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Non riesco a trovare un senso in quello che faccio

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Ciao a tutti, sono Nina e ad aprile compirò 47 anni. Quest’età non mi si addice in realtà, è come se fossi rimasta indietro, persa nel mondo delle favole. Forse è per questo che mi sento così adesso, incapace di affrontare la realtà delle mie giornate. In apparenza sembra tutto abbastanza normale. Sono una persona abbastanza carina e simpatica, così dicono gli altri, ho un lavoro e potrei coltivare tanti interessi. Dico potrei perchè negli ultimi anni è come se mi fossi afflosciata come un soufflè! Sono sempre stata malinconica, e fin da ragazzina fino adesso sempre alle prese con l’insicurezza  e  l’incapacità di proteggermi, a livello sentimentale e sociale. Insomma faccio sempre la figura della stupida, anche se stupida non sono. Per ingenuità o semplicemente perchè non mi rispetto abbastanza, mi infilo in situazioni che mi procurano solo sofferenza e ulteriore disistima. E, sempre presente, il senso di colpa. Mi sembra sempre di sbagliare tutto. Sono diventata fragile come un cristallo, emotivamente. Penso di essere un pò depressa. Il mio medico insiste sempre per farmi prendere degli antidepressivi, negli anni passati mi ha fatto provare almeno una decina di farmaci diversi ma non è servito a molto, devo dire. Non so che cosa sia entusiasmarsi per qualcosa, mi rifugio nel sonno che è l’unico momento di pace, ma il problema è che dormo davvero troppo, la mattina sono sempre in ritardo e mi giudicano poco affidabile. Mi rendo conto che devo dare l’impressione di una ragazzetta e non di una donna matura. Sopravvivo ma non riesco a vivere.

Lettera pubblicata il 15 Febbraio 2007. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Me stesso - Salute

La lettera ha ricevuto finora 32 commenti

Pagine: 1 2 3 4

  1. 1
    Alameida -

    Ciao Nina,
    secondo il mio semplice parere, non sei ingenua o come dici tu, “persa nel mondo delle favole”, sei solo una ragazza semplice. Sai perchè dico questo? perchè se tu fossi veramente ingenua non sapresti neanche di infilarti in situazioni che ti procurano sofferenza.
    Non preoccuparti, non sei sola, e soprattutto non sei la sola che si sente in questo stato di malinconia. Tu dici che fin da ragazzina sei sempre stata alle prese con l’insicurezza e l’incapacità di proteggerti, a livello sentimentale e sociale. Questo forse è un lato del tuo carattere ma se anche non lo fosse tu puoi comunque cambiare.
    Ricorda: “Bisogna tollerare le nostre imperfezioni, non già amarle o accarezzarle” (cit.), ma soprattutto “Chi medita cerca di conoscere i suoi difetti, tenta di correggerli e si modera negli impulsi.” (cit.)
    La risposta alle tue domande è dentro di te, è tutta intorno a te, non in fattori esterni. Non troverai le risposte che cerchi da qualcuno, non troverai risposte negli antidepressivi, troverai le risposte solo quando tu lo vorrai.
    È tutto lì, nella tua testa e nel tuo cuore. Affronta le situazioni con grande forza e pazienza e non istintivamente. Fai tesoro delle esperienze passate e rifletti su cosa vuoi migliorare di te. La risposta è dentro di te, ricordalo sempre.

  2. 2
    Spenny -

    Accipicchia Nina, ho la tua stessa sensazione, però forse un senso lo possiamo trovare se pensiamo che viviamo in funzione di qualcosa che è più grande di noi: un Dio personale che ci cerca affinché possiamo realizzarci in Lui!

