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Morte come speranza

Vivo dentro di me un malessere veramente ampio, la mia vita era basata sulla mia ragazza, che amavo tanto, alla follia, per la quale ho fatto tantissime cose e ho rinunciato ad altre.

Sono giovane, ho 22 anni, ma vivo da sempre in una famiglia difficile e ho sempre (almeno dalla 2ª media, che io ricorda) voglia di morire. L’unica cosa che mi teneva in vita era non voler far stare male la mia ragazza.

Ora che non stiamo più insieme, perché mi ha deluso, lasciandomi dopo 2 anni e mezzo dopo aver stretto amicizia con delle ragazze, sono a pezzi. Ho sempre la stessa faccia, mix nervosa-delusa e non riesco a fare niente. Non mi muovo dal letto, dove se riesco a dormire dormo per qualche ora e svegliandomi continuamente, non mangio, non riesco più a studiare (avevo un’ottima media), e nemmeno a lavorare. 

Sono veramente in fase depressione, piango, mi innervosisco, ho voglia di morire, ma non so come fare. Cioè lo so ma ho paura, vorrei farlo in modo indolore. Credo comunque che prima o poi lo farò, ci sono andato vicino tante volte, ma come ho detto è stata la paura a fermarmi, o il volere bene alla mia ragazza. Adesso senza di lei non trovò un senso per la mia vita.

Mi ha deluso tantissimo, mi ha fatto capire che stava con me solo perché non aveva con chi stare o perché aveva bisogno, dopo che io le ho dato tutto, mi ha detto che aveva bisogno di essere libera e di non volersi sorbire i miei problemi, quando io ci sono sempre stato per lei. Ho rinunciato a tantissime donne, a inizio relazione e prima della fine, per lei. 

È finita di punto in bianco, senza troppe spiegazioni o altro, e sono a pezzi.

Ho sempre pensato che la mia vita dovesse avere un senso, e avevo trovato lei, il mio piccolo amore. Invece mi ha deluso anche lei.

Vorrei suicidarmi, e finirla qui, questo mondo è malvagio, e non adatto a una persona come me, che mette sempre davanti a se stesso gli altri o le persone a cui vuole bene, venendo sempre per essere “fregato”. Ho pensato di buttarmi giù, di farmi investire, cercato modi sicuri per morire coi farmaci, non voglio rischiare di diventare paralitico e non morto.

Oppure mi piacerebbe andare dal medico a chiedergli se sono presenti degli antidepressivi forti, ma mi vergogno.

So di aver ripetuto spesso le stesse cose, infatti spero di non avervi annoiato. Ho scritto queste cose perché sto veramente male e la morte mi sembra l’unica soluzione per “vivere”.

 

Lettera pubblicata il 26 Giugno 2017. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Amore e relazioni - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 17 commenti

Pagine: 1 2

  1. 1
    deviz75 -

    Io ti capisco e so bene come ti sentì…

    Ma prova a pensare che avrai tante altre relazioni nella tua vita starai ancora bene sarai ancora innamorato e ricambiato..forse ora ti sembra impossibile ma credimi sarà così e sarai felice di esserci ancora…

    Ora devi provare a stare bene solo con te stesso senza aver bisogno di avere una ragazza….

    C’è la puoi fare….

  2. 2
    Sospeso -

    Guarda prendi in considerazione una terapia farmacologica serotoninergica , dopaminergica o noradrenalinica… e vedrai che nel giro di qualche settimana (trovata giusta posologia e farmaco per tuo caso) starai sicuramente bene . Detto questo..prendere questi farmaci sappi che può provocare diversi disturbi e controindicazioni, quindi è sconsigliato prolungarne L assunzione per lungo tempo (anche se gente li prende per una vita intera) . Potresti associarci anche (se ci credi , io no) una terapia da uno psicoterapeuta . Non devi vergognarti di nulla , sai quante persone prendono i regolatori dell umore ? D’altronde il
    Cervello , come la vista e tutte le parti del corpo, può avere dei fisiologici malfunzionamenti neurologici quindi uno “indossa gli occhiali ” , cioè corregge il disturbo intervenendo con dei correttori e il problema si risolve . Ma ricorda che cessando i farmaci potrebbe rigettarti nello sconforto .

    Detto questo ti dico la mia . Hai detto che hai rinunciato a un sacco di fi.. per la tua tipa: HAI FATTO MALE… o meglio adesso comunque ti puoi fare un sacco di fi.. e recuperare fiducia in te stesso o comunque provare anche sentimenti per qualcuna d altra . Fidati ci siamo passati tutti, non starò adesso a spiegarti cosa è L amore passionale romantico patriarcale perché mi son rotto le palle di riscriverlo ogni volta ma sappi sei solo vittima di una patologia culturale che ha investito tutti quanti. Tutti hanno subito dall infanzia questo imprinting…

  3. 3
    unknow91 -

    scusa amico Alto321 io che ho 25 anni passati e non ho mai vissuto nemmeno 30 secondi con una ragazza cosa dovrei fare ? mi basterebbe 1 giorno solo ma che dico 1 ora sola di quello che hai avuto tu sarei già felice.

  4. 4
    Mat -

    Forse non ti sentirai mai meglio. Allora vivi con questo tuo malessere, sii il suo compagno e lui sarà dolce con te, perché non toccherai mai una verità più sincera di quella che ti da lui.
    Ti comprendo, dunque solo non sei. Io sono qui e puoi immaginare quello che vuoi, quello che gli spensierati non potranno mai.

