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La mia colpa è di averla messa in gabbia per paura che qualcuno me la portasse via

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Salve sono un ragazzo di 28 anni che ha perduto l’amore erano ormai 7 mesi che stavamo insieme ci siamo lasciati per le nostre continue liti ma ci perdonavamo perchè ci volevamo bene. La mia colpa è di averla messa in gabbia per paura che qualcuno me la portasse via perchè in 28 anni non ho mai trovato un’amore cosi, possessivita, gelosia, erano le armi con qui difendevo l’amore ma come si sa quando si perde una persona si capisce di aver sbagliato. Ora ci sto rimanendo in contatto cercando di non essere come prima e sperando che questo possa fargli capire quanto tengo a lei. Io vivo a roma e lei a perugia ogni week-end mi mettevo in macchina e correvo da lei perchè ne ero e ne sono follemente innamorato. La mia domanda è come riconquistare il suo cuore????

Lettera pubblicata il 12 Gennaio 2007. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Amore e relazioni

La lettera ha ricevuto finora 4 commenti

  1. 1
    anelius -

    la mia storia è simile. io sto andando in terapia. è una tragedia. tieni duro, le possibilità sono infinite. certo una donna in gabbia scappa, a te piacerebbe? mah! sono l’ultimo che può darti consigli. la mia credo sia debolezza e mancanza di fiducia in se stessi, ma il percorso è lento e doloroso, si scava nel passato. trovi la mia lettera amore o incantesimo pubblicata oggi.

  2. 2
    Rossella -

    La paura della quale parti dipende dal fatto che è sparita la quarta dimensione dello spazio pittorico. Secondo me è giusto sentire l’esigenza di stare accanto al proprio marito – o alla propria moglie- ma la grande distribuzione e l’incremento dell’attività libero professionale invitano a seguire regole diverse, soprattutto quando l’incontro avviene in età adulta. Quando sfoglio gli album di famiglia mi accorgo che quelle immagini parlano di un lontano passato. L’immagine del banco consente di unire la realtà visiva a quella pensata. Questo significa che in ogni ambiente ci sono degli spettatori della mia famiglia e che la mia famiglia è sempre protagonista e il tempo che passa dal ritiro dal lavoro di mio padre ad oggi rende quell’immagine ancora più potente, di quanto non lo fosse nel tempo in cui mio nonno esercitava in Africa orientale. Oggi tutto questo non esiste più. Fanno eccezione gli amori giovanili che nascono tra i banchi di scuola. Anche il banco della chiesa parla di una conoscenza che va oltre quello che è possibile vedere. La realtà ti sfugge. A maggior ragione bisogna trattenere l’entusiasmo perché quello nella migliore delle ipotesi toglie la passione (e quindi ti dimezza interiormente) negli altri casi toglie la terza dimensione e la persona rischia di far emergere una ferinità che le serve per sottolineare la sua capacità d’intendere e di volere, insieme a tutte le altre facoltà e sbocchi che si legano all’età adulta.

  3. 3
    Rossella -

    Infatti quando incontri una persona che vive questo tormento cerchi sempre di trovare un modo (anche sopra le righe) per farle sentire la tua vicinanza. Quando l’anima è libera anche il cuore cambia. Non si diventa santi, ma si perde il senso del sublime che porta ad essere affascinati dal male. Il lavoro influenza tutte le altre attività. Infatti il banco di scuola e il banco della chiesa – quando manca l’impegno quotidiano- diventano una cornice. Quando non la vivi come tale rischi di apparire invadente ed oppressiva. Perché il mondo è cambiato. Il supermercato ha altri ritmi e l’occhio ricerca la marca perché intuitivamente ricerchiamo la quiete, vogliamo fuggire il tempo. I movimenti sono tutt’altro che calibrati. Per creare volume devi togliere o devi aggiungere qualcosa di tuo. Se ti defili, la tua presenza non è in discussione; umanamente può diventare un sacrificio troppo grande. Dipende da tanti fattori.

  4. 4
    Yog -

    Magari ripassa l’uso dei pronomi personali e poi falle un gran discorso: se ti viene bene forse si commuove.

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