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Saturazione

Prendendo spunto da alcune cose che si stanno verificando attorno a me, anche oggi che vi scrivo.
Leggendo le parole di un utente di questo blog, mi è schizzata nella testa come un embolo la sensazione spiacevole di essere DAVVERO arrivato a saturazione con tutto. Un punto di non ritorno. Anzi, l’evento è avvenuto all’inizio dell’estate, quando la cosa deflagrò cm una bomba, facendo pure dei danni. Oggi ho finito di raccogliere i primi cocci, ma sempre lì restiamo. Qualcosa s’è rotto, come una valigia troppo piena che ti scoppia in mano mentre stai correndo a prendere l’ennesimo aereo che partirà da un gate troppo lontano per farcela in tempo.

Mi pare di essere diventato quasi un pezzo di legno. So che dentro di me non è così, perché ci sono cose che mi fanno sciogliere cm un ghiacciolo, e mi permettono di non crollare davvero, ma la sensazione di essere diventato impermeabile a molte cose mi fa sentire una merda. Con le donne poi, non ne parliamo, e mi fermo qui per non andare oltre con certi discorsi, e TENTARE di non scadere nei luoghi comuni che non hanno nemmeno bisogno di essere alimentati. Ormai vivono di vita propria.

Oggi mi dimentico più che mai delle persone a cui tengo, dei loro compleanni ad esempio, trovandomi a dover rimediare dopo qualche giorno scusandomi sentitamente per la mia gaffe ennesima. Non fingo quando mi scuso, e mi trovo a non capire come mi sia potuto passare di mente. È come se tenessi agli altri ma fossi quasi completamente freddo dentro. Anzi meglio, distaccato. Sento che in quel che dico c’è spesso più ragione, che sentimento, e quando faccio uscire la seconda non riesco a farmi capire come quando sono più mentale. È una sensazione spiacevole, anche se per fortuna c’è chi mi conosce e mi da il tempo necessario per esprimermi coi miei tempi e modi senza giudicarmi fino alla rottura. Portano anche pazienza, dandomi fiducia.

La fiducia. Nelle donne poi, è sostanzialmente a puttane se si tratta di rapporti amorosi. ne tengo sempre una mini riserva in soffitta ma sono convinto che potrebbe più che altro fottermi, che darmi soddisfazione. Prendiamo un esempio. Qualcuno qui sul blog ha scritto È vero.. l’ho riempita di attenzioni, comprensione e affetto. Ma ne avevamo appunto parlato.. Chi chiesi se darle tanto era un male. Mi rispose che era meraviglioso. Ne avrebbe voluto anzi ancora di più.. ”

Ecco. Mi sono ripromesso di evitarlo come la peste questo atteggiamento “amorevole”, di rimbalzo a cm’ero tempo fa. Eppure, alla lunga anche io avrei fatto lo stesso dopo averne PARLATO. probabilmente, dopo mille sforzi, mi sarei buttato alla stessa maniera con naturalezza, finendo bruciato allo stesso modo. penso e dico cose in cui credo, ma che paiono restare sostanzialmente lì e basta. tutto qui.

È come se non credessi in nulla se non in me stesso, e forse in pochissime altre persone.
Ma davvero poche, poche, poche…

Ed il bello è che non imputo colpe a nessuno. L’unico ad essere reo di qualcosa sono io.

Qualsiasi commento è bene accetto.

Lettera pubblicata il 29 Agosto 2010. L'autore ha condiviso 37 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 9 commenti

  1. 1
    colam's -

    mi sento più freddo e distaccato anche io dopo varie randellate sui denti (morte di parenti, lasciato, tradito dall’amico, divorzio dei genitori, ecc.).

    Penso sia normale, mi ricordo che i miei nonni avevano anche loro un atteggiamento verso la vita da “Capitano di Lungo Corso”, sai quei vecchi marinai pieni di rughe e con la pelle scurita dal sole e dal mare. Ogni ruga è una tempesta che hanno attraversato, e negli occhi ci sta una sorta di dolorosa calma, quella di chi ha sofferto ma è sopravissuto alla sofferenza.

    Forse il brutto oggi è che ci si inaridisce prima del dovuto, un pò per l’impreparazione alla vita (io credevo sarebbe stato tutto facile), un pò per la perdita di serietà e di onore presso troppa gente che incontriamo.

    Comunque non è “colpa” tua, né mia. E’ il mondo che è diventato così, e che ci fa reagire per forza colà.

