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Manifesto per uomo e lavoro

Manifesto per Uomo e Lavoro

esperimento di pensiero per dare un contributo al bene comune
1986 roberto perinato

DEMOCRAZIA ECONOMICA INDUSTRIALE PARTECIPATIVA

L’uomo deve avere il coraggio di riprendersi la vita e dividere con
tutti le ricchezze della terra senza Egoismi e potere di uni sugli altri
per avere una ricaduta buona su chiunque di tutto quello che si fa

DATE A CESARE QUEL CHE E’ DI CESARE E A DIO QUEL CHE E’ DI DIO

prefazione

Nello scrivere ho voluto evidenziare la mia esperienza (con il sapere e il pensiero di tutti), di questo mio vivere che alla fine del suo percorso di lavoro,ha capito che non ci si può mai dimenticare che siamo solo di passaggio in questa terra e che ogni cosa che abbiamo avuto deve essere lasciata, questo mi ha fatto riflettere che solo con la speranza in Dio e l’amore ,l’Uomo può trovare anche sulla terra con il suo percorso breve, parte del paradiso dovuto se meritato,con il contributo di tutti gli Uomini,
Ringrazio tutte le persone che in questo mio vivere
mi hanno accettato e amato.

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro

FOLLE O VISIONARIO
SPERANZA O UTOPIA
DEMOCRAZIA ECONOMICA INDUSTRIALE PARTECIPATIVA

Credo che finalmente dopo un secolo di guerre e rivoluzioni sociali sia arrivato il grande momento per l’uomo di mettere a frutto tutte le sue esperienze vissute ed avviarci in un nuovo rinascimento dove l’uomo ritorna alla sua origine, riconquistando la natura in un nuovo equilibrio, ultima possibilità di sopravivenza .
La mancanza di regole fra le conquiste tecnologiche ,il lavoro, la società e la natura,ci ha allontanato dai veri valori che accomuna l’uomo nella sua vita,evidenziando sempre di più i mali che viviamo creando difficoltà di portare rimedi per eliminarli
credo che solo con il coraggio e l’onesta di lasciare ai nostri figli un mondo migliore o almeno non peggiore di quello che ci hanno lasciato,ci si debba impegnare tutti ad andare avanti per migliorare la vita di ogni uomo,partecipando con qualsiasi contributo possibile , in questo grande progetto di vita , dove ci si possa permettere nel tempo di vivere nei valori del rispetto,della tolleranza della solidarietà e soprattutto nella libertà rispettosa di tutto e di tutti.

Dalla fine degli anni settanta mi ero convinto che era giunto il momento di assumere responsabilità diverse nella vita sociale di ognuno di noi , dove l’elemento più importante è l UOMO e il LAVORO, ed è su questo fattore importante che mi sono fermato per analizzare tante questioni mai risolte , e possibilmente di trovare soluzioni per migliorare il rapporto e la condizione di vita .
Ponendo quindi l’ uomo al primo posto , e analizzando ogni cosa a 360° , per vederne il pro e il contro, e pensando ad ogni elemento che può influire sulle condizioni e rapporti, ci si convince che Lui”l’uomo” è la priorità su tutto, e su questo concetto ho rivisitato tutti i rapporti che lui stesso ha in questa nostra Società,partendo dalla nostra costituzione nei suoi
PRINCIPI FONDAMENTALI
Art. 1.
L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Art. 2.
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Art. 3.
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Art. 4.
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
Art. 5.
La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento.
Art. 6.
La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.
Art. 7.
Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.
Art. 8.
Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.
Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano.
I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.
Art. 9.
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Art. 10.
L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.
La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali.
Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge.
Non è ammessa l’estradizione dello straniero per reati politici.
Art. 11.
L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa
alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
Art. 12
La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.

Ed è chiaro e fondamentale la tutela dello Stato per la FAMIGLIA dove “gli articoli dal 29 al 31 affermano che la Repubblica italiana riconosce la famiglia come società naturale(uomo-donna) fondata sul matrimonio, e afferma anche che è di dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli.” e soprattutto nella tutela del LAVORO dove le prime stesse parole della nostra Costituzione dicono” già dall’ art. 1
“L’ITALIA E’ UNA REPUBBLICA DEMOCRATICA FONDATA SUL LAVORO”e dall’art.2 al 4 dove dice che il lavoro non deve essere solo un rapporto economico, ma anche un valore sociale che nobilita l’uomo ,e non è solo un diritto, bensì anche un dovere che eleva il singolo.

