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Ostie transustanzializzate

di

Destino delle ostie-dìo
Si ha dal Concilio di Trento: “ Concilium Tridentinum praesertim tribus in decretis definiit doctrinam eucharisticam post Reformationem protestantismi, eique fuit curae inprimis praesentia vera, realis et substantialis Domini Iesu, perfecti Dei, perfecti Hominis, sub speciebus panis et vini. Illud quoque affirmavit, corpus dominicum non solo in pane sed etiam in vino praesens adesse, sanguinem vero dominicum non solo in vino sed etiam in pane esse praesentem. Praeterea in utraque specie Dominus Iesus Christus praesens adest etiam cum sua anima et divinitate. Ergo Christus, Verbum Patris, verus Deus et verus homo, totus et integer praesens est sub utraque specie et in quavis speciei particula. Idemque Concilium transubstantiationem quoque definit, perinde ac modum communionem sumendi et relationem sacrificii Missae incruenti ad sacrificium crucis cruentum.” [http://www.vatican.va/roman_curia/synod/documents/-rc_synod_doc_20040-528_lineamenta-xi-assembly_lt.html#Eucharistia: Mysterium fidei proclamatum].

Ne consegue quindi che i cattolici che ingeriscono il loro dio (‘sua divinitate’), con l’ostia, in seguito, magari dopo 24-48 ore, riservano al loro dìo (sempre ‘sua divinitate’) il tristo destino di essere eliminato nella defecazione. Su questo non ci piove.
Ma sarà davvero una gran cosa, assumere dìo e poi defecarlo? Ma non trovano la cosa un pò vergognosa? Insomma, ingerita l’ostia-carne, non avviene più nessun miracolo, nello stomaco e nell’intestino del comunicato; o almeno che si sappia. Non è che avvenga una retro-transustanziazione, e la presunta carne di dìo ridiventi farina di grano. Non ho sentito nessun ‘dottore’ della chiesa dire cose simili. Nemmeno mi è mai stato detto che il dìo dell’ostia-carne sarebbe stato defecato dopo uno o pochi giorni. Ovvio, d’accordo. Ma se mi ci avessero fatto riflettere su, non mi sarei mai comunicato. Forse avrei addirittura pensato che si trattava di un’azione turpe, sacrilega; che certamente non poteva far parte della ritualità canonica; sollecitata, sostenuta da tutta la chiesa cattolica unita. Ma dunque – ingerire l’ostia-carne – era come indurre dìo a diventare escremento. Non si scappa; perché la maggior parte di ciò che ingeriamo, lo eliminiamo ‘fatto fece’. Non solo, ma poi scorrere nelle fogne in commistione con escrementi di gente forse iniqua, per decine, centinaia di metri, in mezzo ad un puzzo terrificante! Non avrei potuto accettarlo. Doveva esserci un errore da qualche parte. Eppure, i papi sollecitavano l’ingestione del dìo-di-farina, ancorché transustanzializzato. Che volessero loro castigare il padreterno? Ma in una maniera così schifosa? A me dà fastidio e non poco, anche solo pestarla con le scarpe, una merda! Difficile da credere; eppure, la situazione è esattamente questa. Non c’è una retrocessione della transustanziazione, nell’intestino. Quindi il dìo si trasforma in fece, escremento naturale. A me non và, la cosa. Si potrebbe pensare che a dìo non dispiacciono le feci; che non è schizzinoso? Che anzi, si trova addirittura bene, con le feci in bocca? Sì, perché essendo intero nell’ostia – altro bel misterium di quei balordi del Concilio Tridentino – come fa a non berne un pò del liquame che lo avvolge completamente, prima nell’intestino e dopo nella fogna? No. Se non se l’è sentita nemmeno di nascere da una donna che non fosse vergine, immaginiamoci se può accettare di diventare escremento comune! Insomma un gran bel pasticciaccio.
Non si può nemmeno sostenere che il piccolo padreterno in cui si è trasformata l’ostia, svanisca con la digestione della farina-acqua; poiché la farina-acqua non c’è più, nell’ostia, che è diventata carne e sangue di Cristo. Quindi il destino del Cristo accucciato nell’ostia, non può che essere quello di qualunque alimento carneo. Solo se con un secondo intervento del tipo retro-transustanziazione si riconvertisse il corpo in farina-acqua e il sangue in vino, allora Cristo non abiterebbe più nella pancia del comunicato. Ma tale intervento mi pare che non sia per nulla previsto. Ed anche iniquo, far comparire subdolamente nell’organismo degli astemi e dei bambini, dell’alcol – quello del vino! Inoltre, si può ben pensare che una tale trasformazione a ritroso, considerata l’enormità dell’intervento che è stato necessario per la transustanziazione, richiederebbe necessariamente un se-condo intervento altrettanto imponente. Come una santa Messa a ri-troso. Che però non avviene. Dunque il destino della divinità, una volta introdotta nei visceri, non può che essere quella di tutte le altre sostanze: diventare ‘merda’, almeno in massima parte. E siccome nessuna sostanza viene alterata in modo completo nei processi digestivi, ma una parte rimane sempre immodificata, ne deriva che sicuramente una parte almeno della divinità, immodificata, è destinata inevitabilmente a diventare merda. Per quanto iniqua possa sembrare la cosa. D’altra parte, se bastasse l’intervento di qualche semplice enzima digestivo a ricostituire la primitiva condizione della divinità, perché dovrebbe essere richiesta la transustanziazione per la conversione inversa? In verità, la retro-transustanziazione, si può ritenere che debba comportare la partecipazione degli stessi interventi chimico-energetici indispensabili per la prima trasformazione. Ma la tran-sustanziazione richiede interventi di carattere fisico-chimico-ener-getici assolutamente sconosciuti – nonché immaginari, fantasiosi, im-possibili da un punto di vista propriamente scientifico. Quindi, poco si può dire della trasformazione inversa. Quel che si può dire, invece, è che nessuna struttura chimico-fisica reale – come vorrebbe far cre-dere la chiesa a proposito della presenza ‘reale’ della divinità nel-l’ostia – può dissolversi completamente per effetto di processi fisico-chimici normali. Ne consegue che un idoneo procedimento inverso alla transustanziazione potrebbe invertire la condizione dell’ostia facendola ritornare acqua-e-farina com’era all’inizio. Ma siccome questo processo non è previsto dalla liturgia, la divinità , dìo, Cristo, chiunque sia lì accucciato, rimane incatenata nell’ostia, frammentata dai processi digestivi ed espulsa dopo essere diventata merda; ossia assieme agli altri residui digestivi normali, dei maccheroni e di tutto il resto, nelle feci.

