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L’uomo corazzato

C’era una volta… le favole di solito iniziano così e di solito hanno un lieto fine.
La mia però ancora non ha ancora una fine. La fine deve essere ancora scritta.
Dunque, c’era una volta un bambino molto carino di aspetto. Figlio unico di due genitori molto impegnati col lavoro, che lo lasciavano sempre dai nonni, che non riuscivano a dargli amore.
La madre era durissima, per lui la parola “voglio” non esisteva. Non poteva neanche pronunciarla.
Il padre era un debole, succube della donna che aveva scelto e che non sapeva opporsi a nessuna sua scelta.
Il bimbo cominciò a crescere, ma non riusciva ad aprirsi al mondo. Non aveva amici. Era isolato. Solo.
Così iniziarono le crisi di rabbia verso Se stesso: si buttava a terra senza apparenti motivi, si feriva. Faceva del male a se stesso, non essendo capace di comunicare la sua infelicità.
La madre non lo capiva e cominció a chiedersi “sarà indemoniato? ” “è indemoniato”. Per lei divenne la giusta soluzione. Si lo è: INDEMONIATO!!!
Andò da un prete….e divennero anni di esorcismi….un bimbo che veniva segnato. Il male doveva uscire da lui….
Non servi neanche una diagnosi di “leggero bipolarismo” a farla smettere.
Infatti nessuna cura. Dio doveva curare il figlio….
Il figlio crebbe comunque finché a 20 anni incontró una ragazza che si chiamava Daniela e che aveva delle sfumature particolari negli occhi.
Daniela però era malata “leucemia” di una forma che non perdona.
Lui prese ad accompagnarla sempre in ospedale, magari ci furono baci, ma non fecero mai l’amore.
Lui l’amava da morire. Pazzamente. L’ultima sera, ricorda, mangiò il passato di mele. E poi iniziò il suo viaggio verso la morte.
Morì lei e in quell’istante pure lui. Lì si fermò anche la sua vita. Dentro.
Crebbe comunque. Notó che era portato per le materie artistiche, pur diplomandosi in un campo che di artistico non aveva nulla. Forse condizionato ancora una volta.
Comunque divenne un cameramen, uno di quelli bravi. Un fotografo, uno di quelli bravi.
Le donne non gli mancavano. In apparenza era un uomo socievole, cordiale, dolce.
Ebbe una bambina, che trascuró un pó con la scusa del lavoro, ma che amava piu di sé stesso, che divenne l’unico scopo della sua vita.
Forse la trascurava per scappare dalla compagna, che non sapeva niente del suo passato. Niente di lui.
Cominciò ad evadere ad avere donne, dalle quali si sentiva solo usato e mai amato.
Poi provò a lasciare la compagna e iniziò col mondo delle chat, un mondo che attira, che coinvolge e che illude.
Finché una sera uscì con una donna. Una donna separata, spezzata dentro che non poteva più neanche pronunciare la parola “amore”. Non poteva neanche sentirla per la verità.
Quella donna si chiamava Daniela….
Aveva le stesse sfumature negli occhi della sua Daniela. Identiche.
Per lui divenne una lotta. Un rifiuto costante. Non poteva…
Peccato che lei si innamorò a prima vista. Un colpo di fulmine. I suoi occhi verdi tormentati, le sue carezze e i suoi baci divennero la sua droga.
Lui continuava a rifiutarla, ma andava da lei. La baciava e scappava.
Non fecero l’amore per 2 mesi. Lui diceva di non volerla usare. Lei sapeva che c’era altro.
Anche lei era dipendente dalle chat, gli uomini non le mancavano. Ad ogni rifiuto andava con uno. Uno diverso. Una tacca in più. Un “nulla “in più. Spessissimo non riusciva a raggiungere il piacere perché in testa aveva solo lui.
Una trappola.
Finché lui INCREDIBILMENTE gli raccontò la sua storia.
La prima persona con cui ne parlava. E lei? Poteva lasciarlo andare?? Nooo…
Si intestardí ancora di più. Doveva e voleva aiutarlo. Voleva portarlo alla vita. Quella vera fatta di dolore ma anche di GIOIA e PASSIONE…
Cosi decise che doveva averlo e finalmente fecero l’amore. Per lei era un sogno che si avverava. Una vera unione finalmente. Ma sentiva…
Lui non riusciva a lasciarsi andare. Anche lì trattenuto. Tirato via.
Lei allora gli disse: “tu non vieni. Da quanto ti succede?”….. “da mó”…fu la sua risposta”…
“E nessuna delle tue innumerevoli donne se n’è mai accorta?”
NO…. no? Non poteva crederci? Noooo??? Nessuna si è accorta per 25 anni che lui era dentro una corazza sempre più spessa ed impossibile da aprire?????
Ecco…. la favola finisce qua… ora lei gli ha chiesto di conoscerla ancora un po e poi di andare insieme dove c’è acqua…. un ultimo tentativo disperato di lasciare andare la Daniela morta ed iniziare ad amare quella viva.
Non so ancora la fine perché è ancora da scrivere.
Ora c’é solo la sensazione di avere il cuore spezzato e un nodo allo stomaco che non ha riposo.
Tranne quando lui è con lei.
Tranne quando lui guarda le sfumature con “tristezza e felicità”.
Sapete darmi una mano per cercare di scrivere una fine a lieto fine?
Chissà…. chiedendo aiuto al mondo… chissà….

