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Riflessione sui sentimenti da adulti

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Qualche giorno fa, dopo molti mesi di assenza da queste pagine, ho iniziato a scrivere una lettera che voleva essere una continuazione delle mie precedenti, in cui descrivevo i miei dubbi di fronte all'”amore” nell’età adulta. Attribuivo le cause di questo mio atteggiamento all’aver iniziato (per motivi descritti in dettaglio nelle prime lettere) le mie prime storie molto tardi, a 25 anni. Ecco, queste lettera partiva proprio da quelle cosiderazioni…ma essendomi accorto che in realtà stavo facendo un’analisi indipendente dal mio passato, ho finito per cestinarla, ed eccomi qui a scrivere i miei pensieri sui sentimenti e sullo stare insieme da adulti, spesso confermati da buona parte delle lettere pubblicate qui ogni giorno.

Penso sia opportuno iniziare da una premessa. Come noto sempre di più, il modo di intendere e vivere i sentimenti e le relazioni cambia profondamente da persona a persona, a seconda del carattere, dell’educazione avuta, delle esperienze passate…Con infinite sfumature in mezzo, agli estremi ci sono da un lato coloro che fin da giovanissimi credono poco nell’amore e non cercano relazioni serie ma preferiscono divertirsi e avere mille avventure, che vivono le storie in modo più spensierato, che lasciano più facilmente e soffrono meno se sono lasciati; dall’altro quelli più sensibili, più tranquilli e introversi, che hanno poche/pochissime storie molto lunghe, che difficilmente tradiscono e che soffrono moltissimo quando la storia finisce.

Ecco, io almeno fino a qualche anno fa sono sempre stato decisamente più vicino a questa seconda categoria, e tutto quello che segue riguarda in particolare questo tipo di persone. Fin dagli anni del liceo, avevo i miei amici, i miei hobby, ero soddisfatto della mia vita, ma vedevo l’essere fidanzati come qualcosa di più, quel qualcosa che ti faceva sentire di vivere veramente al 100%, che ti poteva far essere felice sul serio, nonostante i problemi che inevitabilmente nascono in ogni coppia. Credevo molto nelle relazioni e nei sentimenti. Purtroppo però, la grande timidezza che non sono riuscito a vincere fino a 24-25 anni mi ha impedito di vivere quella storia spensierata che tanto desideravo.
Però ricordo benissimo quanto invidiavo gli amici che una ragazza l’avevano trovata, e stavo molto male per questo. Stavo male quando si usciva e loro arrivavano insieme a lei, e li vedevo molto uniti e felici, stavo male quando li sentivo organizzare weekend insieme, vacanze, quando lei veniva ad aspettarli all’uscita da scuola o dall’università. Stavo male perchè li vedevo godersi al massimo quegli anni, quando li sentivo raccontare delle loro esperienze a letto e pian piano li vedevo maturare, cambiare, anche se poi alcune di queste storie finivano e loro ne uscivano malissimo.
Perchè in fondo cosa c’è di più bello che essere fidanzati da giovani? Avere accanto una persona che è più di un amico, con cui a quella età hai una confidenza e una complicità che non hai con nessun altro, sentirsi a proprio agio con lei, voler fare mille cose insieme, condividere un sacco di esperienze.
E poi, intorno ai 20 anni bastava veramente poco per innamorarsi, o almeno sentirsi innamorati. Quanti perdevano la testa per una ragazza dopo averci parlato per poco tempo ad una festa, o ad una cena, e poi la cercavano, pregavano amici comuni di organizzare qualcosa per poterla rivedere, e se le cose andavano bene iniziavano con lei una storia durata poi anni e anni. Perchè in fondo a quell’età ci sentiamo speciali noi e vediamo facilmente speciali gli altri, ci basta poco per perdere la testa, ed è normale in fondo, perchè una volta che c’è quell’attrazione di base iniziale, il resto viene da sè, è tutto incredibilmente semplice.

