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L’Italia è uno stato laico?

di

Correva l’anno del signore 2005 è in un tribunale dell’Aquila un umile uomo (Luigi Tosti) è stato condannato a Sette mesi di reclusione per un reato inesistente, oltretutto in uno stato laico.
Il suo “crimine” era di omissione di atti di ufficio, per “essersi indebitamente astenuto dal tenere le udienze a causa della presenza del crocifisso nelle aule giudiziarie”.
Strano, ero convinto che l’Italia è uno stato “Laico”… e di solito in un paese (veramente) Laico nessun simbolo religioso debba essere esposto negli uffici pubblici nè eventuali agevolazioni speciali concesse ad une delle diverse Religioni presente nel suo territorio, proprio perchè un tale tipo di Stato deve essere equidistante e rispettoso di tutti i suoi cittadini e quindi anche dei non credenti.
Secondo l’Art. 7: Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti, accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.
Vista però la condanna assurda del Sig. Tosti, ritengo che lo Stato Italiano ha una laicità che è solo di diritto ma non di fatto.
Vi ricordo l’art. 9 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo, che sancisce che : “ogni persona ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione: questo diritto importa la libertà di cambiare religione o pensiero, come anche la libertà di manifestare la propria religione o il proprio pensiero individualmente o collettivamente, in pubblico o in privato, per mezzo del culto, dell’insegnamento, di pratiche e compimento di riti”.

È possibile mandare in galera un uomo (che è anche un Giudice) per essersi astenuto dal tenere le udienze a causa della presenza del crocifisso nelle aule giudiziarie?

Secondo voi L’Italia è veramente uno stato laico?

Cari Saluti

Lettera pubblicata il 4 Aprile 2006. L'autore ha condiviso 34 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Politica - Spiritualità

La lettera ha ricevuto finora 21 commenti

Pagine: 1 2 3

  1. 1
    filippo -

    ho sentito la faccenda, ma non ho letto l’articolazione della sentenza e perciò posso solo fare congetture.
    potrebbe essere che, essendo l’atto d’ufficio dovuto a prescindere, il crocifisso non sia stato riconosciuto impedimento legittimo.
    eventualmente, l’interessato avrebbe dovuto richiederne la rimozione motivando l’istanza con la violazione del diritto.
    circa la laicità dello stato italiano, quella è una burla e lo sarebbe anche se fosse scritto a caratteri di fuoco sulla fronte di ogni presidente della repubblica.
    come fa ad essere seriamente laico uno stato in cui il peso politico relativo del Vaticano è così forte?!
    per far diventare l’Italia un paese laico bisogna anzitutto che il laicismo entri nella testa della maggioranza dei cittadini!
    non se ne esce se i più non capiscono che una cosa è la religione che si pratica e che ci sarebbe comunque anche in uno stato laico, un’altra è vincolare il futuro di un paese alle direttive di una classe sacerdotale, che, a buon bisogno, fa solo i propri interessi di casta (anti-laicismo o clericalismo).

  2. 2
    Mariella -

    Ma è vero? Si è conclusa proprio così la vicenda di quel giudice?
    Sono sbigottita. Non ci libereremo mai di questo fardello del Vaticano: siamo l’Arabia Saudita d’Occidente. Ci sono occasioni che mi fanno desiderare di essere nata in Paesi più civili del nostro: questa è una di quelle.

  3. 3
    Yoel -

    Il giudice Luigi Tosti è stato condannato dal tribunale de L’Aquila a sette mesi di reclusione per essersi astenuto dallo svolgere la sua funzione giudicante in aule di tribunale contrassegnate dal simbolo di una religione anziché da quelli della Repubblica Italiana. In attesa di conoscere le motivazioni di questa sentenza appare straordinario e paradossale che nell’aula in cui è stata pronunciata la sentenza contro il giudice Tosti non erano appesi crocifissi su nessuna parete. Quindi ha ragione il dott Tosti quando afferma che le aule di tribunale non devono ostentare quel simbolo religioso. E allora perché è stato condannato dal momento che lui chiedeva proprio quello che il Tribunale de L’Aquila implicitamente e clamorosamente di fatto legittima nello stesso momento in cui lo condanna?

  4. 4
    Antonio -

    L’italia è uno stato di convenienza e ognuno interpreta le cose modus prorpi, quindi quello che vale a Milano non vale a Torino. In italia soppravivi solo se ti sai mescolare nella burocrazia che dice tutto e il contrario di tutto.

  5. 5
    Antonio -

    Modus Propri, mi autocorrego…

  6. 6
    ferdie -

    i nostri politicanti sanno bene quanto vale mescolare sacro e profano.
    sarebbe splendido che si potesse definire con certezza che l’Italia è uno stato laico, ma così non è. concordo assolutamente sul fatto che nei luoghi pubblici si dovrebbero esporre solo simboli nazionali: bandiera e foto del presidente della repubblica. però mi chiedo: ma il giudice tosti non lo sapeva che nelle aule dei tribunali è esposto il crocefisso? sicuramente lo sapeva anche prima di fare il giudice…perchè non ha iniziato la sua crociata prima di fare il giudice? che fosse che se non diventava giudice non avrebbe avuto stipendio fisso e tutto ciò che si conviene(sic!) alla corporazione?….meditate, gente meditate….
    ferdie

  7. 7
    Antonio -

    Concordo pienamente con ferdie e sempre una questione di convenienza e cosi che funziona questo paese, purtroppo non ne siamo immuni neanche noi.

