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L’ingiustizia nella vita: perchè?

di

Salve a tutti sono un ragazzo di 21 anni, e voglio raccontarvi, la mia storia. Il titolo non è riferito alla mia storia, ma è una domanda, che comincio a farmi spesso, quattro anni ormai, perchè è da 4 anni che la solitudine e la depressione si sono impossessati della mia vita, facendomi adattare ormai a questo stato di cose. Ho fatto la primina, ero sempre il più piccolo all’interno della classe, tuttavia, anche se da piccolo ero molto timido, alle elementari e alle medie riuscivo spesso a farmi degli amichetti. Da bambino facevo molte volte a botte, mi piaceva poi sono andato al liceo scientifico,il primo anno ero bravissimo, il secondo ho cominciato a fumare, a “ribbellarmi”, a fare bravate e cazzatelle da teppista in giro, era bello evadere le regole, me la sono cavata con i debiti, al terzo ho detto a papà: comprami il motorino, la mia comitiva abita in un’altra città, mi è difficile raggiungerla,al suo rifiuto ho trascurato gli studi e sono stato bocciato. E’ stata una delusione immensa per mio padre che da allora nn mai smesso di darmi del fallito, dell’incompetente, non immaginate neppure le guerre che si sono scatenate in casa ero la pecora nera. Allora gli dissi papà voglio cambiare scuola. Mi iscrissi al terzo anno di Itis e per farlo dovetti studiare due anni, di materie di quella scuola come elettronica, elettrotecnica ecc. Lo superai, ma mio padre non fu lo stesso fiero di me. Quella scuola era un paradiso, non si faceva niente rispetto al liceo. Gli ulteriori asti con mio padre che da allora credetemi è diventato il mio nemico, sono dovuti al fatto che per avere un motorino ero disposto a qualunque cosa anche a rubarlo, lui questo lo capì e me ne comprò uno, ma scassato, e disse che quel gesto se lo sarebbe ricordato per tutta la vita augurandomi di fare un figlio come me. Da allora nn ci parliamo, sn il suo nemico, la famiglia mi considera un fallito totale ecc. Cmq i giorni passano con questo mio motorino mi diverto con i “miei amici” tra alti e bassi fino a quando, loro cominciano a frequentare un’altra comitiva di snobb altezzosi, vestiti in modo impeccabile e sempre fermi in un posto fisso senza mai spostarsi un baretto in città. Ora da come avrete capito, a me piace la vita avventurosa spericolata andare da un posto ad un’altro, non stare fermo ad un posto fisso. Così decisi di far passare del tempo, forse era una cosa momentanea, ma non lo era e quando dopo l’estate ritornai loro erano sempre lì. Allora a quel punto decisi che andava bene lo stesso, qualsiasi cosa per evitare la solitudine, anche integrarmi lì. Ma inaspettatamente scattò l’emarginazione, loro, che io avevo sempre portato a spasso sul motorino, mi hanno allontanato tutti, con scuse fallaci, forse per come mi vestivo? Boh non loso neppure io, so solo che è stato un grande shok ritrovarsi da solo, senza amici e senza ragazza, a dover ricominciare da zero, ma cn chì? Non conoscevo nessun altro. La delusione scatenò un dolore talmente forte che caddi in depressione, non uscivo più nn dissi a nessuno il motivo, i miei cominciarono a pensare che avessi la fobia sociale, ma non era così io ero un ragazzo che amava uscire, stare cn gli altri cn una vitalità e tanti sogni. Cambiai, divenni triste, chiuso in me stesso, e i miei dicevano che ero cattivo, maligno, ero condannato a stare solo, a me che nn piaceva, e i miei dicevano che mi piaceva. Uscivo da solo, per strada, ma era triste e così girovagavo senza meta da un posto all’altro, stavo chiuso in casa per giorni, a volte settimane. Ok allora potevo conoscere qualche ragazza, ma io in fondo sono timido e cn la compagnia sono un leone ma da solo mi vergogno ad avvicinare una ragazza. è più forte di me.A scuola ero una specie di comico, facevo ridere tutti con le mie bravate, ma lo facevo perchè solo così ero accettato dagli altri, anche se loro gìa avevano compagnie loro e nn potevo intrufolarmici, avrei fatto la figura dello sfigato. Gli anni più belli della vita,almeno fino ad oggi, sono passati, con mio padre che mi odiava, senza amici, senza ragazza, deriso da tutta la famiglia, a vedere gli altri uscire e divertirsi, girovagando con treni e pulman per diverse città senza meta, senza soldi e in una solitudine totale, nessuno mi capiva. Spesso andavo in spiaggia a guardare il mare, e piangermi addosso era diventata una droga, l’alcol ha allievato per un pò, ma nn era un effetto duraturo, e quindi era inutile, l’ho abbandonato per sempre. Come se nn bastasse mia madre e miei amici e i miei fratelli sia pure scherzando, mi dicevano che ero brutto, per il naso un po pronunciato, e questo eè diventato un’ulteriore complesso. Decisi quindi di arruolarmi nell’esercito e di fare soltanto 1 anno per pagarmi un intervento che oggi sto per fare. L’anno di esercito è stato durissimo, perchè dovevo raccogliere i soldi per l’intervento, senza dire niente a nessuno, e quindi nn potevo divertirmi è stata una galera, come se nn bastasse anche qui qualcuno ha fatto commenti sul mio aspetto fisico, l’ho riempito di botte cn calci in faccia e in testa, nn ce la facevo più ero, stufo di tutto, di soffrire, della sfiga, e stavano per processarmi e mandarmi in galera. Cmq adesso mi sono congedato anche se è stata dura, e voglio fare l’intervento e andare a lavorare all’estero. Questa è più o meno fino ad oggi la mia vita, una vita normale tranquilla, però io sento che le cose per me cambieranno e un giorno tutti dovranno baciarmi il……….., perchè anche se ho pianto tanto io nn mi arrendo, mi sono stancato di piangere parecchio tempo fa…..che ne dite?

