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Mille buone ragioni per non avere neanche una buona ragione

Ok, è la solita lettera “innamorata”. Il solito cuore che sta lì a pompare ossigeno come un dannato per poi – paradossalmente- togliertela l’aria. Ho 23 anni, e sono una ragazza. Con tutto il margine di dubbio possibile e immaginabile che non si confà certo alla mia giovine età, affermo che: mi sono seriamente innamorata, questa volta. Perché seriamente? Perché lui non è sulla stessa mia lunghezza d’onda (mare mosso, tra l’altro) ed io lo so, ma continuo a. Lasciamola così la frase “continuo a”. Ricapitoliamo: me lo presentano degli amici comuni. Io non ci faccio caso più di tanto, anche perché non è certo un adone o un mattatore da palcoscenico. Un ragazzetto comune. Mi scivola addosso. La seconda volta però che lo rivedo a casa di una amica, beh, quella seconda volta ho cominciato a sorridere. Io ho questo carattere molto impetuoso ed istintivo e soprattutto scherzoso. E allora quando si è tutti insieme sono quasi sempre una delle più chiacchierone e sto a fare battutacce (anche stupide, voilà). Quella sera cominciai a stuzzicarlo. E mi colpì il fatto che ridesse a più non posso. La sera che capii che, cavoli, mi piaceva eravamo in un pub tutti insieme. Anche gli altri si accorsero di questa simpatia tra noi due: io che sparavo stupidaggini a ritmi frenetici prendendolo saporitamente in giro e lui che ne rideva gioiosamente. Più tardi, mi confesserà lui stesso, che quella sera anche lui s’era accorto che io “esistessi” (un modo paraculoide per dire che aveva capito di provare questa simpatia). Il mondo scialbo d’oggi ha dei ritmi che ormai sono scanditi dalla tecnologia e perciò si comincia anche a chiacchierare al computer. Nottate intere a scriversi. Lui l’ha subito messa sullo psuedo pesante del tipo “non mi parlare di altri ragazzi perché sono egocentrico” oppure “non voglio che diventi mia confidente perché sei una ragazza interessante, non voglio essere tuo amico” frasi di questo genere qui insomma, che per una smandrappata emotiva come me, hanno il suo peso. Nel frattempo tra gli amici comincia a diffondersi il sentore di questo “flirt” e infatti quando siamo tutti insieme le gomitate e i ghigni maliziosi non mancano mai. Lui pare soffrirne. E una sera, al pc, mi intima: “dobbiamo assolutamente uscire da soli” (non era la prima volta che me ne accennasse) e io allora gli dico di sì, gli faccio capire che da lì a breve saremmo usciti da soli. Lo volevo anch’io, eccome. Ad ogni modo, sparisce. Sì. Non si fa rintracciare per 3 giorni (che sono pochi, ma per due abituati a sentirsi tutti i giorni da quasi due settimane, sono tanti). Impazzisco. Gli scrivo una mail con stravaganti slanci emotivi. Non ne ero ancora innamorata, ma quella sparizione quel lasciarmi sola a cantermela e suonarmela mi ha sconvolta. Riaffiora. Mi chiede un appuntamento, purtroppo non galante. Mi porta a fare una passeggiata. Ora, non ricordo le esatte parole perché sono scoppiata in una furia di parole e cuore defibbrilato: ho cominciato a biascicare metafore sugli alberi, o paragoni assurdi con le bestie selvagge dell’Africa. Una scheggia impazzita. E lui, riusciva anche a ridacchiare. Perché appunto io non riesco mai ad essere totalmente seria, anche preda dell’ira sembro comica e grottesca. E questa cosa lo fa morire dal ridere. Per dirla tutta, in sintesi mi voleva dire che (anche se non l’ho fatto parlare) che aveva corso troppo e ha farneticato su scintille su sensazioni a pelle. Utilizzava tutta quella gamma di scuse che di solito si utilizzano nella circostanza di due persone che escono da sole per la prima volta e poi si dicono com’è andata. Questo è stato ciò che mi lasciò e mi lascia stranita. Eravamo usciti tante volte insieme con gli altri, e quando mi scriveva qualcosa di “pesante” al pc poi aveva modo di constatare se le provasse davvero. Niente, mi lascia così senza uscire da soli come aveva voluto qualche giorno prima e sospesa. Mi chiudo in una rabbia schifata per qualche giorno. Comincio a fregarmene. Lui però ha la brillante idea di scrivermi frasette al computer. Frasette consolatorie che lui sapeva potessi leggere. “Non ti dimentico, esisti ancora” tutta una pappardella per sentirsi meglio ed in pari con la sua coscienza. Questo suo essere comunque dolce dopo avermi “smollata” mi emoziona e piano piano mi fa capitolare sempre più tra le chele del sentimento. Cominciano settimane di distanze e di incontri saltuari dove ci si vede insieme agli altri. Prima non gli rivolgevo la parola e lo sguardo, poi pian piano mi sono scelta. Perché gli voglio bene, ed è un affetto vero e sincero. E allora si è ricominciato a scherzare come un tempo. A volte rimaniamo anche da soli, ci picchiamo (pizzicotti, sberlette) e ridiamo. Io sono sempre lì a muovergli silenziose guerre d’amore. Con battutine e frecciate. Mostrandomi sfacciatamente gelosa ed innamorata. Lui ride sempre, si fa fare tutto e si allinea ai miei comportamenti. Se io non gli parlo, lui non mi parla. Se io sono espansiva, lui lo è anche. Segue ciò che faccio. Nessuno dall’esterno potrebbe immaginare che quel che sembra, non è. E invece non è. E nessuno ha mai capito il vero motivo. Una volta, schifosamente smielata, arrivai a chiedergli se mai e poi mai qualcosa tra di noi potesse accadere. Ma lui tace, oppure lascia parlare me e si trincera dietro i “sì ed i no”. Quando qualcuno mi fa domande sull’amore e lui è presente lo vedo sempre arrossire ed imbarazzarsi. Sa che c’entra lui, in qualche modo. Adesso ci vediamo molto spesso sempre insieme agli altri. Ci scappa qualche occhiata furtiva e lui sta sempre attentissimo a ciò che dico io. E ci scappa sempre qualche mio palese riferimento a ciò che potrebbe essere, lui se ne esce con le sue solite risatine disimpegnate e faccette espressive incomprensibili. Io del resto sono molto misurata, non sto lì a cercarlo. Aspetto solo di vederlo fuori. Odio mettergli pressioni al di là delle battutine. Anche perché secondo lui dovrebbe essere tutto già deciso. Ma tutto deciso un cavoletto, io credo che ci sia qualcosa che lo blocchi, non che lo ripugni. Non so cosa sia, ma se non si lascerà amare, io impazzirò. E quindi?

