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Non so dare un nome al mio disturbo

Non capisco che cosa abbia, non trovo un nome alla mia patologia, non lo trovo ma so che non fa bene, che sto male, che sono malata. E’ da due anni che va avanti. Vi dico i miei sintomi, se così possiamo chiamarli.
– se vedo un oggetto appuntito o simile mi viene spontaneo pensare a come potrei accidentalmente ferirmi e questo mi succede sempre
– una terribile ansia e sfiducia nei confronti delle persone, alienazione non riesco a fidarmi
– se le cose vanno male, nel mio caso per esempio un’interrogazione a sorpresa o comunque eventi negativi inaspettati mi creo miei mondi, scrivo pagine su pagine di assurdi personaggi visionari ed evado così
– una terribile ansia settimane prima di un’interrogazione o verifica anche se mi preparo da mesi
– orrore assurdo per tutti i professori e i miei compagni, mi sento giudicata come un voto
– la mia vita è CONDIZIONATA dalla scuola, una delle più difficili della città. Io mi dico che c’è altro oltre che so fare altro oltre mi dico che va tutto bene e anche se ho voti medi alti mi sento sempre distaccata assente e vi giuro che il terrore dei professori, non dei voti, ma del giudizio che possono avere su di me mi distrugge
– ho sofferto di profonda depressione per insuccessi scolastici, morte dei genitori del mio ex e abbandono della mia carriera agonistica nello sport per darmi alla scrittura. a volte mi ritorna, così
– odio le persone non riesco a socializzare le vedo nemiche avversarie concorrenti
– sto male

Lettera pubblicata il 1 Ottobre 2011. L'autore ha condiviso 7 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Me stesso - Salute

La lettera ha ricevuto finora 3 commenti

  1. 1
    maurizio -

    ciao Aveline (bel nick/nome)
    io non so cosa tu possa avere, forse sarebbe meglio che tu scruvessi in uno di quei forum dove ti risponde uno psicologo a questo punto.
    Le tue paure mi sembrano in se x se normali, anche io fino a non molto tempo fa facevo incubi in cui ritornavo alle medie e venivo interrogato e ti dico che io sono laureato e lavoro da diversi anni, aggiungo che proprio a lavoro ho sentito che altri colleghi, ben più adulti di me, avevano fatto sogni simili, dunque pensa un pò te per quanto tempo coviamo questo senso di inadeguatezza e paura di essere giudicato negativamente come dici tu.
    La cosa che mi spiace leggere è che tu però estremizzi queste sensazioni, non le riesci a governare.
    Potrei darti tanti consigli più o meno banali ma io ho conosciuto gente che aveva problemi simili ai tuoi (qualcosa di vagamente simile l’ho passato anche io stesso) e so per certo che qualsiasi cosa dirò non servirà perchè purtroppo uno dei primi pensieri di una persona che soffre è credere cose del tipo:
    “…nessuno può capire cosa provo…facile parlare per loro…”
    Mia sorella è (quasi) psicologo e una volta mi ha detto:
    “la prima cosa che dicono gli ipocondriaci (coloro che credono di essere malati anche se non lo sono) quando un dottore li visita è: ha sottovalutato i miei sintomi, non ha capito nulla!!!”
    Ora io potrei dirti che dovresti rilassarti goderti la vita ma credo tu avresti una reazione simile a quella descritta sopra quindi mi limito a dirti che credo tu debba parlare con uno specialista.
    Spero di esserti stato un pizzico d’aiuto.
    In bocca al lupo e tienici informati.
    Ciao

  2. 2
    Stefania -

    Ciao Aveline ,

    io voglio consigliarti di partecipare a una costellazione familiare , e scoprirai tutte queste paure e l`odio per la gente e cosa sono collegate , e risolverle…
    Con me hanno funzionato benissimo , quindi aprlo per esperienza…
    Trova subito qualcuno che lo fà…
    Un`abbraccio Stefy

  3. 3
    Andrea -

    Conosco una che aveva un comportamento simile al tuo. Il suo grosso problema erano le inutili teste dei suoi genitori, che avevano pensato bene di divorziare, facendole subire un trauma tale da farle andare il cervello non dico in pappa ma quasi… Lei poveretta non se ne rendeva conto, ma io, che ero suo moroso, si. E poi venitemi a dire che il divorzio è una grande conquista dell’umanità…E’una conquista sì, ma per gli psicologi che hanno in cura i poveretti che ne subiscono le conseguenze…

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