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A-maternità e lavoro

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No, no, quella A non è un errore di battitura ma un alfa privativo. “E cosa mi sta a significare?” Direbbe Montalbano, significa che una donna italiana in attesa del suo bambino vive nell’illusione che lei e suo figlio saranno coccolati e tutelati da questo splendido paese ma a poco a poco ecco l’illusione svanire e lo scontro con la realtà è veramente catastrofico. Vi racconto la mia storia:
da novembre 2009 dopo dieci anni di sfruttamenti, lavori a nero e contratti di collaborazione, mi ritrovo ad essere dipendente a tempo indeterminato di una ditta edile con la qualifica di restauratrice, (…) cosa c’è nelle parentesi? Un dibattito lungo un intero giornale ma combattiamo una battaglia alla volta. A maggio 2010 con grande sorpresa ed immensa gioia scopro di essere incinta, il mio compagno ed io siamo al 7° cielo anche se lui si trova in un momento lavorativo difficile. Ultimamente infatti non riesce più a trovare una ditta che lo paghi e nella flessibilità che si richiede sul lavoro oltre all’orario, il tipo di impiego e il luogo di lavoro, non ha considerato anche la retribuzione, flessibili si ma da 1000 € lo stipendio si è genu-flesso a 0 €! (…) Come sopra.
Nonostante la situazione del mio compagno siamo abbastanza tranquilli, del resto io sono una dipendente e in quanto tale sono tutelata da questo stato. L’essere rimasta incinta per me è un piccolo miracolo e data la mia situazione decido col mio ginecologo di richiedere la maternità anticipata e d’accordo con la ditta mi attivo per tutti i giri del caso. Fatto tutto! Ora si che posso dedicarmi al mio piccolo! Ah ah, povera illusa!!! I ritardi sui pagamenti sono sempre più gravi fino a raggiungere la completa assenza di retribuzione, provo a dare tempo alla ditta in difficoltà, credo alle mille bugie e promesse del capo e poi? Sveglia Alice nel paese delle meraviglie! Siamo nella vita reale! Il 28 Aprile la mia piccola compirà tre mesi e con i mesi a compiersi sarà anche la maternità…non retribuita. Sicura e fiduciosa della mia posizione tutelata, inizio a contattare INPS, consulenti del lavoro, sindacati e ispettorato del lavoro, c’è chi non può agire e chi non si muove senza una denuncia scritta e comunque pur avendola, non mi assicura nulla prima di un anno minimo di lotte legali ma tutti proprio tutti mi dicono di stare tranquilla, io sono tutelata! Io direi tutelata e coglio…be! Non è carina una rima simile in bocca ad una mamma! Insomma per ora l’unica cosa che ho potuto fare è stata andare da un avvocato per farmi aiutare che ovviamente dovrò retribuire nella speranza che per le calende greche io possa avere i miei soldi. Nel frattempo viviamo con i risparmi del mio compagno che cerca un lavoro retribuito e i santi genitori in pensione. Io guardo mia figlia, il mio fiorellino, diventa ogni giorno più bella, mi sorride e spero non risenta della situazione, la guardo e le prometto che la sua mamma non si arrenderà, cercherà anche altre strade, voglio darle la prova che con la positività e la combattività si ottiene ciò che si deve avere e spero che quando sarà il suo tempo possa essere una vera mamma tutelata

Lettera pubblicata il 21 Aprile 2011. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Lavoro - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 2 commenti

  1. 1
    Mau -

    Buongiorno.

    Fermo restando che hai perfettamente ragione quando si parla della condizione delle donne sul lavoro, non ho però ben capito il fatto della mancata retribuzione.
    Che io sappia, durante la maternità obbligatoria e il successivo periodo di facoltativa, interviene l’ INPS, erogando una retribuzione dell’ 80% e del 70% ripsettivamente nei periodi.
    Quando si rientra al lavoro si usufruisce poi delle ore di allattamento fino al compimento del primo anno del bambino.
    Non è più così?
    O forse la mancata retribuzione si riferisce a quando sei rientrata al lavoro?
    Mi chiarisci per cortesia?

    Grazie.

    Mau

  2. 2
    beatrice -

    Ciao Mau,
    si, è vero,la retribuzione è emanata dall’INPS ma per i dipendenti statali gli stipendi arrivano direttamente dall’ente mentre per i dipendenti privati come me purtroppo, l’INPS passa attraverso la ditta che in questo caso ha pensato bene di approfittarne. Ora ho trovato una piccola e quasi sconosciuta legge che, tramite una lettera di diffida consegnata sia alla ditta che all’INPS si può ottenere sia il rimborso delle mensilità passate, che il pagamento diretto, questo naturalmente crea al datore di lavoro una serie infinita di controlli, dall’INPS, dall’Ispettorato del lavoro e dalla finanza, ed è per questo che ora il mio capo mi sta tartassando di telefonate per pregarmi di non andare avanti per questa strada ma nello stesso tempo non ha soldi, quindi non vuole pagarmi e mi propone assegni post-datati e piccole quote mensili. La mia domanda è, se fin ora non hai avuto neanche 400 euro che gli avevo chiesto mensili per pagare almeno il mutuo, dove troverà i soldi da darmi nei prossimi mesi? e se i suoi assegni dovessero essere scoperti? insomma ho aspettato 9 mesi e mi sembrano anche troppi, la maternità obbligatoria è finita lo scorso 28 aprile e penso di aver avuto parecchia pazienza, mettendo in seria difficoltà la mia famiglia e i miei genitori, ora penso di dover fare qualcosa, se la ditta avrà delle rogne non sarà per responsabilità mia, “chi è causa del suo mal pianga se stesso!”Son cattiva?
    Ciao Grazie per l’interessamento

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