  3. 3
    Riccardo -

    Belli questi due interventi. Mi fa piacere trovare persone con questo tipo di consapevolezza e sensibilità.
    Il mio commento ti invita, cara Nina, ad agire.
    L’essere umano dovrebbe gratificarsi quando sente di avere un compito. Che il proprio fare aiuta qualcuno.
    Sembra strano, ma molto spesso, quando sentiamo di essere soli e senza meta e bisognosi di essere aiutati, è proprio nell’aiutare gli altri che troviamo il nostro risorgere e la nostra via.
    Tempo fa ero in una barella in ospedale per un incidente e mi sono trovato ad consolare un uomo di fianco a me che stava male.
    In quei momenti, nonostante il mio dolore fisico, ho sentito una grande forza crescere in me che mi ha aiutato molto ad affrontare quella situazione al pronto soccorso.
    Forse un bel giro in ospedale, magari nel reparto pediatrico, potrebbe darti ispirazione e potrebbe aiutarti a rivalutare la tua insoddisfazione e il tuo dolore, dandoti nuova forza.
    Ma cose anche più semplici posssono dare uno scossone al tuo momento di crisi.
    Nei libri di Castaneda (una serie di trattati sullo sciamanesimo), viene insegnata l’arte dell’Agguato.
    Questa antica pratica spirituale degli sciamani americani sprona a creare un evento non ordinario nella propria esistenza ordinaria. Un evento che non centri nulla con il proprio quotidiano e le proprie abitudini.
    Magari un’intuizione, un qualcosa che non abiamo mai fatto, ma che ci attira.
    Fare qualcosa in modo non ordinario, crea una spaccatura nella nostra linea spazio temporale (destino?) che ci può portare in una nuova dimensione, in una nuova direzione di vita. Può aprirci porte inaspettate e attivare un processo di rinascita e di nuove opportunità.
    Un corso di ballo di coppia, in autobus invitare a bere un caffè uno sconosciuto che ti attira, un regalo a dei bambini sconosciuti in ospedale, iniziare a praticare yoga o decupage, prendere la macchina e adare a vedere l’alba al mare… qualsiasi gesto può essere un agguato a te stessa!
    Come disse un saggio cinese, “Un grande cambiamento, inizia sempre con un singolo passo deciso in avanti”.
    In bocca al lupo!

  4. 4
    Fabio47 -

    Cara Nina,
    abbiamo praticamente la stessa età, io sono di tredici mesi più grande di te, fra tre settimane compirò quarantotto anni ( ..azz, mi si sconcica il nick, dovrò cambiarlo in Fabio48 …?) ed anch’io sono sempre stato accompagnato da una vena di malinconia nel mio percorso di vita; per essere più precisi, da quell'”allegra tristezza” che De Gregori cita in “Rimmel”. Anch’io insicuro ed incapace di proteggermi, a livello sentimentale e sociale, da essere talvolta considerato stupido, accompagnato da un senso di colpa simile ad un peccato originale, la cui origine ho individuato nella qualità dell’affetto ed amore ricevuto dai miei genitori, prima, da mia mamma solo, poi (ho perso papà a sedici anni), che mi hanno avuto in tarda età e che non hanno potuto – per questioni anagrafiche – profondere le stesse energie spese per i miei due fratelli, nati tredici ed undici anni prima di me, quando i miei genitori erano ancora giovani. Questo status di quasi figlio unico mi ha reso riflessivo ed introspettivo, quasi troppo, che poi si traduce spesso nei sentimenti di inadeguatezza a cui ti riferivi. Senza false modestie, mi ritengo una persona intelligente, acuta, colta e curiosa del mondo che mi circonda, ma questo atteggiamento “sulla difensiva” non mi ha permesso di diventare uno, come altri che vedo, dalle mille amicizie ed interessi, nonostante io possa sostenere discussioni di qualsiasi tipo ed, anzi, forse, la mia spiccata capacità di analisi può avermi allontanato da coloro che non sono abituati a farsi troppe menate su quello che li circonda e che vivono la vita in modo più semplice del mio. Qualcuno infatti mi diede del “paranoico”, ma io direi eccessivamente sensibile, nel senso che sono sempre stato troppo attento ai cambiamenti di umore di coloro che mi stanno intorno, personalizzando questi sbalzi. Se di paranoico c’è mai stato in me qualcosa, è forse il dare troppo peso a questi cambiamenti di umore, non già nel constatarli, cosa su cui difficilmente mi sono sbagliato. Ed infatti, la mia “salvezza” sta arrivando con la maturità, paradossalmente con la minor energia che il mio corpo mi fornisce per affrontare il mondo. Con la perdita di tante sovrastrutture, l’impossibilità di controllare tutto e di ricordare gli sgarbi e le brutture subite, sta venendo fuori la mia vera natura, nella sua semplicità e noto che gli altri mi accettano di più e se piaccio ad alcuni, bene, se ad altri sto antipatico, amen, non me ne faccio più un problema; come dice Cremonini, si vede che “deve essere così” … Anch’io soffro di un atavico ritardo nel fare le cose ed anch’io – fino a poco fa – dormivo tanto e gli antidepressivi li ho presi per sei mesi, dopo che tra il 2004 ed il 2005 ho perso mamma ed un fratello. Non ti ho voluto ammorbare con la mia storia, ma risposte io non ne ho, se non far capire a te ed agli altri come in realtà spesso siamo in tanti ad avere il male di vivere. Posso solo suggerirti di essere te stessa e vivere semplicemente, F.

