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Madre-figlia

Salve a tutti, sono una donna felicemente sposata con due figli di 16 e 14 anni. Ho trascorso una vita serena fino a tre anni fa quando mia figlia ha iniziato un periodo burrascoso in cui le provocazioni e le sfide erano di casa soprattutto nei miei confronti ma anche verso il padre, il fratello e gli insegnanti. Non nego che mi abbia fatto perdere spesso le staffe. Sapevo comunque che questi comportamenti potevano rientrare nell’età adolescenziale ma, mai e poi mai, avrei immaginato potesse succedere quanto sto per raccontarvi. In questo periodo mia figlia ha iniziato a frequentare due zie, sorelle di mio marito. Io non avevo nulla in contrario anzi le avevo permesso di trascorrere qualche giorno di vacanza con loro pensando potesse farle bene considerato il momento difficile. Poi ho iniziato ad avere dei dubbi, in particolar modo, dopo aver “scoperto” mia figlia fumare una sigaretta insieme alla zia la quale non me ne aveva mai parlato nonostante sapesse che noi genitori eravamo contrari. Da lì ho iniziato ad avere dei forti sospetti sull’influenza che le stavano dando ed ho iniziato a impedire a mia figlia di stare tanto tempo con loro. Non ci è voluto molto affinchè tutto sfociasse in un dramma: alla fine dell’estate le due zie hanno lanciato pesanti accuse su di me accusandomi di essere una pessima mamma, di non amare mia figlia, di averla privata fin da piccolina di quei piccoli gesti che trasmettono affetto, di pensare sempre e solo ai c…. miei, di far buon viso a cattivo gioco, di essere superficiale, di averla sempre trattata come una “stupida”, di essere cattiva e “malata” per cui dovevo “farmi curare”…il tutto con mia figlia presente. Tante cose assurde…non riuscivo a credere che dalle loro bocche potessero uscire certe frasi!! Mai, in tanti anni di frequentazione…mai un segnale in cui mi avessere fatto notare ciò che pensavano di me. In quel momento mi è crollato il mondo addosso, non capivo più nulla, non potevo immaginare cosa potessi aver fatto a mia figlia sentendo le accuse delle zie. Da lì è iniziato un periodo in cui le zie si prendevano la libertà di contattare spesso mia figlia, di darle consigli, di rimproverarla su cose che loro ritenevano sbagliate, di invitarla a cene-feste senza chiedere il consenso a noi geniori, di andare a prenderla a scuola a ns insaputa, di chattare fino ad ora tarda,ecc. Dall’altra parte mia figlia ha inziato a mancarmi di rispetto, a rispondermi male, a minacciare di andare ad abitare con le zie, a dirmi che mi odiava, a provocarmi continuamente. A quel punto ero disperata, non sapevo davvero che fare…ero stata assalita dai sensi di colpa e ho messo in discussione il “mio” essere mamma…una mamma incapace, inadeguata. Ma dove avevo sbagliato?? Se amo i miei figli più di ogni altra cosa al mondo, se ho sempre vissuto per loro, com’è possibile tutto cio’? Non sapevo più qual’era il modo giusto di fare la mamma..è così che ho deciso di rivolgermi ad una psicoterapeuta. E’ stato un percorso lungo ma grazie a lei sono riuscita a ricucire il rapporto con mia figlia, ho ritrovato sicurezza e fiducia in me stessa. Il rapporto con le cognate ormai è distrutto, mia figlia continua a sentirle e continua ad avere un grande attaccamento per una di loro. Ho scritto questa lettera dopo mesi e mesi di sofferenza, per vincere la paura….paura di essere giudicata una cattiva mamma: cosa potrebbe spingere due zie a condannare una madre se non per gravi motivi? Ora sono abbastanza serena, sò di non essere una “cattiva” mamma e sò di aver sempre agito per il bene dei miei figli e mai per nuocerli…sto solo aspettando che crescano e capiscano quanto li ho amati, quanto li amo e quanto li amerò.

Lettera pubblicata il 17 Ottobre 2011. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Famiglia - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 6 commenti

  1. 1
    seele -

    Ciao io ho 16 anni e ti ho scritto nell’altra lettera che hai scritto..
    Allora primo se sono le sorelle di tuo marito per quale motivo tuo parito non è stato dalla tua parte??
    Secondo, tu dovevi avere il coraggio di andare da queste “zie” e dirgli cosa pensavi..
    Terzo, mi spiace dirlo ma tua figlia è una stupida, perchè a me è successo che mio padre dicesse a mia madre non sei una brava mamma ecc ma non lo ha piu fatto.
    Noi siamo in 3 quello piu grande ne ha 22 di anni io 16 e quello piu piccolo 12. Siamo in 2 in adolescenza .
    Mia madre sta male a volte perchè la trattiamo male e me ne rendo conto ma non per questo non sa fare il ruolo di mamma, perchè mamme si diventa piano piano e non è perchè delle stupide zie ti dicono che tu non lo sei che tu devi credergli.
    Io fossi stata tua figlia le avrei mandate letteralmente a quel paese.
    Sorelle o no di mio padre.
    Quindi probabilmente le sue zie naturalmente le fanno fare cose che tu sai benissimo che sono sbagliate e percio non vuoi.
    Io non ho mai raccontato una balla a mia madre e non perchè non ne ho avuto modo, anzi avrei botuto milioni di volte perchè spesso io rimanevo a casa e le mie amiche andavano a feste ecc..
    Ma perchè lei mi ripeteva che si fidava di me.
    e io non volevo deluderla quindi sapendo cosa non le piace non lo faccio.
    Non ho mai provato un tiro di sigaretta nonstante io uscissi con un gruppo di 10 ragazzi che fumavano tutti.
    Non sono andata insieme a tutti e non l’ho “data a tutti” il mio primo ragazzo è stato il primo setio e ci sono insieme da anno e mezzo… perchè mia mamma e mio papa si sono innamorati alla mia eta e a me piace talmente tanto la loro storia che anche io vorrei essere come loro e per questo non cambio ragazzo goni 2 settimane come persone con le quali uscivo.
    Non ho mai provato una birra, non perche non mi piaccia ma perchè a mia mamma non piacerebbe che io bevessi.
    a ME QUESTE COSE NON PESANO, ANZI, MI DA SOLLIEVO PENSARE CHE MIA MADRE SI FIDI CIECAMENTE DI ME.

