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Inascoltato

Sono un ragazzo di 22 anni e il mio problema è che mi sento sempre come se a nessuno interessasse realmente quello che ho da dire. Mi sento inascoltato. Molto spesso mi capita di parlare, di persona o per messaggio, di cose magari per importanti – che non riguardano necessariamente me in prima persona – e mi ritrovo così, con un pugno di mosche in mano. Sento che ogni mia parola perde di spessore e passa in secondo piano. Come una stupida chiacchiera da bar.

Questa situazione mi causa molti problemi e mi fa soffrire molto, perché succede spesso con le persone a cui io tengo di più. Quella che io considero la mia migliore amica spesso mi snobba, o almeno, mi fa sentire così. Ognuno nella propria vita ha impegni, questo lo so. Non pretendo una risposta immediata ogni volta che apro bocca. Non pretendo che tutti stiano sempre ad ascoltarmi, anzi. Se ciò che dico non è interessante o non frega niente a nessuno mi basterebbe semplicemente saperlo. Tutto ciò mi fa rabbia e mi fa stare male perché io non sono così con gli altri. Io sono sempre qui, pronto ad ascoltare. Il tempo e la voglia li trovo sempre. E con sempre intendo sempre sul serio, a qualunque ora del giorno e della notte. Qualunque cosa io stia facendo, un modo lo trovo. Quando le persone che mi stanno più vicine hanno un problema, hanno un impegno importante, qualunque cosa, io sono sempre qui per ascoltarle, per aiutarle se hanno bisogno, in qualunque modo. Perché loro per me sono importanti, ed importanti sono le cose che li riguardano.

A volte per questo motivo mi sento completamente inutile e trasparente. Non riesco a fare altro che a sentirmi mediocre, persino nell’amicizia. Non riesco ad occupare realmente la posizione importante che vorrei, quella che le persone per me importanti occupano. C’è sempre qualcuno migliore di me con cui parlare, sempre. Molto spesso per questo motivo mi ritrovo a parlare da solo ed anche a sentirmi incredibilmente solo, e giungo alla conclusione che sono una persona per la quale non vale la pena fare nulla, evidentemente mi merito questo. Anche se vorrei solo capire il perché. Se potessi, anche io mi lascerei da solo. Mi sento messo in fondo alla lista delle cose a cui vale la pena dedicare un briciolo di attenzione e sono ormai convinto di meritarmelo. A volte rido di me stesso e delle mie speranze di poter essere speciale per qualcuno. 

Non riesco a capire se sono io e le cose che mi riguardano ad essere stupidi e senza peso, o se siano tutti gli altri ad essere semplicemente egoisti o stronzi.

Sono stufo di tutto questo. Vorrei riuscire a “trattare gli altri come mi trattano, che non è mai sbagliato”, ma non ne sono capace. Mi odio, non ce la faccio più. 

Pretendo forse troppo? Ho delle aspettative troppo alte? O sono io che faccio troppo per quelli che per me sono i miei migliori amici? Che cos’è l’amicizia?

Io non lo so più, anzi, non credo di averlo mai saputo. So soltanto che penso di essere sbagliato io.

Scusate lo sfogo, avevo bisogno di dirlo a qualcuno. Qualcuno che al di fuori di me leggesse e ascoltasse queste parole.

Lettera pubblicata il 23 Dicembre 2015. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 7 commenti

  1. 1
    Rossella -

    Mia madre da ragazza conosceva ragazzi che non uscivano mai di casa, li conosceva attraverso i racconti delle madri. Studiavano sempre; peraltro nel paese in cui abitava lei i partiti di sinistra erano abbastanza forti, ma non c’era un comunismo inteso alla vecchia maniera. Studiavano e leggevano, tant’è che a livello popolare si tende ad identificare l’uomo di lettere con il progressista di sinistra. Per certi versi mi sembra positivo, almeno si fornisce un orizzonte a tanti giovani che non sanno come orientarsi. Finirebbero per snaturarsi pur di compiacere gli altri. Non c’è niente di male nell’avere come punto di riferimento la propria abitazione. Ancora oggi, soprattutto quando i ragazzi si fidanzano a distanza, dopo l’orario di lavoro tornano a casa… per adesso fai la tua vita, domani si vedrà. Se questo è il tuo carattere non puoi pretendere di animare una compagnia. Non ti scoraggiare! Un saluto

  2. 2
    Angwhy -

    “o se siano tutti gli altri ad essere semplicemente egoisti o stronzi”.ecco la risposta alle tue domande e te la sei data da solo

  3. 3
    sara -

    Perdona la brutalità, ma troppo spesso oggi come oggi alle persone non interessa ascoltare, soprattutto a quelli di una certa generazione. Sembra il contrario, ma purtroppo non lo é.

