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Malasanità e Malagiustizia

di

Gentile Direttore ho un problema da sottoporLe, in sintesi:

dopo sette anni la sentenza assolve i medici perché il fatto non sussiste. Un caso di malasanità finito nel calderone della malagiustizia. Presentai un esposto alla Procura in seguito alla morte di mio padre, rinvio a giudizio dei medici, tre perizie una a favore e due contrarie. Nell’ esposto chiesi espressamente di affidare l’incarico di consulenza a professionisti di un’altra regione, non fui ascoltato, inoltre scrissi: “trovare un medico per il contraddittorio è una impresa ardua, nessuno è disposto a calpestare i piedi al collega specie se trattasi del vice presidente dell’ordine dei medici nonché consigliere comunale e di Consulenti Tecnici del Tribunale”. Quindi sin dai tempi non sospetti avevo ipotizzato l’intreccio e l’abbraccio della casta e di conseguenza il possibile ed unico epilogo dell’intera vicenda. Ma nonostante questo scenario avevo riposto fiducia nella giustizia perché senza presunzione mi reputo una persona seria e soprattutto ingenua.

I consulenti amici e colleghi dei medici indagati non potevano fare diversamente era tutto prevedibile e scontato, tanto che un consulente non è stato neanche interrogato dal giudice e neanche dal PM. e tanto meno dagli avvocati compreso il mio perché è un padre eterno in terra. La sua perizia parzialmente copiata dall’altro consulente contiene tante circostanze ignorate volutamente e quindi tante risposte omesse.

Alcuni giorni fa ho posto via email le stesse domande dell’esposto a Professori e dottori specialisti in neurologia. Potevano benissimo ignorarmi e cestinarmi e invece mi hanno risposto e guarda caso tutti sono stati concordi nel sostenere l’esatto contrario dei consulenti della casta suddetti!!!!

Ho già accantonato l’idea del ricorso in appello perché sin d’ora sono certo che i giudici di 2° grado non potranno smentire i loro colleghi e amici magistrati e medici. Poi d’altra parte purtroppo non me lo posso permettere per motivi economici.

Io desidererei cortesemente qualche consiglio sincero e disinteressato, cosa posso fare? Ho una ferita sempre aperta che non si rimarginerà più.

Ringrazio anticipatamente e porgo cordiali saluti.
Orutra

Lettera pubblicata il 7 Febbraio 2012. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Cittadini

La lettera ha ricevuto finora 3 commenti

  1. 1
    alfredo -

    SO GIA’ CHE QUESTA E’ UNA GOCCIA IN MEZZO AL MARE, MA LA RABBIA E TANTA E LE RISPOSTE SONO POCHE.
    Rischiava un’ischemia celebrale, non c’erano medici in corsia e per farsi curare ha dovuto chiamare le forze dell’ordine. Ecco il racconto di un paziente che in un giorno di ordinaria malasanità all’Ospedale Garibaldi Nesima. Pellicanò, manager dell’azienda ospedaliera conferma: “Ho disposto un’indagine interna”????
    CATANIA – Un banale intervento, l’estrazione di una vena varicosa, poteva trasformarsi nell’ennesimo caso di malasanità all’Ospedale Garibaldi Nuovo. La denuncia, segnalata da un paziente, punta il dito verso il nosocomio catanese.
    La cronaca. Era l’11 gennaio 2013, un sabato, quando la paziente subisce l’intervento per l’estrazione di una vena varicosa. Terminata l’operazione l’infermiere di turno avrebbe sostenuto, secondo la denuncia del paziente, che la donna poteva essere dimessa subito. “La domenica non ci sono medici in reparto” avrebbe aggiunto, però, l’infermiere ai familiari della degente. Le dimissioni, dunque, dovevano essere posticipate al lunedì successivo.
    La paziente dopo qualche ora inizia a manifestare dei dolori, tanto che la domenica, denuncia dei forti malori e, sempre secondo il racconto del lettore, si sarebbe rivolta all’infermiere di turno che, però, avrebbe risposto: “Il dolore è normale a causa dell’intervento, non si preoccupi, purtroppo sono solo in reparto, non ci sono medici fino a lunedì”. Ma il dolore persiste e aumenta di ora in ora.
    La situazione si aggrava e i familiari decidono di chiamare la polizia. Ed è solo grazie all’intervento delle forze dell’ordine che sarebbe stato possibile rintracciare l’unico medico reperibile poiché in servizio al pronto soccorso. Un medico otorino che visita la donna e la sottopone ad una tac. “Ringraziamo questo medico – affermano i familiari – poiché grazie alla Tac è stato riscontrato alla paziente un principio di ischemia”.
    La donna che doveva essere dimessa l’indomani, invece, viene trattenuta in ospedale. “Siamo senza parole – commentano i parenti – Come è possibile che si verifichino questi atti di completa negligenza? Durante quelle giornate siamo rimasti più volte bloccati in ascensore per più di 30 minuti. E come se non bastasse, al momento delle dimissioni, è stata rilasciata, – raccontano – per sbaglio, la cartella clinica di un’altra paziente”.
    Dall’Ospedale arriva la replica. “La Direzione Generale dell’Arnas Garibaldi, ha subito dato incarico al Direttore Sanitario del Presidio di Nesima di disporre una specifica indagine interna –????dichiara il Direttore Angelo Pellicanò per verificare quanto accaduto e se vi siano stati errori sulle procedure adottate dalla struttura nella fase di ricovero, di assistenza e di dimissione”.

  2. 2
    FRIGO GIACOMO -

    COME DIFENDERSI DALLA MALA GIUSTIZIA E DALLA MALA SANITA’
    Vorrei tentare di sintetizzare il più possibile una storia lunga ben quindici anni che, si è conclusa il 6 luglio del 2016, con il morte di mia moglie, sola ed abbandonata in una stanza anonima, prospettiva infelice di tanti altri anziani, ben 92 ammalati gravi presenti , non autosufficienti , considerando il fatto che in servizio è prevista una sola infermiera, dove il bisogno di assistenza è indispensabile,( non essendoci neppure un’auspicabile impianto di video sorveglianza), soprattutto in caso di disfagia, di cui soffriva, tanto che il certificato della Guardia medica intervenuta recitava: constato il decesso , per crisi respiratoria, della signora……….. alle ore 6,45……presumibilmente alle ore 6,05.????
    Nei primi mesi del 2000, ai primi accenni di una imprevista amnesia che , nel tempo, andava man mano peggiorando, pertanto iniziammo con una serie di visite specialistiche e cure prescritte, dallo psicologo, il neurologo , il geriatra ed infine, in seguito a un ricovero al S .Raffaele di Milano le venne diagnosticato il morbo di Alzheimer, nel gennaio del 2005.
    Dopo un ‘approfondita ricerca sull’argomento mi resi pienamente consapevole della gravità…

  3. 3
    Yog -

    Vabbè la sintesi, ma mi pare eccessiva perchè non si capisce qual’è il Teorema da dimostrare. Forse manca un pezzo dell’intervento?

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