    Non ti ho raccontato questo per annoiarti ma per farti capire che forse dovresti dire a tua figlia che ti fidi di lei, anche se x ora magari non è cosi.
    Falle capire che le vuoi bene, anzi parlale, che anche se noi diciamo non ho voglia di ascoltarti, dopo che voi ci avete parlato riflettiamo su cio che avete detto e vi diamo ragione anche se non ve lo diciamo.
    Prova ad essere una mamma che cerca di fare l’amica, ma non troppo..
    Fa sempre comodo una mamma che ti ascolta.
    Chiedile come va con i ragazzi , come va la scuola, se vuole fare qualcosa con te.. ecc..
    Non è troppo tardi per cucire un rapporto da mamma a figlia come quelli che si vedono in tele..
    Esistono quei rapporti e io e mia mamma ne siamo la prova. spero di esserti stata d’aiuto..

  2. 2
    IO -

    scusami ma in tutto questo tuo marito (fratello delle zie) che faceva?
    hai sposato un uomo senza carattere.. un mezzo uomo, uno di quelli che sta zitto e fa finta di nulla per non andare in guerra.. odio profondamente quella tipologia di uomo.

  3. 3
    Mau -

    Mi permetto di fare una domanda provocatoria….
    Dopo una pausa di riflessione….rispondi
    Sei sicura di ‘essere felicemente sposata’ ?

    Cordialità.

    Mau

  4. 4
    fiore -

    Se leggendo la lettera la domanda che uno si pone e’:” ma tuo marito cosa ha fatto?” significa che non sono una brava scrittrice!il punto non e’ mio marito.Comunque sappiate che lui mi ha difeso fin da subito ed ora ha chiuso definitivamente con le sorelle.Non l’ho mai considerato privo di carattere ne’ tantomeno un mezzo uomo.Grazie comunque per i commenti.

  5. 5
    Rossella -

    Il rapporto madre figlia, anche quando è buono, dall’esterno sembra tormentato. Purtroppo nella nostra epoca si crede solo in ciò che si vede e questa mentalità porta a introiettare un conflitto che semplicemente non esiste. Questo è quello che ho pensato mentre ascoltavo la recensione di un romanzo. La ragazza che lo recensiva non ha nascosto la sua personale antipatia verso la madre della protagonista. Di notte spesso mi capita di fare dei sogni in cui si capisce che questa suggestione(che rischia di dominarci) ci porta sulla strada dell’indipendenza. Delle persone a me molto carte possono confermare che nella vita hanno tanto faticato per vincere quel senso di soggezione che si raddoppiava al cospetto di una figura femminile che rappresentava l’archetipo della madre (amica, sorella, ecc.). Si tratta di un codice culturale che fa parte della natura delle cose. Non lo so, forse l’uomo dovrebbe imparare a convivere con le inibizioni che gli vengono dalla natura. Quando c’è la serenità nel cuore le cose accadono nella maniera più naturale possibile. Mi rendo conto che questi vincoli naturali potrebbero creare un senso d’oppressione che si può vincere solo con l’amore. Forse per la donna è più semplice ribellarsi, anche in maniera bonaria. Quando non capisci le cose tendi a diventare un po’ insofferente. Io per qualche tempo mi sono traferita in città. Un mese scarso… già!

  6. 6
    Rossella -

    Non è che non riesco ad essere autonoma (perché tengo molto ai miei spazi), ma c’è in me una parte un po’ selvaggia che mi porta a vivere nel mio ambiente… lo ritrovo nei miei pensieri. Tanto vale non abbandonarsi ad astratte visioni. Io mi considero una persona con i piedi per terra… ho bisogno di verificare empiricamente tutti i miei stati d’animo. La famiglia è importante dal punto di vista fisico… si trovano sorgenti di calore (gli affetti) che ti consentono di evitare la morte termica. Si può parlare con franchezza e quando le cose non tornano, a limite, perché non capita mai, puoi dedicarti ad un’altra attività senza perdere il filo del discorso… nella vita pubblica, per salvare capra e cavoli, non puoi andare in un’altra stanza o in bagno… devi sforzarti di essere diplomatica, ma chiaramente non puoi farlo se non ti senti una privilegiata. Il privilegio in genere viene letto al contrario. Per le ragioni di cui sopra… quindi: il privilegio di andare verso la piazza, verso il pubblico. Non la sicurezza di avere una famiglia e un tetto sulla testa. Quindi vediamo che i privilegi fanno parte di un codice culturale presente nella natura… quella voglia di evasione, quel desiderio di realizzazione che generano un senso di estraneità quando manca una base dottrinale… poi è chiaro che la sottoscritta nella vita di coppia potrebbe avere dei problemi. Problemi che quando c’è l’amore si possono superare solo attraverso le categorie di destra e sinistra.

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