vency

Lettera pubblicata il 26 Gennaio 2011. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Riflessioni - Spiritualità

La lettera ha ricevuto finora 8 commenti

  1. 1
    colam's -

    Ahahah ottima ! Peccato che proprio come per l’alimentazione normale, non sono le feci la parter interessante bensi’ cio’ che e’ stato assimilato.

    Proprio vero, “ti mostro la luna e tu mi guardi il dito”..

  2. 2
    paolo salim -

    Io non credo a questa cosa della transustanziazione, e ne parlo con cognizione di causa visto che sono un ex seminarista e studioso delle Scritture. Allo stesso modo non credo a nessuno dei dogmi cattolici, perché la vera fede è una via di luce, e non un percorso tortuoso di difficile comprensione. W l’Islam che è semplice e scevro da queste costruzioni rituali senza utilità spirituale.

  3. 3
    colam's -

    a proposito, parlando di “fede e cibo”, paolo salim, da ex seminarista ed attuale muslim, mi piacerebbe che parlassi un po’ del fatto che nell’Islam ci sono cibi impuri che il credente non puo mangiare, mentre nel cattolicesimo non ce ne sono.

    Tengo a precisare che penso che l’Islam sia molto più vicino al Cristianesimo di quanto li sia l’ebraismo, che ho vari amici muslim ed un Corano in casa (che ho poco letto).

    Aleikum salam

  4. 4
    paolo salim -

    @ colam’s: in effetti l’Antico Testamento definisce impuri molti animali oltre al maiale e al somaro domestico, ad esempio molluschi e crostacei che sono tuttora vietati agli ebrei, tutti gli animali che strisciano, ed altri mammiferi, oltre naturalmente alle carogne e al sangue in tutte le sue forme. La spiegazione che la Chiesa dà alla mancanza di tali regole nella religione cattolica é che Cristo stesso avrebbe cambiato la legge. Però non abbiamo alcuna prova scritturale che Gesù abbia detto qualcosa a riguardo, o che si cibasse di carne di maiale; abbiamo però il racconto delle nozze di Cana, che descrive come il consumo di vino non fosse proibito all’epoca. La mia personale interpretazione della prescrizione sul maiale è che esso non sia una razza “creata” ma prodotta dall’uomo, probabilmente con interventi impuri, in effetti gli organi del maiale sono i più compatibili con il corpo umano. C’è addirittura un racconto nel Corano, nel quale Allah avrebbe trasformato comunità di uomini in porci, ed altre in scimmie, per punirli del loro comportamento dando loro una forma più consona. Ho chiesto a vari studiosi, ma nessuno mi ha dato un motivo preciso se non le parole del Corano, solo disparate spiegazioni tradizionali-superstiziose ad uso turistico, d’altronde loro non l’hanno mai mangiato e non è un loro problema, solo a noi fa comodo indignarci verso il cinese perché mangia cane e gatto, come verso l’arabo perché non mangia maiale, tutto pur di non accettare la cultura dell’altro come altrettanto “giusta”.
    Il mio rifiuto della transustanziazione e dell’Eucaristia stessa è di lunga data, perché da sempre credo che Dio, dopo aver fissato precise norme di purezza nell’alimentazione, non imporrebbe al credente una pratica che può ricordare il cannibalismo o il consumo di sangue. Poi ovviamente la mia idea di Gesù, da cristiano come Risorto e da musulmano come Salvato, non è mai stata compatibile con il rito di cibarsi del suo cadavere, anzi credo che questo sia un rituale molto più confacente a chi é nemico di Cristo.
    Wa aleykum salam wa rahmatullah.

