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Giornata della famiglia e dialogo tra cristiani

Il progetto di una giornata a tutela della famiglia come “società naturale fondata sul matrimonio” potrebbe essere anche il terreno per un concreto sviluppo del dialogo intercristiano . In particolar modo potrebbe essere un modo concreto per vedere unite nello stesso fronte la chiesa cattolica e le numerose realtà ortodosse che diverso tempo sono presenti attivamente nel nostro Paese. Un “ecumenismo dal basso” che parta da temi concreti come la, appunto la difesa dell’istituto familiare portata avanti contro il secolarismo imperante. Infatti, spesso, forse troppo, concepiamo il dialogo tra le confessioni cristiane come un fatto che interessa gli stretti ambiti delle gerarchie mentre per contro deve essere patrimonio comune di tutti i battezzati. In particolare , come sottolineato da Sua Santità Benedetto XVI, cattolici e ortodossi possono “condurre insieme una coraggiosa e rinnovata azione evangelizzatrice nell’Europa del terzo millennio” e come ribadito dal Cardinal Poupard, tra la chiesa cattolica e ortodossa si deve lavorare insieme per “ridare all’Europa la coscienza delle sue radici spirituali e della sua identità culturale, condizione indispensabile per creare all’alba di un nuovo millennio una nuova cultura pienamente europea che sia autenticamente umana e cristiana”.
Proprio nell’ambito della difesa della famiglia e del matrimonio le due realtà potrebbero trovare un punto in comune e magari nella prossima “giornata della famiglia” sarebbe bello non solo vedere cattolici e ortodossi sfilare assieme ma anche nelle rispettive chiese si proponessero momenti di preghiera comune per la tutela di questa istituzione così tanto minacciata.

Marco Baratto

Lettera pubblicata il 13 Marzo 2007. L'autore ha condiviso 12 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Famiglia - Spiritualità

La lettera ha ricevuto finora 7 commenti

  1. 1
    davide -

    ottimo commento!

  2. 2
    albert -

    x Marco Baratto:

    Famiglia? C’era un Signore che diceva questo della famiglia:

    1) a chi gli diceva: “ci sono tua madre e i tuoi parenti che carcano di parlarti”. Lui ” Chi è mia madre e i miei parenti? Chi fa la volontà del Padre mio è mio fratello e mia sorella e mia madre!”

    2) A chi voleva seppellire il padre: “Lascia che i morti seppelliscano i morti, tu va ad annunziare il regno di Dio”

    3) A chi voleva salutare i suoi prima di seguirlo: “Nessuno che pone mano all’aratro e guarda indietro è adatto al regno di Dio”

    4) Sui legami familiari: “Se uno viene a me non odia il padre e la madre, la moglie e i figli, i fratelli e le sorelle….non può essere mio discepolo.

    5) Sulle famiglie numerose: “Beate le sterili e le mammelle che non hanno allattato!”

    Ma quando la finirete di esaltare così tanto la famiglia chiusa e borghese?
    Quella che spinge la gente a voler bene solo al padre e alla madre, o al fratello e alla sorella, e non di rado per puro interesse.

    Ma leggetevi il Vangelo, ogni tanto, così saprete che Cristo è stato il più grande smitizzatore dei legami familiari.

  3. 3
    GianLuigi - Cagliari -

    Sono uno che il 1° di maggio ha festeggiato 43 anni di matrimonio. 43 anni di matrimonio sereni e felici. Niente ricchezze, abbiamo sempre vissuto del mio lavoro. Soltanto del mio lavoro. Mia moglie ha allevato due figli. E come farebbero tutte le mamme che stanno in famiglia, allevati bene.
    Sono un cattolico praticante, la domenica intono i canti alla messa. Non sono mai stato né comunista né fascista per lo stesso motivo: non amo le dittature soprattutto quelle atee, e quelle sanguinarie.
    Fatta questa premessa, le chiedo, chi più di me ha difeso la famiglia per quanto potevo fare nel mio piccolo?
    Ora però, che cosa dobbiamo fare per rendere meno penosa la vita di tanti nostri fratelli?
    Possiamo noi cristiani negare a chi intende vivere in comunione per farsi compagnia, per alleviare la solitudine che assale nella vecchiaia, per poter arrivare più facilmente a fine mese con le pensioni da fame che molti hanno, possiamo negare una legge che ne agevoli l’unione e la convivenza soltanto perché fra queste persone c’è un 8% di omosessuali che potrebbero usufruirne?
    E poi, è giusto secondo lei negare a degli omosessuali seri, che non ostentano la loro diversità, negare i benefici che gli stessi parlamentari e gli stessi giornalisti hanno? E’ forse giusto che basta essere della casta per poter avere un trattamento diverso da quello dei comuni cittadini?
    Qualcuno mi dovrà spiegare un giorno che cosa è davanti allo Stato il matrimonio religioso non trascritto. Quelle persone che ne usufruiscono, davanti allo Stato che diritti hanno? Secondo lei in uno Stato laico è giusto che si pratichi questa eccezione, soltanto perché alla Chiesa è sufficiente che i due coniugi non siano in peccato mortale? Quali costi rappresenta per lo Stato il mantenimento di questa anomalia?
    Vede, credo che il negare certe leggi a dei fratelli sfortunati sia crudele, crudele soprattutto se si pensa che già dalla vita, dalla natura, dalla combinazione dei cromosomi, hanno avuto in sorte un destino esageratamente crudele.
    Qualcuno, mi dovrà spiegare anche se chi va in piazza a “difendere la famiglia” non sia in gran parte gente che della famiglila propria non ha mai interessato niente e figuriamoci che cosa possa interessare delle famiglie degli altri.
    Grazie dell’ospitalità.

