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L’unico modo per porre fine al dolore

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Lettera pubblicata il 16 Gennaio 2015. L'autore ha condiviso 7 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Amore e relazioni - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 34 commenti

Pagine: 1 2 3 4

  1. 21
    maria grazia -

    rossana
    molte donne ancora oggi non lavorano perchè, rispetto agli uomini, il loro percorso lavorativo è molto più ostacolato. non ti dimenticare che da noi il femminismo ha messo radici ( che poi nemmeno tanto ) in tempi molto recenti, e la società italiana ancora fa fatica a comprendere e accettare la necessità delle donne di essere autonome economicamente, al pari degli uomini.
    quindi io non parlerei di “non voglia di farsi il mazzo” da parte femminile, ma di ostruzionismo sociale verso l’ occupazione femminile, che è ben diverso !

  2. 22
    rossana -

    Maria Grazia,
    non ho intenzione di entrare in polemica con te ma solo di poter esprimere un’opinione senza che qualcuno la giudichi una stupidaggine.

    non ho mai parlato di “non voglia di farsi il mazzo” e sono consapevole delle attuali maggiori difficoltà delle donne nei loro percorsi/obiettivi lavorativi. tuttavia, ritengo che ancora oggi per una donna la realizzazione sociale passi attraverso la maternità mentre per un un uomo sia costituita dal lavoro, in cui, ovviamente, non si dovrebbe eccedere.

    se il lavoro è primario, non si dovrebbe ambire a una famiglia, oppure si dovrebbe trovare il/la partner altrettanto impegnato/a o quello/a a cui preme innanzitutto che dall’attività si tragga la massima soddisfazione o il massimo guadagno.

    un uomo o una donna si dovrebbero amare per la loro essenza, essenza che è espressa anche dalla loro attitudine o non attitudine al lavoro. se poi una donna pretende di essere messa in primo piano, deve cercarsi l’uomo già ricco di nascita oppure quello che pone la famiglia davanti a tutto, magari a scapito degli introiti derivanti dal lavoro.

    secondo me, a fine percorso di vita la delusione dell’uomo sarà quella di non aver raggiunto la misura della sua bravura, il più lontano dei traguardi di cui si riteneva capace, mentre per la donna sarà quella di non essere stata mai amata.

    opinioni personali non verità assolute.

    PS: se l’autrice della lettera avesse risposto alla mia domanda, avrei avuto un elemento in più per esprimere un parere maggiormente calibrato sulla sua situazione. anche il mancato riscontro è comunque indicativo.

  3. 23
    gennyboloo -

    Cara Rossana
    io non sono mai andata contro il suo lavoro, come ho gia detto. Anzi, fin dall’inizio sono stata un’eccellente collaboratrice… lo aiutavo li dove potevo ed ero la sua spalla.
    Ma più andavamo avanti nel rapporto più lui metteva in secondo piano la nostra relazione e cercava di risolvere i suoi problemi lavorativi andando anche a discapito di noi due, questo ritengo sbagliato.
    Un esempio?
    Se stai litigando con un collaboratore e per trovarti dalla parte della ragione utilizzi me come motivo per non esserti presentato ad una riunione… è normale che i tuoi collaboratori mi prendono sul c.
    Dovresti dire : non sono potuto venire (PUNTO).
    Ma, ripeto, questo è solo un esempio.
    Sono successe davvero tante e tante cose, situazioni imbarazzanti ed umilianti, in cui mi sono ritrovata a causa del suo non saper gestire le cose, ne scindere lavoro e vita privata.
    Forse ho sbagliato anch’io a voler far parte del suo mondo, aiutandolo. Perchè così facendo io sono entrata in confidenza con tutte le persone con cui lui lavorava… ecco perchè litigi vari e situazioni irrisolvibili.
    Per quanto io potessi starci dentro doveva essere lui a prendere le redini della situazione e risolvere ogni cosa nel modo giusto. E lui questo non l’ha mai fatto!
    Ha cercato di mantenere gli equilibri, ma io, per esperienza, so che solo chi si scontra s’incontra.
    Invece cosa succedeva?!
    Si creava una situazione scomoda? io volevo chiarire con il diretto interessato? lui non me lo permetteva! E a quel punto, ma solo a quel punto, lui mi diceva di starne fuori, perchè era il suo lavoro.
    Ma com’e? Quando ti servo sono la tua spalla destra, se succede un casino, io devo farmi da parte?
    Ed ecco che le situazioni si accavallavano, lui le gestiva a modo suo, risolveva con loro, risolveva con me. Ma io e “loro” rimanevamo sempre in guerra.
    Ad oggi io ho perso il rispetto da circa 20 persone che cmq, volenti o nolenti, hanno fatto parte della mia vita.

  4. 24
    Valinda -

    Ciao gennyboloo,
    hai sbagliato a pubblicare le sue confidenze lavorative su fb..anche se eri arrabbiata dovevi chiarire con lui in privato: sarebbe stato più maturo e responsabile da parte tua. Cmq ormai è fatta, inutile recriminare non pensare a cosa vuole lui, pensa a cosa vuoi tu. è evidente che questa relazione ti faceva soffrire e che non volevate le stesse cose. Guarda avanti perché anche se ritornasse molto probabilmente lui sarebbe quello di prima e non cambierebbe nulla.

