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A parer mio

di

Io credo che uno dei motivi principali (almeno per me) per cui uno che si trova in una situazione poco piacevole non riesce ad uscirne è la paura o anzi la consapevolezza di non poter essere aiutato.

Io parlo per me, non so se qualcuno possa condividere.

Purtroppo io ho notato che difficilmente, anzi mai!, qualcuno che non ha passato, almeno lontanamente quello che stai passando tu, riesce a capirti, a capire quello che dici, quello che provi, come ti senti.

Io credo che tutti quelli che stanno male, ognuno a modo suo, ognuno con la sua situazione, la propria solitudine o insicurezza, il proprio dolore, credo che scrivano la loro storia, i loro sfoghi su internet, perché qui è più difficile essere giudicati. Non che non succeda, ed è un bene perché serve anche quello, ovvero che qualcuno ti dica che è anche colpa tua. Però io ho notato che su internet, in forum come questo e come molti altri simili, quelli che lo frequentano, quelli che rispondono, che leggono le storie di quelli che ci scrivono sono persone che sanno cosa vuol dire passare un periodo brutto. Intendo infernale. Qualcuno ci è ancora dentro fino al collo, qualcuno ne è uscito, qualcuno teme di entrarci ed è sulla buona (cattiva) strada. Però tutti hanno in comune il fatto di sapere che cosa si prova, a sentirsi soli, a sentirsi male. Sentirsi a terra, distrutti. Conoscono quella sensazione di vuoto o di angoscia o di paura. E non giudicano. Spesso, non giudicano. Chi legge queste storie, lo fa perché lo vuole.

Anche chi dice di esserne uscito, di aver trovato un po’ (o tanta) di felicità dopo anni di sofferenza, però sa, si ricorda, perché io credo che siano cose che rimarranno per tutta la vita, e sa come chi scrive si sente. Ed è difficile, davanti a certe parole di paura, come leggo spesso qui, o in altri posti, per chi sa cosa significa, ignorarle. Nessuno può fare miracoli, la maggior parte delle volte, se non praticamente sempre, l’unica cosa che si può fare e si fa è solo un messaggio, breve o lungo, di speranza. Qualche consiglio, esperienze, confronti. Che non cambiano assolutamente niente, perché chiunque stia passando un periodo nero è perfettamente conscio del “modo pratico” per uscirne.

Io vorrei conoscere qualcuno. Vorrei degli amici. Vorrei qualcuno che mi volesse bene, vorrei smettere di uscire solo, di sentirmi solo, di essere solo. Vorrei sentirmi vivo, vorrei amare la vita. E l’ho scritto, cercando miracoli, più volte su internet. Tutto quello che ho ottenuto sono parole di persone, che hanno letto la mia storia ed hanno voluto darmi qualcosa. Un messaggio scritto. Dei consigli, su come fare, come fare. Cose che la stra grande maggioranza delle volte conoscevo già. E dirlo è facile. Sono cose ovvie, ma impossibile, per diversi motivi, da mettere in atto.

Per me, uno dei disagi più grandi, quello che davvero mi fa sentire solo e così sbagliato e diverso. E’ il giudizio di quelli più vicini a me. Dei miei amici, i miei genitori. Di quelli che mi conoscono. Perché a differenza delle persone che su internet leggono di te, i primi ti giudicano. E lo fanno, ed è questa la più grande paura o consapevolezza che mi blocca.

Non potrei mai dire una cosa del genere, oppure molte delle cose che ho scritto nel tempo, su internet, a qualcuno che conosco. Non perché a loro non interessi (anche), ma più che altro perché non capirebbero. Come io, per esempio, non capirei mai come ci si sente, non so, ad essere disabili, perché non l’ho mai vissuto, loro non capirebbero mai cosa si prova a sentirsi come mi sento io ora.

Non dico e non ho mai pensato che nessuno abbia una “vita perfetta”, sempre tutto bene. Anzi, sono conscio che ognuno ha una battaglia da combattere, chiunque ha qualcosa per cui soffrire, e lo so. Il problema è quando questa battaglia diventa la vita stessa. Quando esiste solo quello, e nient’altro. E loro, questo, non lo potranno mai capire, a meno che non ci passino. E perciò anche se glielo si spiega per anni, in tutti i modi, con ogni parola possibile, possono capire il mero fatto oggettivo, ma non capiranno mai, mai per davvero cosa si prova. Non lo sapranno mai. Ed è per questo che ci si sente soli, che si è soli. Almeno io.

