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No alla condanna a morte di Saddam Hussein

di

Nessuna causa giustifica la condanna a morte di un essere umano, ed anche se la sopravvivenza dell’umanità dipendesse da questo, comunque non si giustificherebbe l’eccezione.

Lettera pubblicata il 27 Dicembre 2006. L'autore ha condiviso 34 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Mondo

La lettera ha ricevuto finora 36 commenti

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  1. 1
    JDX -

    Ciao a tutti!!!!!!! Vado dritto al sodo penso che la pena di morte di Husssein sia una cosa buona anzi tuttosommato penso che in generale la pena di morte sia una cosa buona. Per esempio ho visto un pò di tempo fa l’intervista ad un padre di un ragazzino violentato e ucciso da mostro. Il padre ha detto che non riconosceva nemmeno il cadavere del figlio……….. Ma questo è solo uno degli innumerevoli esempi che ti potrei fare. Bé se noi facessimo fuori tutti questi mostri della società forse saremmo più sicuri (anche il dottore rimuove l’arto quando va in cancrena) perchè secondo me se facessimo fuori questi mostri la gente avrebbe molta paura a uccidere qualcuno (non come ora che ammazzi molte persone e doponemmeno un anno sei fuori o ti becchi la grazia dal presidente). Io sono e sarò sempre irremovibilmente a favore della pena di morte. Fammi sapere che ne pensi

  2. 2
    Yoel -

    Sei fuori strada…
    Diversi studi scientifici hanno dimostrato che non esistono prove certe che la pena capitale sia un deterrente più efficace rispetto ad altre punizioni. L’indagine più recente sulla relazione tra pena capitale e tasso di omicidi, condotta dalle Nazioni Unite nel 1998 e aggiornata nel 2002, conclude che: “…non è prudente accettare l’ipotesi che la pena di morte abbia un effetto deterrente maggiore piuttosto che l’applicazione di altre punizioni quali il carcere o l’ergastolo”.
    La stessa indagine nelle Nazioni Unite dichiara successivamente che: “esistono diverse prove a sostegno della tesi che l’abolizione della pena capitale non provochi un improvviso e grave cambiamento nel tasso di criminalità”. Ma nel caso del Rais di Bagdad è ovviamente diverso…Prima ancora che si conoscesse il verdetto, il quotidiano della Cei notava che «politicamente forse l’ergastolo in regime di carcere duro non darebbe adeguata soddisfazione alle vittime delle persecuzioni (sciiti e curdi) e potrebbe apparire eccessivamente indulgente nei confronti dei sunniti, minoranza prevaricante per decenni. Ma la ragion di Stato non annulla le istanze dell’etica. Per questo lasciare in cella l’ex rais «sarebbe anche una lezione morale» ai «terroristi che sgozzano e decapitano, un segno della capacità delle istituzioni liberamente elette di superare la logica dell’emergenza militare per entrare in una nuova era. Non si tratta di perdonare un mostro, bensì di affermare che la vita è un bene assoluto e indisponibile, per lui come per tutti».

  3. 3
    JDX -

    Ciao Yoel hai ragione quando affermi che la vita è un dono assoluto e forse l’ergastolo sarebbe una pena giusta ma molto spesso non viene rispettata e poi pensa: la vita è un dono meraviglioso di importanza assoluta ma quando commetti atti imperdonabili (come quel ragazzino violentato e ucciso) e vai a togliere questo dono ad altri individui per me non sei più degno di avere questo regalo. Io ovviamente non stò dicendo di tornare al Medioevo dove per un’ infrazione se pur minima venivi condannato a morte ma a persone come violentatori e serial killer si estirperei volentieri queste erbe marce della società.
    Ciao a presto!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

  4. 4
    usul -

    Marco Pannella sta inviando email chiedendo supporto contro l’impiccagione di Saddam Hussein in nome del Satyagraha mondiale per la pace.
    mi sa che Marco, che non era molto lucido al funerale di Welby, sta perdendo quel poco di bussola che gli restava, tanto da confondere il significato di Satyagraha con qualcos’altro che con Gandhi non ha nulla a che fare e la biblica frase “nessuno tocchi Caino” con “lasciate che i mascalzoni abbiano campo libero”.
    quanto alla efficacia della pena di morte, la sua efficacia non è mai stata quella di deterrente, ché alle vere carogne piace sfidare la legge e anche la morte, non foss’altro per esibizionismo e ostentazione; la sua efficacia è quella di togliere dal mondo chi si dimostra capace e intenzionato a commettere atti che oltrepassano la misura e il caso citato da JDX è uno di quelli; un altro potrebbe essere quello del mostro del Circeo, che non esiterei ad impalare a morte con le mie stesse mani o anche di quelli che stuprarono in gruppo la Franca Rame per sfregio negli anni ’60.
    gli errori giudiziari?! un problema, certo, ma esistono modi per superarlo; basta volerlo fare.
    l’unica remora contro la pena di morte è che non si può privare una persona, per quanto maligna, di trovare la via della redenzione, ma questa è una falsa remora, poiché chi ne ha i requisiti può redimersi con un solo pensiero autentico in una frazione di secondo prima di esalare l’ultimo respiro e volgendo la mente al Creatore.
    chi non ne ha i requisiti è maestro della propria distruzione, ma restando in vita potrebbe continuare ad esserlo anche di gente che non lo merita, privando ingiustamente altri di ciò che è stato imprudentemente concesso a lui.
    ora, c’è un’ottima ragione per impiccare Saddam, ossia il fatto che è un lurido assassino che ha sfruttato il suo stesso popolo senza scrupoli di sorta, compiendo atti che esaltano il disprezzo per gli esseri umani e questo, alla pari di uno stupro merita la morte senza discussione alcuna.
    ci sono però tre buone ragioni per non farlo, tutte d’ordine politico: la prima è che sarebbe veramente una porcata farlo solo per fornire un trofeo a G. W. Bush; la seconda è che sarebbe un’ingiustizia impiccare lui lasciando in vita quelli che lo hanno foraggiato e gli hanno consentito di fare ciò che ha fatto; la terza è che sarebbe una magra soddisfazione impiccare lui e ritrovarsi con peggiori focolai di guerra civile in Irak, provocati dai suoi sostenitori.
    ecco perché, infine, suggerirei alla corte che l’ha giudicato di commutare la pena in lavori forzati a vita in una delle Falkland, come sorvegliato speciale ONU e a pane e acqua finché non muore di morte naturale liberando il mondo della sua puzzolente presenza.
    sono sicuro che non passerebbe neanche un secondo a riflettere sulla sua sudicia esistenza ma questo è affar suo e di chi ha il giudizio finale.
    opportunità politica quindi, non certo compassione che, vera o presunta, vedo opportuno dedicare a miglior causa.