Lettera pubblicata il 1 Luglio 2011. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 8 commenti

  1. 1
    silentry -

    non capisco la parola fallito
    capisco il tuo senso di vuoto
    vorresti qualcuno da seguire
    vorresti qualcosa in cui credere
    penso che dovresti lavorare su te stesso
    perche il mondo e questo
    e un po una prigione
    dove tutti si conoscono
    si controllano
    e competono

  2. 2
    Freud -

    Ciao, mi dispiace per quello che hai passato e che continui a passare.
    Pure io, come te, ho fatto esperienza di vicissitudini che mi hanno cambiato la vita..

    Ho 24 anni, e alla tua età, decisi di partire all’estero, proprio come hai intenzione di fare. C’eravamo appena lasciati, soffrii tanto, ma dopo sei mesi, capii che la cosa migliore era riprendere in mano i miei sogni;Con tre valigie evasi da quella nostalgica terra, per andare a inseguire il sogno di sempre, che era quello di vivere per un po’di tempo, fuori dai confini italiani..
    Non rimasi molto in terra straniera, con rammarico fui costretto a tornare, per un grande torto subito da parte ci certi amici. Sopraffatto, tornai in Italia, dopo soli cinque mesi, con le valigie cariche di tristezza e con gli stessi sogni di sempre, mai concretizzati del tutto.

    Ho capito che non ci sono amicizie inamovibili, non ci sono persone intramontabili, non ci sono uomini perfetti. Quel valore che molti chiamano amicizia, è riuscito spezzarmi il cuore e a farmi cadere in depressione. Sino a qualche settimana fa, attraverso la somministrazione di farmaci antidepressivi, cercavo di curare quell’immensa tristezza e disperazione, che quotidianamente ero e ancora sono costretto ad affrontare..per il momento non vivo, ma sopravvivo.

    Dal mio ritorno in Italia, le occasioni non sono venute a mancare, ho fatto una miriade di conoscenze, tante persone, le quali, implicitamente, mi hanno fatto capire che volevano stringere un rapporto di amicizia, pertanto, con alcune è andata bene, con tante altre invece no..Sono consapevole, che è cambiato qualcosa in me, il dolore della vita ci plasma, rendendoci diversi da quelli che eravamo prima e questo ci fa paura, non ci riconosciamo più, quei ragazzi ai quali piaceva stare a contatto con la gente, in una società che aveva solo da dare,da offrire, sono diventati ragazzi insicuri, con tanta diffidenza e poca voglia di rincominciare.

