!
    auguri!

  2. 2
    Davidino -

    la tua lettera mi ha fatto sorridere e con il tuo racconto sono sempre più convinto di come la vita sia più fantasiosa di ognuno di noi (vedi il rifiuto della prima ragazza.. ti ha permesso di conoscere la seconda ragazza con cui hai avuto una storia). Lei è sempre stata sincera, tu non l’hai trattata molto bene… da quello che scrivi non ti sei comportato bene con lei. Sei rimasto insieme lei condividendo i suoi sentimenti pur non essendo neanche convinto dei tuoi di sentimenti. Avete fatto il passo più grande che si può fare.. cioè fare l’amore e tu pensavi a un’altra insomma.. lascio a te a finire la frase. Si è sentita accusata, presa in giro, ed è scappata. Sfido poi a chiunque a convivere con questa situazione. Prima o poi molli. Magari la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l’arrivo di un nuovo ragazzo per lei.. e ora che fai? Rimpiangi quella ragazza che avresti voluto allontanare all’inizio perchè non ti piaceva. La vita è strana ed è proprio vero che quando perdiamo le cose a cui non diamo inizialmente valore… stiamo male e ce ne accorgiamo tardi. Probabilmente può anche essere che la paura che hai è quella di rimanere solo. Se è questa beh, il 2012 appunto perchè la vita è più fantasiosa di ognuno di noi ti riserverà nuove persone per il nuovo anno. Sarai d’accordo con me che quella ragazza merita il bene più prezioso di questo mondo, lo stesso bene che con te magari non ha mai provato, se non inizialmente. Ti saluto con una bellisisma frase tratta da una canzone di Marco Masini che a me sinceramente fa riflettere moltissimo, non so a te. “Le storie finite hanno un brivido eterno, Però come i fiumi non fanno ritorno, E corrono verso la pace del mare dove un’altra storia le saprà perdonare. Le storie d’amore come la nostra finiscono quando si ferma la giostra”. In bocca al lupo e Buon Anno

  3. 3
    4lexia -

    Ho letto con molto piacere la tua lettera perché scrivi in un modo che a me personalmente piace molto..
    Ora, veniamo a noi…. Tu mi dai la “risposta” ad una domanda che io mi pongo da 3 anni circa, da quando ho incontrato una persona che mi ha fatto provare sensazioni uniche come tu descrivi per la ragazza del campo.
    Queste sensazioni vengono da lontano, sono inspiegabili, sono fortissime.
    Non dobbiamo accontentaci di una relazione frivola e di un sentimento che non sentiamo nostro, ma dobbiamo seguire quel forte istinto che ci chiama da dentro.
    Vorrei fosse più facile….

  4. 4
    Dd -

    Mi ha fatto piacere leggere la tua lettere e questa tua esperienza…Bhe l’amore deve essere sicuramente un sentimento corrisposto quindi hai fatto bene prendendo la dura decisione di mettere fine al rapporto.Per la seconda domanda non c’è risposta se non vivendo…ma ti posso assicurare che l’amore è imprevedibile

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