  5. 5
    Nina -

    Grazie davvero di cuore a tutti per avermi risposto!
    Per Alameida: ho particolarmente apprezzato e mi sono riconosciuta nella citazione che hai riportato “Bisogna tollerare le nostre imperfezioni, non già amarle o accarezzarle”, io mi adagio troppo e tendo troppo a “viziarmi” anzichè darmi uno scrollone! Sono consapevole del concetto che esponi, ossia che la soluzione dei problemi è dentro di noi e non fuori di noi, devo dire che ho indagato me stessa da tutte le angolazioni, anche grazie all’aiuto dello psicoterapeuta, alla fine ho compreso qualcosa di me stessa ma la malinconia purtroppo è rimasta. Mi mancano proprio (e non sono ancora riuscita a trovarle in me) la forza e la pazienza che, come giustamente dici tu, occorrono per affrontare le situazioni.
    Per Spenny: anch’io penso che esista un qualche Ente Ordinatore e che la nostra vita non sia semplicemente la somma di casualità. Credo però che solo anime eccelse possano realmente realizzarsi soltanto attraverso la spiritualità, sebbene questa sia una parte di noi che va sempre considerata.
    Per Riccardo: sai, ho pensato tante volte che aiutare le persone avrebbe potuto al contempo dare un senso e nuova forza a me stessa, ma ogni volta che mi trovo vicino a qualcuno che soffre “davvero” finisce sempre che mi ritrovo ad essere troppo coinvolta emotivamente e tutto ciò che riesco a fare è piangere come una bambina, come posso portare un pò di conforto a qualcuno se reagisco così? Io penso che occorra un minimo di distacco (non indifferenza, sia chiaro) per affrontare situazioni di questo genere ed essere di giovamento a qualcuno. Ti ringrazio comunque moltissimo per il tuo suggerimento. E’ curioso che, senza aver mai letto i libri di Castaneda (cosa che mi ripropongo di fare) io abbia già sperimentato, i benefici della cosiddetta “arte dell’agguato”, cercherò nuovamente di metterla in pratica!

  6. 6
    Nina -

    Grazie anche a te Fabio”quasi 48″ :o) Sai, scrivendo la mia lettera non è che mi aspettassi risoluzioni mirabolanti ma ti assicuro che è un sollievo indicibile poter condividere il proprio malessere con qualcuno, e mi ha aiutato molto leggere della tua esperienza di vita. E’ bellissima e consolante la tua “accettazione dello stato delle cose” sopravvenuta con gli anni. Farò tesoro del tuo consiglio “Posso solo suggerirti di essere te stessa e vivere semplicemente”. Grazie ancora.

  7. 7
    Andrea -

    Cara Nina, hai bisogno di un aiuto.
    Credo che uno psicoterapeuta (non psichiatra) possa aiutarti.
    Lascia stare i farmaci più che puoi!

