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Giornata di vacanza, ma vacanza per chi, perché?

di

Ho deciso già un anno fa di togliere dalla mia pelle tutto ciò che non mi apparteneva veramente.
È stata dura levarsi quel popò di maschere che mi avevano affibbiato, nonostante la mia convinzione di essere sempre me stessa.
È proprio il diritto a mantenere intatta la mia natura, la mia vera essenza che ha fatto saltare gli equilibri in passato e poi mi sono dovuta ricredere, mettendo faccia, collo e spalle dentro un puzzolente barile per specchiarmi ed ammettere… olà e questa chi sarebbe adesso?
Tutti quei manierismi fasulli, quelle regole dettate da un ambiente che non era il mio e che ho digerito solo per prendermi cura della mia cuccia, quelle riverenze non per scelta, ma per imposizione, avevano creato una buffa versione di colei che non avrei mai creduto di diventare.
Lo fai per lui, lo fai per loro, lo faccio per chi?
Un cambiamento necessario, così ho iniziato a dire No.
Io che non conoscevo la formula della negazione, che lavoravo per gratificare gli altri, per accomodarli, per nutrirli del mio amore, ho tolto le vesti della crocerossina e ho iniziato a dire, no grazie.
Come oggi. Giornata di festa. Di riposo per alcuni, di gite fuori porta.
Mi volevano affibbiare l’amico d’amici frustrato e sanguinante.
No. Resto a casa.
Volevano che ci fossi per una ricorrenza speciale adulandomi con frasi del tipo “fai parte della nostra famiglia, i miei figli ti chiamano zia”, scoprendo poi la promiscuità di questa ricorrenza, intendo gli invitati.
Avrei dovuto, ancora una volta, presenziare insieme a coloro che hanno violentato la mia esistenza per dimostrare di avercela fatta?
No.
O per consentire a quattro burloni di sentirsi gratificati nella loro missione di “rattoppatori dell’impossibile”?
Quale maschera avrei dovuto indossare per l’occasione?
Vediamo un po’, quella della girl power, mi ha fatto tanto ridere questo termine…la donna forte e autonoma che non ha bisogno di nessuno perché sa badare a se stessa?
O la maschera della fatina amorevole che abbraccia tutti e dice, seppelliamo l’ascia di guerra?
Ma guarda un po’, non ho più maschere in dispensa, sono spiacente.
Le riconciliazioni devono nascere spontaneamente, ma bisogna volerle da entrambe le parti.
Digerisco, ingoio, ma non fatemi vomitare vi prego, per carità, uscite dalla mia vita, prendetevi gli spazi, gli amici, la casa, gli oggetti, ma non mi avrete mai, non me.
E tu, piccolo essere, non voglio la tua ambiguità, non voglio le tue chiacchiere inutili, le tue confidenze, le tue richieste d’aiuto.
Cavatela da solo per una volta, il secchio è vuoto, mi vedrai sempre e solo di spalle ormai, se mi volto l’espressione di plastica che conservo è solo per te, è la mia ultima maschera, quella che volevi, che hai sognato per anni.
Te la regalo, non ti sei mai sforzato di capire, di lottare.
Ci sono stata sempre, anche quando non avrei dovuto ed ora osi sperare in qualcosa di diverso dalla semplice cordialità?
Credi di gratificarmi ancora consegnandomi il vestito da crocerossina?

Resto a casa. Spengo i telefoni.

Lettera pubblicata il 2 Giugno 2010. L'autore ha condiviso 6 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 12 commenti

Pagine: 1 2

  1. 1
    psiche86 -

    Senza parole.
    La tua lettera mi servirà per riflettere su quello che sono diventata, visto che specchiandomi anch’io non mi riconosco. Non c’è più una traccia di sorriso, solo due occhi spenti.
    Che amarezza.
    Grazie comunque.

  2. 2
    key -

    Grazie a te psiche per aver ascoltato.
    Ultimamente capita che alcune parole, magari dette da un estraneo,
    rimbombino nella mia testa per giorni, risvegliando in me una coscienza.
    Accade quando quel tarlo che ci divora da dentro inizia ad uscire allo scoperto.

  3. 3
    Spectre -

    […] Ma guarda un po’, non ho più maschere in dispensa, sono spiacente […]
    Benissimo direi.

    Dicono che “riconoscere le cose” è il primo passo per superarle. Tu sei allo step due mi pare: gettarle dopo averle identificate. Direi che va benissimo così, anche se è faticoso. Poi credo passerà il rancore, e nel mentre arriveranno le cose che sono realmente tue, e non di altri e “tue” di riflesso/obbligo/convenzione.

    E cmq sì, vaffanculo alle giornate di “festa” quando non c’è nulla e festeggiare.
    Il tempo per le feste arriverà.

    PS. il “girl power” d’istinto ci sta, basta non sia cronico, perchè allora per me è indice di ottusità.

  4. 4
    silvana_1980_evviva -

    Grandiosa!!!!! wow wow wow. Esulto quando le persone vedono finalmente le cose come sono e si risvegliano dal torpore delle falsità inculcate dalla gente che sta attorno.
    Mi sembra di rivedere un pò me stessa.
    Brava.