A questo punto mi sono posto un quesito
-perché avendo noi tutti i stessi diritti nel lavoro non esiste un rapporto uguale per tutti che dia la possibilità anche a partecipare al progresso materiale della nostra società con la responsabilità della crescita e dello sviluppo umano dove sia tenuto conto di un nuovo rapporto che non può più
essere paragonato al solo costo salariale ma deve tenere conto dei stessi diritti e dignità sociale che tutti noi abbiamo “con proprie possibilità e proprie scelte”.nel rispetto della
prima cosa che sancisce la nostra costituzione,e dalle nostre origini cristiane che non ha mai sostenuto, il diritto di proprietà come un qualcosa di assoluto e intoccabile .Al contrario,esse le a sempre intese nel più vasto contesto del comune diritto di tutti di usare i beni dell’intera creazione:il diritto della proprietà privata come subordinato al diritto dell’uso comune ,alla destinazione universale dei beni”,la proprietà si acquista prima di tutto mediante il lavoro perche essa serva al lavoro o alla esistenza dell’uomo,quanto ai mezzi di produzione,non possono essere posseduti contro il lavoro,ne essere posseduti per possedere ,perché l’unico titolo legittimo al loro possesso, e ciò sia nella forma della proprietà privata sia in quella della proprietà pubblica o collettiva -e che essi servano al lavoro,con ognuno di noi in base al proprio lavoro,abbia pieno titolo di considerarsi al tempo stesso il comproprietario del grande banco del lavoro,al quale s’impegna insieme con tutti “con proprie possibilità e proprie scelte”.nel rispetto della prima cosa che sancisce la nostra costituzione e cioè il “LAVORO”

Da questo primo quesito parte la mia curiosità nell’approfondire il vero rapporto che oggi esiste fra chi cerca lavoro e chi invece offre il lavoro .

Considerazioni generali:

un ragazzo finito gli studi deve cercare un lavoro , cosa trova ? pochissimi i fortunati che da subito riescono esprimere le loro personalità e attitudini , e gli altri ?
Sono costretti ad accettare un lavoro e un salario dove limita in tutto la propria vita ed espressione in contrasto con i principi fondamentali della nostra costituzione ,e tutto ciò è regolato da leggi dello stato e accordi sindacali nazionali e locali per varie categorie.

Quindi milioni di persone devono poi alla fine confrontarsi con una limitazione di posti di lavoro e un salario che porta a limitare la propria vita senza potersi esprimere, e concorrere al progresso materiale o spirituale della società, mentre tanti altri non possono partecipare in quanto disoccupati impedendo cosi ad una uguaglianza di diritti sanciti dalla nostra costituzione.

Il risultato di queste prime riflessioni è che in realtà ci troviamo con una mancanza di responsabilità nei diritti e doveri nel partecipare allo sviluppo della persona nel contesto sociale e di solidarietà reciproca. Quindi con un rapporto poco diverso da fine ottocento non essendoci più schiavi….ma SCHIAVI MODERNI.

E’ difficile decidere di esprimere nello scritto in quello che si e sempre creduto e cioè nell’ “onestà, e nei valori sociali” pensavo e penso che la migliore parola sono i fatti,che ognuno di noi deve tener presente sempre nel rapporto di lavoro,riconoscendo nella nostra Costituzione i più alti valoriche esprimono nell’uomo i suoi diritti e doveri.

Rileggendo le cose scritte sopra sembrano altro che una contestazione facile da farsi come quel detto che dice “che chi predica bene razzola male” invece e solo descrivere come sono le cose oggi, certo difficili nell’amministrare problemi cosi grandi , ma anche correggibili, soprattutto nel pensare che la vita di ogni uomo e regolata dalla sua natura temporanea e con un spazio di vita breve, cercando la partecipazione di tutti sarebbe tutto diverso con meno conflittualità e più amore.

E allora cosa fare ? non è facile ma proviamoci,ed ecco il contributo scaturito senza nessuna pretesa di essere il risolutore del problema.