    Per i veri amici si dà il cuore e questo, per ora, non sono più disposto a farlo; in quest’ultimo periodo della mia vita, quello che riesco a dare, per alcuni è apprezzato, per altri no. Nonostante siano passati diversi anni, da quel grande sopruso, che inerme fui costretto a subire, le giornate ancora non mi appagano del tutto, però una cosa te lo voglio dire, non mollare mai, e sai perché di dico questo ? perché ho capito che appena sarò pronto, potrò riavere il mondo in mano, potrò ridare me stesso, so che è possibile, so che tutto ritornerà come prima un giorno, ci sono tante persone oneste, pronte ad accoglierti tra le loro braccia. Per ora si va avanti e appena potrai reinserirti in un nuovo contesto d’amicizie, rinascerai, troverai qualcuno che ti amerà per quello che sei, e non per come ti vesti o per chissà quale altra diavoleria. Il consiglio che ti do è quello di fare ciò che desideri, sii pronto a tutto, ad ogni avversità, e se ti senti incompreso, sappi che non sei l’unico, che come te, come noi, c’è tanta altra gente.

  3. 3
    Freud -

    Un’esperienza all’estero, ti cambierà per sempre, forse sarà dura all’inizio, ma se avrai la forza, ci sono tante città, che ti danno la possibilità di redimerti. Sarà li, che deciderai se restarci per sempre, o se fare ritorno in Italia. Il consiglio, prima di riempire le valigie, è quello di cercare un contatto con i tuoi genitori, chiamali, cerca di instaurare un dialogo, cerca di esprimerti e di rendere libere le tue emozioni, fai capire loro come ti senti, le tue intenzioni, le tue idee, lasciali qualcosa di positivo, non lasciarli la scusa che te ne sei andato, senza salutarli o per chissà quale altra ragione.

    L’ultimo consiglio, nonché il primo e quindi il più importante, è quello di parlare, con qualche psicologo delle tue attuali difficoltà nell’affrontare la vita. Non sottovalutare mai l’aiuto che potrebbero darti certi specialisti, è l’errore più grande che fanno la maggior parte degli Italiani. Nel bel paese manca questo tipo di cultura, si prova vergogna, la gente crede che queste persone siano pazze, nel momento che scoprono o noi stessi gli diciamo, che siamo in cura da qualche psicologo o psichiatra. Questa ignoranza chissà per quanto tempo durerà… Vedi la Gran Bretagna, la Svezia, tutti paesi nei quali c’è una prevenzione a dir poco strabiliante, trovi psicologi in ogni settore, e andarci, è una cosa normalissima, quanto andare dal medico di famiglia..

    Ti auguro tanta felicità per il tuo avvenire.

  4. 4
    uffastrauffa -

    tygerw
    io la vedo in maniera un pò diversa rispetto a te, voglio premettere che ognuno ha le proprie idee, che non credo che le mie siano più giuste o migliori delle tue…ma restano le MIE. tuo padre non è il tuo nemico, i genitori non lo possono essere…anche nei comportamenti quali dirti che sei fallito, che non sei bellissimo, che non vali niente…è secondo me un loro modo per spronarti (un modo che magari è sbagliato, che non è producente…ma che sicuramente non ha l’obiettivo di farti sentire tale)! io ho vissuto e vivo una situazione familiare simile alla tua(ed ho anche la tua stessa età), con mio padre che non appoggia niente di ciò che faccio! ma ho smesso di sentirmi in colpa per non essere come vuole lui…ho deciso di essere come voglio io…e solo a questo punto è stato possibile farmi accettare da lui! loro non sono i mostri che ci sembrano…cioè dico…siamo noi che formiamo un’immagine di loro come mostri…siamo noi che pensiamo di non essere capiti e che spesso siamo noi stessi ad avere pregiudizi nei NOSTRI confronti. è paradossale e magari non è generale, cioè non è in ogni caso così…però da quel poco che racconti io ho questa impressione.

    per quanto riguarda gli amici…prova a smettere di comportarti come pensi che loro vogliono, le persone vanno accettate e volute bene non per quello che fanno (e quindi per come si comportano) ma per come esse sono realmente! forse il punto è che tu non ti comporti per quel che sei realmente (non so…sto ipotizzando), ad esempio…i tuoi amici sanno delle tue debolezze? sanno che a te piace l’avventura? sanno che sai anche piangere e non solo far a botte?

    hai poi detto di essere “timido” nell’approccio con le ragazze e che mentre in gruppo sei un leone…da solo non riesci ad esserlo…se ci pensi alla fine questo conferma in parte quello che ho detto io prima…e cioè che in gruppo sai come comportarti, perchè sai come gli altri vogliano che ti comporti…quando sei da solo invece…non sai come agire (naturalmente non sempre)proprio perchè sei da solo! a mio avviso noi tutti…diciamo di volere la libertà…diciamo che gli altri ci opprimono, ma in realtà siamo noi stessi a non volerlo essere e a preferire che siano gli altri a giudicarci!