  5. 25
    Andrea_The_Original -

    Ovvio che per gli uomini il lavoro è più importante che per le donne. A parità di ambizione, il lavoro è anche un mezzo che permette all’uomo di puntare alle donne.
    Tanto maggiori saranno i guadagni, tanto maggiori saranno le possibilità di attirare
    una bella donna.
    La stessa regola non vale al contrario.

    Detto questo, Gennybolo sei fuori di capoccia.

  6. 26
    maria grazia -

    “ancora oggi per una donna la realizzazione sociale passi attraverso la maternità mentre per un un uomo sia costituita dal lavoro, in cui, ovviamente, non si dovrebbe eccedere.”

    no rossana. non è più così, o almeno non in assoluto. quello di cui tu parli è solo il riflesso, ormai consunto, di una cultura superata. e a me dispiace, sinceramente. Non è giusto dover SCEGLIERE tra realizzazione professionale e maternità. ma di fatto questo è.

    “secondo me, a fine percorso di vita la delusione dell’uomo sarà quella di non aver raggiunto la misura della sua bravura, il più lontano dei traguardi di cui si riteneva capace, mentre per la donna sarà quella di non essere stata mai amata.”

    cosa intendi rossana per “amata” ? io sono stata amata, e anche molto, anche se non in rapporti convenzionali, e non sempre da persone che ero in grado di ricambiare. ma non mi sono mai “accasata”, e penso che mai mi accaserò. non credo sia nella mia indole. tu per amata intendi “accasata” ? se così fosse, è un traguardo che non mi interessa. preferisco realizzarmi nel lavoro. ma mi piacerebbe ancora vivere un amore sconvolgente, questo si ! 🙂

    ciao

  7. 27
    piero74 -

    ciao gennyboloo, tu per me, non hai sbagliato in nulla, tu l’hai aiutato per amore e per nient’altro, ma se lui ha fatto il bastardo, che quando era il momento ti ha solo usata come arma di difesa, hai fatto bene ad umiliarlo in quel modo; ed ora non chiederti se tornerà, perchè lui ti ha umiliata e… cosa pensi, se tornasse di nuovo quale sarà il suo comportamento? ascolta gennyboloo, mandandolo via, hai fatto un bel superenalotto e non sono problemi tuoi se lui tornerà o no; sta alla sua coscienza; tu hai fatto fin troppo per lui, quindi dovrà essere lui a vergognarsi di ciò che ti ha fatto, sarà lui (se ne avrà voglia) ad inginocchiarsi davanti a te chiedendoti scusa; perciò, cara gennyboloo, dormi sonni tranquilli e non affliggerti se tornerà o no; ricordati: ciò che è successo se l’è cercato lui; l’umiliazione che ha subito, se l’è cercata lui; tu, in un modo o nell’altro ti sei semplicemente difesa… o dovevi continuare a fare la parte della stronza di turno?

  8. 28
    rossana -

    GennyBoloo,
    se le cose stanno come le hai descritte, potresti provare a defilarti del tutto dal suo lavoro, essere tu la prima a mettere dei paletti fra attività e sentimenti. alcune coppie possono lavorare una vita insieme, in piena armonia, ma sono rare; nella maggior parte dei casi sarebbe preferibile avere impegni separati, persino per i soli famigliari.

    deduco che non hai un tuo impiego e questo ti rende forse più affamata di tempo da trascorrere insieme. questo è un tipo di problematica che si presenta, ad esempio, nelle coppie in cui lui o lei esercitano la professione di medico.

    conosco una donna, validissima in tutti i sensi, che ha sofferto per almeno una quarantina d’anni la prevalenza che il marito ha sempre dato al lavoro, trascurando completamente la famiglia, affidata a lei in tutto e per tutto. ciononostante, l’amava prima di sposarlo e continua ad amarlo ora, che finalmente l’ha in casa tutto per sè (persino più di quanto vorrebbe). questo è un altro tipo di problema.

    il tuo sembra ancora diverso. può darsi che il tuo compagno sia soltanto ancora un po’ maldestro nel gestirsi in campo lavorativo. sta a te valutare quanto puoi reggere o meno tutto questo, anche se sarebbe preferibile che l’apprezzassi comunque, se non altro per l’impegno e la buona volontà, magari cercando a poco a poco di orientarlo in modo da arrecarti meno guai di vario genere.

    in bocca al lupo sia per il prosieguo della tua scelta di lasciar cadere il rapporto, sia per gli adeguamenti che magari potreste essere in grado di apportare in un eventuale ritorno!

  9. 29
    maria grazia -

    “A parità di ambizione, il lavoro è anche un mezzo che permette all’uomo di puntare alle donne.
    Tanto maggiori saranno i guadagni, tanto maggiori saranno le possibilità di attirare
    una bella donna.
    La stessa regola non vale al contrario.”

    mi sa proprio che ti sbagli Andrea! oggi la maggior parte degli uomini scelgono le donne anche in base al fatto che lavorino, e che ricoprano certi standard, te lo posso garantire. Non sono tutti come te, che pur di avere una donna al fianco sei disposto anche a prenderti una nullafacente o una disperata…
    poi certo se si tratta solo di vedersi “una tantum” per fare sesso, allora va bene tutto.

  10. 30
    piero74 -

    esatto mariagrazia! mi è piaciuto il post 29 che gli hai dedicato ad andrea! andrea, io sai quanti uomini conosco che fanno i mantenuti? i tuoi discorsi quindi non stanno nè in cielo e nè in terra.

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