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Ma quanto è diffuso il bullismo?

Buongiorno a tutti, è la prima volta che scrivo e vorrei sentire le vostre opinioni in merito a un problema che mi riguarda (anzi mi ha riguardato) da vicino: il bullismo.  Vi racconto brevemente la mia esperienza : alle elementari ero un bambino veramente strano e tutti mi prendevano in giro, nulla di più, nulla di così grave; alle medie sono stato picchiato, insultato, diffamato sempre per la mia stranezza, unita al fatto che sono cresciuto molto lentamente rispetto ai compagni tanto che in 3° media ero un metro e cinquanta! Passando alle superiori diciamo che lì non c’era bullismo fisico, ma psicologico : gruppi di fighettini che ridacchiavano tra loro in gruppo,  scritte oscene lasciate sui miei quaderno, strategie di gruppo per sabotare la mia “carriera scolastica” mollandomi in turni in cui non ero preparato. In questi 5 anni da quando ho finito le superiori le cose sono andate nettamente meglio; mi sento molto sicuro di me stesso, sono diventato alto, muscoloso nella media, mi vesto bene (questa è una cosa che sembra inutile ma vi farò capire fra poco), sto con una bella ragazza e ho anche trovato un buon lavoro. è chiaro che io ho superato il problema del bullismo, però noto che molte persone che lo hanno subito non hanno reagito così… due miei amici ex vittime di bullismo mi confessano che loro sono segnati da questa cosa: hanno paura di tutto, di uscire nei luoghi dove possono esserci ex bulli, di postare una foto che potrebbe essere vista e inoltre mi hanno detto entrambi  (in due momenti diversi, poi ho collegato io le esperienze) che rivivono spesso con la mente i momenti in cui venivano umiliati, hanno sviluppato una sorta di fobia sociale. Lo stesso discorso vale per altre storie sul bullismo che ho letto su internet (addirittura suicidi o comunque morte sociale). Poi un giorno mi soffermo un attimo a pensare che anche io sono stato “deviato” dal bullismo che ho subito, anche se in maniera molto meno grave, ma il fatto appunto di volermi vestire bene (capi firmati, stile imitato dai famosi) e il fatto di aver iniziato a fumare li ho entrambi acquisiti da quelle persone che mi tormentavano per farmi accettare. Quindi in un certo senso anche io sono stato modificato. Ora vorrei sentire la vostra, insomma: Siete mai stati vittime? Questa cosa vi ha segnato e vi segna ancora oggi? Cosa fareste per combattere questo fenomeno?

Lo so che per alcuni non è facile parlare di queste cose, ma io vorrei sapere se ci sono tante persone che lo hanno sperimentato sulla propria pelle forse ci sarebbe più speranza di aiutare le future vittime. Quando io lo subivo: 1) non lo riconoscevo come fenomeno bullismo, ma mi sentivo solo depresso, debole, inutile, COLPEVOLE (che tristezza), 2) pensavo di essere l’unico al mondo, invece ripensandoci bene anche nelle classi attigue c’erano persone trattate molto male. 3) gli insegnanti non hanno mai fatto nulla e invece in futuro bisognerebbe aspettarsi da loro la vigilanza e la tutela dei più deboli.

Vi saluto e spero risponderete in tanti.

Lettera pubblicata il 28 Aprile 2017. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Me stesso - Riflessioni

La lettera ha ricevuto finora 6 commenti

  1. 1
    Nicola -

    Durante l’infanzia non ho mai subito episodi di bullismo, andavo d’accordo con tutti, avevo tanti amici e tante ragazze che si facevano avanti volentieri.
    Ma ho vissuto aspetti di emarginazione e mobbing in eta’ piu’ adulta, quando in teoria il fenomeno non doveva essere piu’ presente e che mi ha fatto capire diverse cose.
    La sopraffazione del difforme (non necessariamente piu’ debole) e’ presente in ognuno di noi, basta sentirsi protetti da un gruppo di conniventi, e in presenza di un elemento opposto esprimiamo subito atteggiamenti di intolleranza.
    Le persone per principio si schierano con i piu’ forti, non scendono neanche nel merito della contesa, si sentono rassicurati dalla influenza del gruppo di cui si sentono parte e ambiscono a scalare posizioni di potere.
    L’aggressione ingiustificata verso coloro che sono all’esterno del gruppo e che hanno la sola colpa di non farsi gestire facilmente, puo’ essere una opportunita’ per mettersi in mostra.
    Durante l’infanzia il fenomeno e’ piu’ frequente perche’ i bambini hanno minori freni inibitori, e quindi si lasciano piu’ andare a pratiche di affiliazione e bullismo. Man mano che si diventa grandi bene o male tutti hanno le loro difese e quindi se ne guardano bene dallo stuzzicare qualcuno, almeno fino a quando non e’ chiaro che e’ da solo.
    Ma a volte basta opporsi anche una sola volta ad una forma di autorita’ in modo pacifico, e immediatamente si trova contro una folta schiera di fedelissimi pronti a tessere le lodi del loro leader e a sviscerare i limiti dei suoi oppositori, all’inizio con calma e dolcezza, e poi sempre meno..
    Il solo modo per non deprimersi e’ avere la consapevolezza che il fenomeno e’ diffuso e che nessuno ne e’ esente e poi convincersi che quasi mai l’opinione piu’ diffusa e’ quella piu’ corretta, la masse sono poco lucide ma per opporsi servono comunque strumenti e testimonianze che il singolo deve procurarsi con il tempo e la pazienza.