  8. 8
    Luca -

    Sono d’accordo, ma pienamete d’accordo con il Tribunale dell’Aquila, per un semplice motivo:
    _Il giudice Tosti non ha svolto il suo lavoro per cui lo Stato italiano lo paga
    Il fatto che ci fosse il crocifisso, non era un ostacolo insormontabile allo svolgimento della sua mansione. Non era un buco nel soffitto dal quale entrava acqua piovana o che altro, ma un semplice, innocuo crocifisso.
    Vi pare professionale? Stato laico o no lui si è rifiutato di lavorare per una scusa sciocca, a mio parere.
    Io sono cristiano cattolico e mi pare giusto farvi una domanda sulla quale spero che riflettiate:
    Se voi siete credenti in una cosa, che cosa ve ne importa se ci sono altri simboli? Se il giudice Tosti è un ateo (ossia un non-credente) che cosa gliene importava se c’era appeso al muro un innocuo piccolo crocifisso?Tanto se lui non ci crede quello diviene solo un oggetto d’arredamento, no?

    In questo paese dove tutti si battono per i diritti e per le pari opportunità, mi pare che si stia cercando ogni genere di pretesto per scagliarsi contro la Chiesa Cattolica.

    Quanto al fatto che siamo l’Arabia Saudita dell’occidente, mi sembra esagerato. Se lo fossi veramente pensate che esisterebbero forum di libera espressione come questo?Ogni volta, ma dico ogni volta che la Chiesa si muove per tutelare se stessa, ecco che diviene oggetto di accuse di Teocrazia o quant’altro. Eppure se si muovono le associazioni più strampalate ecco che diventa un’azione giusta per le pari opportunità.

  9. 9
    filippo -

    luca,
    ribadisco che NON ho preso visione della sentenza e che per parlare con cognizione di causa bisognerebbe averlo fatto; tuttavia, a lume di naso – lo avevo già scritto – probabilmente il tribunale ha trovato inconsistente e pretestuoso l’atteggiamento del giudice in questione, come dici anche tu.
    sulla seconda parte del tuo post, dissento:
    a) “cosa ve ne importa se ci sono altri simboli?”; anche se le attitudini morali guidano – o dovrebbero guidare – la vita civile, NON DEVONO esserci simboli religiosi di sorta nei luoghi della vita civile (scuole etc…), perché le scelte di quel tipo sono personali e non devono essere in nessun caso dettate da sopra; ciò è diseducativo e dannoso ed in contrasto con gli stessi principi liberali che garantiscono la libertà di pensiero e di culto. in questo senso, battezzare un neonato è una grave violazione delle libertà personali dell’individuo.
    b) “mi pare che si stia cercando ogni genere di pretesto per scagliarsi contro la Chiesa Cattolica”. è vero e secondo me più che comprensibile ed anche naturale e perciò giusto. non sono il solo a pensare che certi reati della chiesa cattolica sono reati della “BESTIA”, esattamente come lo fu lo sterminio degli Ebrei, nonostante le recenti posizioni pentitiste di G. P. II, che però sono state solo sue e per giunta pure criticate dalla gerarchia ecclesiastica. per i reati minori, come l’evangelizzazione forzata al posto della testimonianza, i dogmi della fede, le idiozie liturgiche e le costose pomposità e le assurdità teologiche e teocratiche, per quello c’è la ripulsa del benpensante e io sono sicuro che tale sentimento aumenterà sempre di più in tutti, ad onta dell’occhio di triglia che il vaticano fa quando si sente aggredito, per apparire quell’agnello mansueto che non è mai stato. Ratzinger ha certo ragione quando fa differenza tra matrimonio biblico e st’idiozia del matrimonio gay, ma Ratzinger ha anche detto che l’omosessualità è peccato, senza far distinguo tra l’omosessualità naturale e quella da vizio, che appartiene alla società decadente alla quale loro stessi hanno dato un bel contributo. siamo nel 2006, ma l’aria è sempre quella dell’editto di Gregorio e della Bolla di Bonifacio VIII; lascia stare che questi di oggi, come quelli di ieri, quando il vento spira forte, si nascondono sempre dietro i martiri e i veri santi, ai quali, a buon bisogno, loro stessi hanno reso la vita difficile. un conto è l’esser seguace di Gesù Cristo, come lo chiamano qui, avendo capito quello che ha detto, altro è l’esser cristiano paolino, avendo capito cosa pensa d’aver capito San Paolo, altro ancora è l’esser cattolico: l’esser cattolico lega al “temporalismo” dela chiesa di roma, non a San Paolo e ancor meno a Gesù Cristo.
    se ti rivedi con attenzione la genesi del settarismo ebraico, la genesi del cristianesimo e poi della chiesa di roma, forse sarai un poco meno partigiano e non metterai le storture della chiesa di roma a confronto con i garbugli della situazione sociale di oggi, che vengono, lo ripeto, da un passato al quale la chiesa di roma ha dato un consistente contributo.

  10. 10
    ferdie -

    “senza far distinguo tra l’omosessualità naturale e quella da vizio, che appartiene alla società decadente”
    Scusa Filippo, ma dove l’hai letto che l’omosessualità appartiene a una società decadente?! Mi pare che nella storia sia arcinoto che l’omosessualità veniva praticata ampiamente, anche in periodi di pieno fulgore della società del momento: vedi Roma nel periodo di Cesare. Credo che della propria vita privata ognuno possa disporre come gli pare e andare a letto con chi vuole, purchè maggiorenne. Salvo pretendere l’adozione di figli, perchè in natura si fanno con la congiunzione di un maschio e una femmina.
    ferdie

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