L’analisi del lavoro e variegata dalle molteplici attività che l’uomo a disposto alle sue necessità di cui una parte consistente di persone lavorano nei servizi che lo Stato dà ai sui cittadini ,come polizia-forze armate- uffici pubblici – scuola – università – ospedali-ecc, e la maggioranza lavorano nelle attività commerciali e nei settori produttivi, e su queste due ultime posizioni che mi soffermo per verificare le possibili varianti che si possono ottenere nel rispetto completo del nostro essere all’interno di questa nostra Repubblica.

La prima cosa che sovviene e il rapporto non naturale dell’uomo con Il lavoro,perché questo?
Partendo da dove si lavora, il rapporto individuale e regolato dalla produzione dove il risultato del prodotto deve avere caratteristiche concorrenziali di prezzo e qualità ,a livello ormai di globalizzazione, e sarà pertanto sempre più difficile avere prodotti di qualità e prezzo avendo come concorrenti paesi che non hanno le stesse condizioni di tutela come il nostro, e per questo motivo che le industrie stanno spostando sempre di più la parte manifatturiera in quei paesi dove i costi e le regole sono inferiori, il risultato è che si impoverisce sempre di più la nostra società facendo mancare proprio il lavoro ,parte fondamentale della nostra costituzione dove nel suo primo articolo dice che la nostra “Repubblica è fondata sul lavoro”

Il legislatore ha cercato con le parti sociali di trovare nuove soluzioni nel rapporto stesso del lavoro,cercando di arginare la disoccupazione istituendo nuove figure flessibili dove le aziende possono attingere con risparmi consistenti e soprattutto per la totale mancanza di impegno nel rapporto della continuità come previsto invece nelle assunzioni a tempo indeterminato.

E evidente che senza un progetto politico e sociale a lunga distanza queste soluzioni portano alla discriminazione e all’impossibilità per “Ogni cittadino che ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione per concorrere al progresso materiale o spirituale della società”(art.4 dei principi fondamentali) , ne rimanga escluso,con conseguenze sociali immaginabili.

La parte più vulnerabile rimane quindi la famiglia, togliendo con la precarietà del posto di lavoro ogni possibilità,di investire parte del suo salario anche nella casa e soprattutto nel “dovere e diritto di mantenere e istruire ed educare i figli” (art.29-31),non essendoci tutela e sicurezza nella continuità di lavoro.

Oggi la nostra società non trova più soluzioni per il lavoro nel rispetto dei principi fondamentali della nostra Costituzione , cercando solo di intervenire con degli strumenti come gli ammortizzatori sociali ecc. per aiutare chi sta perdendo il lavoro e chi non lo ha,tutto questo rimane solo un impegno sociale irrinunciabile,ma non sufficiente a far rispettare la nostra Costituzione.
In questa situazione non si può dare ai propri figli nessuna sicurezza e avvenire per formare la propria famiglia anche se riconosciuta dalla nostra costituzione come parte importante, che negli art.29-31 stessi riconosce “la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”

Tutto questo non è una critica ma una considerazione Importante per trovare soluzioni ,che tutti siano rispettati Nei suoi diritti dove nell’art.4 la nostra “ Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.”

Si deve riconoscere però le enormi difficoltà che stiamo attraversando non solo per il debito pubblico sproporzionato alle nostre vere possibilità,ma per la globalizzazione avvenuta ormai senza regole ,dove invece di attenuare le diversità fra popoli nel rispetto di leggi e regole comuni,porta allo sfruttamento delle popolazioni più deboli,da parte di industrie multinazionali,rendendo gli equilibri sociali più deboli anche nelle popolazioni più industrializzate , togliendo posti di lavoro nelle proprie industrie manifatturiere ,senza sostituirle con altre forme di lavoro.
Qualsiasi iniziativa di regolarizzare con norme trattati ecc. da parte delle organizzazioni Mondiali,finiscono sempre con un nulla di fatto,solo le organizzazioni a livello finanziario riescono a regolarizzare i propri interessi, che partono da quelli valutari a quelli, commerciali e bancari.
Constatiamo che sarà difficile risolvere nel suo insieme interessi troppo diversi fra popoli diversi,pertanto ogni cambiamento dovrà esserci partendo dal singolo,come la stessa storia dell’UOMO,non dobbiamo pertanto chiamarla rivoluzione ,perchè nessuno può essere dimenticato o lasciato fuori da questa nuova evoluzione dell’uomo, dove con la nuova tecnologia può trovare risorse ed equilibrio sociale.

