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Solo uno sfogo

Nel corso di questi pesantissimi nove mesi ho imparato a convivere con il dolore più grande che potessi provare, la paura che da quanto mi sono trasferito a milano per studiare ho sempre avuto ed allontanato dalla mente, quando alla sera prima di dormire i miei pensieri viaggiavano lontano, e che purtroppo si è trasformato in asfissiante realtà prematuramente.
Ho perduto mia madre, aveva 59 anni, stava bene, ed è andata via in una notte.. Ci eravamo sentiti per telefono prima di cena, come sempre.. poi nel cuore della notte arriva la telefonata di mio padre disperato e dei vicini di casa che dicevano di prendere il primo aereo per tornare in sicilia. Ho sentito ogni parte di me tremare ma ho negato la realtà fin quando, dopo circa dieci ore, sono arrivato a casa ed ho stretto le mani fredde di mia madre.
La disperazione di quei momenti a volte torna ancora a farmi provare quella paura paralizzante primordiale, ma allo stesso modo mi sono reso conto di quanto forte sia l’istinto di sopravvivenza che emerge in quei momenti, che ti costringe ad andare avanti anche quando non lo vorresti, anche quando solo l’idea di continuare senza la persona che più ti ha amato ti sembra un insulto.
In questo modo sono andato avanti, inizialmente solo per inerzia, senza alcuna motivazione, continuando a fare l’unica cosa che ho sempre saputo fare senza l’auito di mia madre..ho continuato a studiare a dare gli esami..in uno stato di apnea, come una macchina, lasciando sfogare il mio dolore solo al risveglio e prima di addormentarmi. In questi mesi ho cercato di imbrigliare questo dolore immenso, di conviverci..ma da sempre mi sono rifiutato di darvi un significato, mi rifiuto di credere che davvero dietro tutto possa esserci un disegno.
Sono all’utlimo anno di medicina, ho più e più volte ingoiato il cuore, prima che le lacrime potessero esplodere in reparto, quando occupandomi di vecchietti carinissimi pensavo che mai avrei potuto accudire mia madre, e questa rimarrà una delle cose più frustranti.
Adesso mi sento un pò più sereno, ho la consapevolezza di dover rinunciare ad essere figlio come lo sono stato fino a pochi mesi fa ed è la cosa che fa più male, non avrò più le sue carezza sulla fronte, i suoi occhi così intensi in cui potermi rifugiare..ma ho la certezza dentro al cuore di averla sempre con me, di sentire sempre il suo calore ed è questo attualmente quello in cui credo e che mi dà la spinta per continuare. Ci sia o meno un dio, l’amore di chi ti ha amato e che hai amato sopravvive comunque.
Quel dolore legato alla mancanza fisica ti rimane sempre accanto, non credo possa andar via con il tempo, adesso però sto carcado di dargli il suo spazio, di viverlo diventa quasi un esigenza perchè, per quanto tristi possano essere, quei momenti sono quelli in cui riesco ad togliermi di dosso tutte le impalcature quotidiane e ad assecondare il mio essere.

Scusate lo sfogo, un abbraccio.

Lettera pubblicata il 1 Novembre 2010. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Famiglia - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 5 commenti

  1. 1
    cati -

    Ti sono vicinissima perchè questa anche per me è una delle paure più grandi alle quali non voglio pensare. Ti dico, però, che sei molto più fortunato di tanti ragazzi che hanno un pessimo rapporto con la madre e che non hanno mai provato nei loro confronti ciò che invece hai sempre sentito tu, prima e ora. Sono convinta che non solo ti rimarrà un tenerissimo ricordo, ma che potrai contare sul suo aiuto da lassù perchè, se ti potrà aiutare, lo farà senz’altro perchè sei la persona che penso avrà amato di più nella sua vita oltre ai tuoi eventuali fratelli. Un abbraccio immenso.

  2. 2
    Dade -

    Non me la sento di commentare la tua lettera cosi tanto sentita. Posso dirti che anch’io come te frequento la facoltà di medicina e chirurgia a milano.. e che nei tirocini fatti ho capito tante cose. E’ una bellissima lettera. Un abbraccio

  3. 3
    Aria85 -

    Da stasera accanto alle tue lacrime ci sono le mie,estranee ma sincere.
    Sei forte,si capisce dalle tue parole.Ed è vero,il vuoto rimarrà sempre,ma tu devi andare avanti,anche per lei.Lei lo vorrebbe.
    Tua madre sarà con te sempre e per sempre.Lo sai.L’hai detto.
    Lei vive in te.Nel tuo riflesso.
    Ti stringo forte.

  4. 4
    misterx87 -

    Nemmeno io mi sento di commentare la tua lettera, davvero molto bella…l’emozione e’ palpabile…
    mi limito a dire che quanto scrivi nell’ultimo paragrafo sul dolore e’ 1 cosa di cui mi sto rendendo conto anche io (per altre ragioni) e ormai mi sono convinto che sia questo il significato della parola crescere, convivere col dolore che la vita continuamente, con varie intensità e frequenza, ci procura…convivere e andare avanti…
    mi pare di capire che tu sia riuscito a farlo egregiamente e per questo 1 po’ ti invidio…
    1 abbraccio anche da parte mia

  5. 5
    Xx_Ribelle_xX -

    Mi dispiace tantissimo.. posso solo dirti che a parte tutto sei fortunato. Io con mia madre non ho mai avuto un bel rapporto, non c’è mai stato dialogo.. È brutto dirlo ma a volte vorrei davvero far parte di un’altra famiglia…
    In ogni caso ti auguro tutta la felicità del mondo.
    Un abbraccio

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