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Un giorno in posta

Caro direttore,
Quella che sto qui a raccontarvi e’ una storia come tante, una storia che ti fa riconoscere come italiano e vergognarti di esserlo anche quando si e’ intenti a fare una cosa banale come una spedizione alle poste!
Ho recentemente sporto reclamo contro una agenzia postale di roma (-roma 155-) per un fatto a dir poco increscioso ed intollerabile di cui sono stata vittima sacrificale.
Il disservizio che ho subito dalla suddetta agenzia non sta solo nel fatto che non ho potuto usufruire di un servizio (comunque a me indispensabile e di cui avevo pieno diritto in qualità di cliente): si trattava infatti di una spedizione di un pacco ordinario (che di ordinario ha solo il nome!).
Quel giorno era sabato ed era di pomeriggio, cosi’ -pur di trovare una agenzia aperta- ho percorso 40 km da casa mia per poter raggiungere l’ufficio postale operativo in quel giorno.
non lo avrei fatto se non fosse stato assolutamente urgente ed indispensabile!!
Le spiego ora i fatti:
Giorno 27 dicembre 2008, alle ore 18.30 circa, a roma, in posta, ho atteso un’ora in fila con il mio numero attendendo il mio turno ed una volta allo sportello l’impiegata ha fatto passare il numero a me successivo. Questo atteggiamento ingiustificabile e di totale assenza di regole e rispetto delle minime norme civiche gia’ mi infastidi’, ma nonostante cio’ …con pazienza.. ho ripreso la fila attendendo che la incurante operatrice postale concludesse il suo lavoro allo sportello con chi, tracotante e strafottente come era, mi aveva (perdoni il termine) “/fregato il posto\”.
Senza protestare e mantenendo una calma serafica ho atteso il mio turno e -finalmente allo sportello- ho richiesto il servizio per il quale avevo percorso 40 km in macchina ed impiegato l’intero pomeriggio!!
Il servizio postale di cui avrei dovuto fruire, come le dicevo, era una semplice -ma urgentissima- spedizione di un pacco ordinario niente di piu’.
L’operatrice (sui 50 anni, bionda, piuttosto sovrappeso) congiuntamente alla direttrice mi ha detto perentoriamente che non avrei potuto effettuare quella spedizione perché quella agenzia postale (ripeto: tra le pochissime aperte in quel giorno) era sprovvista di modulo per la spedizione di pacco ordinario!!!
Avrei dunque dovuto far finta di nulla, ed andarmene secondo lei o stare qui a protestare per vedere rispettati i miei diritti di utente??
Come e’ possibile un fatto del genere!!? Non ho forse diritto ad usufruire di questo servizio? Non e’ forse necessario trovare una soluzione plausibile per risolvere questa carenza di servizi sempre piu’ frequenti nel nostro “belpaese”?
Per di piu’……. l’operatrice del suddetto ufficio postale -congiuntamente con la direttrice- mi ha invitata ad uscire dall’agenzia con atteggiamenti poco civili solo perche’ ho provato ad insistere, per di piu’ spiegando che quella spedizione aveva una assoluta urgenza!!
Mi dica lei se tutto questo e’ lecito..o forse se e’ piu’ semplicemente legale??
Le diro’ di piu’, drettore, le due dipendenti postali hanno anche cercato la complicità dei numerosi clienti i quali (prevedibilmente spazientiti dall’attesa) e -istigati dalle due -evidentemente incapaci operatrici- mi hanno offesa e denigrata dandomi della cretina,
Tutto questo ha dell’assurdo!!!!!!!!!!
Certamente io muovero’ un’azione legale contro le poste per questo inaccettabile, increscioso, impunito episodio causato da dipendenti superficiali ed inetti e che farebbero bene a stare a casa a fare altro piuttosto che r u b a r e lo stipendio alle aziende italiane!
Mi auguro di cuore che le cose cambino perche’ altrimenti dovro’ continuare a vergognarmi di essere italiana anche per una banale spedizione di un pacco ordinario alle poste italiane!!
Anna da foggia.

Lettera pubblicata il 28 Dicembre 2008. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Cittadini

La lettera ha ricevuto finora 1 commento

  1. 1
    Gaetano -

    L’inizio della lettera stona rispetto al contenuto.
    Condividendo che tutto il paese e tutta la società di oggi sono oltremodo discutibili, un pomeriggio alle poste non può mai essere così totalitariamente rappresentativo…
    Ma se era urgente sei sicura che la scelta giusta era ordinario? Ci sono altri prodotti con cui effettuare la spedizione, impossibile che non ce n’era un’altro disponibile.
    Premesso che non si sa se la persona che ti ha preceduto era un recupero per un errore di chiamata precedente dell’operatore stesso, il non rispetto pedissequo dei numeri del taglia code è una cosa che può capitare ovunque (banca, inps, inail, ecc..), come ovunque dall’altra parte del bancone ci stanno personaggi che alle volte sono irritanti (alle volte penso che sono persone che possono avere avuto una giornata difficile…)
    Non si capisce su cosa vuoi basare un’eventuale causa legale e per cosa citeresti le Poste.
    Perchè questo episodio ti ha segnato in questo modo?
    Non si può credere che sia solo questo a scatenare la tua rabbia, c’è necessariamente dell’altro.
    Comunque non esistono solo le Poste per spedire pacchi, potevi rivolgerti ad un altro corriere che ritirava direttamente a casa tua, magari vale per la prossima.
    Pace e bene

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