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Lettera inviata e senza risposta

Carissimo Amore mio,
Ho spesso abusato di parole vuote e di promesse non mantenute.
Questa mia non vuole essere un manifesto alla mia inettitudine né tantomeno una lettera riparatrice, perché capisco bene che il tuo malessere non ha bisogno di “pensieri” ma di solidità, quella solidità che non sono mai stato capace di darti…
Quella solidità che venne meno proprio il giorno del tuo diciannovesimo compleanno, quando sedendomi sul tavolino del salotto di casa tua lo mandai in frantumi e rimasi con la macchina fotografica in mano seduto per terra, fra le mille risate dei tuoi amici…
Non fu davvero un buon esordio, e ricordo la faccia di tuo padre che, pur minimizzando l’accaduto, magari pensava “cuminciaumu buenu cu quistu”…
In questi giorni, il film della nostra vita mi scorre davanti impetuoso, nitido, entusiasmante, dolce e struggente.
La Nostra Vita Insieme.
Quella Vita tanto sognata, quel desiderio infinito di essere il tuo principe, e tu la mia principessa.
I tuoi Occhi Tristi, quegli occhi che quando sorridono riempiono l’aria di scintille, colmano il vuoto, scaldano il cuore. Quegli stessi occhi che oggi guardano “oltre me”, guardano lontano, così tanto lontano che ad ogni sguardo sento che con loro ti allontani anche tu, e mi sento solo, e mi sento morire…
Vorrei tanto che mi parlassi.
Mi hai scritto “Mi dispiace farti stare male.. non mi piace essere la causa del malessere di qualcuno”, e io ho riflettuto tanto su queste tue parole… non sei tu, Amore mio, la causa di tutto ciò, ma sono io… se la sofferenza che mi imprigiona è anche solo una piccola parte delle pene che io ho dato a te sento il peso del fallimento più grande, quello di aver portato le lacrime dove avrei voluto regnasse sempre il sorriso.
Non sono stato degno delle tue virtù, non sono stato all’altezza delle tue aspettative, capisco bene che la delusione sia cresciuta nel tempo.
La tua capacità di “lasciar perdere”, di sorvolare sulle mie mancanze, sulle mie assenze… forse ne ho fin troppo approfittato seppur inconsciamente.
Una volta mi accusasti di essere un “fottuto romantico” un “poeta buffone”, e io non capivo cosa volessi dirmi… capisco ora che non si può vivere di illusioni, di belle canzoni e versi in rima, lo capisco davvero….
Non sono riuscito a donarti la spalla su cui piangere nei tuoi momenti tristi, non sono stato pronto a farti riposare sul mio petto dopo le tue interminabili giornate, non ho mai capito quanto e come avrei potuto e dovuto coltivare il nostro sentimento, i nostri bambini, il nostro Amore…
Mille volte ti ho avrò detto che “avrei amato per due”, ma forse la mia idea di “Amare” non era propriamente quella di un “Amore Condiviso”…
Ti ho amata fin dal primo giorno nei locali della chiesa, ho amato la tua riservatezza, i tuoi silenzi, i tuoi occhi tristi, i tuoi lunghi capelli lisci, la ferita sulla mano, ho amato da subito la tua “testa piccola” come dicevi tu, tutti i tuoi nei, i punti neri, le tue lunghe gambe e i tuoi splendidi piedi…
E prima di andare a lavoro non esisteva momento migliore che vederti andare a scuola, mi riempiva di orgoglio un semplice tuo sorriso, e un tuo pudico sguardo mi accompagnava sereno fino a sera…
La “capu ti cernia” chiamavi tuo padre, la stessa persona che ho imparato a conoscere, coi suoi mille difetti ma tanti pregi, e ho imparato a volerle bene, come a tua madre, tua sorella e soprattutto Bella, si Bella quella che probabilmente ho deluso di più, oltre a Te…
Ti ho amata immensamente quando incinta, seduta al mio fianco, cantavi sottovoce le canzoni di eros al suo concerto, ti ho amata immensamente quando i frutti del nostro Amore sono venuti alla luce, ho amato la tua sofferenza durante il parto, e asciugarti il sudore era per me fonte di gioia pura nella consapevolezza che non alleviavo il tuo dolore, ma bastava per dirti “Io ci sono, sono qui, con te…”
Quante volte avrei dovuto ripeterlo coi gesti, quante volte avrei dovuto dirti “Io ci sono, sono qui, con te…”
Ti ho amata quel nove novembre, ho amato la tua fiducia nei miei confronti, ho amato il tuo abbandono fra le mie braccia, ho ascoltato in silenzio commosso i tuoi gemiti, ho amato ogni centimetro della tua pelle, ogni respiro, ogni cellula del tuo corpo…

Ti Amo oggi più che mai, non di un amore egoista e personale, Ti Amo di un Amore Grande, oltre me stesso, oltre le mie paure, oltre le mie illusioni, oltre le mie speranze, oltre le mie passioni, oltre le mie cazzate, oltre ogni considerazione, oltre ogni parola insulsa, oltre ogni confine…
Ti Amo così tanto da non poter permettermi nemmeno di pensare ad una vita senza averti affianco, senza poter condividere le nostre gioie e i nostri momenti bui, le nostre vittorie e le nostre sconfitte quotidiane, i nostri bambini…
Ti Amo oggi più che mai così tanto da rimettermi totalmente in discussione, da ripropormi a te in maniera nuova, in maniera inequivocabile, in completa attesa non passiva ma attiva e riflessiva.

Ti Amo oggi più che mai.

Oggi che siamo ad un bivio, e sei tu a guidare.
Vorrei tanto chiederti di svoltare e di tornare a casa, la nostra…
Quella casa che non è fatta di mattoni e un tetto, ma quella che abbiamo sognato e che potremmo insieme realizzare, quella casa di cui noi Due potremmo essere le fondamenta e i nostri bambini le vetrate attraverso cui guardare il mondo e ammirarne la bellezza…

Tuo per sempre.

Lettera pubblicata il 26 Maggio 2010. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Amore e relazioni

La lettera ha ricevuto finora 3 commenti

  1. 1
    padan boy -

    pallosissimo.
    se io leggessi una roba del genere ti tradirei subito col primo che passa per strada.

  2. 2
    elisabetta -

    Sei anche tu di Lecce, come me!!
    Bellissima lettera!

    Cosa ha deciso di fare lei?

  3. 3
    Instabile -

    Ciao Elisabetta si sono di Lecce, abbiamo deciso di andare al consultorio familiare, ma credo che ormai sia inutile perchè dovrebbe aver già deciso che la storia non debba continuare… spero di sbagliarmi, ciao.

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