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Oro alla Patria

di

La richiesta del 5 per mille per la ricerca, oltre ovviamente a quello ormai consolidato dell’8 per mille dell’IRPEF ad istituti religiosi o allo stato, sembra decisamente volerci riportare ai valori patriottici dell’epoca…

Il dono delle fedi matrimoniali alla patria costituì uno dei momenti più impressionanti del consenso delle masse al regime fascista. Per favorire questo risultato tutti i mezzi di
comunicazione si adoperarono in una martellante opera di propaganda.
Eccone un esempio: un articolo pubblicato da uno dei più diffusi settimanali femminili
dell’epoca. Lei, l’autrice, è una delle più note giornaliste-scrittrici di quegli anni, Milly Dandolo.
“Fra qualche giorno tutte le donne d’Italia avranno dato alla Patria il loro anello nuziale ….] Verrà il giorno in cui le madri diranno ai piccoli figli: “Vedi questo cerchietto
d’acciaio? Una volta non usava così. Una volta usava portare un cerchio d’oro prezioso. Ma la Patria ci ha chiesto: che cosa potete dare per me? E noi le abbiamo risposto: ecco i nostri mariti e i nostri figli, ecco il nostro oro e il nostro amore”. E i figli di quel tempo ascolteranno, incantati, come chi ascolta una meravigliosa leggenda, e immagineranno, con occhi stupiti, lo splendore di quell’oro che usava illuminare un tempo le mani femminili.[…]

Qualche “marito e figlio” è già stato “donato” alla Patria. Oggi però si preferiscono
locuzioni alternative al termine guerra,tipo “collaborazione internazionale”, “ripristino
delle condizioni democratiche”, “aiuto ai popoli oppressi dalla tirannia”. Eufemismi che
ricordano vagamente “La carta di Verona” (1943), quando la Repubblica Sociale Italiana, meglio nota come Repubblica di Salò, scriveva: “[…]valorizzazione, a beneficio dei popoli europei e di quelli autoctoni, delle risorse naturali dell’Africa, nel rispetto assoluto di quei popoli, in ispecie musulmani,che, come l’Egitto, sono già civilmente e nuclearmente organizzati.[…]

Potrei andare avanti a lungo con tutta una serie di analogie piuttosto curiose.
Come ad esempio il ritorno al proporzionale.
Nel 1923 il sistema elettorale venne modificato con la “legge Acerbo”, la quale attribuiva i 2/3 dei seggi parlamentari al partito che avesse avuto il maggior numero di voti purchè non inferiore al 25%. Lo scopo di questa legge era quello di far affiancare il maggior numero di forze liberal-moderate intorno al partito fascista…

Che dire della proposta leghista di dazio sulle merci cinesi?
Mi ricorda De Stefani, allora ministro dell’Economia.
Per permettere la ripresa del settore agricolo, fu lanciata la “battaglia del grano”:
furono alzati i dazi doganali sui cereali importati per incoraggiare la produzione nazionale e giungere all’autosufficienza nei consumi.

Ed il duce? Non ricorda qualcuno?
Cito da Wikipedia:

“[…]Un’incessante e soffocante propaganda cominciò così a esaltare, in maniera spesso
grottesca, le doti di “genio” del “duce supremo” (il titolo “dux” fu attribuito a Mussolini
dopo la marcia su Roma), trasfigurandone la personalità in una sorta di semidio “insonne” che aveva “sempre ragione” ed era l’unico in grado di interpretare i destini della patria.[…]”

Lettera pubblicata il 21 Febbraio 2006. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Politica

La lettera ha ricevuto finora 1 commento

  1. 1
    valebilly -

    Ecco un’interessante testimonianza di chi ricorda quando venne chiesto agli italiani di donare le proprie fedi nuziali:

    http://www.memoro.org/it/Oro-Per-La-Patria_808.html

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