Crescendo però cambiamo. Chi prima chi dopo, ma tutti noi avvicinandoci ai 30 anni subiamo un profondo cambiamento, nel modo di vedere la vita, le relazioni, i sentimenti, e in pochi anni ci ritroviamo ad essere persone molto diverse. Lo vedo benissimo tra la gente che mi circonda, lo percepisco in me stesso. Chissà, forse iniziando a lavorare, tra responsabilità, problemi, orari, routine, perdiamo quella spontaneità e freschezza che avevamo da studenti, e tendiamo quasi ad uniformarci. O forse sono le esperienze di vita, soprattutto quelle negative, che anno dopo anno ci rendono sì più maturi e forti ma ci fanno anche diventare più freddi e distaccati. Sarà che le relazioni più o meno importanti che di solito si hannno avuto prima dei 30 anni, possono aver lasciato profonde ferite, rendendoci più scettici, più cauti a buttarci un nuove esperienze, più calcolatori. Sarà una nostra naturale tendenza a vivere con sempre meno entusiasmo quello che già conosciamo o abbiamo vissuto, aspetto questo che riguarda un po’ tutti gli ambiti della vita.
Quello che è certo è che dai 20 ai 30 anni cambiamo più che in tutti gli anni che verrano in futuro.

E qui entrano in gioco i miei dubbi e il mio scetticismo, che è forse indipendente dall’aver avuto zero, una o dieci storie serie in passato. Inizio a comprendere sempre meno il senso del voler iniziare una relazione da adulti. Per anni mi sono trascinato dietro quella idea di storia da ventenni mai vissuta (o meglio vissuta in parte con le brevi storie che ho avuto dopo i 25), con la convinzione che da fidanzato sarei stato molto più felice e avrei guardato tutto con occhi diversi, con più ottimismo e serenità. E fino a qualche anno fa sarebbe stato così probabilmente.
Ma ora invece, a 32 anni passati, mi guardo attorno e mi chiedo: ma se avessi una ragazza oggi, cambierebbe sul serio la mia vita come sarebbe cambiata a 20 anni? Sarei veramente più felice? Cosa farei mai con lei di così speciale? Ha senso questo mio stare male senza una ragazza, alla mia età? E guardando le cose dal punto di vista di una donna ormai adulta, indipendente, come potrebbe mai innamorarsi di me? Cosa potrei darle di così importante a 30 anni? E non riesco a darmi risposta. Vedo sempre meno motivi per cui dovrei, ormai adulto, cercare a tutti i costi una donna che ora non conosco per iniziare una relazione ed eventualmente pensare ad un futuro insieme. Non so quale confidenza e complicità in più potrei mai raggiungere con lei rispetto alle amiche che conosco da anni, con cui parlo di tutto, scherzo, ho condiviso molti bei momenti tra serate, viaggi, weekend insieme.

Penso ai miei amici. Penso a quelli che conosco da una vita, alcuni fin dal liceo. Penso alle storie che hanno avuto 10 anni fa, a come erano felici con quelle che ora considerano come “ex storiche”. Li vedevi insieme per qualche minuto e capivi subito che erano una coppia. Quando si usciva erano quasi un nome solo, “Andrea e Ilaria”, “Marco e Roberta”…tutti li conoscevano come coppia, nominavi lui e pensavi a lei. Quanta confidenza avevano, come si capivano, quanto hanno sofferto quando quelle storie sono finite.
Ora, quegli stessi amici li vedi uscire con una ragazza, o meglio una donna, magari una collega, e non sai se sono insieme, spesso non lo sanno nemmeno loro (in fondo, da adulti quale “evento” stabilisce l’inizio di una relazione?). Li vedi parlare insieme, e magari stanno bene, ma sono anni luce lontani dalla confidenza che avevano con la loro ragazza 10 anni fa, e dall’esterno non puoi nemmeno dire che siano una coppia. Non ti dicono che con lei sono felicissimi, che sono innamorati…ti dicono che la frequentano, che stanno bene insieme…Poi ok, ci possono essere delle eccezioni, chi perde la testa a 30 anni così come chi vive una storia monotona e piatta a 20, ma in media la situazione da quanto vedo è questa. Lo stare insieme sembra più un “patto”, un trovare una persona con cui più o meno ci si trova bene, con cui hai la certezza di potere andare a letto regolarmente, quasi a dirsi “ok dai, siamo adulti e il periodo delle grandi emozioni è finito, proviamo a metterci insieme per vedere come va che è comunque meglio che stare da soli”.
Tant’è che quasi tutti quelli che hanno iniziato una storia a 29-30 anni, durata magari anche un anno o due, quando è finita non è che si siano scomposti più di tanto.