    un ultima cosa…prima di fare l’intervento al naso…guardati allo specchio con i TUOI occhi e non con quelli che (secondo te) ridono di te…e se e solo se anche guardandoti con i tuoi occhi quel naso non ti piace…allora vai a rifarlo!! spero di esserti stato utile!

    prima di saluturti volevo ricordarti che il mio non è assolutamente un giudizio…ma semplicemente un invito a guardare le cose da un punto di vista differente!!! ciao…

  5. 5
    rossana -

    Tygerw,
    scusami per la sincerità, che forse non ti sarà del tutto gradita.

    il nostro modo di porgersi con il prossimo, genitori inclusi, può essere determinante per i ritorni che dal rapporto possono derivare.

    hai preferito agire liberamente, fin dall’adolescenza, e di conseguenza ti sei scontrato con l’intento educativo e direttivo che tuo padre ha voluto attuare con te. spero che lui ora non abbia troppo da rimproverarsi la carenza di dialogo oppure l’eccessiva severità. mi auguro che si senta bene con la sua coscienza per aver fatto del suo meglio, in modo evidentemente inadatto a te, che può aver contribuito a rendere la tua indole ancora più ribelle.

    lui non poteva che essere così, e tu diventare quello che sei diventato.

    credo tu abbia però potuto constatare che i tuoi “amici” non sono stati migliori della tua famiglia, che ha contribuito a crearti un complesso, mentre forse proprio il tuo naso pronunciato, visto da un altro punto di vista, avrebbe potuto essere una tua specifica connotazione personale, non per forza in negativo.

    trai le conclusioni da questa tua prima parte di esperienza di vita. ti suggerisco di cercare di essere meno reattivo e di fare il possibile per calibrare le tue azioni nel rispetto di quanto il prossimo si attende o spera da te. libero, ovviamente, di accettare o rifiutare, sempre però con il garbo che contraddistingue chi è sicuro di sè.

    in bocca a lupo per il futuro!

  6. 6
    tygerw -

    Cara Uffastrauffa, e cara Rossana ho letto i vostri commenti. Per quello che devo dire, Rossana forse ha capito perfettamente. e nn preoccupatevi di andare contro o a mio favore, ho imparato ad accettare critiche di tutti i tipi,,( a volte anche molto dure e ingiuste), e ho imparato che nella vita a volte si sbaglia giudizio o opinione, su se stessi e su gli altri. Hai detto bene rossana, ho sempre agito di testa mia, fin dall’inizio, forse anche fregandomene di quello che provavano gli altri, ho scelto di seguire sempre il mio istinto piuttosto che la ragione e mi sono trovato nella maggior parte dei casi sempre in situazioni più o meno dolorose e-o avventate. Ben mi sta. Mio padre nn mi odia, questo lo so. Prima da ragazzo pensavo di si, ma ora ho capito che doveva esercitare la sua educazione anche sbagliando come dici tu su un soggetto come me. Però forse un diverso atteggiamento avrebbe giovato di più e questo te lo garantisco. Da piccoli quando io e mia sorella ci comportavamo male lui ci picchiava con la cinta dei pantaloni. Nn hai mai smesso di usare le mani, fino a qualche anno fa. Così nella mia testa di bambino un po più vivace io pensavo: questo che vuole da me? Una volta da piccolo solo per aver mosso un po il suo pc me ne diede tante, ma talmente tante…e accadeva spesso…Così l’ho sempre visto come una figura molto autoritaria, e instintivamente facevo tutto il contrario di quello che diceva, lui voleva il liceo, io ma ne andai, lui voleva che smettessi di bere due litri di vino al giorno, io lo facevo, voleva che studiassi , io nn entravo a scuola…E così eravamo sempre in lotta, la lotta era l’unico dialogo cn lui…,nn si limitava semplicemente a giudicare, lui dimostrava letteralmente la sua scarsa fiducia in me. Aveva paura di affidarmi il cell, la carta d’identità perchè temeva la perdessi, e perfino l’auto…, giravo a piedi con pulman e treni mi sono fatto più km che km…Così io dissi, sai cosa c’è di nuovo,mi giudica, ma tutto questo nn mi tange minimamente, nn ho più amici, chissenefrega, sto meglio da solo, nn ho la ragazza, ci sono le prostitute. Avevo ignorato i dolori, per nn soffrire, mi ero chiuso in me stesso, perchè in questo modo nn aprendomi agli altri, evitavo nuove delusioni e quindi di soffrire era un meccanismo di autodifesa… nn mi mostravo mai triste agli altri, anzi, ero un pagliaccio, ma nn era vero, in realtà la solitudine era forte, e ho anche temuto di essere impotente perchè cn le prostitute, cn quel loro modo svelto di fare l’amore nn mi eccitavo, quello nn era amore, nn confidavo a nessuno le mie emozioni, perchè tutti in questi casi dicono sempre nn preoccuparti nn è niente, ma loro nn ci passano per queste situazioni. Ogni giorno era più o meno un girovagare a vuoto senza senso, ero molto arrabbiato. A volte mi sono anche riconciliato cn mio padre, ma era falsità dentro di lui mi vedeva sempre come una pecora nera e questo, quando nn hai nessun altro cn cui sfogarti, credetemi che fa mal

