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Non ho più passioni, non mi diverto più

La mia storia è lunga, se no che storia sarebbe, tempo per scrivere ne ho poco ma lo penso spesso, inizio piano poi come va finire finisca.

Inizio tirando delle linee, non raccontando un romanzo che mi limito nei diritti d’autore se ci penso.

L’amore come tutti i fenomeni umani ha un inizio ed ha una fine (io lo sono stato e so di esserlo stato).
Ciò che ero.
Ragazzo splendente, pieno di vita fame di musica-cinema-teatro-cultura-passioni-amici-storie da raccontare-bevute-euforie-storie da sentire qualità alimentata non lo nascondo dai soldi. Thanks.

Avevo capito che uno dei fattori di distinzione tra le persone è la qualità.

Sempre in prima linea. Coinvolgente di ciò che la società offriva di buono, che per me le cose buone sono (non capisco nella realtà se lo sono ancora solo queste): viaggiare, locali, musica live, prendere una chitarra elettrica in un locale a londra e farla suonare da anonimo e da profano come milioni di persone lo potranno fare, consiglio, avere a che fari con amici e amiche estere, conoscere altre culture, dormire per un paio di ore a casa di persone, conosciute in festa, e mettersi a parlare e a suonare, e trovarsi sul mondo mentre il telefono ti suona, (comunque salto in quanto non voglio scrivere un romanzo) ah non escludo anche improvvisarsi meccanici per il semplice fatto dell’essere capaci, o imbiancare casa della nonna.

Usavo due profumi, che non cito, mi fumano i miei mini sigari, bevevo jack, aggiornavo il mio guardaroba ogni settimana, offrivo e davo da mangiare, tutti avevano la propria parte, chi un semplice fiammifero, chi un campari, chi soldi cartacei, ma tutto avveniva, tramite una linea sottile che unisce le persone.

Vedevo nella società la stragrande maggioranza delle persone prese male, e mi spiegavo, il ma come mai?

Nella mia mente erano presenti delle aberrazione, circa l’80 percento degli under 30 sposati erano persone sfigate, in quanto ormai intrappolati dalla loro assenza di stupire, circa il 70 per cento degli over 30, li vedevo così bigotti, così premuniti, e protetti da non so che, che alla fine la stavano e la stanno, eloggiando persone fantomatiche di quartiere, e promettendo amore eterno alla tipa di turno, non voglio non citare, i personaggi agiati nel loro limitato benessere, ma oltre queste negative percentuali si intuivano anche visioni positive, per essere corto, apprezzavo e apprezzo e stimavo stimo di più, il lavoratore umile, che dell’assessore con cravatta in cemento, o le persone che dimostravano un capello in meno che cento in più.

Era un quadro, con i miei colori. Colori che facilmente splendevano in pubblico, così come la luce anche l’amore ti colpisce nel cuore dello splendore.

Ricordo le parole di mio padre: basta che nella vita non si perde il controllo. E proprio così fu quando la sua presenza venne a mancare.
Parole sacre e sguardi che sostituivano un convegno di antropologia, società, economia, e stile.

Amore, controllo perso.
Emozioni che si rinnovavano nel passar dei secondi.
Salto salto e salto per la famosa storia del romanzo.
Benessere, profumo.
Storie strane di fuga, non so da cosa,
Ci troviamo a vivere.
Non racconto la solita storia d’amore, ma vi garantisco, il mio periodo l’ho steso bene.
Volete sapere come finita? In due righi.

Dispiace di lasciarla in quanto non è economicamente e socialmente autonoma. Mi ritrovo un peso anche nel bere una birra. Si hanno delle prospettive di vita diverse, lei la vedo presa per la sicurezza, inizia ad assomigliare sempre di più a sua madre, e questo mi da l’ultimo colpo,

Pensa solo a cucinare, a parlare di spesa da fare, di cucine d’acquistare, mi terrorizza, io rimango per ore a pensare, in quanto ho cercato di smuovere le sue convinzioni da mammanonna, ma non vengo capito o non voglio essere capito, ho spiegato ed ho fatto capire che il desiderio reale era quello di acquistare una bella 883, mi spiego sottolineando il peso di questa unione assidua, prima non mi presentavo nanche in azienda, ora per non farmela pesare mi reco anche al mattino 7, e le persone si preoccupano in quanto sono al corrente che posso anche starmene a casa a dormire, l’importante che mantengo la mia linea d’osservazione; non so come dirlo, ma il problema è che vorrei che se ne andasse lei, e non mandarla fuori casa per farle male, non so come fare, ho pensato di passare il mio problema ad un’agenzia di corteggiatori per poter avere qualche causa, ma non so a chi rivolgermi,

Io mi ritrovo depresso con pochi amici, molti smarriti per strada, ma non un problema.