Ma forse è proprio qui che entra in gioco il mio passato e tutta la mia inesperienza dovuta al non aver mai vissuto una storia lunga e felice a 20 anni. Perchè forse chi ha già vissuto le sue esperienze per anni e anni ha come soddisfatto quel desiderio innato di emozioni e sentimenti a mille che abbiamo a 20 anni, e ora non cerca più una persona che gli farà perdere la testa, ma gli basta appunto una con cui più o meno si trova bene. Non una che hai cercato, inseguito, quella che ti ha fatto perdere la testa. Ma una quasi conosciuta per caso, magari a lavoro, una come tante, che hai semplicemente avuto la fortuna di conoscere quando era single.

Invece queste relazioni nate tra adulti mi sembrano una forzatura, qualcosa dettato da fattori molto egoistici, in particolare la paura di restare soli.
E questo lo vedo benissimo (purtroppo, aggiungerei) in me stesso. Come ho detto, una volta percepivo costantemente una sensazione permanente di bisogno di una ragazza accanto, mi sentivo incompleto, e ci soffrivo molto.
Ora invece avverto tutto questo in modo molto meno intenso. Fortunatamente, negli anni passati ho coltivato molte amicizie, ho viaggiato, ho fatto diverse esperienze. Esco quasi ogni sera, quando arrivano le vacanze ho spesso 2-3 compagnie con cui potrei organizzare qualcosa. Posso aggiungere che forse a forza di restare solo abbia quasi trovato un equilibrio in me stesso. E allora, sapete quando sento veramente la mancanza di una ragazza accanto? Quando penso che magari presto questa “pacchia” finirà, quando pian piano gli amici si sposeranno e si uscirà sempre meno, e allora sì che sarà “comodo” avere una persona sempre accanto. Ma se torno al presente, ne sento molto meno bisogno rispetto ad anni fa, e mi chiedo cosa mai spero di trovare in una donna che aggiunga qualcosa alla mia vita.

Un discorso a parte riguarda poi il concetto in sè dell’innamorarsi. Una volta, era fin troppo facile. Come era facile perdere la testa per le ragazze…così carine, solari, spensierate, un po’ ingenue forse, piene di energia…E come si innamoravano loro, quando le vedevi (e vedo ancora oggi, quando incontro in giro giovani coppie) entusiaste quando erano con lui, quando ogni occasione era buona per abbandonarsi ad un bacio, un abbraccio, quando al cinema li vedevi tenersi per mano vedevi lei appoggiare la testa sulla sua spalla.

Forse il segreto dell’innamorarsi e del sentire bisogno di una persona accanto era proprio questa ingenuità e debolezza tipiche dell’essere giovani. Ma ora cosa resta di tutto questo? E’ vero che i tempi sono cambiati, che ci sono molte trentenni con la vitalità di una ragazzina, e che sono ancora bellissime ragazze. Ma dal punto di vista dei sentimenti, mi sembra sempre più difficile riuscire a provare qualcosa per una donna adulta.
Nelle coetanee faccio veramente fatica a trovare qualcosa che possa fare scattare almeno una piccola scintilla e far nascere la voglia di conoscersi e magari mettersi insieme…ed innamorarsi. Il che spero non sia confuso con una critica alle trentenni, perchè è un discorso riferito ai soli sentimenti. Io ho diverse amiche della mia età, conosciute tanti anni fa, che vedo spesso, con cui chiacchiero, esco, mi diverto, e che considero bellissime persone. Ma allo stesso tempo le vedo ormai così adulte, indipendenti, prese dal lavoro, da responsabilità e impegni vari…E mi chiedo, cosa dovrebbe mai spingermi a vedere una di loro come più di una amica?

Quando siamo già grandi, siamo ormai indipendenti, maturi, ognuno con le proprie idee ben salde nella testa, con i propri interessi, i propri giri, le proprie abitudini. Siamo ormai ognuno un mondo a sè, ogni più piccola situazione può potenzialmente essere motivo di discussione. E poi abbiamo viaggiato, conosciuto un sacco di gente, possiamo veramente ancora trovare una persona che in qualche modo ci sorprenda e ci faccia vedere in lei qualcosa che faccia scattare la famosa scintilla?