  2. 2
    brunetto87 -

    beh..ti senti un pò come me,non credi più a nulla se non a te stesso!
    Non mi sento parte integra di questo mondo così meschino e falso e delle orrende persone che ci vivono,le quali al momento che te lo possano mettere a quel servizio,lo fanno senza preoccuparsene e senza rancore.Quindi io mi domando:Come farò mai a fidarmi al 100% di un’essere umano?
    Specialmente delle donne….non credo più all’amore se no nei primi tempi(mesi)ma poi svanisce tutto o per incomprensioni,o per questioni legate alla libertà..
    la verità è che ognuno pensa ai c.... suoi,e fà credere alle persone più deboli di cuore e di sentimenti,che gli staranno sempre vcino,in qualsiasi momento…poi sono le prime a scappare!
    Quindi che senso ha gettare la propria dignità vicino ad un’essere di cui uno non ci si fida o fà finta che tutto andrà bene?mah la miglior cosa è vivere alla giornata senza progetti e speranze,così la delusione quando verrà sarà meno forte.

  3. 3
    Cristian71 -

    @spectre
    Quelle parole che ho scritto, per altro con errore di ortografia ma la tastiera virtuale di questo tablet nn e’ gran che confortevole (sia per scrivere che per correggere) ma cmq si capiva il senso, hanno un valore limitato a quella persona. Nn sono cosi’ generoso di tenerezze e parole gentili con le donne in generale. Ne conosco la loro crudelta’.

    La mia precedente storia e’ stata molto dolorosa. Con effetti simili all’astinenza da droga.. Mi sono informato e ho scoperto che amare profondamente ci fa stare molto bene perche’ il cervello secerne una sostanza che ci “sballa”. Quando la persona amata si stacca da noi viene a mancare la dose quotidiana e andiamo in astinenza.. Per altro questa scoperta mi ha aiutato a superare diverse difficolta’.. Ora so che nn perdo qualcosa di assoluto e unico ma solo la mia “spacciatrice” se ne va.. Resta comunque in me la componente romantica che mi fa sembrare l’amore ancora magia.. Ci mancherebbe.. Ma la vedo in modo mooolto diverso.
    Questa dolorosa storia d’amore mi ha rotto qualcosa dentro ( come gia’ detto in altro post) e per anni sono stato freddo e acido con l’altro sesso. Solo amicizie.

    Restare apatico o vivere un mondo di persone dai comportamenti discutibili? Ora ho fatto la scelta di buttarmi in questo mare torbido. E senza salvagente.
    Ho distinto due settori fondamentali. Relazioni amorose/ amicizie e Tutto il resto. In quest’ultimo sono freddo e razionale (e le mie soddisfazioni sul lavoro lo dimostrano), mentre sono tornato idealista con le donne. Meglio aver avuto e soffrire che non aver avuto nulla. Certo non mi butto con la prima venuta.. Continuo a scegliere per quanto mi e’ possibile. Ma credo che ne valga la pena. Sempre.

  4. 4
    silvy -

    Mi ero ripromessa di non scrivere più su questo forum… è stato molto importante per
    me approdare qui, ho trovato persone che mi hanno capita e aiutata. Ma vorrei superare
    questa fase della mia vita, la fase post trauma da abbandono. Però a volte ancora giro
    qui e leggendo ho trovato questo post. Il tuo nick non mi è nuovo e quello che scrivi…
    Ho smesso di regalare sorrisi, cinica sul lavoro e nella vita pratica di tutti i giorni cerco
    di essere sempre presente a me stessa. Diffido in generale delle persone e dagli uomini
    non mi aspetto nulla. Non mi fido di quelli che da subito ti riempiono di attenzioni, la
    loro passione quasi sempre brucia in fretta e non rimane nulla. Per non parlare di quelli
    che dall’inizio si rivelano dei bastardi per la serie “…prendi una donna trattala male…” bè
    lascio a voi ogni facile conclusione. Lo confesso, non ho la più pallida idea di come un
    uomo possa approcciarsi a me, a me che sono una brava ragazza (e si vede), che non
    sono una stupida e che in un qualunque rapporto uomo/donna cerco di pormi
    serenamente. Troppo impegnativa forse… Superba penserete, ma in questa società
    l’umiltà non m’ha mai portata da nessuna parte (purtroppo). Vorrei davvero tanto
    buttarmi nella mischia, ma non ce la faccio. Anche gli uomini migliori che conosco non
    sdegnano di guardare con desiderio una bella e giovane ragazza, ed ho quasi
    l’impressione che se solo non avessero la fede al dito o un pargolo a casa non si
    limiterebbero a guardare. Forse è normale, che c’è di male a guardare? C’è che in quegli
    sguardi leggo quasi sempre un’insoddisfazione… E questa non sono disposta ad
    accettarla. Perciò piuttosto che procedere per tentativi ho deciso di starmene da sola.
    Non sono più disposta ad accettare un uomo che non mi ami in modo totalizzante, vorrei
    essere tutto per lui… utopia. Invece dovrei accontentarmi perché gli anni passano e non
    è vero (purtroppo) che l’amore non ha età…