  4. 4
    Rossella -

    Io penso che il perdono rischia di diventare la strada della disumanizzazione. Perdonare non significa chiudere un occhio per preservare le apparenze a discapito della realtà. Andando avanti con gli anni mi sono accorta che addirittura il ciclo mestruale ha un potere sul mio stato d’animo. Mi sento più abbattuta, ma la vivo bene perché sono serena. A questo punto non posso fare almeno di stare dalla parte di una donna che perde la sua serenità in un momento delicato della sua vita. Io mi chiuderei in me stessa perché questo è il mio carattere, ma la cosa non renderebbe il fatto meno traumatico. Per restare a galla certamente mi dovrei riservare il perdono per gli ultimi giorni. Altrimenti, soprattutto se non si vede ombra di pentimento, rischio di naufragare nell’angoscia esistenziale, di vivere divisa tra dubbi e paure. Non riuscirei a fidarmi di nessuno. Io sono cattolica, ma non vivo in funzione del “non devi perdonare sette, ma settanta volte sette.” Scavo nel testo e trovo delle responsabilità che mi portano ad abbandonarmi alla divina volontà per preservare la gioia di vivere. Un giorno io sarò madre e ho il dovere di non lasciare che i miei figli rischino di assuefarsi all’angoscia mortale. La prepotenza non mi piace. Secondo me è sbagliato cedere su tutto perché si perde di credibilità visto e considerato che l’imbarazzo aumenta.

  5. 5
    Rossella -

    Io non giudico nessuno perché umanamente vedo il disagio e la cosa mi tocca il cuore. Il perdono a buon mercato porta a perdere di vista la realtà. Infondo siamo umani e possiamo far prevalere i nostri egoismi. Solo la verità ci salva. Io non penso di essere migliore degli altri perché talvolta mi rendo conto che molti problemi scaturiscono dalla paura del progresso. A maggior ragione alla mia età non riuscirei a cambiare posizione. Nel mondo in cui vivo penso di potermi permettere un’esistenza borghese, ma In un altro ambiente mi vedrei come una donna emancipata dai diritti e dai doveri di una moglie. I diritti mi sarebbero d’ intralcio, giacché il mio obiettivo sarebbe quello di essere indipendente che più indipendente non si può. Non penserei romanticamente a risposarmi perché il progresso non mi sembra compatibile con il matrimonio. Dei tradimenti di mio marito non me ne potrebbe fregare di meno perché un modo per conservare i miei pudori lo troverei. Non vivrei con lui, non mi curerei né della sua vita, né dei suoi interessi, né di niente… non è che se lui è tedesco me ne vado a vivere in Germania e magari imparo anche la lingua. Ci mancherebbe! Non sono proprio portata per queste cose. Di lavoro per la sua persona non farei niente. Poi è chiaro che in una piccola realtà rurale la cosa potrebbe farti anche piacere. Ammiro chi ci riesce! Poi (mo’ ci vuole!) gli uomini moderni hanno i loro ideali… quasi quasi dovrei stare attenta anche a come spendo i miei soldi.

  6. 6
    Rossella -

    Questa non è libertà. Libertà è aprire la finestra e aspettarsi una giornata di sole. Chiudere la finestra e accendere la radio. Non voglio essere schiava del giudizio degli altri e neanche giudico chi trova favorevoli condizioni che a me sono sembrate disumane dal primo momento. Ogni persona conosce le sue forze. Probabilmente sono debole!

  7. 7
    Yog -

    Rossella, il ciclo mestruale ha ovviamente un forte impatto su di te e sulle altre donne. Ne consegue che devi stare attenta a come spendi i tuoi soldi, che potrebbero svolarsene dalla finestra in una giornata di sole. Io nel mio piccolo mi do da fare con la narda, ma certo non posso che comprendere le ragioni tue e dell’autore della lettera.

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