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Graduatorie Permanenti: rassicurazioni poco rassicuranti

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Inchiesta condotta dal sito www.scuolanostra.it.
Essa contribuisce a dimostrare che l’abolizione della Graduatorie Permanenti, come canale di accesso al ruolo dei docenti, sarebbe devastante per decine di migliaia di lavoratori e che il piano di 150.000 assunzioni, anche se venisse veramente attuato, circostanza niente affatto sicura, non assicurerebbe il futuro se non a una modesta percentuale del personale oggi in servizio.
Le Graduatorie Permanenti vanno preservate. Non esiste altra soluzione seria. Se il Governo insisterà a cancellarle si assumerà una responsabilità gravissima provocando l’estromissione, mai vista nel nostro Paese, di un’intera generazione di docenti (quasi tutti con famiglia, figli, grandi responsabilità sociali) dal mondo del lavoro.
No all’abolizione delle Graduatorie Permanenti! Sì a precise garanzie per i docenti precari. Certezze, non promesse.

PERCHÉ LE RASSICURAZIONI DEL MINISTRO FIORONI NON CI RASSICURANO AFFATTO
      Lo stato di fibrillazione che è stato prodotto in questi giorni dall’annunciata obliterazione – in quanto canale di accesso al ruolo – delle Graduatorie Permanenti di cui alla Legge 124/1999, estensive, come è noto, delle precedenti graduatorie per soli titoli (il cosiddetto ‘doppio canale’) che da decenni garantiscono un accesso prioritario per l’assunzione a tempo indeterminato a chi già lavora nella scuola ha motivazioni precise e circostanziate e non deriva né da un atteggiamento pregiudiziale né da isterismi immotivati.
       Il doppio canale nasce, formalmente, con la Legge 417 del 27/12/1989 ma esso, fuor dall’essere un privilegio per i beneficiari, rappresentava una condizione peggiorativa rispetto a provvedimenti più garantisti prodotti negli anni precedenti. Si pensi, per esempio, che già con la Legge 270/1982 e la Legge 326 del 16/07/1984 venivano istituite ‘graduatorie ad esaurimento’ per i precari già in servizio ai fini dell’assunzione per l’accesso alle quali era sufficiente avere  una nomina da parte del Provveditore.
       Alle preoccupazioni di cui sopra il Ministro Fioroni e il Viceministro Bastico hanno risposto che il piano di assunzioni previsto in Finanziaria (piano, ricordiamocelo, strettamente vincolato alle future disponibilità finanziarie e alle fluttuazioni dell’organico di diritto, da anni sotto attacco da parte delle leggi finanziarie) garantirebbe l’assunzione dei docenti attualmente in servizio.
       Per la verità questa argomentazione deve essere parsa inverosimile allo stesso Ministro, se è vero che, nel giro di pochi giorni, siamo passati dalla garanzia per tutti i docenti precari, a quelli che hanno ‘almeno tre anni’ di servizio (non è chiaro ancora attraverso quale meccanismo). Aspettiamo di vedere come evolverà la vicenda nei prossimi giorni ma il punto sostanziale è che quel famoso piano, anche nell’ipotesi (verso cui molti dimostrano un fervido e motivato scetticismo) che venisse realizzato, non garantirebbe affatto l’assunzione degli insegnanti precari. Né della totalità. Né della maggior parte.
       Ed è per questo che, nell’ambito dell’iniziativa definita “Settimana dei precari” e promossa dal sito www.scuolanostra.it abbiamo cercato, con il prezioso aiuto della nostra ‘community’, di fare il punto su questi numeri che ci appaiono, ogni istante di più, azzardati, così come ci paiono sempre meno rassicuranti le rassicurazioni che ci sono state fornite.   
      
E SE UN GIORNO TUTTI I PRECARI SI RIFIUTASSERO DI LAVORARE DA PRECARI?
       Chissà perché, nei calcoli del Ministero, l’organico di fatto non figura mai. Sembra che le cattedre fino al 30 giugno non siano cattedre. E invece lo sono eccome! Nella prassi degli ultimi anni il novero di tali posti è aumentato a dismisura. Come dicevamo sopra, le assunzioni a tempo indeterminato erano la conseguenza, in altri tempi, anche di una semplice nomina annuale. Oggi, invece, ogni cavillo è buono per trasformare un OD in un OF…
       Ora: cosa succederebbe se nessuno accettasse contratti part-time o fino al termine delle attività didattiche?
       Semplicemente la scuola italiana smetterebbe di funzionare.
       E dunque: se le cose stanno così – e così stanno! – perché la politica non accetta una volta e per sempre che il precariato fa parte del sistema? Perché serviamo quando si parla di doveri e non esistiamo quando si parla di diritti? Come si può, anche lontanamente, immaginare di eliminare graduatorie per incarichi, proiettate in un’ottica a medio termine di immissione in ruolo, senza eliminare, contemporaneamente, anche il concetto stesso di organico di fatto?
       Perché, delle due l’una: o si dice agli insegnanti che si devono accontentare di un posto per un anno o due e poi cambiare mestiere perché la strada per il ruolo è un’altra o si trasformano tutti i posti ‘disponibili’ in posti ‘vacanti’.
 