CONSIDERAZIONI

Parto dalla mia esperienza personale di vita dura ma fortunata,”imprenditore per forza ma felice di poter fare un lavoro che mi piaceva,progettare e costruire”,non ho mai voluto sentirmi dire padrone (nome usuale all’epoca rivolto dal dipendente verso il titolare dell’azienda) dalle persone che collaboravano con me,in quanto ho sempre ritenuto che ognuno di noi era padrone ma solo di se stesso ,pertanto la responsabilità nel lavoro doveva essere propria dando la massima collaborazione,senza avere persone a cui si doveva obbedire se non nella funzione tecnica del lavoro stesso. Questo mio modo di trattenere i rapporti con i dipendenti era premiato con un ambiente più sereno e responsabile.
Già dalla fine degli anni settanta mi ero convinto che il rapporto nel lavoro poteva cambiare sostanzialmente senza avere dei costi aggiuntivi,tenendo presente le esigenze delle aziende ma riqualificando la vita di ognuno di noi.
Esaminando la vita di una persona che ha un lavoro dipendente andiamo a verificare come trascorre la sua giornata:
Per ragione di traffico e di pochi servizi di trasporti pubblici a causa di soluzioni urbanistiche casuali e non organiche ,per poter cominciare il proprio lavoro alle ore 8 , si deve alzare al massimo alle 6.30 lavorare per otto ore + un’ora di intervallo mensa, quindi arriva alle ore 17 del pomeriggio,il tempo per vestirsi dei propri panni e poi via per andare a casa ,se uno è fortunato ci arriva alle 18, è evidente che dopo un’assenza di quasi undici ore da casa uno ci si senta stanco ,e desideroso di tranquillità,quindi con tutta la buona volontà non può avere tante attenzioni verso i figli e moglie se non solo di affetto, alle 19 (di solito)si cena ,guardando il telegiornale ,quindi si parla poco e si mangia in fretta alla fine si collabora per le piccole cose e dopo mentre la moglie continua a lavorare per accudire a tutti(lavare-stirare-preparare il mangiare per il giorno dopo-pulire la casa-controllare e aiutare i figli nei bisogni personali e della scuola, far tornare i conti della spesa con le proprie entrate ,ecc)si va a letto, si vede un pò di TV, (a quell’ora tutti programmi sono per la maggior parte formati di telegiornali o dibattiti belligeranti fra politici), prima di addormentarsi chiama la moglie,sperando nella sua compagnia,purtroppo questa per tutte le cose da fare prima delle 23 non può andare a letto,trovando il marito addormentato, e cosi si succedono i giorni.

Le considerazioni sono semplici, e un modo di vivere che è vincolato esclusivamente ai tempi del lavoro, rendendo la qualità della vita e i loro valori che non elevano certo socialmente il singolo, rendendo cosí la famiglia vincolata a subire.

La soluzione che ne è scaturita tiene presente soprattutto del singolo lavoratore nei suoi valori famigliari e sociali ,senza toccare per ora il valore del salario,puntando solo sulla qualità della vita senza che ci siano aumenti di costi anzi ottenendo buoni risparmi sulla produzione,migliorandone anche la qualità
Riscontrato i tempi di produttività nelle varie ore del lavoro attuali, si riscontra che le 4 ore sosta pranzo e successive 4 ore danno una produttività Inferiore alle 6 ore continuate con solo una pausa break, questa analisi porta a considerare che le sei ore continuative darebbero più produttività delle otto ore ,con un risparmio del costo del pranzo e utilizzo delle ore giornaliere per due turni di lavoro di 6 ore cadauno,con utilizzo delle strutture della azienda per 4 ore in più con evidente meno costi sugli investimenti di macchinari ecc.
Analizziamo ora le conseguenze che si avrebbero con una soluzione del genere.
L’azienda non avendo nessuna perdita anzi aumentando i vantaggi, può pagare lo stesso salario delle otto ore ottenendo inoltre un rapporto migliore con i propri dipendenti,con riduzione dello spazio aziendale e macchinari del 50% mantenendo lo stesso standard di produzione, o aumentando del 100% la produzione e conseguente aumento della forza lavoro del 100% con gli stessi spazi e investimenti .