Mi sento strano, sbagliato a provare certe cose. Io non lo vorrei, ma mi ci sento e non riesco a farci nulla, e nessuno dei miei cosiddetti amici potrebbe mai capire. E mi sento solo. Non posso raccontarlo a nessuno, a nessuno. Solo su internet, a parlarne a sconosciuti, che mi leggono, e provano a consolarmi un po. A darmi speranza, a dirmi anche cose belle, ogni tanto. E ne sono contento. Vorrei che qualcuno che conosco pensasse di me quello che sconosciuti di internet pensano. Ma nessuno mai l’ha fatto.

Se gliene parlassi, risulterebbe solo una lagna, un lamentarmi ed un piangermi addosso, un fare la vittima. Perché è questo che pensano, se provi a dirgli anche solo un decimo del dolore che provi. Del senso di solitudine o malessere o tristezza che senti, giorno dopo giorno, nel cuore. Fai la vittima. “Dai non essere così pessimista, sorridi”. Già.

E’ il non poterlo a nessuno che mi fa sentire davvero solo. Che mi rende solo. Il dover sempre fingere un sorriso quando dentro ci sono solo lacrime. A doversi mostrare “normali” per facciata, per paura di perdere anche le poche persone che si conoscono, che mi fa sentire così solo. E’ un maledetto circolo vizioso.

Non so se qualcuno ci possa aver trovato qualcosa di giusto nelle mie parole, questa è la mia esperienza, e non pensiate che i miei amici siano degli stronzi e falsi e non quelli giusti. Forse non lo sono, ma sono brave persone, e di questo sono certo. Sono cose difficili, non hanno nessun obbligo. Ed io non gli chiedo niente. E sono quelli che ho, altro al mondo non ho. I miei genitori, mia sorella e loro. Altro non ho, e non è una lamentela per dire che sono stronzi, è solo un pensiero che mi è venuto in mente.

Grazie a chiunque abbia voluto leggere.

Lettera pubblicata il 12 Maggio 2014. L'autore ha condiviso 5 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Me stesso - Riflessioni

La lettera ha ricevuto finora 12 commenti

Pagine: 1 2

  1. 1
    AAA cerco Hope -

    Io sto impazzendo. Passo i giorni a ragionare su come risolvere i miei problemi, e non si tratta di avere il fidanzatino o l’amichetta o altre scemenze, sono problemi complessi e difficili da risolvere. Non ho molti assi/azioni nella manica e cerco di capire quale mossa dovrei fare per non finire in scacco matto ma non trovo uscite. Sto malissimo. E’ un casino enorme. E avere poca salute è un ostacolo in più.

    La vita fa schifo.

  2. 2
    Clara -

    Ciao Ahsk1!

    ormai non mi presento più… già sai! Cmq condivido ogni cosa che dici… soprattutto riguardo al fatto del “Fai cosi, fai colà!” detto da persone esterne, alle quali non è obbligatorio dire tutto della tua vita (ti crederebbero?).

    Ora ti lascio, ci sentiremo!

    Ciao!

    Clara

  3. 3
    rossana -

    Ahsk1,
    se tutto già sai di te e della tua situazione, così come sai che solo chi ha vissuto esperienze simili alla tua può minimamente capirti ma nel virtuale non è in grado di darti che qualche banale suggerimento, un esempio da seguire oppure un invito a sperare in meglio, cosa scrivi a fare?

    questa tua seconda lettera, a breve distanza dalla prima, dice molto di te. riflettici su ma soprattutto non rubare il tempo altrui se non hai l’intento di impegnarti non solo a capire ma anche ad AGIRE.

    per me TUTTI gli aiuti sono utili sempre, ma è decisamente più importante la volontà della persona interessata a prendere il toro per le corna e a smettere di concentrarsi su se stesso per guardare avanti.

    te lo dice una che si è fatta circa sei anni di psicanalisi, con grande sofferenza, per poter uscire da problemi più seri dei tuoi, stando male ed essendo responsabile di un figlio da crescere.

    smettila di pensare e metti in atto qualcosa, per minima che sia, per superare l’impasse!