  5. 5
    JDX -

    Ciao Usul Sono d’accordo con te però mi trovo a doverti correggere quando dici che la pena a Hussein farebbe da trofeo a Bush perchè se il presidente americano volesse un trofeo Saddam sarebbe molto più utile da vivo (in prigione naturalmente). Penso che George W. vorrebbe come molti eliminare dalla Terra questa feccia ambulante e io mi trovo perfettamente d’accordo con lui.

  6. 6
    patrizia -

    A che serve aver impiccato saddam ? E ridicolo, potevano dargli l’ergastolo ma non impiccarlo. Perchè ora tutto il mondo secondo me è in pericolo rischiamo tutti con gli attentati terroristici o altro.

  7. 7
    Yoel -

    l’esecuzione di Saddam Hussein questa mattina ore 04.00 del 30.12.06 è una notizia tragica per tutti noi… ora C’è il rischio che alimenti lo spirito di vendetta e semini nuova violenza in medio oriente e non solo…
    oggi è un giorno triste per la cosi detta democrazia occidentale 

  8. 8
    Fabio47 -

    Io, tanto per non smentirmi, ne faccio un discorso politico, ma non sono certo il solo … Perché TUTTA, tutta questa avventura, dalla prima guerra in Iraq all’esecuzione di Saddam Hussein è solo un enorme sporco “gioco” politico. Si è – appunto – giocato sulla pelle di centinaia di migliaia di disgraziati inermi, “colpevoli” solo di essere nati nel momento e luogo sbagliati; se si osserva bene la cronistoria dei fatti, si noterà come le tappe di questa fase storica hanno coinciso con avvenimenti di politica interna americana. In pratica è stata usata questa parte del mondo come cortile per sbrigare faccende interne. Saddam è stato ucciso non in quanto colpevole, ma come parte di una strategia di perseguimento di specifici interessi economici. Di dittatori è piena l’aria, alcuni anche sostanziosamente finanziati dagli stessi che si accreditano come paladini della libertà nel mondo e diventano “nemici” da abbattere a seconda dei propri sporchi interessi. Oggi Saddam, domani noi stessi, se malauguratamente dovessimo essere detentori di risorse (che so, l’acqua) di cui non si può o non si vuole rifornirsi attraverso i normali canali del mercato…. Oggi … amici, domani ?

  9. 9
    usul -

    Saddam è stato impiccato stamattina finché morte non lo divida e perciò fine del dibattito.
    tuttavia, ecco spuntare le prime preoccupazioni per eventuali ritorsioni della fazione “saddamita”, cvd.
    che poi l’eliminazione fisica di Saddam sia un trofeo per Bush è confermato da Bush stesso, il quale l’ha definita così:

    “.. è una pietra miliare nel percorso iracheno verso una democrazia che può governare, sostenere e difendere sé stessa ed essere un’alleata nella guerra al terrorismo ..”

    in altre meno enfatiche e più realistiche parole, un risultato che conferma il concetto imperialista bushano dell’esportazione della democrazia e della divisione del mondo in “forze del Bene” (Bush, ma anche quel peracottaro di Arcore che mi fa senso chiamar per nome) e “forze del Male” (non-Bush).

  10. 10
    usul -

    addendum:

    I Sunniti di Tikrit hanno pianto la morte di Saddam, ma un prete della Grande Moschea di Saddam, Sheik Yahya al-Attawi, probabilmente riferendosi anche alle ultime parole di Saddam (“La Palestina è araba”) ha commentato così:

    “Il Presidente, il Leader Saddam Hussein è un Martire e Dio lo metterà insieme con gli altri martiri. Non vi rattristate e non vi lamentate perché è morto; è la morte di un Guerriero Sacro”

    Per gli Shiiti di Najaf l’esecuzione di Saddam è invece “Il regalo di Dio all’Iraq”.

    La Polizia ha bloccato gli ingressi a Tikrit e ne ha disposto l’isolamento per 4 giorni.

    beh, noi sappiamo quant’è durata in Italia la divisione tra repubblichini e antifascisti; l’Iraq non sta meglio di come stavamo noi, anzi; dati gli interessi petroliferi occidentali in medioriente, non credo uscirà molto presto dalla guerra civile, neanche se tutti i paesi arabi fossero riforniti di governi fantoccio filo-occidentali.

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