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Un normale giorno d’agosto

Mi sento affogare in quest’afa
Il peso della solitudine grava sui pensieri usati e riusati
Sento che qualcosa sta succedendo lì fuori,
ma non me ne interesso.
Rimango qui a fare eco al vuoto che ho dentro.
Rimbalza il silenzio e fa quasi rumore.
E’ fastidio adesso,
sento che dovrei parlare,
ma ancora non trovo il coraggio.
Non oso.
E sconfitto ritorna il pensiero a quel giorno.
Una ragazza sorride nel vento
che lento la sfiora.
Hai un nome mia musa d’agosto?
Che bella che sei
i tuoi sorrisi son gioia ai miei occhi
e che occhi, mia musa d ‘agosto.
Vorrei parlarti
ma non riesco
e a muso basso rifuggo
da cane labirinto di un bosco.
Ma adesso chiedo
son vecchio?
O sono solo estraneo del posto?
Io non conosco quel vecchio.
E di nuovo rinnego me stesso,
chi sono o chi siamo adesso?
Chi sa,..
so solo che non sono felice.
E talvolta domando
e talvolta rispondo
e qualcuno sorride di nuovo
ed io ascolto.
Ma parola non scappa per lei
e intanto continua i suoi giochi
son giochi leggeri e vivaci,
ed io non gioco.
Non tocco,
Riprendo distratto il mio posto.
Nell’ombra di un fuoco l’ascolto,
la guardo,
ma di nuovo il muso ripiego.
Non posso giocare quei giochi,
non riesco neppure a strizzare parola.
Oh mio Dio, t’ascolto,
consiglia tuo figlio sul da farsi.
Ma tu come sempre taci
io piango e ancora t’imploro.
Può Dio non proliferar parola?
Taci, taci,
ma un giorno dovrai,
dovrai spiegarmi il mio ruolo.
Intanto la mia musa riposa,
il sonno l’ha colta d’un fiato
La testa poggia sulle gambe di un uomo
che invidia,
che odio,
me stesso disprezzo
e me stesso non perdono.
Il silenzio ritorna in quel luogo.
E’ mattino,
i ragazzi sono tornati sognanti alle loro case.
Esce ancora fumo dalle ardenti braci,
rimasugli di nottate brave
di vani divertimenti
e di canzoni urlate.
Ancora una volta non ho cantato,
sognato,
ho solo immaginato quei giochi.
Qualcosa è successo in quel luogo,
ho capito.
Non c’è posto per dei falsi poeti,
non c’è posto per chi sogna due baci,
non c’è posto per chi ascolta commosso,
quel ruolo è del macio o dell’orso,
dell’uomo ubriaco,
del cantante,
dell’uomo bello o del buffone.
Ahimè, morirò solo
morirò pecora nera.

Lettera pubblicata il 18 Agosto 2011. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Cultura

La lettera ha ricevuto finora 1 commento

  1. 1
    Zingaro22 -

    B E L L I S S I M A ! sono commosso!

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