Non ho più passioni, non ascolto musica, quando esco da casa non mi diverto più, in confronto dei tempi passati quando ero meravigliosamente single, sto conducendo una vita negativa, sto facendo parte dell’80 percento citato.

Ora riposo gli occhi, attendo una risposta.
Attendete una continuazione.

Lettera pubblicata il 16 Aprile 2010. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 27 commenti

Pagine: 1 2 3

  1. 1
    luna -

    parliamone…la mia email è luna7310@hotmail.it

  2. 2
    Mayte -

    non credo che il problema sia lei …rifletti…e ci arrivi ci arrivi,…i mezzi li hai….

  3. 3
    bauhaus -

    Ciao exbarone, la tua storia è lunga, ma oltremodo sconnessa…
    Ti sei perso un pò troppo nella descrizione (alquanto contorta) della tua vita precedente, da single, raccontandoci la tua visione colorata del mondo.
    Ciò che non ho ben capito è: la questione è che non vuoi più avere una compagna perchè ti senti molto condizionato e per questo non riesci più a divertirti?
    Il punto quindi è che non vuoi essere impegnato seriamente perchè questo ti fa perdere interessi nelle attività che coltivavi prima, da single felice..
    Mi pare che tu non abbia ben focalizzato la questione nel tuo post, per cui non mi sento di esprimere ancora un parere definitivo, finchè non chiarirai bene la questione,
    sempre che tu voglia farlo!
    Cerca di esprimere meglio il tuo pensiero e abbandona le tue velleità poetiche, perchè non rendono chiaro il messaggio, secondo me.
    E poi scusami, c’è bisogno di scrivere un post per sapere come fare a lasciare la tua ragazza?

  4. 4
    lyra -

    Semplicemente non fa per te.
    Non è difficile da capire, dovresti stare con una persona che abbia il tuo
    stesso stile di vita,le tue stesse passioni,i tuoi stessi desideri.
    Probabilmente ti sei imbattutto in una donna che semplicemente desidera in
    ordine:
    una casa, un marito che lavori e guadagni tanti soldi e magari un figlio.
    Niente di più normale.
    Potresti lasciarla dicendole semplicemente ciò che pensi realmente.In fondo
    ogni essere umano ha diritto a vivere la vita che desidera…non trovi?
    Il discorso vale anche per lei.
    Per la questione che non è “economicamente e socialmente autonoma”…bè potresti darle il sostegno per un piccolo lasso temporale.
    Credo che (mi dispiace essere cinica ma purtroppo è così) questi sono problemi che ti riguardano fino ad un certo punto.
    facci sapere come va.

  5. 5
    toroseduto -

    Miseria e Nobiltà…La famosa commedia di E. Scarpetta, padre illegittimo di E. De Filippo. Nel ruolo di barone, almeno nella lettera, ci stai una meraviglia. nella vita reale, un po meno. Hai scritto 2000 parole per descriverti, e 2 righe per l’ultimo giocattolo che non ti piace più.
    Sarai anche capace di imbiancare la casa della nonna, mica fare un quadro di valore. 8° meraviglia, un uomo del tuo spessore, si trova in una situazione che non sa gestire…Non ti dico cosa penso delle persone come te che “passeggiano” sui sentimenti e sulle persone, per conservare il primato di appartenere al 20%.

  6. 6
    psiche86 -

    Un po’ di coraggio cavolo!
    Sincerità, sincerità e sincerità.
    Tirà fuori gli attributi e valle a parlare!
    Vedrai che poi riprenderai a vivere di emozioni seguendo le tue passioni!
    E poi dai… mica si spara senza di te, noi donne siamo forti!
    Ciao!

  7. 7
    viola73 -

    “Ciao exbarone, la tua storia è lunga, ma oltremodo sconnessa”… concordo con Bauhaus..Poi ci dici “Amore controllo perso.
    Emozioni che si rinnovavano nel passar dei secondi.
    Salto salto e salto per la famosa storia del romanzo.
    Benessere, profumo.
    Storie strane di fuga, non so da cosa,
    Ci troviamo a vivere.
    Non racconto la solita storia d’amore, ma vi garantisco, il mio periodo l’ho steso bene” …e non vuoi pagarle nemmeno una birra? Sei un bel taccagno! Io ti vedo così…tipico figlio di papà, che si pavoneggia dei propri soldi…(facile, fare il grande con i soldi degli altri…io direi che quando uno i soldi non se li suda, perchè sono del padre o del marito, abbia almeno il buon senso e l’intelligenza di non pavoneggiarsi… è stomachevole!)troppo preso da se stesso per amare davvero qualcuno.