  5. 5
    toroseduto -

    Ciao Spectre, se me lo consenti…
    SMARRIMENTO CONSAPEVOLE, sarebbe stato il giusto titolo alla lettera.
    Questo penso nel leggere anche i commenti. La cosa strana è il fatto che si attribuiscono “agli altri” le nostre carenze.
    Siamo tutti daccordo su questo blog che tutto va a rotoli,il mondo, gli amici, la società, le donne…Non sono convinto! La soluzione a questo malessere va cercata in ognuno di noi. Concordo che i tempi sono cambiati, i valori sviliti da questo mostro dalle mille teste che influisce nel nostro “essere unici” e da qui lo smarrimento di cui sopra. Conoscere a fondo sè stessi sarebbe il primo obiettivo (non facile) da raggiungere. Nell’introspezione si mettono a fuoco caratteristiche e peculiarità sorprendenti. Sono stato beneficiato dalla grande passione per la lettura, 30-40 libri all’anno, spaziando nei diversi campi. Ho letto la biografia di Renoir ultimamente. Era uno che si conosceva molto bene.

    [..] Gli parlarono di una donna avvocato. Scosse il capo: “Non
    andrei mai a letto con un’avvocato”. Era pienamente persuaso che la vittoria nei principi fosse solo apparente, e che, anzi, provocasse un contraccolpo immediato. “Quando erano schiave, le donne erano veramente padrone. Adesso che cominciano ad avere qualche diritto,
    perdono un po’ della loro importanza.Quando saranno alla pari con gli uomini conosceranno la vera schiavitù. Perché insegnare alle donne quei noiosi doveri che gli uomini compiono così bene in veste di avvocati, medici, studiosi, giornalisti? Mentre sono ben fornite di qualità per un altro mestiere, che un uomo non può neanche lontanamente sognarsi di conoscere: quello di rendere sopportabile l’esistenza.[..]

    Non è assolutamente mia intenzione fare un parallelo con la mentalità del 1800-900. Volevo far risaltare con questa citazione, la mia convinzione che solo attraverso la reale conoscenza di sè stessi è possibile trovare il “centro di gravità permanente”. Esiste. E’ una gran fatica trovarlo, non cito autori:
    leggere per crescere è la mia disciplina. TS

  6. 6
    marshmallow -

    Ho letto questa lettera 1, 2, 3 poi altre e altre volte.
    Cavolo.
    Ho aperto il cassetto del mio comodino e ho tirato fuori una lettera che una persona mi spedì un giorno da cui mi sembra passata una vita. A un certo punto dice “…ho capito che dovevo cambiare rotta. Negli ultimi anni mi sono chiuso troppo in me stesso e nelle mie piccole cose da essere poco ricettivo nei confronti degli altri”.

    Ero piccola e stupida, ogni volta che ci ripenso mi sento una merda per non avergli neanche risposto. Penso pure (a ripetizione da un po’ di anni) che mi sembrava una situazione talmente assurda e lontana da me. E invece… ci sono arrivata forse anche peggio di quella persona.

    Sono arrivate mazzate, veramente. Se mi immedesimo in me in quelle circostanze mi viene ancora da piangere, ma non sono solo lacrime, è un dolore quasi atavico. E’ come un seme del male che mi hanno messo dentro al posto di ciò che mi è stato rubato, anche se fortunatamente sono riuscita a coprirlo e circondarlo di altre cose positive.
    E’ qualcosa che mi ha fatto svegliare nel cuore della notte in lacrime, in preda ad attacchi di panico, nell’assoluta convinzione che la vita non potesse avere un senso.

    Che l’hai scritta tu, Spectre, me ne sono accorta dopo aver letto e riletto e dopo aver deciso di scrivere la mia.
    Io per carità non ti conosco, ho letto qualche tua risposta qua e là e questa lettera in più, tutto mi fa pensare che devi avere un grande potenziale dentro. Sei una persona sensibile e lo sai, è questo il pedaggio. Puoi non farcela e diventare un pezzo di legno, sentirti invulnerabile e forse pure un po’ invincibile, ma soprattutto morto dentro.
    La “prova” per una persona e riuscire a non farsi schiacciare dalle cose che fanno male, nè usarle in assoluto come scudo, ma rielaborarle e tenerle dentro sempre un po’ presenti, come una carta per orientarsi in una città che non conosci. Perchè è questa la vita…

    Oggi sto meglio, non so neanche bene come ne sia uscita e sicuramente ho ancora un piede nella fossa, davanti a certe cose ho sempre paura… ma credo sia una conseguenza del fatto che dietro l’angolo trovi più spesso fregature che affetto. E una parte di me fa ancora fatica ad accettarlo.
    Il problema è che ognuno trova la via di uscita a proprio modo.
    Io forse ce l’ho fatta coltivando me stessa, dopo aver realizzato che sono sola.
    Rapportarsi agli altri sembra meno pericoloso però quando si va in profondità c’è sempre il problema.
    Mi dispiace che ti senti così:(

  7. 7
    Sergio -

    Spectre, TS ha ragione nel dire che lo scopo delle proprie esperienze è quello di cercare il proprio equilibrio, il proprio centro di gravità.

