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Roma e malinconia

di

Caspita non mi parlate di Roma.
Anch’io giravo tanto per questa città con la (non più) mia fidanzata. Si cenava assieme la sera a Trastevere, giravamo per S.Lorenzo le notti d’estate tra i musicisti di strada, prendevamo l’autobus e la metro (“i mezzi”, come li chiamava lei) per tornare nel suo appartamentino la sera… ed io mi innamoravo di Roma, dei suoi palazzi, del suo caldo estivo soffocante, della ressa nella metro, delle sue piazze e della sua periferia sfacciata.
Certo, ormai ero già innamorato di Alessia; che quando parlava di Roma con i suoi occhi sorridenti diceva: “…a Roma ho fatto questo, a Roma puoi trovare quello, e noi vivremo a Roma, e faremo questo e troveremo quello…”.
E adesso lei mi manca tanto… che a volte nel letto stringo forte il pugno immaginando di avere le sue dita sottili tra le mie; lo penso così intensamente che alla fine finisco con l’addormentarmi sul guanciale bagnato, credendo che sia vero. Che ci sia davvero il suo respiro a confondersi con il mio e che quelle gocce che sento cadere siano le sue parole sussurrate.
Sono tornato a Roma il mese scorso, da solo, e ho girato ancora per le vie della città. Di nuovo, per qualche giorno, sono andato in giro per il centro: sono sceso a Trastevere, ho preso il tram fino a Largo Argentina, sono entrato nella nostra libreria preferita… poi una domenica pomeriggio mi sono perso per Porta Portese in mezzo a quei venditori ciarloni cosmopoliti. Avido di bellezza ho girato intere giornate sotto il sole soffocante, sono entrato nel museo di Villa Borghese, di Palazzo Barberini, Galleria Corsini e Villa Pamphili; non mi fermavo mai, luci caravaggesche che frustavano corpi nudi e contorti, sguardi di madonne dipinte come giovani madri popolane.
Ed era tutto così tristemente meraviglioso mentre camminavo solo per quelle strade bollenti che i miei occhi lacrimavano, mentre nella mia tasca stringevo forte il pugno… oddio se solo avessi avuto la sua mano nella mia.
Addio Ale, beato chi questa sera è vicino a te.

Lettera pubblicata il 6 Marzo 2014. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Amore e relazioni - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 6 commenti

  1. 1
    camy -

    molto bella questa lettera, scrivi bene. sembra tratto da un libro.. 🙂

  2. 2
    Franzo -

    Grazie Camy del commento!! Un modo come un altro per liberarsi di vecchie paturnie…

  3. 3
    Feanor -

    Anch’io il mese scorso ero a roma!

    Giravo per Trastevere con lei… ed ora dov’è lei?
    Lei è li… ma io no!

  4. 4
    rossella -

    Roma mi e’ sempre piaciuta, ma fino all’anno scorso non ho mai preso in seria considerazione l’idea di viverci. Non sono mai stata fidanzata, ma ho sempre sognato l’amore… neanche durante le classiche gite mi e’ capitato di fare caso a qualche ammiratore. Altrove, ad esempio in Sicilia, mi e’ capitato di ricambiare il saluto con l’intento involontario di provare a conoscere la persona. Solo la persona. Roma mi fa pensare ad un miracolo d’amore… non e’ facile abbandonarsi quando si viene da fuori. Per paradosso Milano mi sembra piu’ sicura… nel senso che da lontano riesci ad avere una visione razionale dello spazio. A Roma il mistero dell’ amore si sente sulla pelle… e’ un fatto inspiegabile! I residenti sembrano assuefatti e questa loro sicurezza comunica tanta pace. Da sola mi ambienterei in poco tempo, ma non riuscirei a lasciarmi andare… quando vedo due fuori sede mi sembra una scena di Vacanze Romane. Ti fidi completamente di lui… che meraviglia! Sembra una favola 🙂

  5. 5
    Solnze -

    Bellissima la lettera, ma io penso che non sia il caso di tornare in una città in cui abbiamo vissuto un amore forte che poi è finito se non quando la rottura è già stata sbollita, di solito dopo diversi anni.
    Tornarci subito da solo fa riemergere i fantasmi del passato. In definitiva è un atto masochistico.

  6. 6
    Franzo -

    A quasi quattro anni di distanza è tutto così diverso…ero disoccupato e solo. In quel perido mi sembrava di aver toccato il fondo, anche se non era vero perchè c’è molto di peggio purtroppo che essere lasciati e non avere un lavoro, almeno finchè hai una casa, una famiglia e sei in salute. Adesso ho un lavoro, anche se mi mette un’ansia pazzesca,una moglie che adoro e una bimba (impossibile dire quanto la amo).
    Mi rendo conto che ci sono periodi nella vita difficili perchè vorresti lottare per migliorare ma non sai come muoverti e più passa il tempo e più la fiducia si affievolisce…poi succede qualcosa, qualcosa cambia; tutto rimane difficile, per certi aspetti anche peggio, ma almeno ti rendi conto che sei nella mischia e non più nella terra di nessuno… che hai fatto delle cose che hanno un senso e se continui a lottare ci puoi anche costruire qualcosa sopra.
    Un abbraccio da Franzo

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