Il lavoratore con le sei ore continuative potrebbe scegliere secondo le esigenze aziendali uno dei turni ad esempio o dalle 6 all12 o dalle 12 alle 18,queste scelte sono anche interagibili con le necessità della famiglia (lavoro della moglie, esigenze dei figli e delle persone anziane della famiglia),potendo inoltre dedicare anche del tempo ad attività socialmente utili , ai propri sport o Hobby,tutte cose che non possono fare con il tempo di lavoro predisposto attualmente.
I risultati sarebbero considerevoli sotto tutti profili, per la famiglia il lavoro e la società, e soprattutto nell’adempimento della costituzione nei suoi valori fondamentali dove sono evidenziate nella persona il suo progresso materiale o spirituale.

Tutto ciò porterebbe a risolvere tanti problemi sociali soprattutto nei confronti dei bambini e anziani che avrebbero più assistenza da parte della famiglia.
La possibilità delle aziende di avere personale più predisposto alla attenzione del suo lavoro e quindi a più produttività,e all’utilizzo delle strutture per un 50%in più,risolvendo inoltre gran parte del problema della disoccupazione,utilizzando il secondo turno di lavoro, fattore importantissimo socialmente e per lo stato che risparmierebbe cifre consistenti ,che potrebbero essere messe a disposizione soprattutto per la scuola-università e ricerca ,base essenziale di un paese moderno in competizione globale.

Una soluzione del genere ne trarrebbe grandi vantaggi per primo chi lavora e soprattutto dal lato economico , le strutture Sanitarie in quanto l’uomo avrebbe meno malattie e incidenti sul lavoro, tante di queste causate dallo stress e dal modo di nutrirsi.

E evidente che questa proposta soluzione non risolve tutti problemi, ma potrebbe essere di grande utilità pensando all’inizio di una società nuova che si evolve sempre di più verso i veri valori dell’uomo ,che danno senso ad una vita che appartiene ormai alla globalizzazione della terra, con le sue aspirazioni spirituali.

Pensiamo per un attimo che viviamo già in questa piccola evoluzione sul Lavoro, e che possiamo quindi a risolvere con lo stesso concetto altre problematiche, ad esempio il costo della cassa integrazione e la probabile perdita di posti di lavoro.

Se prendiamo sempre come punto di riferimento l’uomo e i principi fondamentali della nostra costituzione , constatiamo che ad oggi la persona non è tutelata nel rapporto di lavoro nella ugual maniera,come essa parla che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge”, il perché, si trova nella differenza fra gli operai sottoposti alla cassa integrazione e a quelli della stessa azienda che continuano a lavorare,è evidente che i primi prendono un stipendio più basso e nello stesso tempo corrono il rischio di essere licenziati alla fine del periodo di cassa integrazione .
Tutto questo fa si che la persona e la società stessa abbiano un danno irreversibile dovuto non solo al costo sociale ma anche ad una perdita di professionalità,che diventa costosa nel suo recupero.
Penso che solo con una legge dello stato si possa risolvere il problema che porterebbe benefici per tutti,(persona-stato-azienda),legge che dovrebbe imporre alle problematiche
aziendali temporanee una suddivisione delle ore previste per la cassa integrazione su tutto il personale dell’azienda,o in altri casi utilizzare i cassaintegrati per Utilità pubblica ,come manutenzioni ecc con il solo costo della differenza da quella percepita dalla cassa integrazione al 100% dello stipendio intero mensile ,tutto ciò risolverebbe non solo il lato economico del lavoratore, che senza una soluzione alternativa sarebbe costretto a recuperare la parte di reddito sottratta lavorando in nero , onde dare continuità economica alla famiglia, detto utilizzo porterebbe anche dare altre opportunità di possibili impieghi ,sopportati da corsi didattici preparatori.
Tutto ciò sarebbe un grande risparmio di spesa per lo stato e soprattutto porterebbe a risolvere situazioni sia dal lato di vari servizi che a tutela e manutenzione del patrimonio Immobiliare dello stato-regione comune ecc. eliminando uno spreco che non è più sopportabile socialmente.

Certo che i problemi possono anche non finire dopo la cassa integrazione, altre problematiche possono insorgere nella azienda stessa,dipendenti dalla globalizzazione e dalla finanza,tutto ciò però non deve creare differenze nei diritti sanciti dalla nostra costituzione.

