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Quelle piaghe che non se ne vanno…

Mi sono accorta di una ferita. Talmente grande, talmente evidente che non la vedevo nemmeno.
Sto avendo qualche problema con i miei amici. O almeno, di problemi ce ne ho da sempre. Ma forse ho capito da che derivano, in parte.
Anni fa, quando ero una ragazzina delle medie, ero bruttina. Certo non quella popolare che esce e ha ragazzi e amiche. Ci stavo male, abbastanza male. Una ragazza che stava vicino a me, lei bella e popolare, decise, credo, di prendermi sotto la sua ala protettiva, e di farmi uscire con lei. Sembrava un pò un rapporto di simbiosi, tipo parassiti: lei aveva bisogno della bruttina che la facesse risaltare, io di uscire. Un do ut des, insomma. A me per un pò è andata bene. Poi ho scoperto che i miei modi di fare e di pensare erano piuttosto lontani dai suoi. Ma lei aveva sempre questa necessità: il rapporto simbiotico, l’essere incollate, la spalla con cui andare a giro (perché mai e poi mai sarebbe avrebbe fatto una qualsiasi cosa da sola: è da sfigate) e altre cosette da adolescenti.
Il punto è che quando sei piccola e timida come ero io, questi rapporti ti logorano, perché sono del tipo suddito-regnante, e spesso, nonostante provassi a oppormi, le ragioni della regina avevano la meglio, e io soccombevo. Raggiunti i diciotto anni, mi sono data alla fuga. Fuga per la libertà…
…fino a un certo punto. Infatti, ora, appena vedo che qualcuno si comporta anche lontanamente come lei, io sono paralizzata. Non riesco a gestire soprattutto il mio tempo, perché le persone che mi vogliono bene e pretendono attenzioni da me, magari anche giustamente, per me vengono associate a lei. Cioè, non riesco più a distinguere le richieste di tempo, attenzioni ecc. come legittime e quelle che invece sono invadenti, pretenziose e quando sono dei ricatti morali.
Per me, purtroppo, questi sono tutti ricatti morali. Non faccio più differenza. Mi comporto da egoista, ma appena una persona tenta appena o involontariamente cerca di abusare del mio tempo, io fuggo, e magari sonoo paranoie che mi faccio da sola.
E purtroppo, di persone che, secondo me, non abusano del mio tempo ce ne sono pochissimissime: e tutti comunque, possono sbagliare. Ma per me, quando sbagliano, si ammantano dell’orrenda maschera della mia persecutrice, e su di loro faccio ricadere tutta la mia rabbia.
A voi è mai capitato? e come ne siete usciti?
Grazie di cuore!!

Lettera pubblicata il 13 Aprile 2011. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Me stesso

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