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Pulizie di tarda estate

Ho piegato il ricordo di te
come vestiti affezionati
forzatamente da mettere via.

Un giorno di tanti anni fa ho scritto queste brevi frasi. Ritorna oggi, come altre volte in passato, la stessa situazione; non è la prima volta, non sarà l’ultima, è un dato di fatto in fondo e in qualche modo fa parte dell’esistenza.
E allora piano comincio dentro di me a fare nuovo ordine, a mettere via. E piano, con dolcezza, metto da parte.
Metto via il ricordo dei tuoi capelli di quel colore strano e indefinito che schiuma nel grigio cenere di quel tuo taglio spettinato.
Metto via quella tua barba sfatta, quelle due dita incuranti che ti macchiavano la faccia.
Metto via il ricordo della tua smorfia, di quel sorriso impertinente trattenuto che sta per nascere, nelle labbra che si stirano e gli occhi che, furbi, ammiccano e si socchiudono. Quel sorriso, quella piccola smorfia che mi ha incantato e che ancora oggi, a distanza di questo breve tempo, mi fa sorridere a mia volta al solo suo pensiero quando la immagino nella mia mente.
Metto via le tue spalle ampie, la tua presenza fisica così forte che raramente ho percepito con tale intensità in altre persone.
Metto via il ricordo di come ci siamo conosciuti, ma non quello ufficiale, quello che sappiamo solo noi, quell’incontro inatteso nel metro e di nuovo, stupiti, in quel bar.
Metto via il mio tragitto fino da te, il treno che corre sotto ai miei piedi, le immagini che scorrono sul finestrino e la musica che riempie le mie orecchie e si fonde con le immagini e i desideri della mia mente.
Metto via piano, con dolcezza, con dolore, con lucida serenità in questa nuova consapevolezza che si è sempre in due e che la reciprocità è frutto di tante cose e può nascere e sbocciare o restare ferma lì intrappolata nel suo bozzolo.
Metto via perchè è la cosa giusta da fare, perchè non voglio più ripetere gli stessi schemi, perchè la prossima volta ci incontreremo su un piano di parità.
Metto via lentamente, anche se mi fa male, un pezzetto alla volta, un pezzetto di te, ogni pezzo del tuo ricordo. Decostruisco. Fino a che, pezzo dopo pezzo, il puzzle si svuoterà e resterà alla fine solo il vuoto, un buco al posto di quel qualcosa che, comunque, è stato.
Ad Emanuel, con nostalgia.
rapida72

Lettera pubblicata il 22 Agosto 2011. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Amore e relazioni

La lettera ha ricevuto finora 7 commenti

  1. 1
    Mariù -

    Toccante e doloroso allo stesso tempo… Mi ritrovo in alcuni punti

  2. 2
    obiuan -

    no rapida, così non va….mi avevi rubato un sorriso e stasera con queste parole mi restituisci una lacrima. Anche io ho messo via sguardi, profumi, pelle liscia occhi dolci (apparentemente). Non ho ancora gettato tutto nello “staccapanni”, non ce la faccio ancora. Riapro quel cassetto ogni tanto, ogni giorno per un piccolo spiraglio. Guardo dentro e spero sempre di vederlo vuoto, poi mi accorgo che ancora c’è il contenuto e richiudo di corsa, come per non vedere. In questo anno di solitudine ho cercato di sostituire quegli “abiti” che credevo i miei, quelle sensazioni che indossavo ogni giorno, come per tre anni quasi ho fatto. Niente da fare, non ho avuto le stesse emozioni, forse erano abiti su misura e purtroppo quel sarto non c’è più. Ora vorrei poter dire che ricordo con nostalgia… ricordo e basta, perchè il ricordo è involontario come il respiro, non puoi decidere di non respirare.
    Questa lettera assomiglia a quelle che ho scritto indirizzate a lei; in questi giorni è trascorso un anno da quando mi ha lasciato ed è un anno che vive con lui. Non ha senso scriverle, anche perchè non leggerebbe, forse riderebbe di me.
    Ma tutti i giorni, ancora, le parlo col pensiero e le chiedo perchè? Non ho più voglia di soffrire per nessuno amica mia, non ce la posso fare. Spero che la vita ti doni ciò che desideri, io, per me, non spero più. Buonanotte… rapida.

  3. 3
    rapida72 -

    caro obiuan, non dire mai che non speri più. sperare è un dono.
    un giorno scappa un sorriso, un giorno sgorga una lacrima. magari ridi per giorni interi oppure piangi per lunghe notti. ma è sempre un ciclo. si sale e si scende, è fisiologico. anche in natura, in fondo, mica sempre c’è il sole. la pioggia è un dato di fatto.
    che fare allora? recriminare senza sosta e rovinarsi anche i momenti belli dell’esistenza? o prendere invece atto del dolore, di questa cosa che ti fa male e attraversarla con tutto il carico di lacrime che ne comporta? e sono certa che anche facendo così un sorriso ci scappa sempre.
    sorridi obiuan, sorridi, che la vita ne vale la pena.
    e se proprio vuoi piangere davvero….ascolati ormai di mina, lascia che il crescere della musica ti esploda nelle orecchie e piangi tutte le tue lacrime. e poi asciugati gli occhi e vai avanti.
    siamo fortunati, ricordalo. anche solo per aver pianto e sentito. e sono certa anche sorriso.
    rapida

  4. 4
    obiuan -

    ciao rapida,… non so cosa aggiungere, forse volo troppo basso per respirare l’aria che respiri tu, forse sono troppo legato al materiale per elevarmi allo spirito o semplicemente sono tanto pessimista. Non voglio più piangere e non ascolterò quella canzone, grazie lo stesso. un abbraccio

  5. 5
    rapida72 -

    mi dispiace obiuan, percepisco un nonsochè nelle tue parole che non riesco a definire ma che mi mette tristezza; la mia intenzione era di alleggerire, non appesantire. scusami.
    è solo che io penso che possiamo sempre scegliere. tutto qua.
    buona fortuna obiuan, sinceramente.

  6. 6
    obiuan -

    rapida, la mia vita è stato un vero fallimento a livello sentimentale, non credo di avere capito ancora niente del vostro pianeta, credo di dare il meglio e vorrei qualcosa, ma non lo chiedo mai, poi rimango comunque senza niente.
    Grazie dei tuoi sinceri auguri, li apprezzo. se ti va ti racconto un po’ di cose e vedi cosa ne pensi, la mia mail è obi_uan@libero.it. Un abbraccio rapida..

  7. 7
    Robert -

    magari ti piace soffrire

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