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La scuola vs. libertà di parola

Scusatemi tanto, ma devo sfogarmi.
Primo giorno di scuola, già problemi con gli insegnanti, inverosimile visto che sarei il primo della classe. Dopo un ora e mezza di matematica, l’intera classe sfinita e la prof. sconsolata dall’incompetenza della maggioranza degli alunni (siamo al quinto anno dello scientifico, qualcuno crede che il quadrato di 3 sia 0) mi vede avvicinarmi alla cattedra, intendo a chiederle un chiarimento su alcune cose scritte su un libricino sulla Sezione Aurea che ho comprato in edicola, mentre il resto della classe pensa ai fatti propri. Lei chiarisce i miei dubbi, e in seguito (forse compiaciuta dalla mia passione così forte per la sua materia) comincia a chiedermi cosa voglio fare da grande, se continuerò in questo campo e così via. Si continua parlando di me che non potrei mai fare l’insegnante perché non avrei mai la pazienza che ha lei, e che a certa ignoranza come quella presente in classe mia risponderei tirando sedie in faccia. Cosicché lei comincia a chiedersi se sia davvero lei il problema, incapace di istruire i ragazzi, e io rispondo onestamente che non è colpa sua, che un altro insegnante qualsiasi avrebbe probabilmente gli stessi problemi nella sua materia, che gli altri insegnanti riescono ad andare avanti coi programmi perché a loro non importa se gli alunni hanno capito o no, loro sono lì per fare il loro dovere, (lei invece, povera donna, sempre a ripetere le stesse cose davanti a quelle facce disinteressate). E poi mi sono soffermato sul fatto che più ragazzi della mia classe siano stati promossi (senza neanche essere rimandati) nonostante le loro insufficienze in più materie, e di come i voti di alcuni fossero, l’anno scorso, diventati dei 7 solo perché di quella materia non avevamo finito il programma. Lei se ne va, sorridendo, dicendo che è questione di punti di vista.

Adesso, porco cane, dopo aver spiegato col massimo rispetto i miei disagi, per via di questi professori che spengono le menti piuttosto che accenderle, che fanno andare avanti chi non se lo merita (chi non ha fatto NIENTE per un anno intero si fa promuovere alla fine, e io che sarei quello più intelligente mi devo sforzare perché posso fare “di più”) mancando gravemente di rispetto a chi toglie tempo a ciò che ama fare per stare sui libri, mi viene detto, da un’altra insegnante venuta a conoscenza della conversazione, che sono un arrogante, presuntuoso, che si permette di dire a degli adulti come devono fare il proprio lavoro (tra l’altro aveva chiesto lei la mia opinione, io stavo lì per farmi spiegare delle cose) e che, anche se ho ragione su tutto quanto sopra riportato, non devo farne parola, devo stare zitto e fingere che vada tutto bene, perché se voglio avere 100 all’esame di maturità devo fare ciò che i professori vogliono che io faccia, e se un comportamento mi sembra scorretto o poco professionale (hanno riconosciuto che i comportamenti degli insegnanti SONO stati scorretti) non devo farne parola con nessuno. Primo giorno dell’anno, i prof. già mi odiano!
E non è il primo caso del genere, ad esempio al secondo anno siamo stati fortemente rimproverati per aver criticato e segnalato al preside un’insegnante di matematica assenteista che non veniva a lezione per dedicare tempo ai figli piccoli, tanto che molti sono stati ovviamente rimandati in matematica e durante gli esami di riparazione ha svolto i test di tutti gli alunni.

Forse dovrei fregarmene, ma io ci tengo sia a quel 100 all’esame (per le agevolazione fiscali all’uni, non per altro) sia alla mia dignità, ma oggi mi è stato spiegato che in questo ambiente odioso posso scegliere solo una delle due cose.

A che diavolo serve la scuola se, oltre a riempire la testa di cose che andranno presto scordate, insegna a non pensare con la mia testa?
Scusate se sono sembrato esagerato, ma oggi per aver avuto l’ardire di muovere una critica, sono stato trattato uno schifo.

Lettera pubblicata il 13 Settembre 2012. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 1 commento

  1. 1
    IO -

    Capirai un giorno, che nella vita devi farti i cavoli tuoi, non badare agli altri e tirare avanti per la tua strada.
    Se sei bravo il 100 non te lo toglie nessuno, ma non puoi essere uno che dice di essere bravo in relazione agli altri che sono caproni.
    Dovevi fermarti ai chiarimenti, poi sei andato oltre.. non è tollerabile uno che dice bisbigliando “quello non è bravo e io si”, è da lecca C e l’arroganza ti viene addebitata perchè hai pure parlato male degl’insegnanti.
    Ma alla fine a te cosa frega se uno prende 7 anche se non se lo merita? tanto alla fine, quando passeranno gli anni il tuo 10 o 100 o il 7 dell’altro conteranno zero, conterà solo quello che sai, il tuo carattere, il tuo saperci fare e la tua intelligenza.
    Nel mondo del lavoro ci sono laureati che sembrano dei dementi.. il pezzo di carta lo appendi solo in un quadretto in camera tua, nel mondo non conta nulla se non supportato dalle tue capacità.

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