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Non so quello che voglio

di

L’anno scorso mi sono diplomata con un ottimo voto al liceo linguistico, e successivamente mi sono iscritta alla Facoltà di Lingue e Letterature straniere, corso di laurea per traduttori e interpreti. Per poter accedere a questo corso di laurea era necessario superare un test di ammissione, e ce l’ho fatta. Ero entusiasta. Credevo che le lingue sarebbero state il mio futuro: quello che veramente mi piaceva e che sapevo fare bene. Purtroppo, a meno di un mese dall’inizio delle lezioni, non ero per niente motivata a proseguire il mio percorso accademico. Frequentavo saltuariamente, pur avendo l’obbligo di frequenza. Ho deciso comunque di continuare, per non dispiacere la mia famiglia che aveva investito molto sul mio futuro. Ho tentato di auto convincermi che era solo questione di tempo, mi sarei adattata alla vita universitaria. A Febbraio ho dato due esami, entrambi superati con 30, e credevo che questi ottimi risultati mi avrebbero spronata a continuare. Non è stato così. A fine Aprile ho abbandonato. Convinta che quello non fosse il mio percorso, mi sono detta che avrei potuto ricominciare un altro corso l’anno dopo, sempre inerente alle Lingue (non saprei cos’altro fare). I miei genitori, dopo tante discussioni spesso sfociate in litigi, si sono arresi all’idea che in effetti potevo essermi trovata male, come capita a molti studenti. Mia madre, che ha pagato tutte le rate e le spese universitarie, ha detto che lo rifarebbe, a patto di vedermi veramente convinta di quello che faccio e felice. Mio padre, invece, ha detto di pensarci bene, e di tenere in considerazione l’idea di andare a lavorare. Io non mi sento pronta per il mondo del lavoro. Non voglio rinunciare agli studi, e credo di aver iniziato semplicemente nel modo sbagliato. Però adesso sono chiusa in casa da quasi tre mesi. Non ho amicizie, perché le poche conoscenze che avevo si sono allontanate progressivamente da me, giudicandomi inconcludente. Sono ingrassata, perché stando in casa tutto il giorno non faccio altro che stare davanti al computer e mangiare. Esco solo quando viene a trovarmi il mio ragazzo, che abita in un’altra città, a circa due ore di treno. Lui sta per finire l’università, gli mancano pochi esami. Mi ha consigliato di trasferirmi nella sua città, e di intraprendere una nuova vita. Si è anche offerto di aiutarmi economicamente, ha già iniziato a cercarmi un appartamento. Ma i miei genitori non potrebbero mantenermi in un’altra città, e me lo hanno detto. Dovrei cavarmela da sola, studiando e lavorando, senza trascurare l’università. Nella mia città mi trovo male, non ho amicizie né rapporti sociali con nessuno. Non pratico nessuno sport e non coltivo interessi particolari. Insomma, qui non avrei proprio niente da perdere, se non una situazione economica stabile e una sistemazione comoda, che mi consente di studiare senza aver bisogno di lavorare. Inoltre, l’università della mia città è più famosa e prestigiosa rispetto a quella della piccola cittadina dove vive il mio ragazzo. Vorrei ricominciare l’università e avere la costanza e la determinazione di portarla a termine, ma ho paura di non farcela e di dare un’altra delusione ai miei. Mi considero una fallita, una sfigata. Non sento di amarmi, esisto senza vivere. E ho compiuto vent’anni solo da quattro giorni. Spero possiate aiutarmi. Voglio smetterla di piangermi addosso.

Lettera pubblicata il 12 Luglio 2009. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 2 commenti

  1. 1
    psYco -

    “Voglio smetterla di piangermi addosso.”

    Appunto. E allora esci. Cammina. E spegni il computer. Non domani o stasera. ADESSO. Metti un paio di scarpe comode e vai a fare un bel giro al parco. O un bel giro in bicicletta. E’ lo stesso. Basta che esci. La sfiga (come la fortuna) ci vede benissimo. Cosa vuoi che capiti a una che sta in casa seduta a magiare? Per cui come si dice “datti una mossa”.
    Per il resto può essere che sei un po’ esaurita. Approfitta dei mesi estivi per riposare. Prenditi un paio di mesi di riposo (ma uscendo, non piantandoti davanti al PC o peggio davanti la TV) e “stacca la spina”. TV e PC sono banditi. Per cui fallo e basta. Portati dietro un buon libro da leggere al parco. Che anche per gli amici c’è tempo.
    A 20 anni non puoi sentirti una fallita: probabilmente ti manca lo scopo finale di tutto quello che stai facendo. Prova a immaginarti tra 5-10-15 anni. E a pianificare (senza patemi se poi le cose non vanno come uno si immaginava) il tuo futuro. Scommetto che pianifichi alla perfezione le tue vacanze e non sai quello che farai tra un anno. Senza scopo siamo persi. Datti un percorso e lascia stare PC e TV. Ma ricorda comincia ADESSO.
    by psYco

  2. 2
    Clode -

    Ciaooooo!!!Mi rivedo nella tua descrizione…Io 20 anni li ho fatti il 28 ottobre…e anche io come te mi sento persa…
    Dopo le superiori ho provato economia e commercio…Ma al contrario delle superiori che bene o male te le fai piacere…l’università è diversa se non hai la determinazione di farla non ce la fai…E sopratutto se non ti piace è un casino…
    Comunque l’anno dopo ovvero questo che sta passando ho provato scienze politiche…Ma anche li non mi sono trovata perchè di politica proprio non ne posso più sentire parlare…E ora mi ritrovo qui avendo analizzato tutte le facoltà e non avendone trovata nenache una che faccia per me…Mi rimane la scelta del lavoro…che anche a me non entusiasma proprio…

    L’idea di andare fuori è buona…ma se sei come me che pensi molto…Anche se cerchi di distrarti i pensieri poi tornano sempre li…perchè è quello il problema che non ti fa stare bene…

    Su una cosa hai veramente ragione…anche io vivo senza esistere…Ma la mia paura è che così sia la maggior parte della nostra generazione…anche se non lo ammette…

    Dicono che prima o poi tutti trovano la propria strada…Ma se la trovi non sarà mai come vogliamo noi…

    Un bacio

    :::Clode:::

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