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Pausa di riflessione, non so che pensare

Buongiorno a tutti,
scrivo oggi per la prima volta perché ho bisogno di opinioni distaccate sulla situazione in cui mi trovo. Riassumo in breve… 7 anni e mezzo di relazione, a gennaio grossi problemi dovuti al ricongiungimento della coppia che lavorava in città diverse. Io carico di problemi per il lavoro tengo ogni cosa dentro per non farle pesare la situazione, lei che pressa e chiede del lavoro e della gente con cui lavoro. Questo mix ha portato in me ansia e respiro corto. Ci prendiamo venti giorni di pausa, al termine dei quali la aspetto a braccia aperte, nonostante avessi comunque problemi vari e al lavoro e personali di insicurezza e scarsa autostima. Lei lavora un mese nella stessa mia città ma poi si licenzia, perché riscontra sul lavoro gli stessi miei problemi. Decide di tornare a casa sua, e iniziamo a vederci il Week End. Io smetto di dirle quanto mi manchi per non farla soffrire (o almeno l’intenzione era quella di fare il forte per non naufragare entrambi nelle lacrime) , solo che in questa implosione di sentimenti non riusciamo a dirci più nulla. Io in più continuo a tenermi dentro i problemi al lavoro che diventano ogni giorno sempre più gravi, per la mia psiche.
2 settimane fa, di colpo, la sera, lei è arrabbiatissima con me. Da li abbiamo aperto la crisi, in cui lei diceva di amarmi ma che non sa se i problemi che abbiamo riusciamo a risolverli, mi dice che deve scavare e capire, scavare e capire. Decide comunque di sentirmi, di vedermi. E i momenti in cui siamo assieme sono comunque belli, a parte qualche calo emotivo che sfocia in pianti. Nel frattempo io capisco che il mio comportamento ha causato una marea di fraintendimenti e le racconto tutto, ogni singola frustrazione lavorativa, ogni problema, il perché di quell’implosione sentimentale. Ma lei stenta comunque a credermi, o quantomeno non mi sembra che soppesi l’argomento.
Poi domenica mi dice, di persona, che è meglio se per 2 settimane non ci sentiamo perché deve capire i problemi, rimanendo comunque speranzosa (“atto di fede, lo chiama lei”) . Dicendomi comunque di chiamarla in caso di necessità. Io ieri sera l’ho chiamata, e mi son sentito dire che al momento non se la sente di tornare a vivere sotto lo stesso tetto. Per me questa è una mazzata enorme. Inoltre le chiedo se almeno mi ama o no e risponde che ha bisogno di tempo. Le chiedo se sta ipotizzando veramente di lasciarmi (alla faccia dell’atto di fede ottimista) e mi risponde anche li che ha bisogno di tempo….
Io francamente non so più che pensare.
Mi sento assolutamente colpevole di non aver condiviso con lei le mie frustrazioni e di essermi spiegato male a gennaio.. il nascere della vera crisi. Però non capisco.. non capisco questi cambi repentini di umore, non capisco perché è spuntato fuori all’improvviso tutto quanto.
Mi sto sforzando di lasciarla in pace.. e lo farò. Sperando che le cose vadano per il meglio e che venga data ancora una possibilità al nostro rapporto, che abbiam sempre ritenuto entrambi speciale.
Secondo voi c’è speranza? o sta indorando la pillola?
Vorrei tanto sapere una vostra opinione.

Grazie mille.
Io ci credo.

Lettera pubblicata il 2 Giugno 2010. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Amore e relazioni

La lettera ha ricevuto finora 1 commento

  1. 1
    daniele -

    Ciao a tutti!
    La scorsa settimana la ragazza con cui stò da quasi 4 anni, mà chiesto tempo per riflettere, perchè non sà più cosa prova per mè e io non ho la minima idea di cosa posso fare per non perderla. Se è meglio aspettarla in silenzio o se chiamarla anche solo per darle la buona notte e sentire la sua voce come ho sempre fatto.
    Lei ha voluto questo tempo sostenendo che quando ci siamo messi assieme era giovane e non sapeva cosa stava facendo è anche vero che nei primi tempi io avevo paura della differenza d’età. Ora io ho 24 anni e lei 19 e al situazione si è un pò capovolta, io non ho più paura della differenza d’età mentre lei si ed ha cominciato a comportarsi cosi pochi mesi dopo che aveva iniziato l’università (considerando che suo padre è sempre stato un pò restrittivo e quindi uscivamo poco).
    Secondo voi come devo comportarmi?

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