  8. 8
    glosstar -

    Non mi diverto più. Interessante affermazione per chi ha speso buona parte della vita in una sterile auto gratificazione. Una sorta di puerile autoerotismo il cui baricentro passava sempre e soltanto all’interno del proprio ego.

    In questo tuo apparentemente grande e frenetico universo, gli altri non esistono come individui con senso e valore proprio, ma soltanto come accessori da indossare, come oggetti funzionali alla sola soddisfazione del tuo immenso ego. Ego che, una volta nutrito, li fagocita e li rimpiazza col balocco alla moda del momento: una donna vecchia per una motocicletta nuova.

    Il tuo apprezzare la sostanza a dispetto della forma–“meglio un capello in meno che cento in più”–odora di anticonformismo posticcio almeno quanto la stima per “l’umile lavoratore” puzza di bieco paternalismo, un paternalismo da pacca sulla spalla direttamente proporzionale alla tua carenza di rispetto per coloro i quali le 7 del mattino rappresentano un odioso rituale fatto di “giorno diverso, stessa merda”. Dovremmo forse darti forse una medaglia di cioccolato per avere imbiancato la casa della nonna o per lo stupore che causi nei dipendenti di papà quando, sacrificando ore al tuo meritato sonno, ti presenti in azienda a bordo della fiammante e tanto agoniata 883?
    CONTINUA

  9. 9
    glosstar -

    Patetico ma quanto mai in linea con la tua carenza di spina dorsale, il tuo “aiutarla” ad andarsene tramite un’agenzia di corteggiatori a dimostrazione di quanto il tuo “passeggiare” (grazie ToroSeduto per la illuminante sintesi) sui sentimenti altrui sia la melma sulla quale poggia la tua sterile esistenza. Ma quando ti guardi nello specchio sei orgoglioso dell’immagine che il vetro ti rimanda?

    Alla fine la vita ti ha presentando il conto, eh? Il tuo autoassegnato ruolo a metà tra Faust e Dorian Gray non ti diverte più, anzi ti angoscia? Chissà perché non mi sorprende affatto che tu non abbia neppure amici con cui condividere questa tua sofferenza esistenziale. Ma tu hai mai fatto qualcosa per qualcuno? Hai mai donato qualcosa di tuo? E non mi riferisco certo a beni materiali. Qualcosa che veramente valesse per te e che proprio perche’ importante costituiva immenso sacrificio dare?

    Beh, mi fermo qui, alla prima pagina del tuo mediocre “romanzo” di cui puoi tenerti tutti i diritti. Nel frattempo però tu, “mantenendo salda la linea di osservazione”, sposta l’attenzione dalla tua vorace pancia che inghiotte e defeca tutto e prova a posarla su quell’universo di persone che vivono una “noiosissima” esistenza fatta di valori condivisi, di responsabilita’, di rispetto e perche’ no, anche di amore per l’altro e non solo per se stessi. Parlo di quel 80% che finora dal tuo oblo’ sul mondo hai soltanto visto, senza mai guardare.

    G.

    p.s. Penosi quelli che nonostante abbiano letto il tuo vomitorio di parole, ti spiegano che “quella donna non fa per te perché non ha il tuo stile di vita”…come se fosse quello il tuo problema.

  10. 10
    lyra -

    Caro glosstar,
    Mi presento.Sono la penosa che hai sopracitato. Bè…che dirti.
    Sono costernata per non essere stata all’altezza della tua austera letteretura
    psicologica-filosofica. Diciamo che quello che hai scritto credo l’abbiano pensato
    un pò tutti i lettori,ma sai, esistono DIVERSI modi di porsi.
    Non TI DEVO giustificare il motivo per il quale ho risposto al nostro
    amico nella maniera in cui ho fatto.Per cui, mi tengo il tuo” penosi” con
    la speranza che tu capisca di esser stato alquanto sgradevole nell’attribuzione
    di tale aggettivo.
    Ti saluto CORDIALMENTE

Pagine: 1 2 3

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