    Clara,
    se fossi in te non direi fin dall’inizio di un dialogo virtuale di essere disabile. ammiro molto la tua franchezza ma temo che questa spaventi chi, avendo più o meno la tua età e problemi simili ai tuoi, potrebbe avere interesse a relazionarsi con te, anche soltanto in termini di amicizia.

    probabilmente hai le tue buone ragioni per farlo, e mi scuso per essermi intromessa con questa osservazione, non conoscendo la tua realtà.

    ti va di spiegarmi le motivazioni per questo tipo d’approccio? ovviamente, puoi anche non farlo: la mia stima e la mia simpatia per te resteranno immutate…

  4. 4
    Clara -

    Ciao Rossana,

    io lo dico forse per tutelarmi da spiacevoli cose. O, almeno, mi capitava quando ero più giovane e chattavo: appena dicevo che ero disabile tutti sparivano…

    Però, se ci pensi bene, se dopo aver letto della mia disabilità una persona rimane, forse non ne è spaventata, no? Ti posso dire per esperienza diretta che alcune persone che hanno a che fare con la disabilità scappano comunque.

    Ho parlato con Ahsk1 in privato e gli ho spiegato le mie motivazioni. Lui ha detto che non ci sono problemi!

    Cmq comprendo la sua situazione, in quanto anche a me dicono “dovresti fare cosi”, ma poi all’atto pratico non tutte le soluzioni proposte sono operabili. Io attualmente non ho l’autonomia per uscire di casa (abito in un palazzo con barriere architettoniche) e non ho una compagnia di amici che mi inviti ad uscire. Potrei proporgli di uscire, ma a volte mi chiedo perché non lo facciano mai loro (e parlo di persone che sanno bene chi sono e alle quali ho espresso spesso questo disagio). Le volte in cui l’ho fatto mi è stato risposto “Ah certo, ti chiamo quando uscirò…” (mai più sentito/a) e “Devi chiamarci perché noi ti DOBBIAMO portare fuori” al quale ho risposto “Non sono mica un cane… Se ti fa piacere usciamo, altrimenti amen”.

    Ciao!

    Clara

  5. 5
    Cicci -

    Ognuno di noi è solo, dalla nascita alla morte, tutto il resto è un coronamento all’esistenza.

    Rossana leggo sempre i tuoi commenti, sei unica.
    Un abbraccio

  6. 6
    Ahsk1 -

    Rossana mi dispiace di averti dato una brutta idea. In effetti qui scrivo una parte molto limitata riguardo quest’argomento, io non volevo intendere, mi dispiace si sia capito questo, che gli aiuti non sono utili. Anzi, mi servono e mi aiutano. Però, la maggior parte delle cose, sarai d’accordo, sono sempre gli stessi. Ma una cosa è dirlo, un’altra è farlo. Non ho mai pensato fossero inutili. E non ho mai pensato di sapere già tutto io. E’ così sbagliato solo desiderare che a dirti qualcosa sia qualcuno di più vicino?..

    Io mi ci impegno. Non so perché tu abbia inteso che non lo faccia, io provo ad uscire ogni volta che posso, da solo, tra la desolazione e l’imbarazzo e provare a.. interagire con qualcuno quando riesco, a fare qualsiasi cosa per migliorare qualcosa.. io ci provo, e lo voglio, anche se non cambia mai niente.

    Mi dispiace che tu abbia preso quello che ho scritto come un’ulteriore lamentela di uno viziato che dice che sono tutti inutili e che sa tutto e che non fa niente per cambiare. Non voleva trasmettere quello.

    E mi dispiace anche che tu abbia preso i “miei problemi” che si, non saranno i più gravi del mondo e so che ci sono cose ben peggiori. Ma purtroppo saperlo non mi aiuta. Ed anche se a te potrà sembrare una cosa banale, magari lo è, sarà che sono troppo debole, ma io ci sto molto male, e non riesco a farci niente, per quanto io lo voglia.