  5. 5
    lucia -

    Come mi appare onesto sempre più il teorema di Pitagora! Vale la pena di
    discettare tanto su cose in realtà inessenziali?
    Molte esperienze anche le più semplici, se approfondite, vissute senza
    indottrinamenti, sono quanto di più bello la vita possa offrire. Soprattutto deve
    valere per i bambini, le cui realtà anche difficili non dovrebbero essere aggravate
    da un sadico teorizzare ormai fuori tempo. Sono convinta che dentro le famiglie il
    nuovo bisogno di affermazione degli individui (oggi ho molti dubbi sulle donne),
    crei non pochi problemi ai figli che lo subiscono. Il cosiddetto amore materno e
    paterno, mi appare vissuto ancora come rapporto di forza. Credo che invece i
    genitori, pur rimanendo in qualche modo dei punti fermi di riferimento,
    dovrebbero scoprire la possibilità reale che i figli danno loro di poter imparare un
    più genuino modo (non é indispensabile definirlo spirituale) di affrontare la realtà.
    I volti che in questi giorni la cronaca ci fa vedere, ci fanno riflettere radicalmente
    su questo sempre doloroso tema. La cause, le conseguenze, le conseguenze delle
    conseguenze..!

  6. 6
    blasfemo67 -

    Bellina questa riflessione vency.
    Sinceramente non avevo mai pensato al fatto che “il corpo di Cristo” diventava merda!
    Cioè, non che non conoscessi le chimiche intestinali, ma accostare la transustanziazione alla defecazione non mi era mai successo!
    Divertente…forse qualcuno potrebbe pensare che te l’ho suggerita io, visto il mio nickname!! 🙂
    ciao

  7. 7
    LUCA -

    E’ tutta una questione di terminologia: Gesù istituì “il pasto serale del Signore”! Voleva forse istituire un rito misterioso nel quale i suoi seguaci avrebbero mangiato il suo corpo e bevuto il suo sangue?
    Gesù aveva appena celebrato la Pasqua ebraica e aveva congedato Giuda Iscariota, l’apostolo che stava per tradirlo. Secondo quanto riferisce San Matteo, uno degli undici apostoli presenti, “mentre continuavano a mangiare, Gesù prese un pane e, dopo aver detto una benedizione, lo spezzò e, dandolo ai suoi discepoli, disse: ‘Prendete, mangiate. Questo significa il mio corpo’. E prese un calice e, avendo reso grazie [greco, eucharistèsas], lo diede loro, dicendo: ‘Bevetene, voi tutti; poiché questo significa il mio “sangue del patto”, che dev’essere versato a favore di molti per il perdono dei peccati’”. — Matteo 26,26-28.
    Come per tutti i servitori di Dio, chiedere una benedizione sul cibo era usuale per Gesù. C’è qualche motivo per credere che rendendo grazie Gesù stesse anche compiendo un miracolo, in modo che i suoi seguaci consumassero letteralmente la sua carne e il suo sangue?
    “Questo significa” o “Questo è” come molte traduzioni bibliche traducono erroneamente?
    È vero che alcune traduzioni bibliche rendono le parole di Gesù come segue: “Prendete e mangiate; questo è il mio corpo”, e: “Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue”. (Matteo 26,26-28, CEI; Nardoni) Ed è vero che la forma verbale greca estìn — terza persona singolare dell’indicativo presente del verbo greco “essere” — fondamentalmente significa “è”. Ma lo stesso verbo può voler dire anche “significare”. E infatti in molte versioni della Bibbia questo verbo viene reso varie volte “significare” o “rappresentare”. È il contesto a determinare il suo significato più preciso. Per esempio in Matteo 12,7 estìn viene reso “significa” da molte traduzioni della Bibbia: “Se aveste compreso che cosa significa [greco, estìn]: Misericordia io voglio e non sacrificio, non avreste condannato persone senza colpa”. — CEI; Garofalo; NVB.
    A questo riguardo diversi autorevoli biblisti concordano sul fatto che il verbo “è” non rende accuratamente il pensiero espresso qui da Gesù. Il teologo cattolico Jacques Dupont, per esempio, ha preso in considerazione il contesto culturale e sociale in cui viveva Gesù ed è giunto alla conclusione che il modo “più naturale” di rendere il versetto sarebbe “Questo significa il mio corpo” o “Questo rappresenta il mio corpo”. Vino e Pane erano quindi simboli ed emblemi

  8. 8
    gianni -

    Se le mie cognizioni di dottrina cattolica sono ancora chiare, pur non condividendole più, la transustanziazione dice che le specie o accidenti del pane e del vino non mutano la loro natura esteriore ma assumono un valore sul piano della fede: in ognuno degli elementi dell’eucaristia c’è Cristo tutto intero: anima, spirito e divinità; corpo e sangue.
    La dottrina cattolica vorrebbe”spiegare” come il credente nel mangiare ritualmente i simboli della passione(=ultima cena) assuma in se la sostanza del Cristo Risorto e diventa una stessa realtà spirituale con Lui. Ma preferisco la spiegazione evangelica che vede solo un memoriale nella celebrazione dell’ultima cena del Signore poi risorto.

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