  4. 4
    Golem -

    Ottima idea quella di Rossella, fidanzati a distanza e diventa un progressista, così non sentirai più questo disagio.
    Ti dico la mia invece. Ma che ti frega di essere considerato dagli altri ? Se ti rendi indipendente e sicuro di te saranno loro a cercarti, ma non puoi trovare la tua identità attraverso le relazioni umane, neppure quando fossero benedette da sentimenti amorosi. Le dipendenze di qualunque natura creano squilibri nei rapporti che giovano solo a chi è “cercato” e mortificano chi “cerca”.
    Renditi indipendente da certi bisogni, se starai bene con te stesso non ti sentirai mai solo. Il resto verrà da sè

  5. 5
    Yog -

    Ha ragione Rossella. Se quello è il tuo carattere, tu non puoi pretendere di animare una compagnia, fattene una ragione. Se i risultati sono quelli che scrivi, è inutile tentare, finiresti solo con il renderti ridicolo. Per esperienza posso dirti che i gruppi umani richiedono al loro interno una certa varietà di ruoli: quello della “carta da parati” non è tra i più desiderati, ma è meglio di niente. L’importante è avere come riferimento la propria abitazione, soprattutto se sei di sinistra, non dimenticarlo.

  6. 6
    rosrus -

    Ciao.
    Sono una ragazza di un anno più piccola di te, riesco ad immedesimarmi molto bene nella tua situazione: metto sempre gli altri al primo posto, ma mi sembra di essere l’ultimo pensiero di chiunque (e spesso è così). Anche nella mia famiglia, ogni qualvolta parli io, vengo poco ascoltata se non del tutto ignorata. Questo ha portato, a lungo andare, in una mia progressiva chiusura in me stessa, ad una convinzione sempre più radicata di essere banale e poco importante. Non c’è molto che si possa fare: la maggior parte delle persone è egoista, troppo impegnata sul proprio io da considerare gli altri. Si puó solo cercare di essere il tipo di persona migliore per se stessi, accertarsi per ció che si è e difendere la propria identità, senza lasciarsi schiacciare dall’egoismo altrui. Con questo non ti sto dicendo di troncare i rapporti coi tuoi amici o con questa ragazza, ma di ‘farti rispettare’. Anteponi i tuoi bisogni ai loro, prenditi cura di te. E se questo dovesse farti sentire solo, mai il detto ‘meglio soli che male accompagnati’ sarà stato più valido. Se davvero ti vogliono bene, capiranno.

  7. 7
    Crazyhorse93 -

    Intanto vi ringrazio infinitamente per le risposte e per il tempo dedicato a leggermi e a dirmi cosa ne pensate.
    Vorrei rispondere ad ognuno di voi, in modo da aggiungere altri dettagli:

    A Rossella: in realtà, nei momenti (pochi) in cui, per un motivo o per un altro, non ho pensieri per la testa e mi sento davvero felice penso si essere molto di compagnia ( se sono in compagnia con le persone giuste). Rido, scherzo, faccio ridere senza problemi. È quando invece tento di tirare fuori alcune cose che per me magari sono significative, belle o brutte che siano, e vedo che vengono “spazzate via” che ci rimango male, faccio molta fatica ad ottenere e a mantenere per davvero l’attenzione di qualcuno.

    A Angwhy: Si, effettivamente spesso lo penso, anche se questo non cambia la mia condizione nel senso che non riesco a farmelo bastare come motivo per cambiare e smetterla di cercare gli altri. Mi arrabbio molto in certi momenti, ma solo dentro di me, è quasi impossibile che io riesca davvero ad esternare la mia rabbia verso la persona con la quale me la sono presa, per paura, non lo so… di perderla definitivamente. Questo perché mi sento la persona più sostituibile del mondo.

    A sara: hai ragione, purtroppo nella maggior parte dei casi è così. Non riesco davvero a capire se sono io che pretendo troppo, che arrivo ad essere invadente – e se così fosse vorrei semplicemente che mi fosse detto, in maniera tale da smetterla – o se esiste concretamente un problema. Per me le persone più sensibili come me, cose di questo tipo sono molto pesanti da sopportare purtroppo.

    A Golem: sono uscito a luglio da una relazione a distanza durata due anni, che per me era veramente importante, e sto capendo quante ripercussioni psicologiche negative abbia avuto su di me… Molti di questi problemi sento che sono nati proprio per colpa del rapporto che, ora della fine, si era creato con la mia ex-ragazza. Comunque capisco perfettamente le tue parole, e credimi, vorrei poterlo fare fin da subito. Io mi sento davvero dipendente nei confronti di alcune persone e so che è sbagliato ma non so come si fa a cambiare..

    A Yog: un po’ ti ho già risposto rispondendo a Rossella, un po’ posso dire che non riesco ad “accontentarmi” di questo ruolo, è… frustrante in una maniera indescrivibile, mi fa sentire davvero completamente inutile, come se potessi sparire domani e nessuno se ne accorgerebbe..

    A rosrus: mi dispiace molto che anche tu ti senta nella mia stessa condizione. Mi sento esattamente come hai detto tu, chiuso, banale, poco importante. Le stesse persone da cui corro, prime fra tutte, a raccontare qualcosa di importante che mi è successo, quando sento il bisogno di parlarne, non so se facciano lo stesso con me, non so se mi considerano allo stesso modo. Quest’incognita mi… distrugge. Perché mi fa sentire inutile e fastidioso ai loro occhi, niente di più. E più succede più mi sento giù, più mi sento giù più mi sento solo e lontano da tutti…

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