    L’unica cosa che non ho capito è perché tu mi abbia detto di non concentrarmi su me stesso. Non credo di concentrarmi su me stesso, il contrario. Ma se questo è quello che trasmetto, forse è vero e non me ne rendo nemmeno conto..

  7. 7
    soul -

    Ciao Ahsk1
    Ho letto le tue lettere fino alla fine. Adesso è arrivato il momento di risponderti, lo sento. Mi viene in mente, forse anche leggendo gli altri commenti che quando una persona viene al mondo piange e tutti sorridono. Poi muori, ben che ti vada, piangeranno quando tu magari sorriderai. La morte, l’ unica certezza della nostra vita. Cito una frase di una canzone di un cantante che non riesco ad apprezzare ma che forse racchiude l’ essenza della vita:” l’ amore conta, consci un altro modo per fregar la morte?!” . Bene, niente di più vero. Ho cercato l’ amore in ogni cosa in un ragazzo interessato a me, in una amica, in un cane, io un libro, in un film, nella pioggia, nel vento, nella tempesta, in una canzone, in un gioco, in una frase, nel mare, in una telefonata, in un bacio, in una carezza, nel sesso, in un sorriso. Ho capito che la vita senza l’ amore e senza la speranza di essere felice non ha senso d’ esistere.
    Non posso darti consigli, non servirebbe a nulla. Ti racconto solo la magia di un sentimento capace di superar tutto. Un sentimento così potente, una forza, talvolta distruttiva. Cerca l’ amore, non spaventati d’ amare.
    “Ama le cose che fai e sii felice”.
    S

  8. 8
    Ahsk1 -

    Grazie soul, belle parole, io ci provo, continuerò a provare.. io lo voglio tanto, e provo a dimostrarlo e cercarlo e darlo, ma non ne ricevo molto. forse niente, in effetti, ed il problema è questo..

  9. 9
    soul -

    mmm.. tu prova a seminare, prima o poi usciranno i frutti del tuo lavoro! E tu ama comunque! hai proprio bisogno di essere amato… vedrai che cambierà tutto in un batter d’occhio! 😉
    un abbraccio!

  10. 10
    rossana -

    Ciao Clara,
    immaginavo la ragione che mi hai descritto. per qualche verso è simile a quella di una donna che, avendo un’unione fallita alle spalle e anche soltanto un figlio da crescere, si trova in una situazione d’inferiorità all’atto di avviare una nuova relazione. se dicesse subito di essere una madre single, quasi nessuno le dedicherebbe più attenzione.

    non le consiglierei di tenerlo nascosto per molto tempo ma di valutare prima il partner a cui è interessata e di aver modo di farsi conoscere al di là della sua situazione familiare.

    nel tuo caso, vedrei bene l’avvio di una corrispondenza, facendo presente che potrebbe non durare a lungo, per regolarti in seguito a tuo beneficio e a beneficio di chi si relaziona con te, nel senso di porre fine al rapporto, se ti dovesse coinvolgere troppo oppure di decidere di rendere edotto il tuo corrispondente del tuo stato, se ritieni che valga la pena di rischiare.

    mi rendo conto che non è un’impresa facile (d’altronde ben poche lo sono) ma, se te la sentissi di provare, credo che potresti avere un’occasione in più di avere amici a distanza. è difficilissimo tenere grandi dolori per sè ma, se si desidera non essere tagliati fuori dal mondo, bisogna purtroppo imparare a farlo.

    posso sbagliare ma gli amici che ritieni di avere vicini non sono veri amici. quelli sono anche più rari degli innamorati. in questa società siamo tutti soli e tutti presi con mille impegni che lasciano il vuoto che trovano.

    tuttavia, siccome sai meglio di me come ti senti e come è preferibile gestire te stessa e la tua vita, fai come se non ti avessi scritto nulla: regolati a modo tuo, che è sempre il più giusto per tutti.

    un abbraccio.

    Cicci,
    concordo con il tuo pensiero. mi fa piacere che trovi qualcosa di buono in quello che scrivo.

    un abbraccio.

    Ahsk1,
    scusa l’invasione di campo per il dialogo con Clara.

    hai scelto un nick complesso almeno quanto la tua personalità, che mi dà l’impressione di voler essere impenetrabile…

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