  5. 5
    Elena -

    Prima della morte, c’è la cura della depressione.
    Di cosa ti devi vergognare? E’ una malattia come altre.
    Vai da uno psichiatra e gliene parli. Ti può prescrivere medicine che nel giro di un mese iniziano a tirarti su. E poi inizi/continui una psicoterapia che ti farà solo del bene, per questo momento e per il resto della vita.
    Se il primo psichiatra e psicologo non ti piacciono (anche solo a pelle), via…cambia! Cercane altri! Fin quando non ti sentirai a tuo agio con loro.
    Coraggio, siamo in tanti ad esserci passati. E uscirne si può.

  6. 6
    venticello -

    Alto,
    concordo con Mat, soprattutto se nella tua famiglia esiste una debolezza congenita di tipo neurologico. abituarsi a convivere con le proprie carenze e difficoltà è, a mio avviso, il miglior modo per non restarne feriti all’infinito e per trovare un minimo di serenità nella speranza, non nella rassegnazione.

    a volte, poi, i bilanci improvvisati e inseriti nel proprio schema mentale risultano falsati da tendenze masochiste. biognerebbe innanzitutto imparare a valorizzare il bello e il buono, che c’è per ognuno.

    se t’impegni in positivo, ce la puoi fare alla grande!

  7. 7
    venticello -

    Sospeso,
    grazie per l’esauriente testimonianza sull’uso di correttori chimici dell’umore. soprattutto nella ricaduta da prevedersi al termine della terapia, intesa come sostegno momentaneo.

    con l’occasione preciso che per me “la patologia culturale” più grave, quella che arreca più dolore a un immenso numero di persone nel terzo millennio, consiste nella convinzione inculcata nell”800 che il solo amore vero sia quello “per sempre”, di recente clamorosamente smentita dai fatti (vedi separazioni e divorzi).

    il contratto di mutuo soccorso in voga in Italia fino a metà del ‘900 è superato dalla libertà di riconoscere in ogni momento della vita la corretta identità dei propri sentimenti e di rapportarli alle esigenze della propria evoluzione interiore, talvolta rapida e incostante mentre in altri casi, per fortuna, molto più stabile e matura.

    al di là di vincoli ufficializzati o di convivenze, si AMA fino a quando si condivide almeno un filo di reciproca attrazione sessuale e sentimentale; ci si vuole BENE, come parenti o amici, quando questa ha lasciato il posto a fiducia, stima e rispetto, uniti all’intento di proseguire insieme progetti d’interesse per entrambi.

    opinioni personali, ovviamente!

  8. 8
    George -

    capisco bene come ti senti, però fidati, te lo dice uno di 43 anni… sei giovanissimo, avrai davanti tante di quelle possibilità sotto tutti gli aspetti della tua vita che non ne hai idea. Il meglio deve ancora arrivare!!!!!

  9. 9
    Golem -

    “Con l’occasione preciso che per me “la patologia culturale” più grave… consiste nella convinzione inculcata nell”800 che il solo amore vero sia quello “per sempre”, di recente clamorosamente smentita dai fatti”.

    Questa è la solita interpretazione gratuita di una “mancanza” ben più profonda di Alto. Il problema del nostro amico è quello di essere diventato “dipendente” da una terza persona. Qui l’amore c’entra come i cavoli a merenda, quanto piuttosto la necessità di essere “salvati” psicologicamente da un metaforico “salvagente”. E ne accenna pure quando parla dei guai della sua famiglia.
    “Mi ha fatto capire che stava con me solo perché non aveva con chi stare o perché aveva bisogno, dopo che io le ho dato tutto, mi ha detto che aveva bisogno di essere libera e di non volersi sorbire i miei problemi, quando io ci sono sempre stato per lei”. Purtroppo il nostro Alto non ha trovato la solita crocerossina, che però non si attacca mai ai veri “problematici” quanto ai veri viziati.
    È evidente che quella ragazza gli dava delle sicurezze che non trovava dentro di sè, ma non funzionano così le storie. Due egoismi, anche se in buona fede come quella di Alto, non fanno un amore. E se non riuscirà a trovare quell’equilibrio con sè stesso non inizierà neanche a scrivere la “A” di amore. I rapporti durano perché non c’è il “bisogno” di “avere” che li muove, anche inconsapevolmente, ma il contrario.
    Alto, vai dal neurologo.

  10. 10
    Rossella -

    Non ti dare per vinto. Purtroppo oggi l’amore e’ un fatto burocratico. Amare significa essere eleganti. Quando delle persone vedono un amico in difficolta’, cosa fanno? Aspettano. Fanno gli eleganti. Anche se sono cattolici arrivano a svuotare gli insegnamenti di Gesu’ (penso alla volta in cui i genitori lo trovarono nel tempio) per osservare il comando. Intanto quella persona in difficolta’ resta da sola… perche’ ci sono materie che, a casa mia, non sono un’opinione. Vedi la fisica. Allora. Purtroppo il mondo sembra destinato ad andare in questa direzione, ma d’altro canto chi piu’ ama piu’ soffre… ci sono momenti della vita in cui non si puo’ essere eleganti. Si tratta di una cosa fisiologica. Questa consapevolezza ci aiuta ad amare e ad offrire senza curarci dell’ingratitudine. Dobbiamo resitere. Un abbraccio 🙂

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