Vorrei tornare all’idea che ogni cosa e in rapporto con l’Uomo e la sua Spiritualità, cerchiamo di paragonare l’uomo con tutti i suoi simili come ad corpo unico,nel nostro corpo ogni elemento a una sua funzione e tutte le parti hanno bisogno di funzionare all’unisono, altrimenti si corre il rischio di ammalarsi, e allora come pensiamo di dimenticarci di tanti uomini che fanno parte dello stesso sistema, senza pensare che gli stessi non partecipando alle funzioni del sistema ci porteranno ad un collasso irreversibile , penso allora che come ogni cosa ha bisogno di energia per funzionare , anche il sistema Uomo potrà funzionare solo con l’amore e la spiritualità rispettando tutte le sue componenti di vita.

Proviamo a guardare la vita di ognuno di noi,cosa troviamo, sempre delle conflittualità , di tutti i tipi, ritengo che la più importante sia il diritto all’uguaglianza nei rapporti sociali senza togliere a nessuno la diversità nel raggiungere obiettivi e risultati propri nel rispetto delle leggi comuni.

Sino ad oggi l’uomo in generale ha difficoltà di sentirsi libero e responsabile perchè anche se esistono leggi che lo tutelano,non ha possibilità reale di poter dare un suo contributo libero, e non da schiavo moderno.

Perché il nostro paese ricco di storia ,e di spiritualità nell’insegnamento della parola viva di Gesù,con una Costituzione che ci invidiano tanti stati, non rimuove gli ultimi ostacoli per dare dignità alla persona nel diritto al lavoro con la propria responsabilità nel contribuire allo sviluppo della persona umana e del paese e con la partecipazione effettiva all’organizzazione economica politica e sociale .

Oggi la maggioranza delle persone vive senza possibilità alcuna di esprimersi e partecipare realmente allo sviluppo del paese, vivendo senza avere responsabilità diretta se non solo per dare la propria opera ,regolarizzata in ogni sua parte da leggi e accordi sindacali,dove gli stessi dovrebbero coprire un indispensabile elemento della vita sociale per il solo giusto bene e non per una lotta contro gli altri, evitando anche che le richieste salariali possano trasformarsi in una specie di egoismo di gruppo o di classe senza confondersi nella politica e abusare dello sciopero legittimo nei giusti limiti ,specialmente per giuochi politici.

Oggi i tempi sono maturi per dare ad ognuno la propria responsabilità nei confronti dello stato della società e della famiglia per il suo progresso cominciando dal lavoro,

“Il diritto alla proprietà non deve essere come un qualcosa di assoluto e intoccabile ma al contrario come un comune diritto al più vasto contesto del comune diritto di tutti ad usare i beni alla destinazione universale,i stessi non possono essere posseduti contro il lavoro ne posseduti per possedere,prevedendo la comproprietà dei mezzi del lavoro”
A tutt’oggi invece “ il lavoratore e privato dei mezzi di produzione, viene anche espropriato radicalmente del suo sapere e della sua capacità ideativa,che vengono incorporate nelle macchine,trasferiti
agli organismi burocratici specializzati di fabbrica (i famosi uffici tempi e metodi),tutto questo sta provocando costi tecnologi talmente alti da superare i costi del lavoro e troppo rigidi nella gestione delle varianze,il recuperare e rivalutare il fattore umano e il valore del lavoro risolvendo il contrasto fra tecnologie sofisticate , aumentando l’intelligenza del potenziale umano del lavoro,garantirà all’impresa il governo migliore con la collaborazione dei lavoratori, disponibili ai rischi attraverso la partecipazione agli utili e alle risorse di potere dell’impresa .
Pertanto il salario deve essere ristrutturato dando responsabilità e dignità a chi lavora, facendolo partecipare come azionista del proprio lavoro per la costruzione del prodotto che da reddito sia all’azionista del lavoro che all’azionista del capitale.

