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Tutto il mio disagio

Bilanci.
Oggi per me sembra un capodanno in cui appunto fare il bilancio della mia vita.
Oggi è il mio primo natale senza mio padre, il tredicesimo senza mio fratello.
Ma ho altro da dire ed è che io un figlio forse non lo voglio.
Lui mi ha detto una frase del tipo: ” hai capito quanto ti amo per voler fare un figlio con te?”.
Con me che sembro aver la colpa di volermi laureare, lavorare, fare carriera e poi fare un figlio.
La vita non si programma dice lui. La mia però di vita vorrei programmarla.
Ho buttato li una frase a mia madre e ho capito dalla sua reazione quanto lei si aspetti tanto da me e quanto io sia poco padrona della mia stessa vita. Un figlio, non una cosa così. Non lo puoi riporre nel cassetto se ti sei stancata di fare la madre, non puoi dirgli aspetta un attimo sto facendo quest’altra cosa. Non mi sento all’altezza di un ruolo cosi importante e credetemi non è mancanza di prendersi le proprie responsabilità , al contrario è essere responsabili nelle scelte che si fanno.
Mia madre ignora io abbia rapporti sessuali, lui non crede che io non ne abbia mai avuti di così profondi… e nel mezzo tra la castità della mia famiglia e i desideri di lui ci sono io. Io che non so cosa voglio davvero e che ho contato più le persone che sono andate via che quelle che sono venute al mondo. Siamo una famiglia triste e tremendamente fragile.
Non so se lui capirà mai quanto una donna possa aver paura di diventare madre, ne dubito. So solo che oggi nel giorno di natale il mio pensiero vola a qualche anno fa quando adolescente il giorno di natale cantavo in chiesa e poi si usciva con ragazzi della mia età e si organizzava il dopo serata perchè prima della mezza non si usciva.

Lettera pubblicata il 25 Dicembre 2011. L'autore ha condiviso 9 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 4 commenti

  1. 1
    Mau -

    Buongiorno Giulia.
    Ho sentito il desiderio di leggere questa tua lettera, dopo aver letto il primi tre capoversi.
    Ma dopo averla letta mi sono accorto che tu di lettere ne hai pubblicate diverse e quindi, per avere le idee un po’ più chiare, le ho stampate e lette tutte e sette.
    Qualora mi fossi fermato alla lettura di questa sola lettera le mie considerazioni sarebbero state altre, legate ai concetti di maternità, di relazione sia famigliare che privata, e ricordi di giovinezza, ( nel tuo caso diciamo abbastanza ‘recenti’, ) ai quali spesso anch’io (ma nel mio caso abbastanza ‘lontani’) torno con la memoria, rivivendo quei momenti, che allora spesso consideravo di emarginazione, con la nostalgia di non aver vissuto appieno, con consapevolezza, qualcosa di magico ed irripetibile. La lettura di tutte le tue lettere mi consegna invece una Giulia certamente non diversa, ma sicuramente ‘diversamente’ da valutare (non mi viene un altro termine ora), sulla quale riflettere, in quanto il ‘bilancio’ della tua vita non è altro, nell’universo personale da te descritto, il summa dei tuoi scritti. Summa che ha un filo conduttore che in ogni lettera. Non ti nascondo che avrei piacere, per ognuna di esse, a scriverti il mio pensiero, le mie riflessioni, in quanto per ciascuna ho trovato frasi che mi hanno colpito molto. Dico veramente non per banalizzare. Ma sarebbe troppo lungo .
    Per cui mi soffermo sul solo aspetto conduttore di tutte le lettere (almeno quello che ritengo tale) che, nella tua penultima lettera fa di questa da capoverso: Io ho bisogno d’amore.
    Questo tuo bisogno d’amore, così sentito, forte, profondo,. Così necessario. Talmente essenziale che, il tuo impietoso percorso, ti fa scrivere che ‘hai paura di non meritare l’amore’.
    Quasi una religiosa sottomissione, una resa di fronte al destino, nemico di quella felicità , talvolta raggiunta, ma persa subito dopo. Probabilmente genesi di quella paura che ti fa sentire ‘non all’altezza di diventare madre.’
    Una frase mi è piaciuta molto: “….e pensare che hai del fuoco dentro e nessuno si viene a riscaldare”. Frase che dovrebbe però ‘sposarsi’ in una realtà vera, non solo ideale, con:
    “ Ho bisogno che qualcuno sia la mia fonte, che si preoccupi per me, che mi dedichi anche un solo attimo della sua vita, ma che sia pieno d’affetto.” Una sola parola: reciprocità.
    Amare è bello, sentirsi amati è………… . Metti tu la parola più giusta. A me, in questo istante, me ne vengono solo di banali.
    Però magari quando tu leggerai questa mia lettera, anche se tempo fatto di pochi giorni, le cose sono cambiate. Il Natale, si sa, può essere magico.
    Nel libro da te citato…”Che tu sia per me il coltello” c’è questa frase:
    ‘ Quando tu ricevi una mia lettera io sono già altrove. Quando io ne leggo una tua mi trovo di fatto in un tuo momento passato. Sono con te in un tempo in cui ormai non ci sei più. …..’
    Bella vero? E ora mi trovo così a chiudere questa lettera con la (segue)

  2. 2
    Mau -

    … sensazione di aver scritto tanto ma di non aver detto nulla, in relazione ai tuoi scritti, di mio, di personale.
    Ma se avrai tempo e piacere di commentare a tua volta, non mancherò di farlo, sapendo questo da te gradito.

    Ciao “Myriam”.

    Mau.

  3. 3
    giulia4 -

    myriam … maria in ebraico, giusto?
    mi sembra un azzardo il paragone anche perchè in quella storia c’era una madre pronta e un uomo che ha creduto che lei non l avesse tradito.

  4. 4
    Mau -

    Mi riferivo alla protagonista del libro da te ricordato:
    ‘Che tu sia per me il coltello’.

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