  7. 7
    rossana -

    Tygerw,
    certo che fa male, anzi malissimo, soprattutto nell’infanzia e nella gioventù. è di grande importanza per tutti sentirsi amati e accettati, non soltanto puniti.

    però, poi, bene o male, si diventa grandi e si deve prendere in mano la propria vita da soli. sei stato comunque bravo a procurarti il denaro utile per l’intervento al naso, che forse potrebbe anche non essere necessario. il consiglio di Uffastrauffa in merito mi sembra ottimo.

    molti hanno dovuto confrontarsi con l’eccessiva severità dei genitori o con situazioni di grande diversità di temperamenti in famiglia, difficili da conciliare. eppure bisogna quasi per forza ripartire dalle nostre radici per capire meglio sia noi stessi che il nostro ambiente.

    comincia in casa ad essere tu a comprendere nei limiti del possibile tuo padre (che magari, sotto sotto, è pure spaventato da te) e a vedere da un altro punto di vista il suo atteggiamento nei tuoi confronti, che comunque ora fa parte del passato. è un esercizio utile, che ti servirà poi anche per l’esterno: bisogna sempre sforzarsi di avvicinarsi mentalmente agli altri.

    secondo me hai tutte le carte in regola per farcela alla grande, cominciando proprio ad essere te stesso (come ti suggerisce UffaStrauffa) ma senza aggressività.

    con gli amici e con le ragazze, credimi, non è facile per nessuno. non temere i rifiuti: non significano niente. più una persona è sfaccettata e complessa, più è difficile per lei trovare chi la comprende. è una regola di natura, che fa sì che per alcune persone sia più arduo che per altre stabilire rapporti di affinità. ci vuole tempo, pazienza, un pizzico di fortuna e la maturità di non vedere solo se stessi ma di vedersi come parte di un tutto, con cui armonizzare.

    cercati un punto di riferimento (che puoi trovare anche qui) e buoni modelli da imitare. non è necessario interagire con molte persone: possono bastare le poche adatte a noi e qualche buon libro per non sentirsi troppo soli. situazione a cui, comunque, ci si deve adattare, in quanto spesso è quella che permea più a lungo la vita di tutti.

    a mio avviso, sei un ottimo elemento e di certo hai tutte le potenzialità per diventare un uomo sereno e capace di affrontare il tuo futuro in modo corretto ed equilibrato. abbi sempre cura di te stesso.

    un abbraccio.

  8. 8
    rossana -

    Freud,
    così giovane, già hai capito a tue spese (com’è logico che sia) un grande concetto, e cioè che niente è per sempre e che gli esseri umani sono tutt’altro che perfetti. tuttavia, con grande equilibrio, non hai fatto di tutta l’erba un fascio scoprendo di prima mano che esistono persone inaffidabili ma, bensì, sei stato capace di mantenere la consapevolezza che esistono anche persone oneste e sincere. credimi, non è cosa da poco!

    mi dispiace per la disavventura che hai subito e comprendo quanto sia stata dura per te. mio figlio ha sperimentato qualcosa di simile e non si è mai ripreso del tutto da quel trauma, che pure aveva previsto.

    hai fatto bene a farti aiutare da specialisti del settore per riacquistare il tuo equilibrio. i soggiorni all’estero, a volte anche quelli per vacanze, aprono la mente più di decine e decine di libri o anni di studio. sono la vera scuola di vita, che insegna a comprendere il mondo intero, anche se diverso dal microcosmo del nostro Paese.

    spero tu abbia presto la possibilità di realizzare i tuoi sogni. tu, Tygerw e UffaStrauffa siete il nostro miglior futuro.

    un abbraccio

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