La mia quindi non è una critica verso le donne adulte…ma più una riflessione generale che inevitabilmente sfocia in alcune riflessioni e domande esistenziali…E’ triste vedere come cambiamo in così pochi anni, come nonostante la lunghezza della vita dopo soli 25-30 perdiamo quella spontaneità, quella freschezza, quella voglia e capacità di emozionarci e divertirci che avevamo da più giovani…Fisicamente cambiamo, e non possiamo farci nulla…Ma chissà se dentro potremmo riuscire ad essere sempre gli stessi, ad emozionarci con la stessa intensità, a dare ancora lo stesso valore ai rapporti umani, a non farci assorbire dalle routine della vita adulta, dalla carriera,…Forse è la società che ci impone di essere certe persone e di indossare certe maschere da adulti, forse un po’ inconsciamente cambiamo anche per questo?

Lettera pubblicata il 21 Febbraio 2014. L'autore ha condiviso 10 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Amore e relazioni - Riflessioni

La lettera ha ricevuto finora 9 commenti

  1. 1
    cam -

    Io faccio parte dei giovani, secondo la tua lettera. Vado per i 23 anni, ho avuto due storie importanti e lunghe. Poi solo flirt o frequentazioni; ho avuto la mia prima storia seria ha 17 anni, quando è finita ho sofferto tantissimo. Ma sono riuscita a mantenere un buon rapporto con il mio ex, dopo tanto tempo e tanti sforzi da parte di entrambi. Uscivamo nella stessa compagnia ed eravamo molto legati da prima.
    Non so se sia stato amore, con il senno di poi ho provato qualcosa di molto più forte con l’altro ragazzo con cui ho avuto una storia importante. Ma forse perché a 17 anni sei tanto piccola, forse perché con il tempo si sminuisce tutto, forse perché dovevo farmi la corazza ho sofferto sul serio.
    Adesso non ci tornerei mai insieme, proprio perché con lui ho mantenuto un bellissimo rapporto di confidenza e di rispetto.
    L’ultima storia è finita cinque mesi e mezzo fa. E’ finita male, non dò la colpa solo a lui, anche se è stato parecchio ingiusto e cattivo. Ho amato come non mai, quando è finita credevo di morire. Ho sofferto di attacchi di panico, mi mancava da morire, ho perso peso e sono stata assalita dal torpore che piglia le persone che amano ancora, ma non sono amate più.
    A volte pensavo che tutto questo dolore fosse troppo per il mio cuore e tutte le ingiustizie mi facevano male da morire. Rimbombavano dentro.
    Condivido quello che hai scritto. Hai ragione quando parli della gioventù, della differenza di carattere eccetera. Ma io credo che sia colpa per lo più della società. Ne parlavo ieri sera con un’amica, che ha più o meno la mia età. Le persone che amano sul serio ci sono, le persone fiduciose nell’altro ci sono. Ci devono essere perché bisogna dividerlo con qualcuno questo schifo.
    Magari verrò interpretata male, magari qualcuno dirà che sono discorsi di una ragazzina, ma io ci credo fermamente.
    In un mondo dove tutto corre, un mondo in cui vige la regola del mordi e fuggi, dove tutto deve essere nuovo e attraente altrimenti stufa, anche i sentimenti perdono di importanza.
    Lo vedo nella mia quotidianità. Molti miei compagni di università badano alle apparenze, forse anche a causa dei social network. Vivono l’università come le superiori. Come se fossero parcheggiati, l’età in cui si esce di casa si alza poiché il lavoro manca, tutto è instabile. I divorzi sono in aumento, in periodo di crisi le persone dovrebbero rimanere unite, invece si allontanano.