  5. 5
    key -

    il rancore è già passato, ciò che resta è quel prima dopo e durante…

    Penserò alle cose di riflesso/obbligo/convenzione, devo articolare il concetto su di me, nn so se mi appartiene ancora, cosa ne rimane.
    Diciamo che ho reciso i rami secchi, nn come avrei voluto, per nn far pagare ad altri le mie scelte personali.
    Beh, mi verrà l’illuminazione se il girl power nn prende il sopravvento.

  6. 6
    rossana -

    ammirevole l’intento di scrostare dalla pelle tutto quello che vi è stato, direttamente o indirettamente, appiccicato da altri.

    sto provando a farlo anch’io, con grande fatica e, per ora, scarsi risultati.

    brava Key!

  7. 7
    key -

    wow wow wow a te silvana.
    grazie ancora rossana….
    tanto chi ti vuol vedere per come sei realmente lo sforzo lo fa,
    chi pensa di te qualcosa che nn ti appartiene nn si persuaderà mai del contrario.
    di nuovo c’è che nn me ne frega più nulla, darsi pena per far cambiare alla gente l’opinione che ha di te vuol dire che “gli altri” avevano ragione in fondo.

  8. 8
    toroseduto -

    Ciao key. Ho letto la tua lettera, come leggo un po’ tutto quello che arriva in questo forum (?). Fino a qualche mese fa, scrivevo su molte lettere. Ora sono molto selettivo, lo faccio solo quando mi sento di poter aggiungere un commento “decente”, in molti casi chi posta un nuovo argomento, lo fa solo per sfogarsi, liberare i propri malesseri, spesso non gradisce avere commenti. Tale è stato il primo giudizio sulla tua lettera. A distanza di qualche giorno, sono tornato a rileggere. Ho avuto modo di riflettere e di aggiungere quello che ritenevo carente nel tuo discorso, trovandomi nella situazione opposta alla tua. Mi spiego. Non ho mai usato in tutta la mia vita quelle che tu chiami maschere. La mia indole mi ha sempre portato a fregarmene di rapporti di circostanza, anche se questo mi faceva apparire asociale per molti e speciale per pochissimi. Questo fino a qualche anno fa, quando la mia vita è totalmente cambiata per la perdita di mia moglie. Non voglio riportare la storia, l’ho fatto 3 anni fa sulla lettera “ DALL’ALTO SI VEDE MEGLIO”. Ecco, grazie a te, ho scoperto che per la mia attuale condizione, ricorro spesso alle “maschere”. Nessuno, proprio nessuno, accetta la mia scelta di non volere altre storie. Scoprirlo a 60 anni, mi fa male. Comunque ti ringrazio. TS

  9. 9
    toroseduto -

    @ rossana.
    Sei la rossana che qualche mese fa ho conosciuto sulla lettera
    Il MIO SUICIDIO? Se non mi sbaglio, e sei tu, volevo farti sapere che
    quella ragazza, raccolse il mio invito e siamo ancora in contatto.
    Finalmente ha accettato di farsi curare. Questo grazie anche al tuo
    intervento sulla sua lettera. Se non se tu, scusami. Ciao

  10. 10
    key -

    Toroseduto, la riflessione sullo sfogo non fa una piega, dopotutto si scrive per esternare qualcosa, per dare voce ai propri pensieri, anche con chi ci conosce a volte abbiamo solo bisogno di essere ascoltati parlando a ruota libera ma, mettiamo sempre in conto che non c’è un muro dall’altra parte e corriamo così il rischio d’interagire : ) ricevendo spesso delle obiezioni circa ciò che affermiamo.
    E’ evidente che non mi metto in discussione con chiunque.
    Ma rifletto sempre se mi arriva un’osservazione di pancia, di petto e di testa.
    Poi se si entra troppo nel personale mi ritraggo.
    Hai avuto la coerenza di nn apporre mai maschere al tuo io
    e nn posso che ammirarti per questo.
    E’ qualcosa che ci rende liberi anche se, a volte, effettivamente un pò isolati.
    Anche la mia indole è contraria ai rapporti di circostanza.
    La difficoltà è subentrata proprio perchè le maschere le ho infilate senza esserne consapevole e perchè mi veniva richiesto, ciononostante nn è stato sufficiente, anzi, al contrario sono stata accusata e vengo accusata di nn volermi conformare ad alcuni parametri sociali.
    Ricordi la famiglia Addams? La figlia piccola, quando si sforzava di sorridere…era inquietante, ecco, io mi sono sentita esattamente come lei: inquietante.
    Perchè la mia trasformazione nn era voluta ed era mal riuscita.
    Ero cmq frustrata nell’averla messa in pratica, quindi oscillavo tra il desiderio di essere e quello di dimostrare.

    Se posso azzardare un’ipotesi la tua maschera è strumentale e consapevole, anche se pesa in egual misura.
    Ciao, grazie di aver scritto nonostante la riluttanza iniziale.

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