AZIONISTA DEL PROPRIO LAVORO

Il concetto di salario percepito dalla persona nella quantità di denaro necessario alla sua sopravvivenza ,è visto a tutt’oggi solo come acquisto di forza lavoro,e non come un fattore diverso da una merce che influisca sul prodotto solo come costo per la sua riproduzione,oggi e doveroso allontanarsi da concetti ottocenteschi dove già all’epoca diverse ideologie mettevano in evidenza.
Per realizzare le istanze programmatiche di eguaglianza e di partecipazione contenuti nella nostra Costituzione “fondata sul lavoro” ponendo l’UOMO come soggetto da tutelare come ricchezza che deve avere dignità con doveri e diritti e partecipare allo sviluppo della nostra società,quindi deve acquisire il diritto ad una partecipazione reale legata alle vere capacità di partecipare alla costruzione del prodotto non solo materialmente ma anche intellettualmente, acquisendo il diritto a partecipare ai rischi del mercato e alla suddivisione del profitto del plusvalore acquisito dal prodotto fra i partecipanti come azionisti del lavoro e gli azionisti del capitale,in questo modo si garantisce la partecipazione dei lavoratori attivamente al processo di governo della produzione e della distribuzione della ricchezza,identificando una comunione di interessi.
Sarebbe superata così la condizione attuale di retribuzione come salario, che diventerebbe una retribuzione legata alla partecipazione agli utili del proprio lavoro regolata da nuovi parametri di partecipazione.
Cosi non sarà il rischio d’impresa esclusivamente dell’imprenditore ma di tutta la forza lavoro subordinati al suo risultato finale a garanzia di tutti di una responsabile direzione.
Queste nuove condizioni porterebbe ad eliminare tutti i conflitti legati al lavoro,con una riduzione drastica delle Persone senza lavoro, con una produttività e risparmio interessata a tutte le forze partecipanti alla costruzione del prodotto,che dovrà confrontarsi solo con il mercato globalizzato, rendendo tutti responsabili della qualità e costo del prodotto che deve risultare concorrenziale per poter essere venduto e dare profitto.
Il conflitto industriale viene tendenzialmente annullato ” il mutamento del rapporto con la tecnica che determina il cambiamento della struttura dell’impresa” in modo che il proprietario imprenditore diventa manager,e gli operai perderanno il ruolo tradizionale di bruta forza-lavoro, per coordinare i loro interessi con quelli della produzione,diventando somma positiva per entrambi le parti,riconoscendo reciprocamente la legittimità ad esistere”strumento idoneo a spezzare la più ampia solidarietà fra i lavoratori per ricomporla in solidarietà di impresa”
E evidente che questo modo nuovo di valorizzare il lavoro di ogni uomo deve essere regolato da nuove regole che tengono conto del vero valore del singolo elevandone dignità sociale ,con diritti e doveri e
responsabilità proprie,dove lo stato e le organizzazioni sindacali dovranno tutelare l’onesta e i valori sanciti dalla nostra costituzione,nell’interesse comune sociale di tutti.
Si potrebbe ipotizzare come primo momento uno studio sulla partecipazione del lavoro come azionista del lavoro, in questo modo la percentuale di partecipazione all’azionariato del lavoro dovrà essere inizialmente comprensivo dei valori dei salari attuali come differenziazione fra varie professionalità e responsabilità . e una % uguale per tutti dando cosi un “ profitto complessivo variabile secondo la capacità di interagire con il prodotto da commercializzare globalmente”,i pagamenti dovranno essere dati con acconti mensili, e saldo al bilancio annuale.
La tassazione,assicurazioni sul lavoro, fondo pensioni ecc. dovranno essere regolate da nuove regole. mentre le azioni del capitale saranno remunerate con gli utili di bilancio da rapportare agli utili dell’azionista del lavoro.
Potrebbe essere una soluzione pagare tasse-pensione ecc con una tassazione su prodotti di consumo
Tassando inoltre con diverse aliquote tutti i proventi finanziari e da capitale (immobili ecc).
Tutto questo eliminerebbe in gran parte l’evasione fiscale portando a detrarre sulla denuncia dei redditi annuale tutti i consumi ,ottenendo in questo modo a più giustizia sociale .
Potrebbe sembrare utopia tutto ciò, dovuto ad un percorso impensabile impercorribile pieno di egoismi e interessi personali, tutte queste difficoltà non ci deve fermare dal cercare possibili soluzioni per portare nuova dignità ad ognuno di noi con diritti e doveri a partecipare allo sviluppo della nostra società,nel rispetto e ai valori della nostra costituzione,senza dimenticare nessuno.