I PENSIONAMENTI
       Il piano di assunzioni riguarderebbero, nella migliore delle ipotesi, tutte le disponibilità di cattedre prodottesi negli anni del governo di Centro-destra (il quale, notoriamente, ha bloccato per due anni le assunzioni, per un terzo anno ha coperto la metà del turn-over, con il risultato di gonfiare ai massimi storici degli ultimi quaranta anni la percentuale dei precari). Ma, se non bastasse, con la famosa ‘gobba’ dei pensionamenti fino al 2010 come la mettiamo? In che conto vanno le cattedre da venire? Se davvero venissero assunti i docenti attualmente occupati cosa succederebbe alle decine di migliaia di neoassunti del prossimo triennio sui posti lasciati vacanti da chi sta per essere collocato a riposo? E se le assunzioni non fossero 150.000 ma il trend fosse simile a quello dell’ultimo quinquennio, o anche leggermente migliore, il risultato quale sarebbe? Semplice: verrebbe applicato a malapena il turn-over dei prossimi tre anni.
       Certo potrebbero dirci che stiamo mettendo il carro davanti ai buoi, che non sappiamo come andrà a finire. La politica tenga conto, però,  – ne tenga ben conto! – che questo sentimento di sfiducia è largamente diffuso tra i lavoratori della scuola.       Del resto, come disse qualcuno che ha attraversato la politica degli ultimi due quarti di secolo da un osservatorio decisamente privilegiato: ‘A pensar male si fa peccato ma ci si azzecca sempre’.
       Alla politica la parola, adesso: vediamo se, per una volta, veniamo positivamente stupiti…

PASSAGGI DI CATTEDRA E DI RUOLO
       La storia degli ultimi anni ci insegna che la mobilità ‘verticale’, cioè il passaggio dagli ordini di scuola inferiori a quelli superiori è ‘monodirezionale’. Nessuna chiede il passaggio di ruolo dalle medie alla scuola dell’infanzia, nessuno dalle superiori alla  primaria. E’ vero sempre il contrario. Il risultato è che oggi è estremamente più semplice essere immessi in ruolo alle materne e riconvertirsi nei licei che essere assunti dopo decenni di supplenze alle superiori. Chi li fa questi conti?
       Nessuno, a quanto pare…Noi sì, però…
                                             Conclusioni
Non ci si dimentichi, – non lo si dimentichi mai – che dietro ogni numero c’è un lavoratore; un persona con una storia, responsabilità sociali, figli, mutui da pagare, bisogni, stanchezza, aspettative sacrosante e antiche di stabilizzazione. In una parola: diritti!
La cancellazione delle Graduatorie Permanenti assomiglierebbe alla cancellazione di un’intera generazione di docenti, una sciagura dalle conseguenze sociali inimmaginabili, un disastro mai visto nel nostro Paese.
Rifletta il Governo prima di prendersi una responsabilità del genere. Rifletta sul fatto che le difficoltà politiche di questa maggioranza potrebbero farci trovare, tra un anno o due, aldilà delle sue stesse buone intenzioni, di fronte a una nuova tempesta legislativa, come è successo nel 2001, con la Legge 333 che snaturò le intenzioni, pur buone, della Legge 124.
I precari della scuola non si preoccupano solo delle intenzioni di questo governo: pensano anche a cosa succederebbe se la maggioranza cambiasse. In quel caso, come nel luglio del 2001, la tela di Penelope rischierebbe di dipanarsi di nuovo in maniera devastante per la categoria. E nessuno scaricabarile sarebbe ipotizzabile perché è un fatto che oggi, qui, adesso si sta smantellando un meccanismo di certezze per barattarlo con un sistema tutto da venire che parrà pure bello nella mente di una parte della maggioranza ma non è né chiaro, né sicuro, né tranquillizzante, né condiviso.
Questa Finanziaria ci sta togliendo certezze per darci chissà cosa, chissà come e chissà quando. E le sta togliendo proprio a quelle centinaia di migliaia di persone che hanno contribuito, in maniera decisiva, alla vittoria elettorale del Centro-sinistra.
Nessuno di noi, politicamente parlando, se lo dimenticherà.
Ci rifletta bene chi adesso ha il compito di rifletterci e crede di avere ancora l’intenzione di presentarsi, tra qualche tempo, di fronte all’elettorato.

Lettera pubblicata il 29 Ottobre 2006. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 1 commento

  1. 1
    Antonio Ritondale -

    anche io penso che la cancellazione delle graduatorie permanenti sia devastante, ma inutile aspettarci pietà da chi ci governa. In realtà c’è un piano ben preciso doi distruzione della scuola pubblica o di sua trasformazione in istituti di tipo privato dove le assunzioni avverranno tramite clientelismo e nepotismo, un po’ come accade alle università.

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