  2. 2
    Rossella -

    Non so quanto sia diffuso. Ti posso solo dire che in molti casi manca il senso della misura e della realta’?
    Spiegami perche’, tanto per dire, una persona che si mette a seguire tutti i tuoi spostamenti -pensando di fare bene- alla fine si meraviglia se dopo anni, anni e anni perdi la pazienza in maniera comunque bonaria? Ti sembra normale? Una persona che neanche ti ha visto crescere e che ti osserva come una cavia da laboratorio. Io molte notti, al sol pensiero, non sono riuscita a prendere sonno. Ti parlo di tantissimi anni fa. Con il mio carattere ho sempre cercato di sdrammatizzare perche’, alla fine, che ci fai? Non lo so, mi sembrava una cosa tollerabile, ed in effetti lo e’ stata proprio perche’ sono molto credente e mi dispiace se alla fine ho dovuto vestirmi di carattare. Continuo a guardare il bicchiere mezzo pieno perche’ non la reputo una persona cattiva. Ho capito di essere stata sottovalutata, ma non mi sento offesa. Capita di attraversare momenti bui, ma la strada piu’ corta -quando dall’altra parte c’e’ la disponibilita’- e’ sempre quella della riconciliazione. A me non piace lasciare le cose in sospeso. Pensa che dopotutto ci sto anche male. Io, che stavo per i fatti miei. Di me e’ stato detto di tutto e io muta dovevo stare. Anche questa e’ una mentalita’. Quando la situazione non e’ molto pericolosa – perche’ lo snobismo la fa da padrone – vale la pena far capire all’altra persona che gli altri non sono un amplificatore del proprio ego. Io ci sono riuscita, penso di esserci riuscita, e mi sento apposto cosi’. La situazione non era pericolosa.

  3. 3
    Nicola -

    @Rossella
    non e’ un problema sentirsi osservati o essere seguiti, quello che conta sono le intenzioni del sorvegliante.
    Quasi sempre la vigilanza ha una utilita’, protegge o esprime un desiderio di conciliazione.
    Bisogna cercare di afferrare le vere motivazioni del controllo a distanza senza preoccuparsi delle vulnerabilita’ ma cercare di esprimere tutto il buono sommerso che c’e’ in noi.
    Ci vorra’ del tempo, e’ risaputo che si presta piu’ attenzione agli sbagli che alle buone azioni, ma alla fine la personalita’ prevalente diverra’ chiara.
    Di verita’ ne esistono tante bisogna saperle mettere nel giusto ordine di importanza.

  4. 4
    Yog -

    L’importante è dare uguali opportunità a tutte le tue personalità. Par condicio.

  5. 5
    Manuel -

    Ci vorrebbe un maestro di Wing tsun…

  6. 6
    maria grazia -

    Nicola, sottoscrivo quanto dici dalla prima all’ ultima riga. Hai descritto brillantemente il fenomeno. Contrastare certe situazioni non è semplice. Occorre sopratutto molta astuzia, perchè in questi casi si ha a che fare con persone grossolane ma agguerrite, e in quanto tali pericolose. Per cui occorre muoversi con prudenza e circospezione, prendendosi un buon margine di vantaggio con la pazienza, l’ attesa e il monitoraggio dei soggetti coinvolti nella fattispecie, studiandone tendenze e comportamenti. Nel mentre, raccogliere prove concrete, dati, testimonianze, attestazioni e tutto ciò che possa servire per sminuire l’ azione nefasta di questi soggetti.

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