Lettera pubblicata il 26 Agosto 2009. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Amore e relazioni

La lettera ha ricevuto finora 4 commenti

  1. 1
    Violante79 -

    Non so se posso aiutarti con qualche consiglio, ma quando ho letto la tua lettera ho sinceramente pensato di averla scritta io sotto ipnosi, io sono esattamente come te e tu hai raccontato la mia ultima storia. La mia non è finita un gran che bene ma perchè mi sono invaghita di un poverino, ma quando racconti delle battute, dell’essere grotteschi anche nella rabbia,nel cercarsi in piccole cose, nel modellare i comportamenti è impressionante. Ma siamo sicuri che tu non sia “troppo” per questa persona? che forse lo spaventi un pochino col tuo carattere espansivo? o forse è proprio il “non averlo” che ti da questa enorme energia? ti propongo un gioco se ci riesci: prova a farti un bel film di come sarebbe se voi due stesse insieme, ma reale e rapportato a come è fatto lui veramente, pregi e difetti,e guarda cosa succede.
    a volte siamo più innamorati dell’idea di avere qualcuno piuttosto che della persona stessa.
    Io comunque, visto che sembri la mia gemella e se tanto mi da tanto sei una persona molto generosa,ti auguro che le cose vadano alla grande. però se non si sblocca forse non è cosa, o semplicemente non vi siete incontrati nel momento giusto.
    Un abbraccio!

  2. 2
    luca -

    Ciao! Anche secondo me tu sei un po’ troppa per lui… Troppa nel senso che l’ho fai sentire inadeguato, che non potrà mai essere alla tua altezza….. Il mio consiglio è di non fare troppo la splendida, metti in luce anche il lato del tuo carattere più arrendevole, dolce, femminile. Ti stai comportando da amicona, ma se non è quello che vuoi, cambia strateggia e dagli spazio. Ciao

  3. 3
    orologiodatavolo -

    Ragazze, vi ringrazio per le risposte. Sono passati 2 anni. Ahhahaha. Ovviamente è sfumato tutto. Ovviamente mi va male anche con gli altri. Mah. Grazie comunque.

  4. 4
    Rossella -

    Io penso che dovremmo fare di tutto per far prevalere la parte razionale, perché quando eccediamo con il sentimentalismo mostriamo il disadattamento e l’ingenuità. Bisogna avere fede, perché il festeggiato ha la lista degli invitati alla festa. Quel giorno mi piacerebbe leggere il mio nome, ma sono preparata ad essere tra gli scartati, e non me ne dolgo giacché nella vita ho fatto delle scelte che mi sembravano giuste… se queste scelte non sono state apprezzate significa che mi prenderò del tempo per meditare sul da farsi, ma riconosco lo stesso diritto anche a chi questa ingenuità non l’ha capita perché è maturo. Lo ha ribadito in più circostanze e io non voglio essere da meno perché ho ben capito cosa intende e non mi sembra corretto applicare ogni energia intellettuale e pratica ad un discorso che ha basi puramente scientifiche (darwinismo sociale, determinismo psichico e ambientale, ecc.) Non posso andare fuori tema. Non è mia intenzione farlo. Rispetto, stima e chi più ne ha più ne mette. Mi tolgo il cappello e mi preparo a fare ammenda perché non mi piace fare la figura della sciocca. Riprendiamoci questo diritto.

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