  8. 8
    Fabio47 -

    …. e nel riprendere il consiglio di Andrea di non usare farmaci, specialmente psicofarmaci, se non strettamente necessario, volevo anche dire che non c’è niente da vergognarsi nell’ammettere una certa inclinazione malinconica nell’affrontare la vita. Come si fa ad essere totalmente felici ? E’ proprio vero che la felicità è fatta di attimi … Qualche settimana fa Luciana Littizzetto, una donna che ha fatto il mestiere della propria vita il far ridere la gente, dalla trasmissione di Fabio Fazio sui Raitre ha dovuto ammettere – col suo stile inconfondibile e scanzonato – che, volendo guardarsi intorno, c’è ben poco da stare allegri. Non è pessimismo, il mio, solo realismo; poi sta a noi elaborare nel modo più adatto le informazioni che ci arrivano dall’esterno e gestirle e lasciarci coinvolgere. Ci sono giorni che sono felice, semplicemente e ci sono giorni che sono triste, altrettanto semplicemente e, come dice Nina, io mi limito ad accettare lo stato delle cose, senza indulgere in pensieri negativi ma senza neanche angosciarmi più di tanto quando il momento magico scompare, cos’altro potrei fare ? Secondo me la vita non è altro che l’altalenarsi di questi alti e bassi ed è bella per questo; dicevano gli antichi filosofi greci che una medaglia esiste solo perché ha due facce, che conosciamo ed apprezziamo il giorno perché esiste la notte, che amiamo la gioia perché conosciamo il dolore, che la gioia è per noi preziosa perché sappiamo cos’è la tristezza, le due cose sono inscindibili e non potrebbe esistere una cosa senza il suo opposto …. Per questo a me piace moltissimo, come strumento musicale, la fisarmonica, perché è come la vita: triste ed allegra insieme. Kisses, Fabio.

  9. 9
    rossana -

    La vita non deve avere necessariamente un senso!

    Non tutti imparano il “mestiere di vivere”. In fondo “sopravvivere” in certi casi può anche essere considerato un successo!!!

  10. 10
    claudia -

    ciao a tutti!forse io qua centro poco almeno per l’età….sono una ragazzina di 18anni e voi per la maggior parte siete tutti più grandi di me…anche io non riesco a trovare un senso in quello che faccio non so cosa m piace, non so cosa vorrei fare nella vita per ora frequento l’università ma non sono sicura che sia quella giusta,non riesco ad essere me stessa nè con i miei genitori che sono divorziati e dele volte con le mie amiche del cuore quindi figuratevi un pò voi con gli estranei!diciamo che negli ultimi anni sono cambiate tante cose che mi hanno influenzato molto…la mia mamma si è messa con un altro all’inizio abbastanza bene poi non so cosa è successo ma ho iniziato a comportarmi in modo diverso da come si dovrebbe comportare una ragazzina tra i 16 ai 18.è una persona apposto però parla troppo come anche suo figlio ed io come quasi in automatico ho cominciato a parlare poco a casa e a ritrovarmi sempre più spesso da sola in camera anche perchè mi sembra l’unico posto della casa in cui m sento realmente a mio agio perchè casa è stata completamente rivoluzionata da quando ci sono loro!non è che lo odio però delle volte non lo sopporto proprio e allora cerco di evitare tante discussioni inutili…il rapporto con il babbo non è mai stato un gran ke da piccola non c’era quasi mai e ora vorrebbe recuperare tutto il tempo perso…intanto la mia vita non sta avendo un senso e non è tranquilla come dovrebbe essere!non ho mai studiato in modo corretto e facevo una vita senza regole per ripicca delle new entries della casa in questo modo ho collezionato solo una serie di insoddisfazioni e delusioni che si sono accumulate una dietro l’altra così mio fratello acquisito è cresciuto ed è andato avanti ed io invece mi sono bloccata su tutti i fronti!mio babbo non sa niente e no si accorge che ogni anno è sempre peggio mia mamma se ne è accorta ma ormai era troppo tardi!loro sono tutti precisini ed io faccio la disordinata e la menefreghista cosa che in realtà non sono però purtroppo è questa la maschera che mi sono costruita per anni e ora è davvero difficile smontarla!fatto sta che io mi ero talmente abituata che non me ne accorgevo neanche più e l’unico sfogo era diventato il cibo mangiavo e di conseguenza ingrassavo:NON MI PIACEVO e allora dieta stretta fino ad arrivare ad essere troppo troppo magra fino al limite e a ricominciare a mangiare!così non sfrutto nessuna delle mie capacità!ke tunnel!adesso sono finita da una specie di psicologa per fortuna è brava spero di riconquistare la mia personalità!beh questa è la mia storia non so se sono stata utile magari però so solo che in queste situazioni ti ci ritrovi così e spesso non sai neanche come ti fai mille seghe mentali e non vivi più ma semplicemnte sopravvivi perchè sai che la vita va avanti alla fine quando te ne accorgi e ne fai quasi una colpa…quando in realtà non lo è.beh spero di aver potuto in qualche modo contribuire a tirare su il morale a qualcuno!peccato per gli anni sprecati!

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