    La mia esperienza mi ha insegnato a cercare essere come tu descrivi (non ce la farò mai), ma la mia stessa esperienza mi insegna che anche io esisto e che altre persone come me esistono.

    E alla fine quell’equilibrio non devo cercarlo se credo di averlo raggiunto o se io con me stesso sto bene. Gli altri devono per l’appunto orbitare rispetto alla mia centralità, e con questo non dico che dobbiamo intestardirci nell’essere freddi. La luna non toccherà mai la terra, eppure è sempre li che orbita. e il male che subiamo ci può influenzare nelle scelte ma non può cambiarci.

    Poche sere fa dopo un anno e mezzo dalla fine della mia storia ho parlato con la mia ex. A parte che come al solito nel discorso è intervenuta una sua “cara” amica che ho prontamente scacciato (e questo a dimostrazione che non tutti sono in grado di scegliere da soli), sono riuscito a sentirmi dire il “motivo” per cui non torniamo insieme…
    Non accetta la mia reazione al male subito, al male impostomi da lei… E’ la cosa più ridicola che si possa sentire… il male che lei mi ha fatto non conta, perchè l’ha fatto lei. Quello che ha creato rottura non è il suo operato, i suoi sotterfugi, le sue bugie e le cattiverie gratuite… ma la reazione a questo.

    Come vedi la mia ex ha il suo centro di gravità… teniamoci il nostro.

  8. 8
    Spectre -

    Leggevo con calma le vs. risposte, e vi assicuro che è da tempo che perseguo la strada indicata da TS riguardo il conoscersi. Ne sto facendo di cose per riuscirci. È un lavoro di ogni giorno che dura da qualche anno. Il punto è che questo conoscermi mi porta anche a (di)staccarmi dal resto. E mi scoccia. Nn è che sia perchè penso solo a me, anzi, ma nn c’è lo stesso tipo di trasporto di un tempo, il che nn è un male a priori visto che quel modo di fare passato era solo la benzina che dava vita a circoli viziosi poco costruttivi e destinati a morire (morire per certo… visto che ne ho avuto dimostrazione).

    È bello da una parte, perchè è una nuova via lungo la quale nn delegare nulla di me agli altri, ma fa sentire fuori da tutto, anche quando sei appena all’inizio di certe considerazioni come me. Perchè sia chiaro, nn sn certo di un bel niente, anche se magari uso toni forti.

    PS. la citazione di TS è molto significativa. Il tempo dirà, anche se un po’ lo sta già dicendo e dimostrando.

  9. 9
    toroseduto -

    Anche io mi sono preso un po’ di tempo, è il tipo di confronto che prediligo. Da sempre portato all’introspezione, cominciata in maniera
    drammatica a 7 anni e sopravvissuto ad un volo dal secondo piano.

    Sopravvissuto ma intubato in una condizione troppo ardua da descrivere. Ho sentito da quel momento in poi che trovandomi ad essere
    una specie di miracolato, dovevo capire il senso di questa seconda vita. E’ un cantiere ancora aperto, e il riconoscere questo, mi porta ad una sola certezza: non ci saranno mai punti fermi, almeno in questa vita.

    Dicevo queste cose già a 10 anni, senza l’influenza di nessuno. Mi sentivo unico, tacevo agli altri questo segreto, ho vissuto con la consapevolezza che avrei trovato le risposte che cercavo, solo con la morte. La chiusura del cerchio.

    20 anni fa mi sono imbattuto in Brian Weiss. Ho letto tutti i suoi libri, in parallelo cercavo altre strade, un cammino affascinante. Andando avanti sentivo che stavo posando il piede sulla mia stessa orma lasciata secoli prima. Mi fermo qui, è un’esperienza interiore molto personale, mi ha dato molto conforto. Si può arrivare in cima alla collina salendo da versanti diversi, io con molta fatica, mi trovo quasi in cima, non so cosa troverò dall’altra parte, mi piace pensare che ci sarà qualcosa di più bello di quello che ho vissuto finora. TS

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