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Realtà, sogni e disperazione

Sono qua, che scrivo per non pensare. Ho capito che l’unico modo per andare avanti è tenere la mente occupata, avere sempre qualcosa da fare, essere dinamico e attivo, ma arriva un momento nella vita che tutto questo non basta per colmare un vuoto che mi distrugge. Non ho le possibilità economiche per poter fare ciò che voglio e realizzare tutti i miei progetti. Vado avanti creo realizzo.. ma tutto questo non basta perché l’apatia è tornata e mi sta rovinando la vita. Dormo per 2 settimane di fila a un certo punto mi rendo conto che devo cambiare drasticamente, ma tutto quello che mi sta attorno mi fa star bene, tutto a parte i miei veri interessi e le mie aspettative. È come se la mia vita fosse bilanciata in una maniera talmente perfetta che quasi rasenta l’ignoto, dato dal fatto che non so cosa accadrà in futuro e per me avere la sicurezza che il destino debba stare nelle mie mani è indispensabile.
Da una parte della bilancia c’è la mancanza di tutto ciò che voglio realizzare, ma dall’altra parte c’è una vita che mi fa star bene. Fanculo a questo star bene non è reale, è solo qualcosa di fittizzio perché se così non fosse non avrei questo malessere interno che mi fa vaneggiare e pensare a 100 000 cose per poter migliorare. I miei pensieri variano sempre, voglio avere delle sicurezze, ma tutto questo non lo posso avere e rimango sempre nel dubbio, nell’ ignoto, nell’apatia a volte, e tante altre volte nell’ansia e nella quasi totale rassegnazione che tutto cio’ che voglio rimarrà solo un sogno e non si realizzerà mai e poi mai.

Lettera pubblicata il 24 Dicembre 2009. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 1 commento

  1. 1
    toroseduto -

    E’ quello che penso anche io. E forse tanti altri. Tenere attiva la mente…e progettare quello che stà nelle mie corde e posso realizzare.
    Avere mille progetti ed essere convinti di non realizzarne nessuno, può anche significare non avere nessun progetto.
    Io penso che avere un progetto (uno Solo) in cui credo fermamente, sia la molla giusta per impegnare la mente e soddisfare il bisogno di
    mettersi in gioco. Poi dipende dal progetto, se è fine a se stesso, vale sempre la pena tentare, osare. Ma se è un qualchecosa che coinvolge altre persone, allora è un discorso diverso, può avere vita breve o duratura, dipende dai punti di vista che possono essere condivisi o derisi, non sempre ci capita di conoscere persone sintonizzate sulla nostra frequenza. Ma forse parliamo di due argomenti diversi.

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