Lettera pubblicata il 6 Settembre 2015. L'autore ha condiviso 11 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Amore e relazioni - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 9 commenti

  1. 1
    Rossella -

    La famiglia numerosa rende meno pesante il compito educativo dei genitori. In linea di principio i genitori tendono a farsi cercare… superati i due- tre anni d’età cercano di evitare le smancerie, la madre in particolare. Queste regole servono a dare un indirizzo religioso alla formazione dei ragazzi. Sono anni in cui non si hanno convinzioni religiose ben radicate, nel confronto con i coetanei si scopre che la famiglia può essere anche altro. La verità è che quando hai bisogno dell’abbraccio di tua madre sei lontana da Dio. La vergogna ti consente di dare un indirizzo al tuo bisogno… la mamma ti abbraccia ben volentieri ma il suo compito è quello d’insegnarti ad essere una persona libera. Dobbiamo crescere, non si smette mai di crescere. La nostra debolezza ci condanna ad essere schiavi del mondo. Il padre può permettersi di apparire innamorato dei suoi figli perché li ama e le sue manifestazioni d’affetto e di stima hanno la forza di dare corpo e sostanza alla sua paternità, la madre è un po’ più rigida… è preoccupata per il futuro dei suoi figli, per lei è naturale.

  2. 2
    Cico -

    Storia commovente scritta d’impeto dettata dall’anima. L’incontro di una meta di una mela che coincide.tenersi tutto dentro o esternare….morire o vivere….casualità che confondono e richiamano a pezzi di vita passata quando l’amore sbocciato veniva reciso insieme a chi amava per la prima volta. Chi arriva dopo raccoglie frutti rovinati di un albero le cui radici affondano sempre più in una terra malata….

  3. 3
    Tao -

    Prendo a prestito la metafora di Cico.
    E’ un albero morto ma dentro vi e’ sempre un seme con tutte le sue potenzialità.
    Per un lieto fine,credo l’unico possibile,tutto sta a ritrovarlo,per poi piantarlo dove potrà rinascere a nuova vita

  4. 4
    Yog -

    Probabile PTSD trascurato e cronicizzato. Stante il tuo vissuto problematico, ti consiglio caldamente di rivolgerti a uno psichiatra che potrà prescriverti una terapia farmacologica appropriata. Ovviamente non esiste nessun lieto fine, nella vita tutto è mutamento, perciò è inutile che lo cerchi, ciò che oggi ti dà gioia appena domani potrebbe rivelarsi fonte di tristezza, e viceversa. Non esiste nessuna condizione stabile cui tu possa approdare, né lieta, né amara. Fatti curare senza vergognartene, starai meglio con te stesso.

  5. 5
    Dany -

    Non vuole curarsi.
    Rifiuto pieno.
    Non lo farà.

  6. 6
    michelle -

    Concordo con Yog, non esiste il lieto fine nella vita reale. La vita e` un flusso continuo, l’unica fine e` in realta` la morte. Tutto il resto e` mutevole, altalenante, imprevedibile, e questo non ha fine. Non so se sia comune sperare un giorno di avere quel lieto fine che tanto si brama, come una figura nella nostra mente di noi felici con al nostro fianco tutto cio` di cui abbiamo bisogno, e nessun problema insormontabile.. Ecco quella e` l’illusione per eccellenza. Ogni giorno e` una battaglia, una scommessa, e non sappiamo come andra` e cosa succedera`.
    Oggi, la migliore delle cose potrebbe capitarci, come anche la peggiore..

  7. 7
    gimmy -

    Dany,
    il tuo, è un racconto molto drammatico che mi ha particolarmente scosso. E’ ingiusto ciò che hai dovuto subire; penso che qui dentro, nessuno di noi potrà mai scrivere la parola fine come tu vorresti, se non te stesso. Lo farai, a suo tempo, quando ti sentirai di nuovo pronto e sicuro dei tuoi sentimenti, delle tue emozioni, e che la persona a cui deciderai di farne dono, ne sappia riconoscere la richezza profonda dell’animo che s’intravede, fra i tanti dispiaceri di questa lettera. Le persone che ci lasciano continueranno a vivere nei nostri ricordi, quelle che restano sono comunque dei punti di riferimento, dove puoi sempre tornare. E’ difficile trovare una serenità emotiva, quando si ha alle spalle un passato pesante come il tuo, e la paura della sofferenza è sempre in agguato, come se volesse distruggere, anche gli attimi lieti incontrati nel tuo percorso. Immagino che nella tua mente, ci sia l’idea che la contentezza è come se non ti spettasse, ma non è cosi, penso che dietro a trascorsi del genere ci sia qualcosa di più grande, anche se non riusciamo a trovarne il significato. Bisogna vivere e bisogna andare avanti, hai l’amore di tua figlia come vittoria personale, che non dovresti mai trascurare per nessuno; le donne nella vita come hai potuto sperimentare possono lasciarti e atre invece giungono da nuovi incontri; i figli al contrario nonostante tutto sono sempre li che ti aspettano, e necessitano di condividere con te il loro tempo. Il tuo cuore non ha smesso di battere, ha solo bisogno di ritrovare quelle sicurezze, che ti sono state negate e mancate… e in questo hai bisogno del coraggio di lasciarti andare; nessuno ti mette fretta, conosci questa nuova persona cosi come ti ha chiesto, con i tuoi tempi… e concedetevi un opportunità…. che la vita non può essere sempre amara. Auguri di cuore….

  8. 8
    Dany -

    R….. l’ultima è per te… “concediti un’opportunità”
    Fallo. Ti prego…

  9. 9
    Almost-Imperfect -

    Mi sono commossa.
    Leggendoti mi hai fatto venire in mente una canzone degli Eagles

    “Desperado, why don’t you come to your senses?
    Come down from your fences, open the gate
    It may be rainin’, but therès a rainbow above you
    You better let somebody love you, before it’s too late”

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