  2. 2
    cam -

    Non abbiatemene male, ma a trentanni adesso i più sono ragazzini. Quando i miei erano giovani a trentanni erano già sposati e con figli. Adesso a trentanni e passa le persone escono ancora con le compagnie di amici. Questo non è per forza un male, non fraintendetemi, ma per dire che i tempi sono chiaramente cambiati. A trentanni magari fino a qualche decennio fa, le persone lavoravano, si costruivano una famiglia. Adesso l’età si è alzata.
    Mi capita di vedere ragazzi di 28-30 anni in discoteca sballarsi con i ragazzini di 18 anni. In una società dove mancano i valori, dove la tivù ti propina il consumismo nudo e crudo, anche quando i soldi mancano, dove la donna deve essere rifatta, dove vige l’individualismo, cosa vogliamo raggiungere? In una società dove tutti tirano acqua al loro mulino, dove la politica ha perso il suo vero significato (dal greco “politikos”), dove a fare i politici vanno le pornostar o i delinquenti cosa vogliamo raggiungere? Sembrerà non c’entrare ai più di voi, ma secondo me la politica e la società sono lo specchio della povertà di valori, della mancanza di vita interiore delle persone, della solitudine che affligge ognuno di noi. Non c’è comunità, non crediamo più in niente, neanche in noi stessi.
    Ieri con la mia amica dicevamo che a volte non ci vediamo realizzate. Non ci vediamo felici. Studiamo in un paese dove i giovani non li fanno lavorare per mancanza di esperienza, dove i laureati vanno a fare i centralinisti (con tutto il rispetto per i centralinisti), dove non ti pagano i contributi e dove la previdenza sta venendo meno, perché mancano i soldi.
    Viviamo in un mondo dove la gente che guadagna mille euro al mese si sfonda di alcool il fine settimana, perché di meglio non ha.
    Viviamo in un mondo dove il Grande Fratello viene celebrato, quando mi stupisco che ci siano ancora reti che lo trasmettono.
    Per non fare nomi e cognomi… Per non parlare della situazione politica attuale, per non parlare dei problemi che l’Italia ha da tanto tempo. Questo non c’entra?? Ne siete sicuri? Ne SIAMO sicuri?
    Secondo me sì.

  3. 3
    marikoska -

    ciao! ti puoi innamorare a qualsiasi età e quando ti succede ti senti miracolosamente un bambino! ancora più spensierato di quando ne avevi 16. Certo, la persona che ti “capiterà” ( sceglierai) adesso sarà sicuramente ad un livello di maturità superiore rispetto le ragazze precedenti. Quindi potrai insieme a lei avere degli obiettivi comuni sicuramente più possibili da raggiungere con la vostra VOLONTA’. 🙂 ciaooo

  4. 4
    Hurin -

    @mm

    mi piace ciò che hai scritto, intendo la sua forma… perchè per quanto riguarda il contenuto, ti sbagli di grosso!
    L’amore è amore e nasce a qualsiasi età! Anzi… se ci pensi bene, da ragazzo t’innamori così… nn è qualcosa di profondo a 360° è molto più superficiale anche se la prima volta nn si scorda mai! 🙂

    E’ anche vero che in età adulta, si hanno molte più esigenze verso il partner e molte esperienze sono già state fatte… e quindi tutto risulta più difficile, complesso!
    Questo permette però, di scegliere con maggiore saggezza, intelligenza… e si possono vviere emozioni bellissime!

    Nn fare l’errore di credere che a 30anni tu sia arrivato, sia grande etc etc… dovranno accadere molte e molte cose, la vita è lunga e sorprendente, nel bene e nel male!

  5. 5
    Aton -

    @cam
    Come si fa a sfondarsi di alcol con mille euro al mese? Forse con il vino in tetrapak, ma deve essere davvero dura…

    Poi vabbè, è ovvio che il testosterone cala dopo il picco a 18 anni. L’innamoramento a 30 è possibile e succede a molti, però convengo che non può essere la stessa cosa. In fondo stiamo parlando di una molecola che stimola l’ippocampo, il passare degli anni non aiuta nessuno, anzi, a lungo andare ti fa andare disteso, ma non a far ciò che facevi a18…

  6. 6
    cam -

    Scusa, presa dalla foga non ho spiegato bene. Parlavo di giovani che vivono con i genitori con un lavoro che fa guadagnare loro 1000 euro al mese, che non offre aspettative, possibilità di miglioramento. Con i soldi di papi, molti considerano l’unica soluzione questa.