OGGI NELL’ANNO 2010 CREDO CHE IL MIO PENSIERO ANCHE SE VELLEITARIO VISIONARIO E UTOPISTICO DOPO 24 ANNI PUO’ ANCORA ESSERE UNA SFIDA POSSIBILE PER IL BENE DI TUTTI.

L’uomo deve essere sempre il fine di ogni cosa nella società nella politica e nel suo contesto con tutto il creato, sino ad oggi ogni cambiamento sociale si e avuto tramite scontri sociali rivoluzioni e guerre , non c’è mai stata una continuità nel progredire socialmente anzi la politica e la finanza cede sempre all’ ingordigia e poco rispetto per chi lavora sudando per guadagnarsi a mala pena il pane, e cosi dopo ogni periodo di miglioramento sociale c’è il declino ,dovuto

soprattutto per la mancanza di regole che dovrebbero limitare il potere soprattutto alla finanza internazionale unica vera globalizzazione e all’alleato oscuro la moneta mai stabile e pronta ad accettare ogni speculazione.
La mancanza di integrazione dell’uomo e non del prodotto provoca ancora situazioni di ribellione e guerre ,aumentando gli atti dinamitardi che provocano morti di uomini giusti ,danno cosi giustificazioni a repressioni e
a nuove forme di dittatura che portano sempre di più a squilibri sociali .
In tutto questo l’uomo ha una vera ricchezza dentro di lui ,la sua intelligenza e forza che se unita a tutti nella globalizzazione supera enormemente ogni struttura finanziaria e alle instabilità delle monete.
L’uomo deve avere il coraggio di riprendersi la vita e dividere con tutti le ricchezze della terra senza Egoismi e potere degli uni sugli altri, e soprattutto deve superare ogni tipo di ideologie nate per dividere e non per unire dando cosi a pochi il potere su tutti.
Non dobbiamo più perdere tempo con false medicine per far guarire la società da problemi millenari,oggi ci sono i mezzi tecnologici per poter dare giustizia e equità a tutti, abbiamo istituzioni importanti come l’ONU , sede di tutti i popoli, che non trova democrazia nelle sue decisioni,dove ancora pochi stati possono decidere su tutti, bisogna partire da qui dando regole giuste democratiche alle decisioni,eliminando ogni supruso e dando a tutti gli uomini il diritto al vivere degnamente.
E evidente che in ogni crisi si colpisce sempre la fascia più debole della società soprattutto chi vive solo con il proprio lavoro,su questo punto le regole mancano totalmente,in quanto esistono solo regole (contratti)nel rapporto di lavoro quando le cose vanno bene per la proprietà o azionisti, ma quando entra la crisi gli azionisti o la Proprietà si mettono al riparo di eventuali perdite di capitali, lasciando solo l’operaio che da la vita per il suo lavoro ,la scusa di questo modo di fare e di pensare e che si pensa che deve essere lo stato ad occuparsi di queste situazioni sociali, nascondendo che questo non sarà possibile in quanto lo stato si finanzia soprattutto con i redditi da lavoro,quindi tutto peserà gran parte sul singolo e sulla famiglia.
A tutto ciò bisogna trovare urgentemente soluzioni , che devono essere chiare e semplici ,ricordando sempre,che tutti noi siamo solo di passaggio sulla terra e che tutto di noi viene assorbito dalla terra stessa,rimanendo responsabili di quello che lasciamo.

E impossibile trovare soluzioni senza modificare le regole e i trattati fra nazioni, soprattutto nel WTO (organizzazione mondiale del commercio) dove il liberismo a portato a speculazioni finanziarie soprattutto da banche e da grandi multinazionali dell’energia dell’agroalimentare, impoverendo sempre di più i paesi del terzo mondo,non potendo gli stessi competere per le regole rigide imposte ,subendo allo stesso tempo lo sfruttamento nella produzione dei prodotti per il basso costo della manodopera .

Una società lassista nei valori ,costumi,principi e onesta porta solo allo sfascio della famiglia delle istituzioni della società dei popoli, lasciando ai furbetti alle cricche al malcostume e alle organizzazioni criminali lo sfruttamento degli onesti.Il credere in quell’uomo GESU’che con il suo sacrificio ci ha dato la speranza e i motivi giusti per accettare la vita come un dono di DIO ci porterà ad una società più giusta e soprattutto al rispetto di ogni Uomo.

Lettera pubblicata il 17 Gennaio 2013. L'autore ha condiviso 8 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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