  7. 7
    demon -

    cam, sembri sempre molto matura nei tuoi commenti. Mi daresti un tuo contatto per sentirci qualche volta? (scommetto di no eheheh).
    Comunque, incredibilmente, ultimamente percepisco maggiore spessore in ventenni (o giù di lì), che in donne di una certa età. E’ una cosa molto curiosa…

  8. 8
    mm81 -

    Vi rispondo con un po’ di ritardo. Marikoska e Hurin, guardate fino a poco tempo fa la vedevo anche io così, avevo molta speranza nella frase “l’amora arriva a qualunque età”. Ma ora mi viene solo da sorridere (e aggiungo purtroppo) quando mi capita di leggerla.
    Io sto uscendo e conoscendo persone molto più adesso che anni fa, ma paradossalmente riesco a trovare interessanti molte meno ragazze di una volta, o meglio praticamente nessuna.
    E’ una vita che non sento quella sorta di “tensione” nascere dentro quando trovi una persona che ti colpisce, ti fa venire voglia di conoscerla meglio, di passarci tempo insieme, qualcuna in cui percepisci qualche caratteristica, qualche piccolo lato del carattere che ti spinga ad andare oltre all’amicizia.
    Quando arrivi ad una certa età in fondo, dopo che hai fatto mille esperienze (nel mio caso purtroppo non nel senso di relazioni, ma di vita, come viaggi, lavori in Italia e all’estero, attività di ogni tipo), hai conosciuto mille persone, come potrai ancora farti “sorprendere” da una ragazza (discorso identico vale per le donne)…Ogni volta che conosco una ragazza/donna nuova non mi sorprende più che sappia fare questo o quello, che sia sportiva, che abbia interessi particolari, che viaggi molto…Ormai sono cose che ho sentito e risentito, qualcunque cosa faccia o qualunque aspetto particolare del suo carattere se guardo indietro l’ho già ritrovato in chissà quante altre persone…
    E’ questo che dico, che a questa età secondo me l’amore vero è bello che finito, a meno che (e questo vale soprattutto per le persone sole e più insicure, con poche amicizie) l’essere innamorati non coincida con la felicità dell’avere una persona sempre accanto con cui ti senti felice solo perchè con lei puoi organizzare cene, serate vacanze ecc. che altrimenti non sapresti con chi fare, e che ti allontana quindi l’ansia della solitudine.
    Cam, per te invece scrivo qui soltanto due brevi righe perchè hai toccato un argomento (l’infulenza della società sulle relazioni) che è un altro grande fattore che va considerato e su cui scriverò molto presto un’altra intera lettera.
    Inizio solo a dirti che condivido totalmente quello che dici…A me basta pensare ai miei nonni, o ai loro amici al loro paese…Una vita insieme, sempre uniti, sempre pronti ad aiutarsi…Una volta in fondo, tra povertà, guerre, problemi di ogni tipo, cosa c’era di più bello che trovare una persona con cui condividere la vita…Ovvio che non tutte…

  9. 9
    mm81 -

    già allora, ma in generale mi pare che le coppie fossero molto più unite…La vita era più semplice, noi eravamo più semplici, non eravamo sempre di corsa come oggi, non si era ancora sviluppata quella mentalità che vedo sempre più nei giovani dell’avere quasi il terrore ad essere bravi/brave ragazzi/e, oggi tutti vogliono essere/fare quelli determinati, forti, sembra quasi che più si ami e ci si senta legati ad una persona più si sia ridicoli e deboli…
    Ovvio che la politica e la società pure abbiano un’influenza negativa incredibile…Oggi corriamo tutti, la tecnologia ci ha invaso di gadget di ogni tipo, che diventano vecchi dopo pochi mesi, abbiamo sempre voglia di novità, ci stanchiamo di quello che abbiamo e anche della persona con cui stiamo molto più facilmente e velocemente di una volta…
    Una volta si viveva con lo stretto indispensabile, avevamo più cura di quello che possedevamo, ricordo mia nonna conservare e riutilizzare lo spago con cui avvolgeva le rolate di carne…Qualche settimana fa avevo trovato in rete una recensione di una intera pagina su una cover per uno smarthphone…Voglio dire, una cover…Forse non ce ne accorgiamo ma stiamo veramente andando allo sbaraglio secondo me…

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